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Aspettando Za. Una non mostra su Cesare Zavattini dalla collezione Massimo Soprani
Alcune opere, documenti autografi, i libri, le fotografie, gli appunti, i manifesti originali, ma anche la sua stessa voce in “Non libro” ed infine l’ultima opera testamento, ovvero il film “La Veritaaaà”, dove Zavattini è sceneggiatore, regista e attore, sono gli elementi in mostra.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ASPETTANDO ZA
Una non mostra su Cesare Zavattini
Dalla collezione Massimo Soprani
06|11 - 05|12|20
Nel celebre poema “The Cantos” Ezra Pound recita con incredibile coraggio che il “paradiso dell’uomo è la sua buona natura”, con analoga forza l’intera attività di Cesare Zavattini (Luzzara 1902, Roma 1989) ha concentrato la sua attenzione sull’essere umano e sulla sua natura nobile e tragica al contempo.
La constatazione dell’inarrestabile, progressiva, demolizione dell’essere umano, ad opera di quelli che Zavattini chiamava, con il suo caratteristico umorismo, i campioni della cultura dei pochi, è stata uno dei motivi che ha guidato tutta la sua multiforme e sfaccettata opera, interamente tesa nell’arduo compito di trovare una strada che disincantasse questo osceno processo.
I documenti autografi, i libri, le fotografie, gli appunti, i manifesti originali, ma anche la sua stessa voce in “Non libro” ed infine l’ultima opera testamento, ovvero il film “La Veritaaaà”, dove Zavattini è sceneggiatore, regista e attore, sono gli elementi in mostra.
Nonostante la collezione di Massimo Soprani, segretario di Zavattini a Luzzara per trenta anni, disponga di moltissime opere di pittura e incisione (inedite), si è deciso per questa prima tappa dedicata al maestro di non concentrare l’attenzione sull’aspetto prettamente artistico, bensì predisporre un territorio dove avvicinarsi al suo nucleo di pensiero. Il quale, conosciuto e approfondito nella sua stupefacente radicalità, potrà, non solo fare apprezzare maggiormente la sua ispirazione pittorica, ma offrire degli strumenti conoscitivi per decifrare l’incredibile contraddizione che vede l’essere umano autore e artefice del proprio declino.
“C’è rimedio? Più non c’è più comincia a tralucerne qualcuno. Sgombriamo intanto il terreno da qualsiasi speranza che l’attuale cultura contenga proposte contro sé stessa. Il suo fiato è quello che è. Essa tutt’al più riesce a cambiare i termini della sopraffazione, non la sopraffazione. Che è anzi in crescendo” (Cesare Zavattini, ¬¬La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini, 1976, Bompiani)
La mostra è curata da Marcello Tedesco e accompagnata da un saggio critico di Antongiulio Vergine.
Orari: martedì, giovedì, sabato dalle 15 alle 19 solo su appuntamento.
La mostra è sempre visibile dall’esterno del museo.
Una non mostra su Cesare Zavattini
Dalla collezione Massimo Soprani
06|11 - 05|12|20
Nel celebre poema “The Cantos” Ezra Pound recita con incredibile coraggio che il “paradiso dell’uomo è la sua buona natura”, con analoga forza l’intera attività di Cesare Zavattini (Luzzara 1902, Roma 1989) ha concentrato la sua attenzione sull’essere umano e sulla sua natura nobile e tragica al contempo.
La constatazione dell’inarrestabile, progressiva, demolizione dell’essere umano, ad opera di quelli che Zavattini chiamava, con il suo caratteristico umorismo, i campioni della cultura dei pochi, è stata uno dei motivi che ha guidato tutta la sua multiforme e sfaccettata opera, interamente tesa nell’arduo compito di trovare una strada che disincantasse questo osceno processo.
I documenti autografi, i libri, le fotografie, gli appunti, i manifesti originali, ma anche la sua stessa voce in “Non libro” ed infine l’ultima opera testamento, ovvero il film “La Veritaaaà”, dove Zavattini è sceneggiatore, regista e attore, sono gli elementi in mostra.
Nonostante la collezione di Massimo Soprani, segretario di Zavattini a Luzzara per trenta anni, disponga di moltissime opere di pittura e incisione (inedite), si è deciso per questa prima tappa dedicata al maestro di non concentrare l’attenzione sull’aspetto prettamente artistico, bensì predisporre un territorio dove avvicinarsi al suo nucleo di pensiero. Il quale, conosciuto e approfondito nella sua stupefacente radicalità, potrà, non solo fare apprezzare maggiormente la sua ispirazione pittorica, ma offrire degli strumenti conoscitivi per decifrare l’incredibile contraddizione che vede l’essere umano autore e artefice del proprio declino.
“C’è rimedio? Più non c’è più comincia a tralucerne qualcuno. Sgombriamo intanto il terreno da qualsiasi speranza che l’attuale cultura contenga proposte contro sé stessa. Il suo fiato è quello che è. Essa tutt’al più riesce a cambiare i termini della sopraffazione, non la sopraffazione. Che è anzi in crescendo” (Cesare Zavattini, ¬¬La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini, 1976, Bompiani)
La mostra è curata da Marcello Tedesco e accompagnata da un saggio critico di Antongiulio Vergine.
Orari: martedì, giovedì, sabato dalle 15 alle 19 solo su appuntamento.
La mostra è sempre visibile dall’esterno del museo.
06
novembre 2020
Aspettando Za. Una non mostra su Cesare Zavattini dalla collezione Massimo Soprani
Dal 06 novembre al 05 dicembre 2020
arte moderna
Location
MTN – MUSEO TEMPORANEO NAVILE
Bologna, via John Cage, 11/a-13/a, (Bologna)
Bologna, via John Cage, 11/a-13/a, (Bologna)
Orario di apertura
Orari: martedì, giovedì, sabato dalle 15 alle 19 solo su appuntamento.
La mostra è sempre visibile dall’esterno del museo.
Vernissage
6 Novembre 2020, Solo su appuntamento., su invito
Sito web
Ufficio stampa
Sabrina Camonchia
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Media partner
Sponsor
Patrocini