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Atelier Bevilacqua La Masa 2015. Mostra di fine residenza
La Mostra di fine residenza, a cura di Rachele D’Osualdo, presenterà al pubblico il frutto del lavoro svolto dagli assegnatari di uno studio per l’anno 2015.
Le opere spaziano dalla scultura alla sound art, dalla poesia sperimentale alla video arte, dal readymade alla performance.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Apre al pubblico giovedì 4 febbraio alle ore 18, presso la Galleria di Piazza San Marco della Bevilacqua La Masa, la Mostra di fine residenza degli assegnatari di uno studio per l'anno 2015.
La mostra, a cura di Rachele D'Osualdo, presenterà al pubblico opere di Valentina Furian, Enej Gala, Riccardo Giacconi, Caterina Morigi, Francesco Nordio, Miriam Secco, Davide Sgambaro, Sebastiano Sofia, Matteo Stocco, Valerio Veneruso, Christian Manuel Zanon e Annalisa Zegna, frutto del lavoro svolto, nei 12 mesi di assegnazione, presso gli atelier di Palazzo Carminati a S. Stae o del complesso dei SS. Cosma e Damiano alla Giudecca, in un ambiente di costante sperimentazione creativa e confronto reciproco.
Le opere spaziano dalla scultura alla sound art, dalla poesia sperimentale alla video arte, dal readymade alla performance.
Ad aprire la mostra è l'intervento sonoro di Annalisa Zegna, realizzato in collaborazione con William Bottin. L'artista invita il visitatore ad un ascolto attento e sottile della città, attraverso un suono che, dal pozzo della corte interna della Galleria di Piazza San Marco, si propaga cautamente nello spazio circostante e risuona fino alle sale espositive. Una sottile lama di luce filtra dal pozzo, lasciando intuire la presenza di una realtà invisibile.
La serie di sculture presentate da Sebastiano Sofia è il risultato di un incontro e scontro dell'artista con la materia, delle tensioni nella ricerca di un equilibrio tra materiali, colori e forme. Oggetti trovati naturali si congiungono a materiali plastici come gesso e gomma, cui l'artista conferisce cromie artificiali in apparente contrasto; la composizione degli elementi, quasi congelati nel momento della loro transizione in un oggetto altro, rivela l'approccio fisico, quasi carnale, dell'artista con il suo lavoro.
La performance di Miriam Secco, dal titolo Come disinnescare una bomba, pervade lo spazio espositivo durante la sera dell'inaugurazione: tensioni remote tra un padre e una figlia sono mal celate, e anzi esacerbate, da un linguaggio tecnico giuridico solo apparentemente neutrale. Pretese reciproche e giustificazioni formali precludono ogni reale possibilità di dialogo e di incontro tra i soggetti in contrasto. Christian Manuel Zanon, attraverso due diverse opere parti di un unico corpus intitolato Amore, Ciao, racconta con poesia e ironia, anche pungente, il suo incontro con la città di Venezia e l'irrequieta vita dell'artista. Se nell'opera Portfolio frammenti di pensieri e immagini sono affidati allo spazio di dodici cartoline postali, nel video Curriculum è la precaria condizione dell'artista ad essere messa a nudo.
Il video dell'artista Riccardo Giacconi racconta l'incontro con la comunità Tuareg di Pordenone, l'unica presente in Italia. I Tuareg, o “uomini blu”, sono un popolo nomade il cui territorio originario è il deserto del Sahara, ma che non appartiene a nessuno Stato. È nella loro mitologia, tradizione e memoria orale che il passato si propone e appare nel presente.
Il linguaggio video assume forme sperimentali e interattive nel lavoro Metagoon, di Matteo Stocco, prototipo di web documentario che descrive le principali dinamiche che hanno modificato la morfologia e l'ambiente della laguna di Venezia. Trasformazioni naturali e influenze antropiche sono raccontate attraverso immagini e interviste; i contributi di docenti universitari, scienziati, attivisti e abitanti del luogo le cui professionalità sono legate all'ambiente acquatico sono ricomposti attraverso una narrazione non lineare, grazie ad un'interfaccia web navigabile dai visitatori della mostra.
L'artista Enej Gala, attraverso la sua opera scultorea e installativa dove una serie di corpi informi, molli, è appesa stancamente a dei fili, induce lo spettatore a una riflessione critica sul concetto di “aiuto” e alle problematiche che spesso ne impediscono l'efficacia: l'attenzione mediatica così frequentemente deviata verso chi aiuta, la paura di aiutare, la pigrizia individuale che porta a delegare al “sistema” la risoluzione dei problemi sociali emergenti.
L'installazione di Caterina Morigi pone in evidenza la fragilità di ciò che riteniamo sia eterno: la pietra, materiale prediletto sin dall'antichità per la sua capacità di “eternar le opere” d'arte e di architettura, subisce un naturale deterioramento, che a Venezia è accelerato dalle caratteristiche del clima lagunare. L'intervento dell'artista su alcuni frammenti di rivestimenti lapidei storici manifesta la sua fascinazione per la struttura della materia, svelandone le crepe indotte dal lento e impercettibile deterioramento.
Al mondo naturale animato è invece rivolto l'intervento sonoro ambientale e video di Valentina Furian, intitolato Frutto del Sorbo; la sua ricerca indaga la percezione nello spazio espositivo, i confini tra realtà e finzione e il rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale che lo circonda.
Francesco Nordio, durante l'anno di residenza, ha sviluppato un progetto partecipativo volto non tanto a produrre opere d'arte, quanto più a compiere operazioni culturali che abbiano degli effetti concreti sulle persone con cui entra in contatto, proponendo esperienze, lezioni, conversazioni, incontri, invitando ad una relazione critica e sperimentale con la quotidianità. In mostra, l'artista presenta materiali che spiegano i fondamenti teorici e documentano le esperienze svolte durante l'anno, e al contempo spronano il visitatore all'azione ed a un'automia di pensiero e di pratica.
Con la sua installazione site-specific composta da video, oggetti, un libro d'artista e una grande carta da parati, Valerio Veneruso invita gli spettatori ad immedesimarsi nel suo punto di vista e rivivere attraverso il suo sguardo e la sua estetica gli incontri, le visioni e le esperienze vissute nel suo studio. Ricordi e suggestioni personali dei visitatori si mescolano con i frammenti di vita intima e quotidiana dell'artista, ricomponendosi in modo sempre nuovo.
L'oggetto ready-made diventa performer nell'intervento di Davide Sgambaro che conclude la mostra. Un grande skydancer, pupazzo gonfiabile utilizzato in spazi aperti per scopi promozionali, recuperato dall'artista da un'azienda fallita, è installato all'interno dello spazio espositivo a rappresentare con ironia e con un forte impatto visivo e sonoro la condizione dei giovani artisti; la sproporzione rispetto allo spazio rende il corpo in movimento goffo, o ancor più grottesco, palesando l'inadeguatezza rispetto al contesto in cui è inserito, mentre il “performer” arricchisce il senso portando con sè la sua vicenda “personale”.
La mostra è accompagnata da un catalogo a colori edito dalla Bevilacqua La Masa, che racconta e documenta il lavoro svolto durante l'anno di residenza, oltre a contenere approfondimenti e immagini delle opere in mostra.
Il programma degli studi d'artista di Bevilacqua La Masa, che origina dal 1901 grazie al lascito di Felicita Bevilacqua La Masa al Comune di Venezia, è tra i più antichi d'Europa. Oggi Bevilacqua La Masa è l'unica Istituzione pubblica italiana che assegna annualmente 12 atelier ad altrettanti artisti del Triveneto di età compresa tra i 18 e i 35 anni, garantendo loro un ricco programma di iniziative, quali studio visit da parte di critici, galleristi, docenti e operatori del settore, incontri con il pubblico, occasioni espositive e progetti con partner sostenitori.
Ringraziamenti
Un ringraziamento speciale a Stonefly, che affianca per il sesto anno consecutivo il programma degli studi d'artista di Bevilacqua La Masa, anche con il conferimento di un premio acquisto Walking with Art, Stonefly Art Prize.
Si ringraziano inoltre i performer di Come disinnescare una bomba, di Miriam Secco: Anna Paraboschi, Alessandro Del Vigna, Alessia Luciani, Aurora Bassi, Corinne Mazzoli, Cristina Lorenzi, Eliana Boschiero, Filippo Quezel, Giulia Olivieri, Ilaria Salvagno, Jacopo Garino, Lisa La Pietra, Lorenzo Leccese, Martina Panfilio, Sofia Paggioro, Stefan Ghincolov, Vittoria Rasi.
Infine, per il video Metagoon, di Matteo Stocco si ringraziano: Mariano Viola (Iperstudio), Matteo Primiterra (Kinonauts) Ismar, Life Seresto/ Vimine / Ghost, Laguna project, Corporazione Piloti Estuario Veneto Mandalaki, Fonderie Digitali Srl di Spresiano, Treviso.
La mostra, a cura di Rachele D'Osualdo, presenterà al pubblico opere di Valentina Furian, Enej Gala, Riccardo Giacconi, Caterina Morigi, Francesco Nordio, Miriam Secco, Davide Sgambaro, Sebastiano Sofia, Matteo Stocco, Valerio Veneruso, Christian Manuel Zanon e Annalisa Zegna, frutto del lavoro svolto, nei 12 mesi di assegnazione, presso gli atelier di Palazzo Carminati a S. Stae o del complesso dei SS. Cosma e Damiano alla Giudecca, in un ambiente di costante sperimentazione creativa e confronto reciproco.
Le opere spaziano dalla scultura alla sound art, dalla poesia sperimentale alla video arte, dal readymade alla performance.
Ad aprire la mostra è l'intervento sonoro di Annalisa Zegna, realizzato in collaborazione con William Bottin. L'artista invita il visitatore ad un ascolto attento e sottile della città, attraverso un suono che, dal pozzo della corte interna della Galleria di Piazza San Marco, si propaga cautamente nello spazio circostante e risuona fino alle sale espositive. Una sottile lama di luce filtra dal pozzo, lasciando intuire la presenza di una realtà invisibile.
La serie di sculture presentate da Sebastiano Sofia è il risultato di un incontro e scontro dell'artista con la materia, delle tensioni nella ricerca di un equilibrio tra materiali, colori e forme. Oggetti trovati naturali si congiungono a materiali plastici come gesso e gomma, cui l'artista conferisce cromie artificiali in apparente contrasto; la composizione degli elementi, quasi congelati nel momento della loro transizione in un oggetto altro, rivela l'approccio fisico, quasi carnale, dell'artista con il suo lavoro.
La performance di Miriam Secco, dal titolo Come disinnescare una bomba, pervade lo spazio espositivo durante la sera dell'inaugurazione: tensioni remote tra un padre e una figlia sono mal celate, e anzi esacerbate, da un linguaggio tecnico giuridico solo apparentemente neutrale. Pretese reciproche e giustificazioni formali precludono ogni reale possibilità di dialogo e di incontro tra i soggetti in contrasto. Christian Manuel Zanon, attraverso due diverse opere parti di un unico corpus intitolato Amore, Ciao, racconta con poesia e ironia, anche pungente, il suo incontro con la città di Venezia e l'irrequieta vita dell'artista. Se nell'opera Portfolio frammenti di pensieri e immagini sono affidati allo spazio di dodici cartoline postali, nel video Curriculum è la precaria condizione dell'artista ad essere messa a nudo.
Il video dell'artista Riccardo Giacconi racconta l'incontro con la comunità Tuareg di Pordenone, l'unica presente in Italia. I Tuareg, o “uomini blu”, sono un popolo nomade il cui territorio originario è il deserto del Sahara, ma che non appartiene a nessuno Stato. È nella loro mitologia, tradizione e memoria orale che il passato si propone e appare nel presente.
Il linguaggio video assume forme sperimentali e interattive nel lavoro Metagoon, di Matteo Stocco, prototipo di web documentario che descrive le principali dinamiche che hanno modificato la morfologia e l'ambiente della laguna di Venezia. Trasformazioni naturali e influenze antropiche sono raccontate attraverso immagini e interviste; i contributi di docenti universitari, scienziati, attivisti e abitanti del luogo le cui professionalità sono legate all'ambiente acquatico sono ricomposti attraverso una narrazione non lineare, grazie ad un'interfaccia web navigabile dai visitatori della mostra.
L'artista Enej Gala, attraverso la sua opera scultorea e installativa dove una serie di corpi informi, molli, è appesa stancamente a dei fili, induce lo spettatore a una riflessione critica sul concetto di “aiuto” e alle problematiche che spesso ne impediscono l'efficacia: l'attenzione mediatica così frequentemente deviata verso chi aiuta, la paura di aiutare, la pigrizia individuale che porta a delegare al “sistema” la risoluzione dei problemi sociali emergenti.
L'installazione di Caterina Morigi pone in evidenza la fragilità di ciò che riteniamo sia eterno: la pietra, materiale prediletto sin dall'antichità per la sua capacità di “eternar le opere” d'arte e di architettura, subisce un naturale deterioramento, che a Venezia è accelerato dalle caratteristiche del clima lagunare. L'intervento dell'artista su alcuni frammenti di rivestimenti lapidei storici manifesta la sua fascinazione per la struttura della materia, svelandone le crepe indotte dal lento e impercettibile deterioramento.
Al mondo naturale animato è invece rivolto l'intervento sonoro ambientale e video di Valentina Furian, intitolato Frutto del Sorbo; la sua ricerca indaga la percezione nello spazio espositivo, i confini tra realtà e finzione e il rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale che lo circonda.
Francesco Nordio, durante l'anno di residenza, ha sviluppato un progetto partecipativo volto non tanto a produrre opere d'arte, quanto più a compiere operazioni culturali che abbiano degli effetti concreti sulle persone con cui entra in contatto, proponendo esperienze, lezioni, conversazioni, incontri, invitando ad una relazione critica e sperimentale con la quotidianità. In mostra, l'artista presenta materiali che spiegano i fondamenti teorici e documentano le esperienze svolte durante l'anno, e al contempo spronano il visitatore all'azione ed a un'automia di pensiero e di pratica.
Con la sua installazione site-specific composta da video, oggetti, un libro d'artista e una grande carta da parati, Valerio Veneruso invita gli spettatori ad immedesimarsi nel suo punto di vista e rivivere attraverso il suo sguardo e la sua estetica gli incontri, le visioni e le esperienze vissute nel suo studio. Ricordi e suggestioni personali dei visitatori si mescolano con i frammenti di vita intima e quotidiana dell'artista, ricomponendosi in modo sempre nuovo.
L'oggetto ready-made diventa performer nell'intervento di Davide Sgambaro che conclude la mostra. Un grande skydancer, pupazzo gonfiabile utilizzato in spazi aperti per scopi promozionali, recuperato dall'artista da un'azienda fallita, è installato all'interno dello spazio espositivo a rappresentare con ironia e con un forte impatto visivo e sonoro la condizione dei giovani artisti; la sproporzione rispetto allo spazio rende il corpo in movimento goffo, o ancor più grottesco, palesando l'inadeguatezza rispetto al contesto in cui è inserito, mentre il “performer” arricchisce il senso portando con sè la sua vicenda “personale”.
La mostra è accompagnata da un catalogo a colori edito dalla Bevilacqua La Masa, che racconta e documenta il lavoro svolto durante l'anno di residenza, oltre a contenere approfondimenti e immagini delle opere in mostra.
Il programma degli studi d'artista di Bevilacqua La Masa, che origina dal 1901 grazie al lascito di Felicita Bevilacqua La Masa al Comune di Venezia, è tra i più antichi d'Europa. Oggi Bevilacqua La Masa è l'unica Istituzione pubblica italiana che assegna annualmente 12 atelier ad altrettanti artisti del Triveneto di età compresa tra i 18 e i 35 anni, garantendo loro un ricco programma di iniziative, quali studio visit da parte di critici, galleristi, docenti e operatori del settore, incontri con il pubblico, occasioni espositive e progetti con partner sostenitori.
Ringraziamenti
Un ringraziamento speciale a Stonefly, che affianca per il sesto anno consecutivo il programma degli studi d'artista di Bevilacqua La Masa, anche con il conferimento di un premio acquisto Walking with Art, Stonefly Art Prize.
Si ringraziano inoltre i performer di Come disinnescare una bomba, di Miriam Secco: Anna Paraboschi, Alessandro Del Vigna, Alessia Luciani, Aurora Bassi, Corinne Mazzoli, Cristina Lorenzi, Eliana Boschiero, Filippo Quezel, Giulia Olivieri, Ilaria Salvagno, Jacopo Garino, Lisa La Pietra, Lorenzo Leccese, Martina Panfilio, Sofia Paggioro, Stefan Ghincolov, Vittoria Rasi.
Infine, per il video Metagoon, di Matteo Stocco si ringraziano: Mariano Viola (Iperstudio), Matteo Primiterra (Kinonauts) Ismar, Life Seresto/ Vimine / Ghost, Laguna project, Corporazione Piloti Estuario Veneto Mandalaki, Fonderie Digitali Srl di Spresiano, Treviso.
04
febbraio 2016
Atelier Bevilacqua La Masa 2015. Mostra di fine residenza
Dal 04 febbraio al 03 aprile 2016
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
performance - happening
giovane arte
Location
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA – GALLERIA DI PIAZZA SAN MARCO
Venezia, Piazza San Marco, 71c, (VENEZIA)
Venezia, Piazza San Marco, 71c, (VENEZIA)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 10.30 – 17.30 | lunedì e martedì chiuso
Vernissage
4 Febbraio 2016, ore 18
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