Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Asta di Beneficienza
Asta di beneficienza a favore di Save the children.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Con l’appoggio di: Rotary Club Milano Giardini
Rotary Club Milano San Babila
Rotaract Club Milano San Babila
Rotaract Club Milano Aquileia Giardini
Rotaract Club Milano Duomo
Con la collaborazione della Commissione Azione Internazionale e della Commissione Cultura del Distretto 2040 Rotaract
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Alicia Puma
Untitled
pastelli e caffè su carta
Domenica 22 Marzo, dalle ore 19.30
Conservatorio di Milano – Sala Puccini: via Conservatorio, 12 – Milano
A cura di: Emanuele Beluffi
In collaborazione con: Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea, Milano
Galleria Aus 18, Milano
Le Stelle Arte, Parma
Roberto Rotta Farinelli Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Genova
Dal 17 al 21 Marzo: le opere saranno in esposizione presso la galleria The New Ars Italica Via De Amicis, 28 – Milano
Tel.: 02876533, Fax: 0292877351 www.arsitalica.it
ORARI DI APERTURA: da Martedì a Venerdì dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Lunedì e Sabato dalle 16.00 alle 19.00. Domenica e festivi su appuntamento
Artisti battuti all’asta:
Emanuele Alfieri alias Impossible, Matteo Antonini, Nicoletta Bagatti, Zelimir Baric, Federico Romero Bayter, Giorgia Beltrami, Luca Bertasso, Katherine Bottellini, Maurizio Carriero, Rita Casdia, Giulia Cassano, Tommaso Chiappa, Massimo Corona, Gianni Cuomo, Leo Demetz, Jernej Forbici, Maurizio Galimberti, Alberto Garuffio, Luca Gastaldo, Nicola Genovese, Alessandro Giordani, Daniele Giunta, Rivkha Francis Hetherington, Mihailo Beli Karanovic, Kinki Texas alias Holger Meier, Alberto Leoni, Paolo Lombardi, Jens Lorenzen, Claudia Maina, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Valentino Menghi, Valeria Agosti Nelli, Miriam Secco, Francesco Orrù, Nicola Padovani, Alicia Puma, Felix Demian Rehfeld, Brigitta Rossetti, Emiliano Rubinacci, Giacomo Sampieri, Mario Garcia Sasia, Siva, Stefano Spera, Elena Terrin, Giacomo Vanetti, Christopher Luigi Veggetti Kanku
Testo di Emanuele Beluffi
Non che questo sia di fondamentale importanza, ma il collezionista appartiene a una categoria antropologica la più varia. Che nasconde d'altro canto un'intima essenza valida per tutti. Procediamo con ordine, cioè alla c***o. La molto ordinata maniacalità che prende non pochi amanti dell'oggetto d'arte ha avuto il suo contraltare nell'anonimo acquirente che, dopo aver sborsato uno sproposito per un Concetto Spaziale di Fontana, ha deciso di appenderlo all'incontrario, con i tagli rivolti verso l'esterno. Insomma, ha posizionato il quadro in modo tale che il telaio e i tagli siano sporgenti verso di lui. Dice, i tagli sono dall'esterno all'interno perchè Fontana voleva che l'osservatore entrasse nella sua arte. "Questo però vale per chi paga sette euro per entrare al museo. Io, che di euro ne ho pagati quasi un milione e mezzo, voglio che sia Fontana a venire da me". Adducendo una valida teoria interpretativa dello Spazialismo, la sua. Valida perchè il quadro se l'è comprato lui e ora è suo. Una diversa pratica, un po' più scanzonata, del mestiere del collezionista. Che consiste nel fregarsene dell'acribia filologica. D'altro canto, il criterio scientifico non costituisce dogma di fede per l'edificazione di una collezione ben formata e ordinata. Ma è anche vero che il collezionista è uno studioso. Una volta m'azzardai a proporre - benedetta ingenuità - a un noto bibliofilo l'acquisto della prima edizione della dissertazione di laurea di Arthur Schopenhauer (vi risparmio il titolo, è lungo quanto il testo che state leggendo). In fin del conto si trattava di un costo accessibile - per le sue tasche. Mi rispose con un gesto inequivocabile accompagnato da un sorriso di disapprovazione. Aveva ragione lui. Quel libro non era parte integrante dei suoi interessi. Il collezionista colleziona farfalle, disse, io invece sono uno studioso. Nel senso: lui, i libri che acquista, li legge anche. (Come Umberto Eco, che al temerario che gli chiede se abbia letto tutti i libri della sua ricca biblioteca, risponde con un lapidario e paralizzante: Sì). Ma, signora mia, il bibliofolle è una persona malata della passione libraria che non necessariamente ama il libro per il relativo contenuto. Lo ama in quanto oggetto d'arte, ancor più se si tratta di un'edizione illustrata di pregio (magari da conservare in incubatrice, permettendone il contatto attraverso aperture apposite). Una passione carnale, la stessa provata da quel pittore che un giorno mi confessò di provare una potente attrazione fisica per certi quadri. Non si riferiva al desiderio di averli semplicemente, ma di possederli con la stessa intensità con cui si desidera una persona. Una reazione emotiva e intellettuale meno pericolosa della sindrome di Stendhal, dal momento che l'artista in questione aveva usato come utile rimando esplicativo la sensazione dell'orgasmo visivo. E certamente più urbana rispetto ai casi in cui la mantica collezionistica assume risvolti pericolosi per la salute - chiedete al bibliomane del film La nona porta di Roman Polanski. E per la fedina penale - chissà perchè le fantasie cinematografiche abbondano quando si tratta di furti di opere d'arte. E, certo, c'è il collezionista rigoroso, che pratica il mestiere - perchè quello del collezionista E' un mestiere - prestando attenzione al mercato dell'arte e al percorso degli artisti su cui intende investire. Lui studia le opere d'arte, come fa il bibliofilo di cui sopra con i suoi libri. Ne conosco uno che è fissato con gli artisti del Realismo Esistenziale e solo con quelli. E sa TUTTO di questa corrente artistica. Ma, i filosofi ce l'hanno insegnato, le manifestazioni sensibili rimandano alla relativa generalizzazione estrema. Un fumettaro mi disse, mutuando la battuta di un film di Sergio Leone, che gli esseri umani si dividono in due categorie, quelli che fanno i collezionisti e quelli no. Prendiamo la prima categoria: che cos'è il collezionista? - un po' come quando Platone o chi per lui chiedeva impertinente: che cos'è x? Una persona che ama l'arte. Un po' poco. Anche a me garbano le opere d'arte. E non sono un collezionista. Stiamo già ciurlando nel manico ancor prima di iniziare, non moltiplichiamo gli enti inutilmente. Ma quel pittore e il suo perenne ardor di possedere i quadri che ama - che, sia detto per inciso, figura tra gli artisti del catalogo che state avidamente compulsando -, ecco, forse è questo folle streben, questo sforzo che va al di là della pia devozione, a spiegare l'essenza del fenomeno. Esiste un luogo speculativo dell'Estetica che sbriga la faccenda della Bellezza definendola come un certo-non-so-che (nescio quid alla latina, ma i francesi sono insuperabili: je ne sais quoi). Insomma, la Bellezza va guardata, non capita. Forse anche la categoria antropologica della mantica collezionistica ricade nella stessa griglia concettuale. O forse no. Ma, a questo punto, che importa?
Emanuele Beluffi
Rotary Club Milano San Babila
Rotaract Club Milano San Babila
Rotaract Club Milano Aquileia Giardini
Rotaract Club Milano Duomo
Con la collaborazione della Commissione Azione Internazionale e della Commissione Cultura del Distretto 2040 Rotaract
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Alicia Puma
Untitled
pastelli e caffè su carta
Domenica 22 Marzo, dalle ore 19.30
Conservatorio di Milano – Sala Puccini: via Conservatorio, 12 – Milano
A cura di: Emanuele Beluffi
In collaborazione con: Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea, Milano
Galleria Aus 18, Milano
Le Stelle Arte, Parma
Roberto Rotta Farinelli Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Genova
Dal 17 al 21 Marzo: le opere saranno in esposizione presso la galleria The New Ars Italica Via De Amicis, 28 – Milano
Tel.: 02876533, Fax: 0292877351 www.arsitalica.it
ORARI DI APERTURA: da Martedì a Venerdì dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Lunedì e Sabato dalle 16.00 alle 19.00. Domenica e festivi su appuntamento
Artisti battuti all’asta:
Emanuele Alfieri alias Impossible, Matteo Antonini, Nicoletta Bagatti, Zelimir Baric, Federico Romero Bayter, Giorgia Beltrami, Luca Bertasso, Katherine Bottellini, Maurizio Carriero, Rita Casdia, Giulia Cassano, Tommaso Chiappa, Massimo Corona, Gianni Cuomo, Leo Demetz, Jernej Forbici, Maurizio Galimberti, Alberto Garuffio, Luca Gastaldo, Nicola Genovese, Alessandro Giordani, Daniele Giunta, Rivkha Francis Hetherington, Mihailo Beli Karanovic, Kinki Texas alias Holger Meier, Alberto Leoni, Paolo Lombardi, Jens Lorenzen, Claudia Maina, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Valentino Menghi, Valeria Agosti Nelli, Miriam Secco, Francesco Orrù, Nicola Padovani, Alicia Puma, Felix Demian Rehfeld, Brigitta Rossetti, Emiliano Rubinacci, Giacomo Sampieri, Mario Garcia Sasia, Siva, Stefano Spera, Elena Terrin, Giacomo Vanetti, Christopher Luigi Veggetti Kanku
Testo di Emanuele Beluffi
Non che questo sia di fondamentale importanza, ma il collezionista appartiene a una categoria antropologica la più varia. Che nasconde d'altro canto un'intima essenza valida per tutti. Procediamo con ordine, cioè alla c***o. La molto ordinata maniacalità che prende non pochi amanti dell'oggetto d'arte ha avuto il suo contraltare nell'anonimo acquirente che, dopo aver sborsato uno sproposito per un Concetto Spaziale di Fontana, ha deciso di appenderlo all'incontrario, con i tagli rivolti verso l'esterno. Insomma, ha posizionato il quadro in modo tale che il telaio e i tagli siano sporgenti verso di lui. Dice, i tagli sono dall'esterno all'interno perchè Fontana voleva che l'osservatore entrasse nella sua arte. "Questo però vale per chi paga sette euro per entrare al museo. Io, che di euro ne ho pagati quasi un milione e mezzo, voglio che sia Fontana a venire da me". Adducendo una valida teoria interpretativa dello Spazialismo, la sua. Valida perchè il quadro se l'è comprato lui e ora è suo. Una diversa pratica, un po' più scanzonata, del mestiere del collezionista. Che consiste nel fregarsene dell'acribia filologica. D'altro canto, il criterio scientifico non costituisce dogma di fede per l'edificazione di una collezione ben formata e ordinata. Ma è anche vero che il collezionista è uno studioso. Una volta m'azzardai a proporre - benedetta ingenuità - a un noto bibliofilo l'acquisto della prima edizione della dissertazione di laurea di Arthur Schopenhauer (vi risparmio il titolo, è lungo quanto il testo che state leggendo). In fin del conto si trattava di un costo accessibile - per le sue tasche. Mi rispose con un gesto inequivocabile accompagnato da un sorriso di disapprovazione. Aveva ragione lui. Quel libro non era parte integrante dei suoi interessi. Il collezionista colleziona farfalle, disse, io invece sono uno studioso. Nel senso: lui, i libri che acquista, li legge anche. (Come Umberto Eco, che al temerario che gli chiede se abbia letto tutti i libri della sua ricca biblioteca, risponde con un lapidario e paralizzante: Sì). Ma, signora mia, il bibliofolle è una persona malata della passione libraria che non necessariamente ama il libro per il relativo contenuto. Lo ama in quanto oggetto d'arte, ancor più se si tratta di un'edizione illustrata di pregio (magari da conservare in incubatrice, permettendone il contatto attraverso aperture apposite). Una passione carnale, la stessa provata da quel pittore che un giorno mi confessò di provare una potente attrazione fisica per certi quadri. Non si riferiva al desiderio di averli semplicemente, ma di possederli con la stessa intensità con cui si desidera una persona. Una reazione emotiva e intellettuale meno pericolosa della sindrome di Stendhal, dal momento che l'artista in questione aveva usato come utile rimando esplicativo la sensazione dell'orgasmo visivo. E certamente più urbana rispetto ai casi in cui la mantica collezionistica assume risvolti pericolosi per la salute - chiedete al bibliomane del film La nona porta di Roman Polanski. E per la fedina penale - chissà perchè le fantasie cinematografiche abbondano quando si tratta di furti di opere d'arte. E, certo, c'è il collezionista rigoroso, che pratica il mestiere - perchè quello del collezionista E' un mestiere - prestando attenzione al mercato dell'arte e al percorso degli artisti su cui intende investire. Lui studia le opere d'arte, come fa il bibliofilo di cui sopra con i suoi libri. Ne conosco uno che è fissato con gli artisti del Realismo Esistenziale e solo con quelli. E sa TUTTO di questa corrente artistica. Ma, i filosofi ce l'hanno insegnato, le manifestazioni sensibili rimandano alla relativa generalizzazione estrema. Un fumettaro mi disse, mutuando la battuta di un film di Sergio Leone, che gli esseri umani si dividono in due categorie, quelli che fanno i collezionisti e quelli no. Prendiamo la prima categoria: che cos'è il collezionista? - un po' come quando Platone o chi per lui chiedeva impertinente: che cos'è x? Una persona che ama l'arte. Un po' poco. Anche a me garbano le opere d'arte. E non sono un collezionista. Stiamo già ciurlando nel manico ancor prima di iniziare, non moltiplichiamo gli enti inutilmente. Ma quel pittore e il suo perenne ardor di possedere i quadri che ama - che, sia detto per inciso, figura tra gli artisti del catalogo che state avidamente compulsando -, ecco, forse è questo folle streben, questo sforzo che va al di là della pia devozione, a spiegare l'essenza del fenomeno. Esiste un luogo speculativo dell'Estetica che sbriga la faccenda della Bellezza definendola come un certo-non-so-che (nescio quid alla latina, ma i francesi sono insuperabili: je ne sais quoi). Insomma, la Bellezza va guardata, non capita. Forse anche la categoria antropologica della mantica collezionistica ricade nella stessa griglia concettuale. O forse no. Ma, a questo punto, che importa?
Emanuele Beluffi
22
marzo 2009
Asta di Beneficienza
22 marzo 2009
asta
Location
CONSERVATORIO
Milano, Via Conservatorio, 12, (Milano)
Milano, Via Conservatorio, 12, (Milano)
Vernissage
22 Marzo 2009, dalle ore 19.30 Sala Puccini
Sito web
www.arsitalica.it
Autore
Curatore