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Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento. La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento
Dal 17 settembre al 14 novembre 2016 il Museo Diocesano Tridentino ospiterà nelle sale del piano terra una delle opere più importanti e originali dell’arte sacra trentina del Novecento: la Via Crucis che Othmar Winkler scolpì nel 1952 per la chiesa di Maria Bambina di Trento.
Comunicato stampa
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A distanza di dieci anni dalla mostra Tra cielo e terra. L'arte sacra lignea di Othmar Winkler 1928-1957, allestita al Museo Diocesano Tridentino, la nostra istituzione ritorna ad occuparsi di un artista tanto apprezzato quanto fortemente criticato, soprattutto per certe sue inconsuete interpretazioni del tema sacro. La mostra, in programma dal 17 settembre al 14 novembre 2016, riguarderà una delle sue opere più discusse e forse la più originale: la Via Crucis realizzata nel 1952 per la chiesa di Maria Bambina di Trento. Si trattò di una commissione molto travagliata: basti pensare che i forti contrasti con la committenza furono ricomposti solamente nel 1991, quarant'anni dopo, con la riconciliazione tra Winkler e suor Vincenza Mosca, Provinciale della Congregazione.
Le 16 stazioni (due in più - il Prologo e l'Epilogo - rispetto alle consuete 14) provocarono l'indignazione del clero e l'ostilità del pubblico, incapace di comprendere un'interpretazione forse troppo 'moderna' del tema sacro. L'opera, profondamente segnata dalle contraddizioni e dalle angosce dell'uomo contemporaneo, introduceva aperti riferimenti ad un universo molto distante dalla Chiesa. Nella Via Crucis, inoltre, l'artista trasponeva la propria sofferta storia spirituale, segnata da una radicale presa di coscienza del fascismo, al quale si era avvicinato in gioventù, e da una intima, travagliata conversione "morale oltre che politica". Ma ciò che catalizzò le critiche dell'ambiente ecclesiastico fu soprattutto un linguaggio artistico di rottura, molto distante dalla 'bellezza' ripetitiva ma rassicurante della produzione sacra del tempo.
Com'è noto, il complesso che da 120 anni ospitava le “Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa”, dette di Maria Bambina, è stato recentemente acquistato dalla Provincia Autonoma di Trento. Di conseguenza gli arredi liturgici della chiesa sono stati trasferiti in altri luoghi di culto e in parte depositati presso il Museo Diocesano Tridentino. Tra i beni custoditi provvisoriamente dal nostro museo c'è appunto la Via Crucis. In attesa che si decida la futura collocazione, si è ritenuto opportuno esporre le 16 stazioni scolpite da Winkler, anzitutto per farle conoscere a un pubblico più ampio ed in secondo luogo per stimolare la riflessione sulla produzione sacra, oggi.
Le polemiche che hanno accompagnato la realizzazione della Via Crucis di Winkler vanno ovviamente inquadrate in un preciso contesto, molto diverso da quello attuale. Basti pensare alla partecipazione della Santa Sede con un proprio padiglione alla Biennale di Venezia per comprendere come si sia passati da un'azione di 'controllo' ad un'operazione di 'confronto' con le espressioni artistiche contemporanee. Un confronto che procede, per la verità, ancora troppo lentamente e che i musei ecclesiastici hanno il compito di stimolare.
L'esposizione, infine, sarà l'occasione per riflettere sul valore del patrimonio culturale per la nostra società e per parlare dell'importanza di un senso di responsabilità condivisa relativa alla sua protezione.
Le 16 stazioni (due in più - il Prologo e l'Epilogo - rispetto alle consuete 14) provocarono l'indignazione del clero e l'ostilità del pubblico, incapace di comprendere un'interpretazione forse troppo 'moderna' del tema sacro. L'opera, profondamente segnata dalle contraddizioni e dalle angosce dell'uomo contemporaneo, introduceva aperti riferimenti ad un universo molto distante dalla Chiesa. Nella Via Crucis, inoltre, l'artista trasponeva la propria sofferta storia spirituale, segnata da una radicale presa di coscienza del fascismo, al quale si era avvicinato in gioventù, e da una intima, travagliata conversione "morale oltre che politica". Ma ciò che catalizzò le critiche dell'ambiente ecclesiastico fu soprattutto un linguaggio artistico di rottura, molto distante dalla 'bellezza' ripetitiva ma rassicurante della produzione sacra del tempo.
Com'è noto, il complesso che da 120 anni ospitava le “Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa”, dette di Maria Bambina, è stato recentemente acquistato dalla Provincia Autonoma di Trento. Di conseguenza gli arredi liturgici della chiesa sono stati trasferiti in altri luoghi di culto e in parte depositati presso il Museo Diocesano Tridentino. Tra i beni custoditi provvisoriamente dal nostro museo c'è appunto la Via Crucis. In attesa che si decida la futura collocazione, si è ritenuto opportuno esporre le 16 stazioni scolpite da Winkler, anzitutto per farle conoscere a un pubblico più ampio ed in secondo luogo per stimolare la riflessione sulla produzione sacra, oggi.
Le polemiche che hanno accompagnato la realizzazione della Via Crucis di Winkler vanno ovviamente inquadrate in un preciso contesto, molto diverso da quello attuale. Basti pensare alla partecipazione della Santa Sede con un proprio padiglione alla Biennale di Venezia per comprendere come si sia passati da un'azione di 'controllo' ad un'operazione di 'confronto' con le espressioni artistiche contemporanee. Un confronto che procede, per la verità, ancora troppo lentamente e che i musei ecclesiastici hanno il compito di stimolare.
L'esposizione, infine, sarà l'occasione per riflettere sul valore del patrimonio culturale per la nostra società e per parlare dell'importanza di un senso di responsabilità condivisa relativa alla sua protezione.
16
settembre 2016
Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento. La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento
Dal 16 settembre al 14 novembre 2016
arte contemporanea
Location
PALAZZO PRETORIO – MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO
Trento, Piazza Del Duomo, 18, (Trento)
Trento, Piazza Del Duomo, 18, (Trento)
Biglietti
3 € ingresso alla sola mostra Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento
5 € biglietto combinato mostra e Museo Diocesano Tridentino
ingresso gratuito ogni prima domenica del mese
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30 / 14.00-17.30
domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
giorni di chiusura: ogni martedì, 1 novembre
Vernissage
16 Settembre 2016, ore 17.30
Autore
Curatore