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Ask Me Anything
Le opere presentate presso la galleria MAAB di Milano pongono la questione delle possibili relazioni tra la pittura contemporanea e il mondo e tra la pittura e i vari linguaggi artistici della contemporaneità.
Comunicato stampa
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I discorsi sulla pittura riproducono i limiti stessi che li determinano, un di-dentro e un di-fuori
dell’opera. Ed il primo è la stessa delimitazione della questione. Le opere presentate presso la galleria
MAAB di Milano, pongono la questione delle possibili relazioni tra la pittura contemporanea e il
mondo, ma anche tra la pittura e i vari linguaggi artistici della contemporaneità. Così come Vito Acconci
nella realizzazione di alcuni video e performance era ispirato dai film noir degli anni cinquanta e
sessanta, così la pittura indaga oggi, come ieri, altri ambiti disciplinari per costruire strategie, situazioni
o semplicemente immagini che appartengono alla duplice pulsione dell’artista, come dice Baudrillard,
di annientamento, di cancellazione di tutte le tracce dal mondo e di resistenza a tale forza annichilente.
Il titolo scelto dal curatore Massimiliano Scuderi esprime esattamente queste molteplici possibilità,
un’aspirazione ad includere l’altro secondo una mutevole strategia.
Andreas Ragnar Kassapis (Atene 1981) propone una serie di lavori intitolati Impostors (2019) in cui
mette in luce il suo interesse per i cataloghi e le vetrine di prodotti, e in generale per il design. Egli
stesso dà una definizione di questi lavori come la realizzazione di una repressione freudiana all'interno
di una struttura come la città o la libreria. Trovo qui il mio fascino per il disegno di design che vedo
come minimizzazione della pittura gestuale, allo stesso modo del macina cioccolato di Marcel
Duchamp. Tuttavia il mio interesse per la parte nascosta delle connotazioni sessuali all'interno del
disegno di design e le sue simbolizzazioni politiche così come il suo valore mnemonico. Vedo l'oggetto
come un corpo, l'oggetto come una mano.
Dei dipinti di Alain Urrutia (Bilbao 1981) colpisce soprattutto la loro "impenetrabilità emotiva",
possiedono e producono una sorta di silenzio, una dimostrabile mancanza di leggibilità, anche una
difficoltà che supera il loro argomento di per sé. Ispirato dalle immagini fotografiche, rallenta il processo di percezione per consentire percorsi verso nuove interpretazioni di immagini preesistenti,
sollecitando lo spettatore a mettere in discussione le proprie ipotesi su ciò che osserva.
Il silenzio del giovane siciliano Giuseppe Costa (Palermo 1980) costruisce il contesto dei suoi paesaggi
iconici, che ricordano le incisioni di lacche cinesi. Questo effetto, realizzato a grafite con una
raffinatissima e delicata tecnica chiaroscurale, esprime una pittura -se così si può definire - che impone
rigore, tempo e dedizione amanuense. C’è ancora l’incanto di fronte alla natura ed ai suoi fenomeni,
includendo gli eventi dell’uomo, sospeso in un tempo infinito come quello delle vittime nel
Mediterraneo.
dell’opera. Ed il primo è la stessa delimitazione della questione. Le opere presentate presso la galleria
MAAB di Milano, pongono la questione delle possibili relazioni tra la pittura contemporanea e il
mondo, ma anche tra la pittura e i vari linguaggi artistici della contemporaneità. Così come Vito Acconci
nella realizzazione di alcuni video e performance era ispirato dai film noir degli anni cinquanta e
sessanta, così la pittura indaga oggi, come ieri, altri ambiti disciplinari per costruire strategie, situazioni
o semplicemente immagini che appartengono alla duplice pulsione dell’artista, come dice Baudrillard,
di annientamento, di cancellazione di tutte le tracce dal mondo e di resistenza a tale forza annichilente.
Il titolo scelto dal curatore Massimiliano Scuderi esprime esattamente queste molteplici possibilità,
un’aspirazione ad includere l’altro secondo una mutevole strategia.
Andreas Ragnar Kassapis (Atene 1981) propone una serie di lavori intitolati Impostors (2019) in cui
mette in luce il suo interesse per i cataloghi e le vetrine di prodotti, e in generale per il design. Egli
stesso dà una definizione di questi lavori come la realizzazione di una repressione freudiana all'interno
di una struttura come la città o la libreria. Trovo qui il mio fascino per il disegno di design che vedo
come minimizzazione della pittura gestuale, allo stesso modo del macina cioccolato di Marcel
Duchamp. Tuttavia il mio interesse per la parte nascosta delle connotazioni sessuali all'interno del
disegno di design e le sue simbolizzazioni politiche così come il suo valore mnemonico. Vedo l'oggetto
come un corpo, l'oggetto come una mano.
Dei dipinti di Alain Urrutia (Bilbao 1981) colpisce soprattutto la loro "impenetrabilità emotiva",
possiedono e producono una sorta di silenzio, una dimostrabile mancanza di leggibilità, anche una
difficoltà che supera il loro argomento di per sé. Ispirato dalle immagini fotografiche, rallenta il processo di percezione per consentire percorsi verso nuove interpretazioni di immagini preesistenti,
sollecitando lo spettatore a mettere in discussione le proprie ipotesi su ciò che osserva.
Il silenzio del giovane siciliano Giuseppe Costa (Palermo 1980) costruisce il contesto dei suoi paesaggi
iconici, che ricordano le incisioni di lacche cinesi. Questo effetto, realizzato a grafite con una
raffinatissima e delicata tecnica chiaroscurale, esprime una pittura -se così si può definire - che impone
rigore, tempo e dedizione amanuense. C’è ancora l’incanto di fronte alla natura ed ai suoi fenomeni,
includendo gli eventi dell’uomo, sospeso in un tempo infinito come quello delle vittime nel
Mediterraneo.
01
ottobre 2020
Ask Me Anything
Dal primo ottobre al 04 dicembre 2020
arte contemporanea
Location
MAAB GALLERY – VIA NERINO
Milano, Via Nerino, 3, (Milano)
Milano, Via Nerino, 3, (Milano)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18
Vernissage
1 Ottobre 2020, Ore 16-21
Sito web
Autore
Curatore