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Athena Papadopoulos – Belladonna’s Muse
Belladonna’s Muse è la prima mostra personale in Italia dell’ artista Athena Papadopoulos presso Basement Roma.
Comunicato stampa
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Belladonna’s Muse presenta una mostra in tre parti, un ambiente violentemente lirico e personale che ospita una serie di personaggi fondamentali nel lavoro e nella vita di Athena. Come suggerisce il titolo, siamo invitati in uno spazio in cui donne belle ed eleganti si possono incontrare, trascorrere del tempo insieme e far scattare scintille di ispirazione. Belladonna’s Muse de nisce uno stato in qualche modo ossimorico: il signi cato inglese del termine, infatti, suggerisce un’attitudine di adorazione da parte di una persona verso un’altra. Ma ‘belladonna’ è anche l’omonima pianta che viene utilizzata come sedativo e che, se assunta in grandi quantità, può essere velenosa. Il suo nome deriva dal suo uso omeopatico da parte delle donne dell’alta società del passato: l’estratto delle sue bacche, una volta ingerito, dilata le pupille, un effetto che veniva ricercato da molte. La mostra presso BASEMENT ROMA conduce attraverso tre diversi momenti della vita di una donna, e comprende una sala con sculture che raf gurano gambe, un ritratto astratto della nonna dell’artista e oggetti che vanno da gambe disincarnate e sensuali ad altre amputate e affette da cancrena. Lo spazio espositivo è riempito di arti generati l’uno dall’altro, con nuove gambe che delineano percorsi e si collegano a una serie di lavori in forma di pianta di vite, simili a una parete di trofei di caccia o al muro ossessivo della camera di un adolescente, che evocano un moderno santuario o una versione analogica del feed di FB.
Gli oggetti, organi animati simili a serpenti, strisciano da una stanza all’altra e con le loro super ci respingenti si dissolvono come un dipinto in un paesaggio scultoreo.
Oggetti vecchi e nuovi vengono poi aggiunti e ricreati in base a una serie di vaghe indicazioni da parte di un gruppo di anziane donne italiane, che trasformano letteral- mente la terza sala dello spazio espositivo in un circolo di cucito, un club di donne af ni che ngono di dirigere un negozio di articoli da regalo, nel quale souvenir, piccoli ninnoli e oggetti di bigiotteria simili a collane sono appesi come mobiles, realizzati ed esposti perché i visitatori li possano acquistare. Il ruolo matriarcale della nonna tipico di ogni famiglia italiana diventa per Athena un sostituto della sua famiglia greca, di sua madre e di sua nonna, un simbolo di vita, di morte, di bellezza e decadimento, un viaggio e un ritratto delle varie fasi dell’esistenza in cui l’ammirazione di sé si tramuta in auto-indulgenza (in opposizione ai momenti di odio di sé, di dubbio e di paura). Le mani e le gambe presenti nella mostra diventano uno specchio della pratica artistica di Papadopoulos, l’estensione delle sue stesse mani; le mani di queste donne “belladon-
ITA
Basement Roma
na” trasformano lo showroom in un salotto, un ambiente domestico più adeguato che crea uno spazio centrale per parlare e chiacchierare. È il luogo in cui i nostri parenti più anziani ci danno consigli e forniscono giudizi ai più giovani.
I lavori pittorici e scultorei dell’artista utilizzano come punto di partenza fonti autobio- gra che, come la feroce e attraente bella vita vissuta da suo padre o la traumatica perdita della gamba per cancrena di sua nonna, da lei poi esasperate e trasformate utilizzando riferimenti letterari, storici e di cultura popolare che si ricollegano alla sua visione della vita di artista che oggi risiede e lavora a Londra. Le opere di Athena Papadopoulos sono super ci densamente strati cate che presentano un immagina- rio al tempo stesso seducente e ripugnante; i lavori impiegano elementi fotogra ci e disegnati a mano, carta transfer per t-shirt, elementi tessili e altri materiali, per creare collage realizzati utilizzando gesti performativi come l’atto di sputare medicinali e vino, il graf are, lo spruzzare e il macchiare la super cie. Papadopoulos crea ambienti ca- paci di ospitare un cast onirico ed edonistico di personaggi che celebrano ogni attimo il fatto di essere vivi, ma che non possono fare a meno di assaporare i signi cati più ampi, oscuri e complessi della vita
Gli oggetti, organi animati simili a serpenti, strisciano da una stanza all’altra e con le loro super ci respingenti si dissolvono come un dipinto in un paesaggio scultoreo.
Oggetti vecchi e nuovi vengono poi aggiunti e ricreati in base a una serie di vaghe indicazioni da parte di un gruppo di anziane donne italiane, che trasformano letteral- mente la terza sala dello spazio espositivo in un circolo di cucito, un club di donne af ni che ngono di dirigere un negozio di articoli da regalo, nel quale souvenir, piccoli ninnoli e oggetti di bigiotteria simili a collane sono appesi come mobiles, realizzati ed esposti perché i visitatori li possano acquistare. Il ruolo matriarcale della nonna tipico di ogni famiglia italiana diventa per Athena un sostituto della sua famiglia greca, di sua madre e di sua nonna, un simbolo di vita, di morte, di bellezza e decadimento, un viaggio e un ritratto delle varie fasi dell’esistenza in cui l’ammirazione di sé si tramuta in auto-indulgenza (in opposizione ai momenti di odio di sé, di dubbio e di paura). Le mani e le gambe presenti nella mostra diventano uno specchio della pratica artistica di Papadopoulos, l’estensione delle sue stesse mani; le mani di queste donne “belladon-
ITA
Basement Roma
na” trasformano lo showroom in un salotto, un ambiente domestico più adeguato che crea uno spazio centrale per parlare e chiacchierare. È il luogo in cui i nostri parenti più anziani ci danno consigli e forniscono giudizi ai più giovani.
I lavori pittorici e scultorei dell’artista utilizzano come punto di partenza fonti autobio- gra che, come la feroce e attraente bella vita vissuta da suo padre o la traumatica perdita della gamba per cancrena di sua nonna, da lei poi esasperate e trasformate utilizzando riferimenti letterari, storici e di cultura popolare che si ricollegano alla sua visione della vita di artista che oggi risiede e lavora a Londra. Le opere di Athena Papadopoulos sono super ci densamente strati cate che presentano un immagina- rio al tempo stesso seducente e ripugnante; i lavori impiegano elementi fotogra ci e disegnati a mano, carta transfer per t-shirt, elementi tessili e altri materiali, per creare collage realizzati utilizzando gesti performativi come l’atto di sputare medicinali e vino, il graf are, lo spruzzare e il macchiare la super cie. Papadopoulos crea ambienti ca- paci di ospitare un cast onirico ed edonistico di personaggi che celebrano ogni attimo il fatto di essere vivi, ma che non possono fare a meno di assaporare i signi cati più ampi, oscuri e complessi della vita
17
marzo 2017
Athena Papadopoulos – Belladonna’s Muse
Dal 17 marzo al 30 maggio 2017
arte contemporanea
Location
BASEMENT ROMA
Roma, Via Nicola Ricciotti, 4, (Roma)
Roma, Via Nicola Ricciotti, 4, (Roma)
Orario di apertura
Dal Lunedì al Venerdì 14-19
E su appuntamento
Vernissage
17 Marzo 2017, 18:30 - 21:00
Autore
Curatore