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Astore / Stoisa / Ragalzi – Anatomico Organico Industriale
La mostra esplora il lavoro di 3 artisti che hanno iniziato a produrre nella Torino degli anni 80 e come la città abbia inciso sulla loro opera. ci sarà una sezione opere site specific realizzate appositamente per lo spazio di Fondazione 107 e sezione storica con opere degli anni 80.
Comunicato stampa
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Anatomico Organico Industriale esplora il lavoro di 3 artisti che hanno iniziato a produrre ed esporre nella Torino degli anni 80 e come la città abbia inciso sulla loro opera. Gli artisti sono: Salvatore Astore, Sergio Ragalzi e Luigi Stoisa, tutti di formazione accademica.
In pieno affermarsi dell’Arte Povera, Astore, Ragalzi e Stoisa intraprendono un percorso dove la pittura ritorna protagonista, così come l’uomo, posto al centro della loro ricerca. I tradizionali colori ad olio per dipingere sono sostituiti da materiali organico industriali in uso prevalentemente nei processi produttivi. La pittura si carica così anche del peso intrinseco che il materiale utilizzato porta con sé, determinando una pittura di processo. Catrame, pece e tutti i loro derivati, la vernice antirombo e gli smalti industriali, si sostituiscono ai tradizionali colori, i soggetti si impregnano di bitume, dello sporco, dello smog, l’industria entra con forza nel quadro.
I soggetti rappresentati sono uomini, donne, eroi, scimmie, parti anatomiche, ritratti, virus, origini, compresa la storia dell’arte. I dipinti possono essere di grande dimensione, talvolta giganteschi sino ad inglobare le figure di chi li guarda. I luoghi per esporre le opere sono prevalentemente industriali, i limiti imposti dagli spazi urbano-abitativi sono superati.
Gli artisti che operano in questa dimensione che definisco Anatomico Organico Industriale vivono tutti a Torino e dalla città hanno assorbito la puzza di smog, la nebbia, il colore grigio sporco dei palazzi antichi così come il disagio del flusso migratorio. La loro è una pittura sapiente che non cerca di piacere a tutti i costi ed impone una certa distanza allo sguardo di chi la osserva.
In Fondazione 107, Astore, Ragalzi e Stoisa presentano una sezione di progetti inediti, site specific ideati e realizzati appositamente per lo spazio, anch’esso di matrice industriale ed oggi reperto di un’archeologia ormai estinta. Si cimentano su pitture di grande dimensione, il loro linguaggio si è evoluto, mantenendo uno stretto dialogo tra forma e tridimensione.
E’ così che Salvatore Astore prosegue nella ricerca di nuove forme di dialogo, fra individuo e mondo circostante, tra Uomo e Natura. In 107 presenta grandi tele: montagne/isole/calotte/profili/orizzonti e sculture totemiche in acciaio inox.
Sergio Ragalzi presenta i Vortici, dipinti in bianco e nero che inglobano indumenti, scarpe, borse, oggetti del vissuto risucchiati nel vuoto, ed una serie di sculture antropomorfe/vortici/bare umane, si tratta di uno sguardo profondo sulla condizione esistenziale dell'uomo del nostro tempo, in questo caso i migranti.
Luigi Stoisa realizza un dipinto performativo ed attraverso l’azione del togliere, sottrae lo strato di catrame depositato sulla tela, facendo emergere anatomie, corpi, eroi, cavalli e cavalieri oltre il tempo, eroi contemporanei, plasmati nel gesto della sottrazione, soggetti che potrebbero appartenere al mondo mitologico o del fantasy, avvolti in un’atmosfera di un campo di battaglia. In un'installazione di volti e profili restituiti da massi di pietra, forme erose dall’acqua e dal tempo da cui affioreranno immagini del Narciso, tema caro all’artista.
Una selezione di opere storiche ci riporterà nella produzione degli anni 80, tra cui, per Astore la calotta cranio di infante e il dipinto osso sacro realizzato con bitume e pittura ad olio, per Ragalzi due ombre gigantesche maschio e femmina che incombono sullo spettatore, tele dipinte con tecnica mista che inglobano sporcizia, catrame e pittura antirombo e ombre, sculture in acciaio con pittura antirombo. Per Stoisa Voglio modificarmi sempre, dipinto ad olio su catrame del 1986 e il Narciso, personaggio mitologico che si affaccia sul catrame, un lago denso e scuro in cui affiora la sua immagine, in attesa di venir risucchiata lentamente dal tempo, sino ad annullarne la presenza.
In pieno affermarsi dell’Arte Povera, Astore, Ragalzi e Stoisa intraprendono un percorso dove la pittura ritorna protagonista, così come l’uomo, posto al centro della loro ricerca. I tradizionali colori ad olio per dipingere sono sostituiti da materiali organico industriali in uso prevalentemente nei processi produttivi. La pittura si carica così anche del peso intrinseco che il materiale utilizzato porta con sé, determinando una pittura di processo. Catrame, pece e tutti i loro derivati, la vernice antirombo e gli smalti industriali, si sostituiscono ai tradizionali colori, i soggetti si impregnano di bitume, dello sporco, dello smog, l’industria entra con forza nel quadro.
I soggetti rappresentati sono uomini, donne, eroi, scimmie, parti anatomiche, ritratti, virus, origini, compresa la storia dell’arte. I dipinti possono essere di grande dimensione, talvolta giganteschi sino ad inglobare le figure di chi li guarda. I luoghi per esporre le opere sono prevalentemente industriali, i limiti imposti dagli spazi urbano-abitativi sono superati.
Gli artisti che operano in questa dimensione che definisco Anatomico Organico Industriale vivono tutti a Torino e dalla città hanno assorbito la puzza di smog, la nebbia, il colore grigio sporco dei palazzi antichi così come il disagio del flusso migratorio. La loro è una pittura sapiente che non cerca di piacere a tutti i costi ed impone una certa distanza allo sguardo di chi la osserva.
In Fondazione 107, Astore, Ragalzi e Stoisa presentano una sezione di progetti inediti, site specific ideati e realizzati appositamente per lo spazio, anch’esso di matrice industriale ed oggi reperto di un’archeologia ormai estinta. Si cimentano su pitture di grande dimensione, il loro linguaggio si è evoluto, mantenendo uno stretto dialogo tra forma e tridimensione.
E’ così che Salvatore Astore prosegue nella ricerca di nuove forme di dialogo, fra individuo e mondo circostante, tra Uomo e Natura. In 107 presenta grandi tele: montagne/isole/calotte/profili/orizzonti e sculture totemiche in acciaio inox.
Sergio Ragalzi presenta i Vortici, dipinti in bianco e nero che inglobano indumenti, scarpe, borse, oggetti del vissuto risucchiati nel vuoto, ed una serie di sculture antropomorfe/vortici/bare umane, si tratta di uno sguardo profondo sulla condizione esistenziale dell'uomo del nostro tempo, in questo caso i migranti.
Luigi Stoisa realizza un dipinto performativo ed attraverso l’azione del togliere, sottrae lo strato di catrame depositato sulla tela, facendo emergere anatomie, corpi, eroi, cavalli e cavalieri oltre il tempo, eroi contemporanei, plasmati nel gesto della sottrazione, soggetti che potrebbero appartenere al mondo mitologico o del fantasy, avvolti in un’atmosfera di un campo di battaglia. In un'installazione di volti e profili restituiti da massi di pietra, forme erose dall’acqua e dal tempo da cui affioreranno immagini del Narciso, tema caro all’artista.
Una selezione di opere storiche ci riporterà nella produzione degli anni 80, tra cui, per Astore la calotta cranio di infante e il dipinto osso sacro realizzato con bitume e pittura ad olio, per Ragalzi due ombre gigantesche maschio e femmina che incombono sullo spettatore, tele dipinte con tecnica mista che inglobano sporcizia, catrame e pittura antirombo e ombre, sculture in acciaio con pittura antirombo. Per Stoisa Voglio modificarmi sempre, dipinto ad olio su catrame del 1986 e il Narciso, personaggio mitologico che si affaccia sul catrame, un lago denso e scuro in cui affiora la sua immagine, in attesa di venir risucchiata lentamente dal tempo, sino ad annullarne la presenza.
02
maggio 2018
Astore / Stoisa / Ragalzi – Anatomico Organico Industriale
Dal 02 maggio al 15 luglio 2018
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE 107
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Biglietti
intero € 8,00
ridotto € 5,00
gratis sino ai 12 anni
gratis abbonamento Torino Musei
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 14 - 19
Vernissage
2 Maggio 2018, dalle 18 alle 21
Autore
Curatore