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AT WORK! Lavoro, Società, Comunità nell’Arte Contemporanea
At Work! è un invito a prestare attenzione al valore politico e comunitario dell’opera. Gli artisti coinvolti, di diverse generazioni e geografie culturali, sono stati selezionati per la loro attenzione ai temi del lavoro e dei materiali, della trasformazione e del cambiamento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
AT WORK!
Lavoro, Società, Comunità nell’arte contemporanea
Da un’idea di Ilaria Bignotti
A cura di Ilaria Bignotti e ACME Art Lab (Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla
Remondina)
Con il fondamentale sostegno di
Piero Atchugarry Gallery, Miami
Marignana Arte, Venezia
Una mostra in due sedi:
Brescia, MO.CA – centro per le nuove culture, sale espositive piano terra, dal 13
novembre 2021 al 6 gennaio 2022
Venezia, Spazio Berlendis, dal 27 novembre 2021 al 5 febbraio 2022
MO.CA - centro per le nuove culture, sale espositive piano terra, Palazzo Martinengo
Colleoni, via Moretto 78, Brescia
Inaugurazione: 13 novembre 2021, ore 11.00
Spazio Berlendis, Calle Berlendis 6301, Venezia, dal 27 novembre 2021 al 5 febbraio 2022
Inaugurazione: 27 novembre 2021, ore 15.00-19.00
Artisti a Venezia: Serena Fineschi (Siena, 1973), Silvia Infranco (Belluno, 1982), Marco
Maggi (Montevideo, Uruguay, 1957), Giulio Malinverni (Vercelli, 1994), Albano
Morandi (Salò, 1958), Lorenzo Passi (Milano, 1985), Maurizio Pellegrin (Venezia, 1956),
Túlio Pinto (Brasilia, 1974), Quayola (Roma, 1982), Dagoberto Rodriguez (Caibarién,
Las Villas, Cuba, 1969), Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), Yūken
Teruya (Okinawa, 1973), Verónica Vázquez (Treinta y Tres, 1970)
L’accesso alla mostra è consentito ai soli visitatori muniti di mascherina e Green Pass valido.
Promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunale e dall’Assessorato alla Cultura del
Comune di Brescia, la mostra collettiva presenta artisti di richiamo internazionale mai
esposti prima nella Città di Brescia, dove molte opere e installazioni site-specific di grandi
dimensioni dialogano con gli spazi espositivi in modo insolito e di grande impatto visuale,
innescando contaminazioni e relazioni tra antico e contemporaneo, linguaggi classici e
materiali industriali e di riuso.
La mostra, resa possibile grazie ai prestiti e al sostegno delle Gallerie rappresentanti gli
artisti, Marignana Arte, Venezia e Piero Atchugarry Gallery, Miami, dialoga con i principi alla
base del Festival della Pace 2021 – il valore politico ovvero comunitario dell’opera, il dialogo
e la collaborazione, la resilienza e la condivisione dei diritti fondamentali dell’umanità - e
coinvolge quindici artisti (di cui undici a Brescia) di diverse generazioni e geografie culturali,
molti dei quali provenienti dai Paesi centro e sud americani, selezionati per la loro attenzione
ai temi del lavoro e dei materiali, della trasformazione e del cambiamento: argomenti di
urgente attualità che si declinano in opere di grande coinvolgimento.
Da Pablo Atchugarry, considerato un vero e proprio maestro in America Latina, non solo
per il valore della sua straordinaria ricerca aniconica, ma anche quale maestro e fondatore
di movimenti di ricerca artistica e sostenitore di moltissimi giovani artisti (a lui Milano a
Palazzo Reale dedica una grande antologica aperta dal 27 ottobre 2021), al giovanissimo
Giulio Malinverni, proveniente da una famiglia di restauratori ed abilissimo pittore che con
tecniche antiche lavora su materiali tradizionali, ripensando il lavoro dell’artista, dal concetto
di bottega a quello di preparazione manuale dei materiali; da Verónica Vázquez, artista
politica che con i suoi telai ferrosi e carichi di materia recupera la fatica del lavoro femminile
della sua terra rimettendo in scena le lotte sociali e le dinamiche tra società e lavoro, ad
Arcangelo Sassolino, straordinario inventore di energie che si contrappesano in opere che
sono equilibrismi di forze, metafora del mondo, la mostra, sin dal titolo duro e perentorio:
AT WORK!, è un appello rivolto agli artisti non solo per invitarli a continuare ad intervenire
nella società con opere capaci di scardinare il punto di vista comune e di mettere in luce le
problematiche e le profezie più scottanti, ma anche per chiedere, alla comunità sociale, di
continuare a riconoscere e salvaguardare il lavoro dell’artista, strumento fondamentale di
analisi e di visione del presente teso al futuro, nelle sue implicazioni sociali, culturali, umane
e politiche, nel senso più ampio e profondo del termine.
La mostra aprirà, due settimane dopo la tappa bresciana, anche a Venezia allo Spazio
Berlendis di Marignana Arte, dove ospiterà anche un’installazione dell’artista Albano
Morandi (Salò, 1958).
La scelta di proporre, per la prima volta a Brescia, artisti provenienti dall’America Latina si
iscrive da un lato in modo puntuale nella programmazione del Festival della Pace,
evidenziando d’altra parte le risposte attualmente date da artisti provenienti da Paesi
duramente colpiti dalla pandemia.
Il concetto di lavoro, al centro delle opere dei quindici artisti invitati, viene così letto sia come
atto di identificazione e responsabilizzazione dell’individuo e della collettività, motore di
aggregazione e di scambio comunitario, sia come medium di crescita e miglioramento
sociale, oltre che economico, della comunità, ma viene analizzato anche l’aspetto negativo,
ovvero, quale strumento di discriminazione e neocolonialismo.
Accomunati dalla scelta di materiali prevalentemente industriali e legati al contesto
produttivo, gli artisti invitati si esprimono infatti mediante una processualità creativa che
affida all’interazione con il luogo la risultanza visuale dell’opera, dimostrando una spiccata
rilevanza per la manualità e la manipolazione dei materiali. Le loro opere e installazioni,
dalle alchimie architettoniche di Pinto alle trame aperte di Rasgado; dalle delocazioni
memoriali di Pellegrin alle leggerissime visioni di Teruya, sono interrogativi stimolanti attorno
al fenomeno del lavoro, includendo le problematiche dell’ecologia e del rispetto ambientale
di fronte alla eccedente produzione di beni e di materiali di scarto, la riflessione sull’identità
culturale di ogni paese, che in base alla produzione di beni e prodotti definisce la propria
storia e cultura, e l’analisi dei contrastanti fenomeni della globalizzazione e del genius loci,
nella loro costante contrapposizione. Afferenti a diverse generazioni, gli artisti selezionati
dimostrano dunque che l’arte è, ancora oggi, scelta non solo estetica, ma atto etico e
dimostrazione di impegno verso il sociale, scelta di cura e di attenzione nei confronti della
storia economica e culturale, industriale e tecnologica.
Nell’impossibilità di rifare il mondo, essi rivendicano la necessità di agirvi: il loro compito,
recuperando il pensiero di Albert Camus alla fine degli anni Cinquanta, era allora di impedire
che il mondo si distruggesse e di riconciliare lavoro e cultura.
In tal senso, il messaggio che essi trasmettono con le loro opere intende riflettere sul valore
del coinvolgimento radicale dell’artista-uomo nel presente, dichiarando l’urgenza del tornare
a fare esperienza diretta, fisica e viva, delle cose e dei fatti. Per queste caratteristiche, il
progetto è in linea con la mission di MO.CA - centro per le nuove culture volto nell’indagare
la complessità dei linguaggi del contemporaneo, in una libera contaminazione tra geografia
e tecnologia, ambiente e industria, natura e cultura, con uno sguardo peculiarmente rivolto
alle generazioni attive di artisti e interpreti della contemporaneità.
Una mostra aperta al pubblico di tutte le culture e i paesi, il valore della condivisione e dello
scambio tra le comunità, l’attenzione all’ambiente sociale delle varie realtà internazionali e
alle sue potenzialità per il bene comune.
Progetto grafico di
Another Studio
Lavoro, Società, Comunità nell’arte contemporanea
Da un’idea di Ilaria Bignotti
A cura di Ilaria Bignotti e ACME Art Lab (Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla
Remondina)
Con il fondamentale sostegno di
Piero Atchugarry Gallery, Miami
Marignana Arte, Venezia
Una mostra in due sedi:
Brescia, MO.CA – centro per le nuove culture, sale espositive piano terra, dal 13
novembre 2021 al 6 gennaio 2022
Venezia, Spazio Berlendis, dal 27 novembre 2021 al 5 febbraio 2022
MO.CA - centro per le nuove culture, sale espositive piano terra, Palazzo Martinengo
Colleoni, via Moretto 78, Brescia
Inaugurazione: 13 novembre 2021, ore 11.00
Spazio Berlendis, Calle Berlendis 6301, Venezia, dal 27 novembre 2021 al 5 febbraio 2022
Inaugurazione: 27 novembre 2021, ore 15.00-19.00
Artisti a Venezia: Serena Fineschi (Siena, 1973), Silvia Infranco (Belluno, 1982), Marco
Maggi (Montevideo, Uruguay, 1957), Giulio Malinverni (Vercelli, 1994), Albano
Morandi (Salò, 1958), Lorenzo Passi (Milano, 1985), Maurizio Pellegrin (Venezia, 1956),
Túlio Pinto (Brasilia, 1974), Quayola (Roma, 1982), Dagoberto Rodriguez (Caibarién,
Las Villas, Cuba, 1969), Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967), Yūken
Teruya (Okinawa, 1973), Verónica Vázquez (Treinta y Tres, 1970)
L’accesso alla mostra è consentito ai soli visitatori muniti di mascherina e Green Pass valido.
Promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunale e dall’Assessorato alla Cultura del
Comune di Brescia, la mostra collettiva presenta artisti di richiamo internazionale mai
esposti prima nella Città di Brescia, dove molte opere e installazioni site-specific di grandi
dimensioni dialogano con gli spazi espositivi in modo insolito e di grande impatto visuale,
innescando contaminazioni e relazioni tra antico e contemporaneo, linguaggi classici e
materiali industriali e di riuso.
La mostra, resa possibile grazie ai prestiti e al sostegno delle Gallerie rappresentanti gli
artisti, Marignana Arte, Venezia e Piero Atchugarry Gallery, Miami, dialoga con i principi alla
base del Festival della Pace 2021 – il valore politico ovvero comunitario dell’opera, il dialogo
e la collaborazione, la resilienza e la condivisione dei diritti fondamentali dell’umanità - e
coinvolge quindici artisti (di cui undici a Brescia) di diverse generazioni e geografie culturali,
molti dei quali provenienti dai Paesi centro e sud americani, selezionati per la loro attenzione
ai temi del lavoro e dei materiali, della trasformazione e del cambiamento: argomenti di
urgente attualità che si declinano in opere di grande coinvolgimento.
Da Pablo Atchugarry, considerato un vero e proprio maestro in America Latina, non solo
per il valore della sua straordinaria ricerca aniconica, ma anche quale maestro e fondatore
di movimenti di ricerca artistica e sostenitore di moltissimi giovani artisti (a lui Milano a
Palazzo Reale dedica una grande antologica aperta dal 27 ottobre 2021), al giovanissimo
Giulio Malinverni, proveniente da una famiglia di restauratori ed abilissimo pittore che con
tecniche antiche lavora su materiali tradizionali, ripensando il lavoro dell’artista, dal concetto
di bottega a quello di preparazione manuale dei materiali; da Verónica Vázquez, artista
politica che con i suoi telai ferrosi e carichi di materia recupera la fatica del lavoro femminile
della sua terra rimettendo in scena le lotte sociali e le dinamiche tra società e lavoro, ad
Arcangelo Sassolino, straordinario inventore di energie che si contrappesano in opere che
sono equilibrismi di forze, metafora del mondo, la mostra, sin dal titolo duro e perentorio:
AT WORK!, è un appello rivolto agli artisti non solo per invitarli a continuare ad intervenire
nella società con opere capaci di scardinare il punto di vista comune e di mettere in luce le
problematiche e le profezie più scottanti, ma anche per chiedere, alla comunità sociale, di
continuare a riconoscere e salvaguardare il lavoro dell’artista, strumento fondamentale di
analisi e di visione del presente teso al futuro, nelle sue implicazioni sociali, culturali, umane
e politiche, nel senso più ampio e profondo del termine.
La mostra aprirà, due settimane dopo la tappa bresciana, anche a Venezia allo Spazio
Berlendis di Marignana Arte, dove ospiterà anche un’installazione dell’artista Albano
Morandi (Salò, 1958).
La scelta di proporre, per la prima volta a Brescia, artisti provenienti dall’America Latina si
iscrive da un lato in modo puntuale nella programmazione del Festival della Pace,
evidenziando d’altra parte le risposte attualmente date da artisti provenienti da Paesi
duramente colpiti dalla pandemia.
Il concetto di lavoro, al centro delle opere dei quindici artisti invitati, viene così letto sia come
atto di identificazione e responsabilizzazione dell’individuo e della collettività, motore di
aggregazione e di scambio comunitario, sia come medium di crescita e miglioramento
sociale, oltre che economico, della comunità, ma viene analizzato anche l’aspetto negativo,
ovvero, quale strumento di discriminazione e neocolonialismo.
Accomunati dalla scelta di materiali prevalentemente industriali e legati al contesto
produttivo, gli artisti invitati si esprimono infatti mediante una processualità creativa che
affida all’interazione con il luogo la risultanza visuale dell’opera, dimostrando una spiccata
rilevanza per la manualità e la manipolazione dei materiali. Le loro opere e installazioni,
dalle alchimie architettoniche di Pinto alle trame aperte di Rasgado; dalle delocazioni
memoriali di Pellegrin alle leggerissime visioni di Teruya, sono interrogativi stimolanti attorno
al fenomeno del lavoro, includendo le problematiche dell’ecologia e del rispetto ambientale
di fronte alla eccedente produzione di beni e di materiali di scarto, la riflessione sull’identità
culturale di ogni paese, che in base alla produzione di beni e prodotti definisce la propria
storia e cultura, e l’analisi dei contrastanti fenomeni della globalizzazione e del genius loci,
nella loro costante contrapposizione. Afferenti a diverse generazioni, gli artisti selezionati
dimostrano dunque che l’arte è, ancora oggi, scelta non solo estetica, ma atto etico e
dimostrazione di impegno verso il sociale, scelta di cura e di attenzione nei confronti della
storia economica e culturale, industriale e tecnologica.
Nell’impossibilità di rifare il mondo, essi rivendicano la necessità di agirvi: il loro compito,
recuperando il pensiero di Albert Camus alla fine degli anni Cinquanta, era allora di impedire
che il mondo si distruggesse e di riconciliare lavoro e cultura.
In tal senso, il messaggio che essi trasmettono con le loro opere intende riflettere sul valore
del coinvolgimento radicale dell’artista-uomo nel presente, dichiarando l’urgenza del tornare
a fare esperienza diretta, fisica e viva, delle cose e dei fatti. Per queste caratteristiche, il
progetto è in linea con la mission di MO.CA - centro per le nuove culture volto nell’indagare
la complessità dei linguaggi del contemporaneo, in una libera contaminazione tra geografia
e tecnologia, ambiente e industria, natura e cultura, con uno sguardo peculiarmente rivolto
alle generazioni attive di artisti e interpreti della contemporaneità.
Una mostra aperta al pubblico di tutte le culture e i paesi, il valore della condivisione e dello
scambio tra le comunità, l’attenzione all’ambiente sociale delle varie realtà internazionali e
alle sue potenzialità per il bene comune.
Progetto grafico di
Another Studio
27
novembre 2021
AT WORK! Lavoro, Società, Comunità nell’Arte Contemporanea
Dal 27 novembre 2021 al 05 febbraio 2022
arte contemporanea
Location
Spazio Berlendis
Venezia, Cannaregio, (VE)
Venezia, Cannaregio, (VE)
Orario di apertura
venerdì - sabato 14.00 - 19.00; gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
27 Novembre 2021, 15.00
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