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Atelier + Guest
Nell’arco della settimana a cavallo dei tre giorni della fiera d’arte internazionale ‘Roma. The Road to Contemporary Art’ – che avrà luogo a Roma dal 6 all’ 8 maggio 2011 – Stefania Brugnaletti curerà un percorso di visite di ateliers di artisti, che hanno eletto come propria residenza o sede di lavoro luoghi inediti negli angoli più significativi della città.
Comunicato stampa
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‘Atelier + Guest’
1. Programma di visite in studi di artisti
Roma, 5 – 8 maggio 2011
Vernice 3 e 4 maggio 2011
Sarà inaugurata il mercoledì 4 maggio, con apertura al pubblico da giovedì 5 alla domenica 8 maggio nell’Atelier di Valentina Martini il 1. Programma di visite in studi di artisti dal titolo ‘Atelier+Guest’, curato da Stefania Brugnaletti. La vernice avrà luogo nei giorni 3 e 4 maggio 2011.
Stefania Brugnaletti è architetto e curatrice di progetti di arte e architettura contemporanea a livello internazionale. All’attività curatoriale affianca un importante lavoro nel campo dell’architettura contemporanea. Incaricata fin dagli anni ’90 a dirigere interventi di rilievo nell’ambito di progetti di riqualificazione urbana, pone particolare attenzione alla promozione di progetti di valorizzazione artistica. Nel 2007 fonda uno studio professionale di consulenza d’arte e di architettura, di cui è direttrice, firmando importanti interventi in Italia e all’estero.
Nell’arco della settimana a cavallo dei tre giorni della fiera d’arte internazionale ‘Roma. The Road to Contemporary Art’ - che avrà luogo a Roma dal 6 all’ 8 maggio 2011 - Stefania Brugnaletti curerà un percorso di visite di ateliers di artisti, che hanno eletto come propria residenza o sede di lavoro luoghi inediti negli angoli più significativi della città. Il progetto prevede che ogni artista ospiti nel proprio atelier i lavori di un artista guest, nell’intento di stimolare l’attenzione del pubblico sullo scambio di linguaggi artistici, ed individuare allo stesso tempo affini o antitetici approfondimenti di esplorazione creativa. Le visite offrono nondimeno un momento d’incontro con artisti emergenti che hanno già ricevuto gratificanti riconoscimenti e le cui opere fanno parte di importanti collezioni private o sono state esposte da istituzioni italiane e straniere.
Due i progetti previsti per questa prima edizione: Atelier Fra’ Sidival Fila e Atelier Valentina De Martini. Sono ambedue progetti rivolti a Università, Accademie di Belle Arti, Istituzioni di ricerca e formazione nel settore delle arti visive e nei campi affini. L’obiettivo è favorire la visita dell’atelier a direttori di musei, curatori, critici d’arte, artisti, architetti, studenti e collezionisti.
• Atelier Fra’ Sidival Fila + Guest Flavia Bigi. Gruppi da 10 a 20 persone saranno accolti, previo prenotazione, ed assistiti dalla curatrice nella visita dei luoghi con una serie d’incontri con gli artisti. L’atelier ubicato nell’area archeologica del Colle Palatino, i cui affacci spettacolari perdono lo sguardo sulla città eterna, rappresenta altresì un punto d’incontro per stimolare dibattiti sui tesori nascosti della città eterna, attraverso il dialogo aperto dalla curatrice in un confronto tra arte e architettura.
• Atelier Valentina De Martini + Guets Olga Donati e Flavia Bigi. Gruppi da 10 a 20 persone saranno accolti, previo prenotazione, ed assistiti dalla curatrice nella visita dell’atelier con una serie d’incontri e dibattiti con gli artisti. Ubicato nel quartiere di San Lorenzo, l’atelier pone l’attenzione anche su un significativo intervento di riqualificazione: testimonianza di come interventi di qualità trasformino quartieri considerati prima di modesto valore urbano, in volani per iniziative culturali, in cui affinità artistiche e architettoniche offrono interessanti spunti di dialogo.
Info
T + 39 06 3210816 / F + 39 06 3210816
M + 39 335 7052588
info@awish.it www.awish.it
Press : MLC Comunicazione
Maria Letizia Cassata
M + 39 338 9701502
mlc.comunicazione@gmail.com
‘Atelier + Guest’ | 1. Programma di visite in studi di artisti
Arte e Architettura
Stefania Brugnaletti
Quando scrivo o pronuncio la parola Arte sento che è difficile scindere il tecnico dall’artista che vive in me. Nata a Roma mi sono diplomata nel 1978 al liceo artistico. Ho apprezzato ogni momento di quegli anni trascorsi tra gli insegnamenti di figura e di ornato, e sia scultura sia pittura sono state discipline artistiche da me entrambe amate. Ma fu il disegno a rubare ogni istante alla mia mano, e sebbene una grande passione per l’arte e per la storia dell’arte non mi abbia mai abbandonato, la formazione accademica che poi scelsi fu quella dell’architetto.
Mi sono formata alla scuola dei grandi nomi dell’architettura italiana e Paolo Portoghesi è in assoluto il mio maestro. Ho ricevuto insegnamenti accademici da altrettanti emeriti studiosi: a partire da Achille Bonito Oliva a Paolo Marconi, da Carlo Aymonino ad Alessandro Anselmi, e tanti altri ancora, ed ho passato così i miei anni a studiare arte e architettura.
Roma è la città che mi ha dato i natali, e la porto seco nel cuore. Mi duole lasciarla. Quando passeggio per Roma ne ascolto attonita la sua sofferenza. Guardo stordita come di fronte a sì tanta bellezza aumenti il degrado urbano. Sotto l’incuria muore lentamente, e soggiace sì inerme la città eterna.
Se penso a Firenze mi viene in mente la parola Arte… se penso a Roma mi viene in mente la parola Architettura. E muore altresì lentamente in questa città l’architettura, perdendo quel ruolo sociale importante che ha sempre avuto fin dalla sua più antica origine.
Intervenire a Roma è difficile e complesso. Chi ha nella memoria solo i grandi viali della città moderna in cui è vissuto, le cui origini non vanno al di là dell’era moderna, poco può fare con il suo estro creativo, seppur di pregio. Siamo oggi costretti ad udire le urla stridenti di architetture errate che mal si ambientano in una città in cui stili diversi hanno invece dialogato per anni, e che qui vi regnano sovrani da secoli. Ed ecco che allora si arriva alla distorsione per cui non è più l’architettura a fungere da protagonista ma la stessa è assoggettata all’ego del protagonista che l’ha ideata. In egual modo, se da una parte esaltata con i grandi interventi, le cui firme sono di eco mondiale, l’architettura è allo stesso tempo spogliata e privata di ogni valore estetico: destinata ad appagare appetiti di scaltri speculatori che selvaggiamente deturpano periferie urbane, essa soggiace a ruolo di mero mattone.
L’architettura soffre e soffre molto anche l’arte, o meglio l’intera cultura. Ho passato intere giornate d’inverno e d’estate a passeggiare per Roma, e in attesa che anche l’ultima foglia lasciasse spoglio il ramo che va incontro all’inverno, l’ho vista assumere colori diversi nelle ore notturne e diurne. Dire che Roma è bella è sempre troppo poco…Dovremmo riuscire a dire che Roma oltre che essere bella è anche viva. E sono proprio queste realtà che cerco di portare alla luce che testimoniano una vitalità che non possiamo più ignorare.
Attraverso l’arte si potrebbero portare alla luce molte architetture abbandonate, realtà romane che insistono nel pieno centro di Roma, così come nelle periferie estreme, che se valorizzate potrebbero divenire luoghi di stimolanti ricerche artistiche. Oppure costruire studios per artisti, e veder fiorire attività culturali con stimolanti interessi anche per realtà imprenditoriali.
Basti pensare che Roma è di certo il Museo Open Air in assoluto più importante del mondo. In sinergia con manifestazioni da proporsi nelle aree archeologiche, forse tra le più belle, quali quelle di Villa Adriana e Ostia Antica, la capitale italiana potrebbe assumere di nuovo il ruolo di centro dell’arte. E chissà forse recuperare dalla memoria le rive dorate di quello che era il biondo Tevere, che se intelligentemente valorizzato, sia pure nelle periferie, potrebbe divenire un parco fluviale. E questi non sono solo sogni, se solo iniziassimo a pensare al recupero piuttosto che continuare a costruire inverosimili quartieri dormitorio che assumono piuttosto l’aspetto alienante di luoghi di commercio.
Si dice che l’arte sia un’ottima medicina per curare i malesseri dell’animo, ed è vero. Ma credo che essa possa anche sollevare le pene delle sofferenze urbane, e forse è questa convinzione che oggi mi spinge ad avvicinare così fortemente l’arte all’architettura. Ascoltando l’arte ho avuto la consapevolezza che per fare meglio architettura avrei dovuto passare del tempo tra gli artisti, e prestare più ascolto al loro animo. Allora ho compreso l’importante ruolo sociale che essi hanno.
Gli artisti affrontano grandi difficoltà per esprimere scelte condivise o diverse. Rompono silenzi per aprirsi varchi di incontro su scenari internazionali più fluidi. Le ricerche condotte con libertà e creatività spaziano ora da scelte che si svincolano da quegli indirizzi forzati che per anni hanno legittimato l’espressione artistica solo se spinta su linguaggi provocatori di anti-arte. Un controllo attuato dal complesso sistema dell’arte contemporanea, inizialmente forse giusto (?) oggi appare sicuramente superato, troppo chiuso e rigido, e si teme abbia varcando il limite del possibile.
É forse giunto il momento di fermarsi a riflettere...
Dall’incontro con artisti emergenti di talento, operanti in pregevoli ambiti architettonici nasce dunque l’esigenza di valorizzare realtà romane che meritano decisamente una maggiore attenzione.
La mia missione è quindi quella di andare anche alla ricerca di luoghi di inaudita bellezza, e che altrettanto caratteristici offrano agli operatori un momento di riflessione attraverso l’arte, e aprano la strada ad un dibattito che conduca a quel giusto riavvicinamento dell’arte all’architettura, i cui protagonisti assoluti sono oggi gli artisti.
Gli artisti selezionati per questo primo progetto hanno avviato interessanti ricerche le cui espressioni artistiche sono state apprezzate da alcune importanti istituzioni.
Stefania Brugnaletti, aprile 2011
1. Programma di visite in studi di artisti
Roma, 5 – 8 maggio 2011
Vernice 3 e 4 maggio 2011
Sarà inaugurata il mercoledì 4 maggio, con apertura al pubblico da giovedì 5 alla domenica 8 maggio nell’Atelier di Valentina Martini il 1. Programma di visite in studi di artisti dal titolo ‘Atelier+Guest’, curato da Stefania Brugnaletti. La vernice avrà luogo nei giorni 3 e 4 maggio 2011.
Stefania Brugnaletti è architetto e curatrice di progetti di arte e architettura contemporanea a livello internazionale. All’attività curatoriale affianca un importante lavoro nel campo dell’architettura contemporanea. Incaricata fin dagli anni ’90 a dirigere interventi di rilievo nell’ambito di progetti di riqualificazione urbana, pone particolare attenzione alla promozione di progetti di valorizzazione artistica. Nel 2007 fonda uno studio professionale di consulenza d’arte e di architettura, di cui è direttrice, firmando importanti interventi in Italia e all’estero.
Nell’arco della settimana a cavallo dei tre giorni della fiera d’arte internazionale ‘Roma. The Road to Contemporary Art’ - che avrà luogo a Roma dal 6 all’ 8 maggio 2011 - Stefania Brugnaletti curerà un percorso di visite di ateliers di artisti, che hanno eletto come propria residenza o sede di lavoro luoghi inediti negli angoli più significativi della città. Il progetto prevede che ogni artista ospiti nel proprio atelier i lavori di un artista guest, nell’intento di stimolare l’attenzione del pubblico sullo scambio di linguaggi artistici, ed individuare allo stesso tempo affini o antitetici approfondimenti di esplorazione creativa. Le visite offrono nondimeno un momento d’incontro con artisti emergenti che hanno già ricevuto gratificanti riconoscimenti e le cui opere fanno parte di importanti collezioni private o sono state esposte da istituzioni italiane e straniere.
Due i progetti previsti per questa prima edizione: Atelier Fra’ Sidival Fila e Atelier Valentina De Martini. Sono ambedue progetti rivolti a Università, Accademie di Belle Arti, Istituzioni di ricerca e formazione nel settore delle arti visive e nei campi affini. L’obiettivo è favorire la visita dell’atelier a direttori di musei, curatori, critici d’arte, artisti, architetti, studenti e collezionisti.
• Atelier Fra’ Sidival Fila + Guest Flavia Bigi. Gruppi da 10 a 20 persone saranno accolti, previo prenotazione, ed assistiti dalla curatrice nella visita dei luoghi con una serie d’incontri con gli artisti. L’atelier ubicato nell’area archeologica del Colle Palatino, i cui affacci spettacolari perdono lo sguardo sulla città eterna, rappresenta altresì un punto d’incontro per stimolare dibattiti sui tesori nascosti della città eterna, attraverso il dialogo aperto dalla curatrice in un confronto tra arte e architettura.
• Atelier Valentina De Martini + Guets Olga Donati e Flavia Bigi. Gruppi da 10 a 20 persone saranno accolti, previo prenotazione, ed assistiti dalla curatrice nella visita dell’atelier con una serie d’incontri e dibattiti con gli artisti. Ubicato nel quartiere di San Lorenzo, l’atelier pone l’attenzione anche su un significativo intervento di riqualificazione: testimonianza di come interventi di qualità trasformino quartieri considerati prima di modesto valore urbano, in volani per iniziative culturali, in cui affinità artistiche e architettoniche offrono interessanti spunti di dialogo.
Info
T + 39 06 3210816 / F + 39 06 3210816
M + 39 335 7052588
info@awish.it www.awish.it
Press : MLC Comunicazione
Maria Letizia Cassata
M + 39 338 9701502
mlc.comunicazione@gmail.com
‘Atelier + Guest’ | 1. Programma di visite in studi di artisti
Arte e Architettura
Stefania Brugnaletti
Quando scrivo o pronuncio la parola Arte sento che è difficile scindere il tecnico dall’artista che vive in me. Nata a Roma mi sono diplomata nel 1978 al liceo artistico. Ho apprezzato ogni momento di quegli anni trascorsi tra gli insegnamenti di figura e di ornato, e sia scultura sia pittura sono state discipline artistiche da me entrambe amate. Ma fu il disegno a rubare ogni istante alla mia mano, e sebbene una grande passione per l’arte e per la storia dell’arte non mi abbia mai abbandonato, la formazione accademica che poi scelsi fu quella dell’architetto.
Mi sono formata alla scuola dei grandi nomi dell’architettura italiana e Paolo Portoghesi è in assoluto il mio maestro. Ho ricevuto insegnamenti accademici da altrettanti emeriti studiosi: a partire da Achille Bonito Oliva a Paolo Marconi, da Carlo Aymonino ad Alessandro Anselmi, e tanti altri ancora, ed ho passato così i miei anni a studiare arte e architettura.
Roma è la città che mi ha dato i natali, e la porto seco nel cuore. Mi duole lasciarla. Quando passeggio per Roma ne ascolto attonita la sua sofferenza. Guardo stordita come di fronte a sì tanta bellezza aumenti il degrado urbano. Sotto l’incuria muore lentamente, e soggiace sì inerme la città eterna.
Se penso a Firenze mi viene in mente la parola Arte… se penso a Roma mi viene in mente la parola Architettura. E muore altresì lentamente in questa città l’architettura, perdendo quel ruolo sociale importante che ha sempre avuto fin dalla sua più antica origine.
Intervenire a Roma è difficile e complesso. Chi ha nella memoria solo i grandi viali della città moderna in cui è vissuto, le cui origini non vanno al di là dell’era moderna, poco può fare con il suo estro creativo, seppur di pregio. Siamo oggi costretti ad udire le urla stridenti di architetture errate che mal si ambientano in una città in cui stili diversi hanno invece dialogato per anni, e che qui vi regnano sovrani da secoli. Ed ecco che allora si arriva alla distorsione per cui non è più l’architettura a fungere da protagonista ma la stessa è assoggettata all’ego del protagonista che l’ha ideata. In egual modo, se da una parte esaltata con i grandi interventi, le cui firme sono di eco mondiale, l’architettura è allo stesso tempo spogliata e privata di ogni valore estetico: destinata ad appagare appetiti di scaltri speculatori che selvaggiamente deturpano periferie urbane, essa soggiace a ruolo di mero mattone.
L’architettura soffre e soffre molto anche l’arte, o meglio l’intera cultura. Ho passato intere giornate d’inverno e d’estate a passeggiare per Roma, e in attesa che anche l’ultima foglia lasciasse spoglio il ramo che va incontro all’inverno, l’ho vista assumere colori diversi nelle ore notturne e diurne. Dire che Roma è bella è sempre troppo poco…Dovremmo riuscire a dire che Roma oltre che essere bella è anche viva. E sono proprio queste realtà che cerco di portare alla luce che testimoniano una vitalità che non possiamo più ignorare.
Attraverso l’arte si potrebbero portare alla luce molte architetture abbandonate, realtà romane che insistono nel pieno centro di Roma, così come nelle periferie estreme, che se valorizzate potrebbero divenire luoghi di stimolanti ricerche artistiche. Oppure costruire studios per artisti, e veder fiorire attività culturali con stimolanti interessi anche per realtà imprenditoriali.
Basti pensare che Roma è di certo il Museo Open Air in assoluto più importante del mondo. In sinergia con manifestazioni da proporsi nelle aree archeologiche, forse tra le più belle, quali quelle di Villa Adriana e Ostia Antica, la capitale italiana potrebbe assumere di nuovo il ruolo di centro dell’arte. E chissà forse recuperare dalla memoria le rive dorate di quello che era il biondo Tevere, che se intelligentemente valorizzato, sia pure nelle periferie, potrebbe divenire un parco fluviale. E questi non sono solo sogni, se solo iniziassimo a pensare al recupero piuttosto che continuare a costruire inverosimili quartieri dormitorio che assumono piuttosto l’aspetto alienante di luoghi di commercio.
Si dice che l’arte sia un’ottima medicina per curare i malesseri dell’animo, ed è vero. Ma credo che essa possa anche sollevare le pene delle sofferenze urbane, e forse è questa convinzione che oggi mi spinge ad avvicinare così fortemente l’arte all’architettura. Ascoltando l’arte ho avuto la consapevolezza che per fare meglio architettura avrei dovuto passare del tempo tra gli artisti, e prestare più ascolto al loro animo. Allora ho compreso l’importante ruolo sociale che essi hanno.
Gli artisti affrontano grandi difficoltà per esprimere scelte condivise o diverse. Rompono silenzi per aprirsi varchi di incontro su scenari internazionali più fluidi. Le ricerche condotte con libertà e creatività spaziano ora da scelte che si svincolano da quegli indirizzi forzati che per anni hanno legittimato l’espressione artistica solo se spinta su linguaggi provocatori di anti-arte. Un controllo attuato dal complesso sistema dell’arte contemporanea, inizialmente forse giusto (?) oggi appare sicuramente superato, troppo chiuso e rigido, e si teme abbia varcando il limite del possibile.
É forse giunto il momento di fermarsi a riflettere...
Dall’incontro con artisti emergenti di talento, operanti in pregevoli ambiti architettonici nasce dunque l’esigenza di valorizzare realtà romane che meritano decisamente una maggiore attenzione.
La mia missione è quindi quella di andare anche alla ricerca di luoghi di inaudita bellezza, e che altrettanto caratteristici offrano agli operatori un momento di riflessione attraverso l’arte, e aprano la strada ad un dibattito che conduca a quel giusto riavvicinamento dell’arte all’architettura, i cui protagonisti assoluti sono oggi gli artisti.
Gli artisti selezionati per questo primo progetto hanno avviato interessanti ricerche le cui espressioni artistiche sono state apprezzate da alcune importanti istituzioni.
Stefania Brugnaletti, aprile 2011
03
maggio 2011
Atelier + Guest
Dal 03 all'otto maggio 2011
serata - evento
Location
ATELIER VALENTINA DE MARTINI
Roma, Via Dei Volsci, 110, (Roma)
Roma, Via Dei Volsci, 110, (Roma)
Sito web
www.awish.it
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