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Astrazioni dell’anima
Opere accostate tra loro sulle pareti in composizioni geometriche rigorose ed equilibrate, fatte per assonanze e per dissonanze, come nello svolgersi di un racconto interiore, che fanno assumere all’insieme quasi il sapore ed il fascino di istallazioni bidimensionali
Comunicato stampa
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Si intitola “ASTRAZIONI DELL’ANIMA. CINQUE VISIONI DI LIRISMO INFORMALE DECLINATO AL FEMMINILE” la mostra curata da Giampaolo Trotta e promossa dallo STUDIO D'ARTE RIOTTO. Cinque sono le artiste che propone e Pietrasanta è la bellissima città che le ospita, a partire dal 12 ottobre, a due passi dal famosissimo centro storico, con la cattedrale medievale di San Martino e la piazza, sede di importanti mostre temporanee di scultura e di arte contemporanea. La manifestazione è organizzata dallo Studio d’Arte Riotto in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Pietrasanta.
Le artiste proposte, come si è detto, sono cinque: Myriam Cappelletti, Paola Falciani, Silvia Percussi, Daniela Rosi e Patrizia Sabella.
La cittadina, patria Giosuè Carducci e di Eugenio Barsanti (inventore del motore a scoppio), ospita illustri artisti come Fernando Botero e Igor Mitoraj e con questa manifestazione vuole continuare a promuovere eventi di qualità, coerentemente con il suo illustre passato.
*****
Cinque donne, cinque artiste diverse fra di loro, accomunate, però, da un interesse per una pittura non banalmente figurativa, pur quando mantiene, ad esempio, alcuni riferimenti al paesaggio. Astrazioni geometriche, simbologie primitivistiche, cromatismi informali, minuziosità grafiche, inserzioni di stoffe si accendono di tensioni e di emozioni profondamente spirituali, di accenti psicologici ed intimisti rarefatti, come filtrati e ‘purificati’ in una visione emozionale che tramuta le opere, appunto, in “astrazioni dell’anima”. Opere accostate tra loro sulle pareti in composizioni geometriche rigorose ed equilibrate, fatte per assonanze e per dissonanze, come nello svolgersi di un racconto interiore, che fanno assumere all’insieme quasi il sapore ed il fascino di istallazioni bidimensionali.
Passeremo, dunque, attraverso la coinvolgente visionarietà atemporale di Myriam Cappelletti, dove un solido costrutto, che rivela la sua matrice geometrica e formale, si stempera e si dissolve in decise policromie dai toni caldi del rosso oppure freddi del blu o ancora in ‘dilavate’ ed impalpabili nebbie cromatiche, che recepiscono numeri, alfabeti e segni di una misteriosa simbologia primaria e quasi ‘pre’-istorica interiore ed interiorizzata attraverso la memoria, come palinsesti su muri dilavati dal tempo. Giungeremo alle astrazioni paesaggistiche, ancora una volta che riflettono nel paesaggio esteriore vibranti ‘paesaggi’ interiori, di Paola Falciani, con ritagli e frammenti di iuta, con accensioni tonali e campiture di colori palpitanti che si screpolano per ‘intuire’ mari e cieli, nubi pregne di pioggia, faraglioni e terre argillose, terre felici che non esistono se non nel riflesso del vero e terre martoriate da folli conflitti. Ci soffermeremo di fronte alle elaborate e ‘semplici’, meditate ed ‘istintive’ composizioni di Silvia Percussi, nelle quali simboliche geometrie primarie ed astrazioni ‘classiche’ si equilibrano in armonie cosmiche dirette “verso la luce”, in linee di forza, in contrasti di vettori dalle criptiche connotazioni semantiche impresse da direzioni e da versi, che rivelano, negli accostamenti decisi e netti di superfici cromatiche talora corrugate e vivificate da inserti di piccoli ‘oggetti’, l’affermazione modernamente ‘caparbia’ e ostinata dell’io nell’hic e nel nunc, pur sulle ali delicate di un’aurea farfalla che pare voli in cieli escatologici medioevali. Poi le grafiche minuziosissime ed impeccabili, disegnate con esasperata acribia, di Daniela Rosi, nelle quali un tecnicismo praticamente perfetto trasforma lame di natura e squarci di paesaggi infiniti in emozioni astratte, per seguire, nel disegno delle linee e nel vellutato puntinismo, la ricerca di spazi reconditi, per sintetizzare nel segno l’atto puro della creazione, il divenire del tempo e le mutazioni della natura, in una metamorfosi concettuale elegantissima della figurazione in impulsi lirici astratti, quasi deformazione anamorfica della materia paesaggistica e biologica in sensazioni psichiche profonde. Infine, Patrizia Sabella ci presenta i suoi monocromi, che in realtà sono sintesi di miriadi di toni su toni, illuminazioni del colore, gorghi vertiginosi di emozioni che si accavallano per dar esito alla sintesi finale: in quegli ‘assoluti’ pregni di ‘totalità’, però, si osservano le molteplici diversità sottintese al gesto pittorico e alle singole pennellate, nei suoi ‘bianchi’ finali si riscoprono asperità, intrusioni, increspature, spessori di pigmenti evidenziati, con i riflessi e le ombre, dalla luce radente dello spirito.
Giampaolo Trotta
Le artiste proposte, come si è detto, sono cinque: Myriam Cappelletti, Paola Falciani, Silvia Percussi, Daniela Rosi e Patrizia Sabella.
La cittadina, patria Giosuè Carducci e di Eugenio Barsanti (inventore del motore a scoppio), ospita illustri artisti come Fernando Botero e Igor Mitoraj e con questa manifestazione vuole continuare a promuovere eventi di qualità, coerentemente con il suo illustre passato.
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Cinque donne, cinque artiste diverse fra di loro, accomunate, però, da un interesse per una pittura non banalmente figurativa, pur quando mantiene, ad esempio, alcuni riferimenti al paesaggio. Astrazioni geometriche, simbologie primitivistiche, cromatismi informali, minuziosità grafiche, inserzioni di stoffe si accendono di tensioni e di emozioni profondamente spirituali, di accenti psicologici ed intimisti rarefatti, come filtrati e ‘purificati’ in una visione emozionale che tramuta le opere, appunto, in “astrazioni dell’anima”. Opere accostate tra loro sulle pareti in composizioni geometriche rigorose ed equilibrate, fatte per assonanze e per dissonanze, come nello svolgersi di un racconto interiore, che fanno assumere all’insieme quasi il sapore ed il fascino di istallazioni bidimensionali.
Passeremo, dunque, attraverso la coinvolgente visionarietà atemporale di Myriam Cappelletti, dove un solido costrutto, che rivela la sua matrice geometrica e formale, si stempera e si dissolve in decise policromie dai toni caldi del rosso oppure freddi del blu o ancora in ‘dilavate’ ed impalpabili nebbie cromatiche, che recepiscono numeri, alfabeti e segni di una misteriosa simbologia primaria e quasi ‘pre’-istorica interiore ed interiorizzata attraverso la memoria, come palinsesti su muri dilavati dal tempo. Giungeremo alle astrazioni paesaggistiche, ancora una volta che riflettono nel paesaggio esteriore vibranti ‘paesaggi’ interiori, di Paola Falciani, con ritagli e frammenti di iuta, con accensioni tonali e campiture di colori palpitanti che si screpolano per ‘intuire’ mari e cieli, nubi pregne di pioggia, faraglioni e terre argillose, terre felici che non esistono se non nel riflesso del vero e terre martoriate da folli conflitti. Ci soffermeremo di fronte alle elaborate e ‘semplici’, meditate ed ‘istintive’ composizioni di Silvia Percussi, nelle quali simboliche geometrie primarie ed astrazioni ‘classiche’ si equilibrano in armonie cosmiche dirette “verso la luce”, in linee di forza, in contrasti di vettori dalle criptiche connotazioni semantiche impresse da direzioni e da versi, che rivelano, negli accostamenti decisi e netti di superfici cromatiche talora corrugate e vivificate da inserti di piccoli ‘oggetti’, l’affermazione modernamente ‘caparbia’ e ostinata dell’io nell’hic e nel nunc, pur sulle ali delicate di un’aurea farfalla che pare voli in cieli escatologici medioevali. Poi le grafiche minuziosissime ed impeccabili, disegnate con esasperata acribia, di Daniela Rosi, nelle quali un tecnicismo praticamente perfetto trasforma lame di natura e squarci di paesaggi infiniti in emozioni astratte, per seguire, nel disegno delle linee e nel vellutato puntinismo, la ricerca di spazi reconditi, per sintetizzare nel segno l’atto puro della creazione, il divenire del tempo e le mutazioni della natura, in una metamorfosi concettuale elegantissima della figurazione in impulsi lirici astratti, quasi deformazione anamorfica della materia paesaggistica e biologica in sensazioni psichiche profonde. Infine, Patrizia Sabella ci presenta i suoi monocromi, che in realtà sono sintesi di miriadi di toni su toni, illuminazioni del colore, gorghi vertiginosi di emozioni che si accavallano per dar esito alla sintesi finale: in quegli ‘assoluti’ pregni di ‘totalità’, però, si osservano le molteplici diversità sottintese al gesto pittorico e alle singole pennellate, nei suoi ‘bianchi’ finali si riscoprono asperità, intrusioni, increspature, spessori di pigmenti evidenziati, con i riflessi e le ombre, dalla luce radente dello spirito.
Giampaolo Trotta
12
ottobre 2008
Astrazioni dell’anima
Dal 12 ottobre al 02 novembre 2008
arte contemporanea
Location
STUDIO D’ARTE EUGENIO RIOTTO
Pietrasanta, Viale Guglielmo Oberdan, 24, (Lucca)
Pietrasanta, Viale Guglielmo Oberdan, 24, (Lucca)
Orario di apertura
Tutti i giorni, dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 20
Vernissage
12 Ottobre 2008, ore 17
Autore
Curatore