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Atta Kim – On air
L’esposizione consiste in due serie principali di rappresentazioni di paesaggi urbani.
Comunicato stampa
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Il prossimo giugno, Palazzo Zenobio ospiterà, nell’ambito degli eventi collaterali della 53. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, AttaKim: ON-AIR, mostra d’arte contemporanea del noto artista coreano Atta Kim.
La visione del mondo, unica nel suo genere, sviluppata da Atta Kim attraverso la sua straordinaria formazione si è evoluta dagli insegnamenti di Heidegger e G.I. Gurdjieff e dal buddismo zen. Le sue opere come la serie “In-der-Welt-sein” (1991), la serie “Deconstruction” (1995) e il Museum Project (1995-2002) – con cui ha creato un museo privato ponendo figure all’interno di contenitori di plexiglas – hanno avuto un impatto notevole sia sul pubblico in generale che sui circoli artistici in particolare. Dal 2002, Atta Kim si dedica al progetto ON-AIR sviluppando i concetti dell’esistenza e della scomparsa, che ha sinora trasmesso con estrema efficacia. Si pensi alle prime due edizioni del progetto, di cui la prima organizzata all’International Center of Photography, Atta Kim: ON-AIR (2006), e la seconda a Leeum, Samsung Museum of Art, Atta Kim: ON-AIR (2008).
AttaKim: ON-AIR consiste in due serie principali di rappresentazioni di paesaggi urbani. La prima mostra paesaggi urbani di quelle che dovrebbero essere alcune frenetiche metropoli del mondo, senza tuttavia segni apparenti di vita o movimento. Scattando fotografie con un’esposizione di 8 ore per una singola veduta di una città, Atta Kim ne cattura le caratteristiche più permanenti unitamente a quelle più effimere con bandiere, persone e macchine che svaniscono in viste temporalmente compresse e offuscate, ma ciò che Atta Kim cattura è anche la natura organica delle città, in cui persino le caratteristiche permanenti lentamente svaniscono, come risulta evidente a un’osservazione più attenta.
Se la prima serie mostra la compressione temporale di un paesaggio urbano, la seconda, che Atta Kim ha intitolato “Indala”, ne mostra invece la compressione spaziale. Tale serie è stata ottenuta con fotografie scattate a Mosca, Berlino, Praga, Parigi, Roma, New York, Tokyo, Nuova Deli e Washington sovrapponendo poi 10.000 immagini di ogni città per creare l’immagine finale. La serie pare dunque più concettuale/astratta che rappresentativa finché non si scopre che è stata creata giustapponendo esattamente diecimila fotografie che Atta Kim ha scattato esplorando la città. Il numero diecimila è ben più che un valore numerico nel buddismo in quanto ha anche la connotazione del “tantissimo”. Tutte le “tantissime” fotografie hanno il medesimo peso in termini di importanza e, una volta giustapposte, il risultato finale è una tela grigia, grigio che, secondo Atta Kim, non è soltanto il risultato dei vari colori mescolati, bensì è frutto della giustapposizione di spazio e non spazio, materia e non materia, che punta verso la realtà crepuscolare da cui tutta la materia proviene e in cui tutta la materia svanisce.
AttaKim: ON-AIR potrebbe dunque sembrare pessimista e persino nichilista nei suoi esiti e nelle sue conclusioni. È invece estremamente consolatorio in quanto, mostrando allo spettatore che tutto svanisce, Atta Kim riesce a infondere valore in ogni cosa, proprio perché scomparirà, ricordando che tutta la materia e la non materia, che si tratti di uomo, animale o anche elemento inanimato come una città, dovrebbe essere curata e apprezzata per tutta la sua esistenza. Così facendo, Atta Kim propone inoltre un nuovo approccio secondo cui la fotografia come mezzo può essere utilizzato non solo a fini di rappresentazione, ma soprattutto come forma di concettualizzazione/astrazione pur restando fedeli al soggetto.
Il progetto è organizzato dal Gyeongnam Art Museum (curatore capo: Seong Seok Lee) e curato da Jiyoon Lee, curatrice indipendente e storica dell’arte attualmente residente a Londra.
La mostra AttaKim: ON-AIR è patrocinata dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo coreano e dal Gyeongnam Art Museum.
Note editoriali
* Il Gyeongnam Art Museum, Corea, è stato fondato nel 2001 in risposta alla crescente domanda di arte e cultura da parte dei 3,2 milioni di residenti della provincia di Gyeongnam e, da allora, si è imposto come fulcro dello sviluppo culturale e artistico locale. Atta Kim, residente anch’egli nella provincia di Gyeongnam, è uno degli artisti contemporanei coreani più dinamici e significativi sulla scena artistica internazionale, ragion per cui questo progetto sarà l’esposizione più importante proposta dal museo. Attualmente il progetto è concepito come mostra itinerante, che sarà presentata in varie sedi europee dopo la 53. Biennale di Venezia (2009), concludendo il tour presso il Gyeongnam Art Museum.
* Jiyoon Lee, curatrice indipendente, storica dell’arte e tra i massimi esperti di arte contemporanea orientale, è regolarmente invitata a curare esposizioni tra cui ricordiamo “Seoul until now” alla Charlottenborg Exhibition Hall di Copenaghen (2005), “Through the looking glass” all’Asia House di Londra (2006) e l’esposizione inaugurale per il Centro culturale coreano di Londra “Good morning Mr. Nam June Paik” (2008). I suoi contributi sono attualmente ritenuti un ponte importantissimo tra le scene artistiche occidentale e orientale. Oltre al lavoro di curatrice indipendente, Jiyoon Lee è anche consulente di vari enti finanziatori e centri per la politica culturale come l’APT (Artists Pension Trust). Partecipa altresì alle nomine per il premio PICTET ed è docente di storia dell’arte e pratica curatoriale presso molti atenei, anche europei e britannici, tra cui l’Ewha Woman's University, la Yonsei University, la SOAS e la Birkbeck University.
La visione del mondo, unica nel suo genere, sviluppata da Atta Kim attraverso la sua straordinaria formazione si è evoluta dagli insegnamenti di Heidegger e G.I. Gurdjieff e dal buddismo zen. Le sue opere come la serie “In-der-Welt-sein” (1991), la serie “Deconstruction” (1995) e il Museum Project (1995-2002) – con cui ha creato un museo privato ponendo figure all’interno di contenitori di plexiglas – hanno avuto un impatto notevole sia sul pubblico in generale che sui circoli artistici in particolare. Dal 2002, Atta Kim si dedica al progetto ON-AIR sviluppando i concetti dell’esistenza e della scomparsa, che ha sinora trasmesso con estrema efficacia. Si pensi alle prime due edizioni del progetto, di cui la prima organizzata all’International Center of Photography, Atta Kim: ON-AIR (2006), e la seconda a Leeum, Samsung Museum of Art, Atta Kim: ON-AIR (2008).
AttaKim: ON-AIR consiste in due serie principali di rappresentazioni di paesaggi urbani. La prima mostra paesaggi urbani di quelle che dovrebbero essere alcune frenetiche metropoli del mondo, senza tuttavia segni apparenti di vita o movimento. Scattando fotografie con un’esposizione di 8 ore per una singola veduta di una città, Atta Kim ne cattura le caratteristiche più permanenti unitamente a quelle più effimere con bandiere, persone e macchine che svaniscono in viste temporalmente compresse e offuscate, ma ciò che Atta Kim cattura è anche la natura organica delle città, in cui persino le caratteristiche permanenti lentamente svaniscono, come risulta evidente a un’osservazione più attenta.
Se la prima serie mostra la compressione temporale di un paesaggio urbano, la seconda, che Atta Kim ha intitolato “Indala”, ne mostra invece la compressione spaziale. Tale serie è stata ottenuta con fotografie scattate a Mosca, Berlino, Praga, Parigi, Roma, New York, Tokyo, Nuova Deli e Washington sovrapponendo poi 10.000 immagini di ogni città per creare l’immagine finale. La serie pare dunque più concettuale/astratta che rappresentativa finché non si scopre che è stata creata giustapponendo esattamente diecimila fotografie che Atta Kim ha scattato esplorando la città. Il numero diecimila è ben più che un valore numerico nel buddismo in quanto ha anche la connotazione del “tantissimo”. Tutte le “tantissime” fotografie hanno il medesimo peso in termini di importanza e, una volta giustapposte, il risultato finale è una tela grigia, grigio che, secondo Atta Kim, non è soltanto il risultato dei vari colori mescolati, bensì è frutto della giustapposizione di spazio e non spazio, materia e non materia, che punta verso la realtà crepuscolare da cui tutta la materia proviene e in cui tutta la materia svanisce.
AttaKim: ON-AIR potrebbe dunque sembrare pessimista e persino nichilista nei suoi esiti e nelle sue conclusioni. È invece estremamente consolatorio in quanto, mostrando allo spettatore che tutto svanisce, Atta Kim riesce a infondere valore in ogni cosa, proprio perché scomparirà, ricordando che tutta la materia e la non materia, che si tratti di uomo, animale o anche elemento inanimato come una città, dovrebbe essere curata e apprezzata per tutta la sua esistenza. Così facendo, Atta Kim propone inoltre un nuovo approccio secondo cui la fotografia come mezzo può essere utilizzato non solo a fini di rappresentazione, ma soprattutto come forma di concettualizzazione/astrazione pur restando fedeli al soggetto.
Il progetto è organizzato dal Gyeongnam Art Museum (curatore capo: Seong Seok Lee) e curato da Jiyoon Lee, curatrice indipendente e storica dell’arte attualmente residente a Londra.
La mostra AttaKim: ON-AIR è patrocinata dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo coreano e dal Gyeongnam Art Museum.
Note editoriali
* Il Gyeongnam Art Museum, Corea, è stato fondato nel 2001 in risposta alla crescente domanda di arte e cultura da parte dei 3,2 milioni di residenti della provincia di Gyeongnam e, da allora, si è imposto come fulcro dello sviluppo culturale e artistico locale. Atta Kim, residente anch’egli nella provincia di Gyeongnam, è uno degli artisti contemporanei coreani più dinamici e significativi sulla scena artistica internazionale, ragion per cui questo progetto sarà l’esposizione più importante proposta dal museo. Attualmente il progetto è concepito come mostra itinerante, che sarà presentata in varie sedi europee dopo la 53. Biennale di Venezia (2009), concludendo il tour presso il Gyeongnam Art Museum.
* Jiyoon Lee, curatrice indipendente, storica dell’arte e tra i massimi esperti di arte contemporanea orientale, è regolarmente invitata a curare esposizioni tra cui ricordiamo “Seoul until now” alla Charlottenborg Exhibition Hall di Copenaghen (2005), “Through the looking glass” all’Asia House di Londra (2006) e l’esposizione inaugurale per il Centro culturale coreano di Londra “Good morning Mr. Nam June Paik” (2008). I suoi contributi sono attualmente ritenuti un ponte importantissimo tra le scene artistiche occidentale e orientale. Oltre al lavoro di curatrice indipendente, Jiyoon Lee è anche consulente di vari enti finanziatori e centri per la politica culturale come l’APT (Artists Pension Trust). Partecipa altresì alle nomine per il premio PICTET ed è docente di storia dell’arte e pratica curatoriale presso molti atenei, anche europei e britannici, tra cui l’Ewha Woman's University, la Yonsei University, la SOAS e la Birkbeck University.
05
giugno 2009
Atta Kim – On air
Dal 05 giugno al 22 novembre 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
PALAZZO ZENOBIO – COLLEGIO ARMENO
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Orario di apertura
Apertura al pubblico dal 7 giugno, ore 10.00 – 18.00 (chiuso il lunedì – escluso lunedì 8 giugno)
Vernissage
5 Giugno 2009, ore 13
Ufficio stampa
ARTE COMMUNICATIONS
Autore
Curatore