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Astrazione oggettiva. Oltre la teoria, il colore
Una voce innovativa e in sintonia con il dibattito internazionale del tempo, focalizzato sulla pittura, il Manifesto dialoga con le avanguardie, con l’astrattismo e il Bauhaus, ma anche con le geometrie del movimento concretista e con le ricerche ottico-percettive degli anni Settanta, arrivando fino al minimalismo degli anni Ottanta.
Comunicato stampa
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Nell’autunno del 1976 gli artisti Mauro Cappelletti (Trento, 1948), Diego Mazzonelli (Terlago -
TN, 1943 - Trento, 2014), Gianni Pellegrini (Riva del Garda - TN, 1953), Aldo Schmid (Trento,
1935 – Monzuno - BO, 1978), Luigi Senesi (Pergine - TN, 1938 - Bologna, 1978) e Giuseppe Wenter
Marini (Merano - BZ, 1944) sottoscrivono il Manifesto di Astrazione oggettiva dando vita al
maggiore movimento artistico trentino del secondo dopoguerra.
Una voce innovativa e in sintonia con il dibattito internazionale del tempo, focalizzato sulla pittura,
il Manifesto dialoga con le avanguardie, con l’astrattismo e il Bauhaus, ma anche con le geometrie
del movimento concretista e con le ricerche ottico-percettive degli anni Settanta, arrivando fino al
minimalismo degli anni Ottanta.
A quasi quaranta anni di distanza, la galleria CIVICA a Trento inaugura, per la prima volta in un
museo, una mostra su quel percorso di ricerca collettivo che pose il colore al centro di un’indagine
estetica e che risultò, nel contempo, concettuale e lirico. Le maggiori opere degli artisti che aderirono al
Manifesto vengono raccolte in una esposizione che, idealmente, ricompone il gruppo.
Con Astrazione oggettiva la CIVICA rinnova la propria vocazione di spazio rivolto alle ricerche
contemporanee e in costante dialogo con il territorio, confermando, inoltre, il legame con le istituzioni
e con gli artisti trentini, di cui conserva l’Archivio (ADAC).
A cura di Giovanna Nicoletti, la mostra è resa possibile grazie alla collaborazione e al sostegno di
Mauro Cappelletti, Gianni Pellegrini e Giuseppe Wenter Marini, artisti e, nel contempo, prestatori. Le
opere provengono inoltre dalle Collezioni del Mart e da collezioni private, come quelle delle famiglie di
Diego Mazzonelli, recentemente scomparso, e di Aldo Schmid e Luigi Senesi, entrambi vittime di un
disastroso incidente ferroviario nel 1978. La loro morte improvvisa segnò la fine della ricerca legata a
Astrazione oggettiva, partita proprio dalle loro prime esperienze sul colore.
Attraverso l’esposizione di un centinaio di opere, la mostra Astrazione oggettiva vuole sottolineare
come i sei artisti, seppur accomunati dalla stessa ricerca cromatica, seppero raggiungere, ognuno con la
propria visione, un’autonoma e indipendente produzione artistica: il Manifesto infatti non fu mai inteso
come confine categorico o limite espressivo, ma fu assunto a linea guida generale e condivisa.
Come sintetizza Giovanna Nicoletti: “Comune denominatore dei sei artisti è la relazione tra colore e
luce, vissuta come nuova condizione dello spirito umano separato dal resto della natura. Aldo Schmid
lavorava sul colore dal punto di vista scientifico. Luigi Senesi sviluppava un modello cromatico
progressivo e graduale. Diego Mazzonelli indagava le campiture nere cromo assorbenti. Giuseppe
Wenter Marini dilatava lo spazio con trasparenze di colore. Mauro Cappelletti disegnava linee
direzionali nella definizione delle campiture e Gianni Pellegrini lavorava sul segno come elemento
quasi calligrafico capace di una energia pulsante”.
Ciò che univa gli artisti era il costante e totalizzante studio sul colore in quanto oggetto e soggetto
di indagine, il Manifesto si prefiggeva di rendere la “ricerca cromatica organizzata” una pratica
artistica. Del colore furono esplorate la dimensione scientifica, le gradazioni, la luminosità, la luce, le
modulazioni. Per gli artisti di Astrazione oggettiva era necessario avere “consapevolezza degli elementi
che realizzano la pittura stessa: il supporto, il colore, il segno”.
Schmid, Senesi, Cappelletti, Mazzonelli, Pellegrini e Wenter Marini lavorarono quindi con
pazienza e ostinazione anche alla dimensione artigianale dell’opera (cornici, tele, segni). Appunti,
pensieri e riflessioni presero corpo e diventarono forma e colore.
La pittura si fece razionale, analitica, oggettiva e fu sviluppato un metodo rigoroso e meditato.
L’istintività venne messa da parte, incanalata in uno studio controllato, disciplinato, che promuoveva
un’arte impersonale, nel quale le manifestazioni del soggetto (autore o fruitore che fosse) erano bandite.
In linea con il rifiuto dell’estetica fine a se stessa e con l’impegno politico che, dal 1968 in avanti,
permeò gran parte degli ambienti culturali italiani, i sei trentini sentirono il ruolo dell’artista come un
impegno morale. L’esperienza della pittura divenne un fatto politico e sociale.
Dal 14 febbraio al 17 maggio, Astrazione oggettiva indaga le ragioni e le esperienze di questa ricerca
nel confronto tra le opere dei protagonisti di una stagione artistica e culturale che influenzò non solo
l’arte dei decenni successivi, ma anche i gusti dei collezionisti e del mercato.
Il catalogo della mostra contiene testi scientifici di Giovanna Nicoletti e Maurizio Giongo, Dino
Marangon, Giuliano Menato, Elena Pontiggia .
TN, 1943 - Trento, 2014), Gianni Pellegrini (Riva del Garda - TN, 1953), Aldo Schmid (Trento,
1935 – Monzuno - BO, 1978), Luigi Senesi (Pergine - TN, 1938 - Bologna, 1978) e Giuseppe Wenter
Marini (Merano - BZ, 1944) sottoscrivono il Manifesto di Astrazione oggettiva dando vita al
maggiore movimento artistico trentino del secondo dopoguerra.
Una voce innovativa e in sintonia con il dibattito internazionale del tempo, focalizzato sulla pittura,
il Manifesto dialoga con le avanguardie, con l’astrattismo e il Bauhaus, ma anche con le geometrie
del movimento concretista e con le ricerche ottico-percettive degli anni Settanta, arrivando fino al
minimalismo degli anni Ottanta.
A quasi quaranta anni di distanza, la galleria CIVICA a Trento inaugura, per la prima volta in un
museo, una mostra su quel percorso di ricerca collettivo che pose il colore al centro di un’indagine
estetica e che risultò, nel contempo, concettuale e lirico. Le maggiori opere degli artisti che aderirono al
Manifesto vengono raccolte in una esposizione che, idealmente, ricompone il gruppo.
Con Astrazione oggettiva la CIVICA rinnova la propria vocazione di spazio rivolto alle ricerche
contemporanee e in costante dialogo con il territorio, confermando, inoltre, il legame con le istituzioni
e con gli artisti trentini, di cui conserva l’Archivio (ADAC).
A cura di Giovanna Nicoletti, la mostra è resa possibile grazie alla collaborazione e al sostegno di
Mauro Cappelletti, Gianni Pellegrini e Giuseppe Wenter Marini, artisti e, nel contempo, prestatori. Le
opere provengono inoltre dalle Collezioni del Mart e da collezioni private, come quelle delle famiglie di
Diego Mazzonelli, recentemente scomparso, e di Aldo Schmid e Luigi Senesi, entrambi vittime di un
disastroso incidente ferroviario nel 1978. La loro morte improvvisa segnò la fine della ricerca legata a
Astrazione oggettiva, partita proprio dalle loro prime esperienze sul colore.
Attraverso l’esposizione di un centinaio di opere, la mostra Astrazione oggettiva vuole sottolineare
come i sei artisti, seppur accomunati dalla stessa ricerca cromatica, seppero raggiungere, ognuno con la
propria visione, un’autonoma e indipendente produzione artistica: il Manifesto infatti non fu mai inteso
come confine categorico o limite espressivo, ma fu assunto a linea guida generale e condivisa.
Come sintetizza Giovanna Nicoletti: “Comune denominatore dei sei artisti è la relazione tra colore e
luce, vissuta come nuova condizione dello spirito umano separato dal resto della natura. Aldo Schmid
lavorava sul colore dal punto di vista scientifico. Luigi Senesi sviluppava un modello cromatico
progressivo e graduale. Diego Mazzonelli indagava le campiture nere cromo assorbenti. Giuseppe
Wenter Marini dilatava lo spazio con trasparenze di colore. Mauro Cappelletti disegnava linee
direzionali nella definizione delle campiture e Gianni Pellegrini lavorava sul segno come elemento
quasi calligrafico capace di una energia pulsante”.
Ciò che univa gli artisti era il costante e totalizzante studio sul colore in quanto oggetto e soggetto
di indagine, il Manifesto si prefiggeva di rendere la “ricerca cromatica organizzata” una pratica
artistica. Del colore furono esplorate la dimensione scientifica, le gradazioni, la luminosità, la luce, le
modulazioni. Per gli artisti di Astrazione oggettiva era necessario avere “consapevolezza degli elementi
che realizzano la pittura stessa: il supporto, il colore, il segno”.
Schmid, Senesi, Cappelletti, Mazzonelli, Pellegrini e Wenter Marini lavorarono quindi con
pazienza e ostinazione anche alla dimensione artigianale dell’opera (cornici, tele, segni). Appunti,
pensieri e riflessioni presero corpo e diventarono forma e colore.
La pittura si fece razionale, analitica, oggettiva e fu sviluppato un metodo rigoroso e meditato.
L’istintività venne messa da parte, incanalata in uno studio controllato, disciplinato, che promuoveva
un’arte impersonale, nel quale le manifestazioni del soggetto (autore o fruitore che fosse) erano bandite.
In linea con il rifiuto dell’estetica fine a se stessa e con l’impegno politico che, dal 1968 in avanti,
permeò gran parte degli ambienti culturali italiani, i sei trentini sentirono il ruolo dell’artista come un
impegno morale. L’esperienza della pittura divenne un fatto politico e sociale.
Dal 14 febbraio al 17 maggio, Astrazione oggettiva indaga le ragioni e le esperienze di questa ricerca
nel confronto tra le opere dei protagonisti di una stagione artistica e culturale che influenzò non solo
l’arte dei decenni successivi, ma anche i gusti dei collezionisti e del mercato.
Il catalogo della mostra contiene testi scientifici di Giovanna Nicoletti e Maurizio Giongo, Dino
Marangon, Giuliano Menato, Elena Pontiggia .
13
febbraio 2015
Astrazione oggettiva. Oltre la teoria, il colore
Dal 13 febbraio al 17 maggio 2015
arte contemporanea
Location
MART – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Biglietti
Intero: 2 euro
Gratuito: Mart Membership
bambini fino a 14 anni
Orario di apertura
mar-dom 10.00-13.00/ 14.00 - 18.00
lunedì chiuso
Vernissage
13 Febbraio 2015, h 18
Autore
Curatore