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Atti democratici – Film/video / Unmasked
Maratona di film e video contestante i sistemi di regole.
Comunicato stampa
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ATTI DEMOCRATICI
24 – 25 aprile, Biennale Democrazia, Torino
Nel 2000 l’artista ha ancora un ruolo nella società? È in grado di attivare delle ritualità democratiche? O l’arte si colloca soltanto su un piano separato ed inconciliabile con la vita di tutti i giorni?
All’interno della prima edizione di Biennale Democrazia, che avrà luogo a Torino dal 22 al 26 aprile 2009, la sezione intitolata “Atti democratici” e curata da Luigi Coppola e Marko Stamenkovic, darà risposte a queste domande. Il progetto, che avrà una seconda tappa a Firenze dal 5 al 24 maggio in occasione del Festival Fabbrica Europa e una terza tappa a Bolzano a settembre, intende rilanciare il ruolo dell’artista come “attivatore di ritualità democratiche”, indagando il rapporto tra arte e democrazia.
Tra le azioni previste, verrà presentato Unmasked. Video e film di artisti in contestazione del sistema di regole, un programma di video/film curato da Elise Youn e Carlos Motta e prodotto dal New Museum, New York, 2008 Part of Museum as Hub, trasmesso in lingua originale e sottotitolato in inglese.
Unmasked: una maratona di video e film di artisti in contestazione del sistema di regole è una giornata di proiezioni di film e lavori video recenti che impiegano le strategie concettuali della produzione cinematografica di documentari a domande e politiche critiche di oppressione, discriminazione e violenza. Programmata dall’artista Carlos Motta, la proiezione include il lavoro di Dario Azzellini e Oliver Ressler, Petra Bauer, François Bucher, Jim Finn, Ashley Hunt, Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen, Lin + Lam, John Menick, Jenny Perlin, and Dmitry Vilensky. La maratona include anche "Charged in the Name of Terror," un breve programma di Paul Chan che racchiude I lavori di Mary Billyou e Annelisse Fifi, Paul Chan, Jim Fetterley e Angie Waller, e Susan Youssef.
I film e i lavori video di Unmasked portano all’attenzione il ruolo dell’artista come agente politico, che contesta la struttura egemonica dello stato, che interroga le strategie di segregazione di classe, di sesso e di razza e che espone la discriminazione contro le minoranze in centri urbani globalizzati. I lavori inoltre assumono la produzione di documentari come una forma che sfida la distinzione tra realtà e finzione per scoprire storie nascoste e represse, per esaminare l’uso della manipolazione delle ideologie e per proporre tattiche alternative di azione collettiva.
Carlos Motta (Bogotá, Colombia, 1978) è un artista che lavora a New York. Il suo progetto sperimentale di documentario, “The Good Life”, investiga la storia regionale, la percezione e gli effetti delle politiche interventiste degli Stati Uniti in America Latina, ed è attualmente in mostra presso l’Institute of Contemporary Art (ICA) in Philadelphia.
Elise Youn è Hub Fellow del New Museum. “Unmasked: una maratona di video e film di artisti contestante il sistema di regole” è parte di una serie di eventi informali organizzati da Youn per il museo per la presentazione inaugurale come Hub.
TORINO – CAVALLERIZA REALE
24 aprile 2009 ore 10.00-17.00
25 aprile 2009 ore 18.30-21.30
FIRENZE – CASA DELLA CREATIVITA'
7-8-9 maggio 2009 ore 18.30-21.30
14-15-16 maggio 2009 ore 18.30-21.30
PROGRAMMA E NOTE
Dario Azzellini & Oliver Ressler
5 Factories-Worker Control in Venezuela (81 min, 2006)
Le storie di cinque fabbriche venezuelane – una manifattura tessile, una fabbrica di alluminio, uno stabilimento di lavorazione di pomodori, uno di cacao ed uno della carta – dimostrano la recente evoluzione della sfera produttiva della campagna verso la proprietà e la gestione cooperativa. In ognuno dei casi presentati, i lavoratori lottano per forme diverse di autogestione, mentre sono supportati dal governo. I protagonisti del film – da lavoratori della linea di assemblaggio a manager – offrono visioni di metodi alternativi di organizzazione e controllo dei lavoratori nel processo produttivo. Ognuna delle cinque fabbriche segue diverse strategie di gestione cooperativa, produzione e coinvolgimento della comunità, ma tutte condividono una comune ricerca di modelli migliori di produzione collettiva, di relazioni comunitarie e di appagamento individuale.
http://www.ressler.at/5_factories/
Dario Azzellini è analista politico e film maker operante a Berlino e Caracas.www.azzellini.net
Oliver Ressler è un artista che opera a Vienna e organizza mostre su temi specifici, progetti nello spazio pubblico e video su argomenti come capitalismo globale, forme di resistenza e alternative sociali. www.ressler.at
François Bucher
White Balance (to think is for forget differences) (32 min, 2002)
White Balance (to think is to forget differences) è uno sforzo per mostrare le geografie del potere e le frontiere del privilegio. In fotografia, il termine “bilancio del bianco” si riferisce all’adattamento ottico che il cervello fa per compensare i cambiamenti dell’ambiente, assicurando che un oggetto bianco sia sempre visibile nonostante il colore della luce attorno. White Balance (to think is to forget differences) esamina come questo processo può operare in una società. Videoclip, segmenti di internet e immagini del centro di Manhattan prima e dopo l’attacco dell’11 settembre sono giustapposte a discorsi, colonne sonore e interviste per mostrare come l’accumulazione di media audiovisivi produce e distorce la realtà, creando brevi circuiti di significato. Il video riprende anche la più ampia questione etica, posta da Yvonne Rainer nel suo film Privilege. Per Bucher, che offre una meta-narrazione che tenta di descrivere i temi in gioco, è in qualche modo un fallimento comprendere i livelli di incomunicabilità nascosti nel concetto di “bianco”.
White Balance (to think is to forget differences) usa un linguaggio poetico per affrontare questo concetto.
François Bucher è un artista colombiano che opera a Berlino.
Dmitry Vilensky
Protest Match (28 min, 2006)
Nel giugno 2006, si è tenuto il Forum Sociale Russo in parallelo al Summit del G8 che aveva luogo a San Pietroburgo. Questo film documenta la paradossale situazione affrontata dai partecipanti del Forum: benché le autorità consentissero all’evento di avere luogo, fecero ogni sforzo per intimidire i delegati e limitare le loro attività. Anche prima che il Forum iniziasse, i Servizi di Sicurezza Federale Russi lanciarono “l’operazione barriera”, in cui più di duecento delegati che attraversavano la Russia furono trattenuti o furono ricattati perché non prendessero parte alle proteste.
Coloro che presero parte al Forum, furono liberi di riunirsi come volevano, ma solo all’interno di uno spazio facilmente isolabile – l’ex stadio di calcio decadente – e sotto stretta sorveglianza della polizia. Fuori dallo stadio, le copisterie si rifiutarono di stampare informazioni sul Forum, gli attivisti furono arrestati per aver appeso manifesti e le proteste furono velocemente soppresse. Protest Match descrive questi episodi attraverso una serie di interviste con attivisti politici russi, rivelando la paradossale situazione dell’attivismo russo al giorno d’oggi.
http://www.chtodelat.org/index.php?option=com_content&task=view&id=404&Itemid=173
Dmitry Vilensky è un artista che risiede a San Pietroburgo e membro del gruppo Chto Delat.
Ashley Hunt
Corrections (58 min, 2001)
Con quasi 2,2 milioni di persone in prigione, 7,5 volte più che nel 1970, gli Stati Uniti si trovano nella difficoltà di avere troppe poche prigioni di stato per il vasto numero di detenuti. Corrections esplora una risposta a questa crisi: il ritorno a prigioni private, dove amministratori politici di buon senso e città rurali spopolate investono nella costruzione di prigioni private, speculando sui profitti legati al numero crescente di prigionieri. Il film indaga questo ritorno come incrocio di storie – dove le carenze nel sistema giudiziario e le politiche di rigidità contro il crimine incontrano la distruzione del sistema sociale del welfare e dove l’eredità del razzismo e della povertà è integrata nei nuovi linguaggi politici della gestione aziendale e del governo del mercato.
http://www.correctionsproject.com/index.html
Ashley Hunt è un’artista, un’attivista e una scrittrice di Los Angeles.
CHARGED IN THE NAME OF TERROR (59 min, 2006-2007)
Un programma di Paul Chan
Charged in the name of terror è una serie in corso curata e prodotta dall’artista Paul Chan. Presenta video ritratti di attivisti, avvocati, artisti e semplici cittadini nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, accusati dal governo degli Stati Uniti di essere o aiutare i terroristi. Charged in the name of terror è stato “Selezione ufficiale” del Sundance Film Festival nel 2007.
http://www.nationalphilistine.com/charged/
Paul Chan
Untitled Video on Lynne Stewart and Her Conviction, The Law and Poetry (18 min, 2006)
Questo video è un semplice e commovente ritratto di Lynne F. Stewart, l’avvocato di New York accusata nel 2005 di aver aiutato il terrorismo islamico trasmettendo messaggi fuori dalla prigione per un cliente che stava difendendo, Sheik Omar Abdel Rahman. Ora, radiata dall’albo, Lynne F. Stewart sta scontando una sentenza di trenta anni di prigione. Nel ritratto, parla della sua vita come bibliotecaria di una scuola elementare, attivista e avvocato e recita poesie di Blake, Brecht e Ashbury.
Paul Chan è un artista che vive e lavora a New York.
Jim Fetterley e Angie Waller
Steve Kurtz Waiting (16 min, 2006)
L’11 maggio 2004, Steve Kurtz chiamò il 911 per riferire che Hope, sua moglie di venti anni, non aveva più reazioni.
Quando i paramedici arrivarono a casa sua, uno di loro notò che Kurtz aveva attrezzature da laboratorio, che utilizzava nelle sue mostre d’arte. I paramedici denunciarono questa scoperta alla polizia e l’FBI di conseguenza mise i sigilli a casa sua. Steve Kurtz Waiting è un video ritratto di Kurtz in un momento di incertezza e attesa poiché la causa giudiziaria proseguì. Attraverso una serie di interviste casuali, Kurtz rivela una calma ammirabile, un vivace umorismo e la sua forte volontà di proseguire il proprio ruolo di artista, nonostante mesi di stretta sorveglianza e di continui interrogatori del governo – tutti, da notare, hanno avuto luogo in aggiunta al cordoglio per la sua partner.
Jim Fetterley è un artista di Los Angeles.
Angie Waller è un’artista di New York.
Susan Youssef
For the Least (7 min, 2007)
For the Least è un breve documentario sui cattolici americani che hanno manifestato contro il campo di detenzione della Baia di Guantanamo per portare conforto spirituale ai prigionieri e la fine alla tortura che stanno subendo.
Susan Youssef è una film maker di Brooklyn, New York.
Mary Billyou e Annelisse Fifi,
Mohamed Yousry: A Life Stands Still (20 min, 2006)
Mohamed Yousry: A Life Stands Still è un documentario su Mohamed Yousry, un cittadino americano naturalizzato, la cui vita è cambiata radicalmente dopo l’11 settembre 2001. Yousry immigrò negli Stati Uniti dall’Egitto nel 1980. Per i successivi venti anni, condusse una vita piena e felice – come marito, padre, docente e interprete. Il 13 settembre 2001, Yousry è stato avvicinato dal FBI sulla sua porta di casa nel Queens, a New York.
Ora, Yousry ha fatto ricorso alla sua sentenza di prigionia ed è in attesa di scoprire cosa gli riserverà il destino.
Mary Billyou e Annelisse Fifi sono artisti che vivono e lavorano a New York.
Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen
The Making of Utopia (60 min, 2006)
Questo film ritrae quattro comunità utopiche in Australia: Bodhi Farm, Dharmananda, Equilibrium Inc., e Moora Moora. L’Australia ha una lunga storia di comunità utopiche che risalgono al 19esimo secolo. Un grande numero di comunità si sono insediate nel periodo successivo al festival Aquarius – la versione australiana del Woodstock – tenuto nell’area rurale di Nimbin nel 1973. Alcuni partecipanti del festival si stabilirono nell’area trasformando le fantasie di condivisione della terra in realtà. Mentre la maggior parte delle comunità nate dopo Aquarius si disintegrarono, i protagonisti di The Making of Utopia sono riusciti a mantenere uno stile di vita comunitario per più di trenta anni e sono divenuti modello per esperimenti simili.
L’unica eccezione è Equilibrium Inc. – un gruppo di persone appena nello stadio di insediamento di una comunità intenzionale vicino a Sidney. Kalleinen e Kochta-Kalleinen inviarono una lettera aperta alle comunità invitandole a prendere parte ad un workshop e a scrivere un film romanzato su sé stesse. Le principali domande che gli artisti sottoposero alle comunità furono relative al continuo conflitto tra visione utopica e realtà comunitaria. Ciascuno dei quattro sceneggiatori furono filmati nell’ambiente della comunità, mentre agivano come membri della stessa.
http://www.ykon.org/kochta-kalleinen/utopia.html
Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen organizzano eventi, realizzano film e creano performance e lezioni. La loro collaborazione ha luogo ad Helsinki.
Petra Bauer
Rana (55 min, 2007)
Il 10 gennaio 2003, l’artista lesse un articolo nel giornale svedese Dagens Nyheter sulla ragazza musulmana tredicenne svedese che sposò ed ebbe un bambino da un ragazzo di diciotto anni del Libano. Benché l’articolo (intitolato “Uomo sposato considerato colpevole di aver fatto sesso con sua moglie”) presentasse una fotografia frammentaria di ciò che era accaduto, la descrizione dell’evento può essere vista come parte di un più ampio dibattito pubblico contemporaneo sulla cultura, l’Islam e i valori sociali generali, che è al centro dell’attenzione quasi ovunque in Svezia. Dopo aver letto l’articolo, l’artista cercò di capire quale voce e quale storia fosse rappresentata: era la voce della ragazza o era l’opinione dell’accusa, del Ministro del Welfare, dell’imam o ancora del giornalista che si rivela? Unendo interviste e creando una versione fittizia della storia, Rana tenta di tratteggiare un’immagine della situazione più complessa di quella che originalmente era presentata nell’articolo, esaminando chi potesse avere il potere di costruire una storia come questa e come e perché l’avesse fatto.
http://www.arsbalticatriennial.org/4th/artists/petra-bauer
Petra Bauer esplora come alcune storie pubbliche sono costruite, presentate e rappresentate nei mass media e nelle immagini commoventi. Vive e lavora a Stoccolma.
Lin + Lam
Unidentified Vietnam No. 18 (30 min, 2007)
Nel 1975, dopo la caduta di Saigon, la Biblioteca del Congresso acquisì una collezione di film dall’Ambasciata sud vietnamita, risalenti al periodo dagli anni ’50 agli anni ’70. Unidentified Vietnam No. 18 è il successore dei diciassette film della collezione intitolata solo “Unidentified Vietnam, #1-17”. Unidentified Vietnam No. 18 esamina la contestata relazione tra Vietnam e Stati Uniti, tra storia e propaganda, tra democrazia e costruzione della nazione. Ambientato ai giorni nostri, un archivista, uno studioso di film e un sudvietnamita in esilio discutono sugli intenti dei film di guerra.
I protagonisti scavano a fondo nei materiali dell’archivio, toccando le etichette deteriorate dei film, numerandoli tramite elenchi del catalogo e rivivendo il passato attraverso la ricostruzione dei gesti propagandistici. Immagini spettrali di una repubblica non più esistente messe in salvo sono collocate in corridoi simili a mausolei, ricordandoci cosa rimane non identificabile nel processo di recupero del passato. Attraverso queste azioni di recupero e ricordo, il film analizza come l’intervento degli Stati Uniti abbia fallito e considera i pericoli di una sua ripetizione.
http://linpluslam.com/projects.htm
Lin + Lam (Lana Lin e H. Lan Thao Lam) realizzano progetti multidisciplinari – fotografia, istallazioni, film e scrittura – che esaminano le conseguenze del passato per il momento socio-politico attuale. Lin + Lam lavorano a New York. www.linpluslam.com
Jenny Perlin
View from Elsewhere (22 min, 2002)
Migrazione, pregiudizio, intolleranza e violenza sono state viste come le inevitabili conseguenze di una cultura globale.
View from Elsewhere ci ricorda che la chiusura dei confini, le deportazioni e le restrizioni dei visti hanno tutte effetti reali, tangibili sulle vite individuali. Cucendo insieme frammenti di storie sull’immigrazione negli Stati Uniti e in Svizzera, il film presenta momenti in cui la memoria, l’immaginazione e la comunicazione ci uniscono l’un l’altro – istanti in cui il passato e il presente si incontrano.
http://www.nilrep.net/view-from-elsewhere/
Jenny Perlin è un artista di Brooklyn, New York.
John Menick
Occupation (21 min, 2006)
Occupation è un breve ritratto narrative di Malik, un venditore di cartoline senegalese senza tetto che vive a Aubervilliers, Francia. Vivendo nella sua auto, Malik segue una routine circolare in cui esplora gli spazi urbani di notte e vende le cartoline di sua produzione di giorno. Le cartoline sono il risultato dei suoi viaggi negli spazi periferici di Aubervilliers.
Evitando le rappresentazioni urbane tipiche turistiche, le cartoline di Malik si concentrano sui cavalcavia dell’autostrada, fabbriche dismesse e progetti residenziali. Il film mostra un giorno e una notte nella vita di Malik – una vita che è allo stesso tempo profondamente impigliata nella città e costantemente spinta ai suoi margini.
http://www.johnmenick.com/project/occupation
John Menick è un artista, film maker e scrittore di Brooklyn,New York.
Jim Finn
La Trinchera Luminosa del Presidente Gonzalo (60 min, 2007)
La Trinchera Luminosa del Presidente Gonzalo è la riproduzione di una giorno di vita nella prigione Canto Grande in Perù, seguendo donne guerriere del movimento Maoist Shining Path, dalle marce del mattino ai canti serali. Isolate in un’ala del carcere, le guerriere rifiutano di riconoscere che sono imprigionate. Il braccio del carcere in cui si trovano è semplicemente un altro fronte, o una “luminosa trincea di combattimento”, nella Guerra del Popolo. Il film mostra l’intenso indottrinamento e il sistema di convinzioni di questo movimento latino americano rivoltoso.
http://www.jimfinn.org/trinchera/trinchera_main.html
Jim Finn è un artista di New York, i cui film e video usano umorismo e finzione storica per esaminare le ideologie comuniste e capitaliste così come le pratiche artistiche rivoluzionarie.
24 – 25 aprile, Biennale Democrazia, Torino
Nel 2000 l’artista ha ancora un ruolo nella società? È in grado di attivare delle ritualità democratiche? O l’arte si colloca soltanto su un piano separato ed inconciliabile con la vita di tutti i giorni?
All’interno della prima edizione di Biennale Democrazia, che avrà luogo a Torino dal 22 al 26 aprile 2009, la sezione intitolata “Atti democratici” e curata da Luigi Coppola e Marko Stamenkovic, darà risposte a queste domande. Il progetto, che avrà una seconda tappa a Firenze dal 5 al 24 maggio in occasione del Festival Fabbrica Europa e una terza tappa a Bolzano a settembre, intende rilanciare il ruolo dell’artista come “attivatore di ritualità democratiche”, indagando il rapporto tra arte e democrazia.
Tra le azioni previste, verrà presentato Unmasked. Video e film di artisti in contestazione del sistema di regole, un programma di video/film curato da Elise Youn e Carlos Motta e prodotto dal New Museum, New York, 2008 Part of Museum as Hub, trasmesso in lingua originale e sottotitolato in inglese.
Unmasked: una maratona di video e film di artisti in contestazione del sistema di regole è una giornata di proiezioni di film e lavori video recenti che impiegano le strategie concettuali della produzione cinematografica di documentari a domande e politiche critiche di oppressione, discriminazione e violenza. Programmata dall’artista Carlos Motta, la proiezione include il lavoro di Dario Azzellini e Oliver Ressler, Petra Bauer, François Bucher, Jim Finn, Ashley Hunt, Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen, Lin + Lam, John Menick, Jenny Perlin, and Dmitry Vilensky. La maratona include anche "Charged in the Name of Terror," un breve programma di Paul Chan che racchiude I lavori di Mary Billyou e Annelisse Fifi, Paul Chan, Jim Fetterley e Angie Waller, e Susan Youssef.
I film e i lavori video di Unmasked portano all’attenzione il ruolo dell’artista come agente politico, che contesta la struttura egemonica dello stato, che interroga le strategie di segregazione di classe, di sesso e di razza e che espone la discriminazione contro le minoranze in centri urbani globalizzati. I lavori inoltre assumono la produzione di documentari come una forma che sfida la distinzione tra realtà e finzione per scoprire storie nascoste e represse, per esaminare l’uso della manipolazione delle ideologie e per proporre tattiche alternative di azione collettiva.
Carlos Motta (Bogotá, Colombia, 1978) è un artista che lavora a New York. Il suo progetto sperimentale di documentario, “The Good Life”, investiga la storia regionale, la percezione e gli effetti delle politiche interventiste degli Stati Uniti in America Latina, ed è attualmente in mostra presso l’Institute of Contemporary Art (ICA) in Philadelphia.
Elise Youn è Hub Fellow del New Museum. “Unmasked: una maratona di video e film di artisti contestante il sistema di regole” è parte di una serie di eventi informali organizzati da Youn per il museo per la presentazione inaugurale come Hub.
TORINO – CAVALLERIZA REALE
24 aprile 2009 ore 10.00-17.00
25 aprile 2009 ore 18.30-21.30
FIRENZE – CASA DELLA CREATIVITA'
7-8-9 maggio 2009 ore 18.30-21.30
14-15-16 maggio 2009 ore 18.30-21.30
PROGRAMMA E NOTE
Dario Azzellini & Oliver Ressler
5 Factories-Worker Control in Venezuela (81 min, 2006)
Le storie di cinque fabbriche venezuelane – una manifattura tessile, una fabbrica di alluminio, uno stabilimento di lavorazione di pomodori, uno di cacao ed uno della carta – dimostrano la recente evoluzione della sfera produttiva della campagna verso la proprietà e la gestione cooperativa. In ognuno dei casi presentati, i lavoratori lottano per forme diverse di autogestione, mentre sono supportati dal governo. I protagonisti del film – da lavoratori della linea di assemblaggio a manager – offrono visioni di metodi alternativi di organizzazione e controllo dei lavoratori nel processo produttivo. Ognuna delle cinque fabbriche segue diverse strategie di gestione cooperativa, produzione e coinvolgimento della comunità, ma tutte condividono una comune ricerca di modelli migliori di produzione collettiva, di relazioni comunitarie e di appagamento individuale.
http://www.ressler.at/5_factories/
Dario Azzellini è analista politico e film maker operante a Berlino e Caracas.www.azzellini.net
Oliver Ressler è un artista che opera a Vienna e organizza mostre su temi specifici, progetti nello spazio pubblico e video su argomenti come capitalismo globale, forme di resistenza e alternative sociali. www.ressler.at
François Bucher
White Balance (to think is for forget differences) (32 min, 2002)
White Balance (to think is to forget differences) è uno sforzo per mostrare le geografie del potere e le frontiere del privilegio. In fotografia, il termine “bilancio del bianco” si riferisce all’adattamento ottico che il cervello fa per compensare i cambiamenti dell’ambiente, assicurando che un oggetto bianco sia sempre visibile nonostante il colore della luce attorno. White Balance (to think is to forget differences) esamina come questo processo può operare in una società. Videoclip, segmenti di internet e immagini del centro di Manhattan prima e dopo l’attacco dell’11 settembre sono giustapposte a discorsi, colonne sonore e interviste per mostrare come l’accumulazione di media audiovisivi produce e distorce la realtà, creando brevi circuiti di significato. Il video riprende anche la più ampia questione etica, posta da Yvonne Rainer nel suo film Privilege. Per Bucher, che offre una meta-narrazione che tenta di descrivere i temi in gioco, è in qualche modo un fallimento comprendere i livelli di incomunicabilità nascosti nel concetto di “bianco”.
White Balance (to think is to forget differences) usa un linguaggio poetico per affrontare questo concetto.
François Bucher è un artista colombiano che opera a Berlino.
Dmitry Vilensky
Protest Match (28 min, 2006)
Nel giugno 2006, si è tenuto il Forum Sociale Russo in parallelo al Summit del G8 che aveva luogo a San Pietroburgo. Questo film documenta la paradossale situazione affrontata dai partecipanti del Forum: benché le autorità consentissero all’evento di avere luogo, fecero ogni sforzo per intimidire i delegati e limitare le loro attività. Anche prima che il Forum iniziasse, i Servizi di Sicurezza Federale Russi lanciarono “l’operazione barriera”, in cui più di duecento delegati che attraversavano la Russia furono trattenuti o furono ricattati perché non prendessero parte alle proteste.
Coloro che presero parte al Forum, furono liberi di riunirsi come volevano, ma solo all’interno di uno spazio facilmente isolabile – l’ex stadio di calcio decadente – e sotto stretta sorveglianza della polizia. Fuori dallo stadio, le copisterie si rifiutarono di stampare informazioni sul Forum, gli attivisti furono arrestati per aver appeso manifesti e le proteste furono velocemente soppresse. Protest Match descrive questi episodi attraverso una serie di interviste con attivisti politici russi, rivelando la paradossale situazione dell’attivismo russo al giorno d’oggi.
http://www.chtodelat.org/index.php?option=com_content&task=view&id=404&Itemid=173
Dmitry Vilensky è un artista che risiede a San Pietroburgo e membro del gruppo Chto Delat.
Ashley Hunt
Corrections (58 min, 2001)
Con quasi 2,2 milioni di persone in prigione, 7,5 volte più che nel 1970, gli Stati Uniti si trovano nella difficoltà di avere troppe poche prigioni di stato per il vasto numero di detenuti. Corrections esplora una risposta a questa crisi: il ritorno a prigioni private, dove amministratori politici di buon senso e città rurali spopolate investono nella costruzione di prigioni private, speculando sui profitti legati al numero crescente di prigionieri. Il film indaga questo ritorno come incrocio di storie – dove le carenze nel sistema giudiziario e le politiche di rigidità contro il crimine incontrano la distruzione del sistema sociale del welfare e dove l’eredità del razzismo e della povertà è integrata nei nuovi linguaggi politici della gestione aziendale e del governo del mercato.
http://www.correctionsproject.com/index.html
Ashley Hunt è un’artista, un’attivista e una scrittrice di Los Angeles.
CHARGED IN THE NAME OF TERROR (59 min, 2006-2007)
Un programma di Paul Chan
Charged in the name of terror è una serie in corso curata e prodotta dall’artista Paul Chan. Presenta video ritratti di attivisti, avvocati, artisti e semplici cittadini nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, accusati dal governo degli Stati Uniti di essere o aiutare i terroristi. Charged in the name of terror è stato “Selezione ufficiale” del Sundance Film Festival nel 2007.
http://www.nationalphilistine.com/charged/
Paul Chan
Untitled Video on Lynne Stewart and Her Conviction, The Law and Poetry (18 min, 2006)
Questo video è un semplice e commovente ritratto di Lynne F. Stewart, l’avvocato di New York accusata nel 2005 di aver aiutato il terrorismo islamico trasmettendo messaggi fuori dalla prigione per un cliente che stava difendendo, Sheik Omar Abdel Rahman. Ora, radiata dall’albo, Lynne F. Stewart sta scontando una sentenza di trenta anni di prigione. Nel ritratto, parla della sua vita come bibliotecaria di una scuola elementare, attivista e avvocato e recita poesie di Blake, Brecht e Ashbury.
Paul Chan è un artista che vive e lavora a New York.
Jim Fetterley e Angie Waller
Steve Kurtz Waiting (16 min, 2006)
L’11 maggio 2004, Steve Kurtz chiamò il 911 per riferire che Hope, sua moglie di venti anni, non aveva più reazioni.
Quando i paramedici arrivarono a casa sua, uno di loro notò che Kurtz aveva attrezzature da laboratorio, che utilizzava nelle sue mostre d’arte. I paramedici denunciarono questa scoperta alla polizia e l’FBI di conseguenza mise i sigilli a casa sua. Steve Kurtz Waiting è un video ritratto di Kurtz in un momento di incertezza e attesa poiché la causa giudiziaria proseguì. Attraverso una serie di interviste casuali, Kurtz rivela una calma ammirabile, un vivace umorismo e la sua forte volontà di proseguire il proprio ruolo di artista, nonostante mesi di stretta sorveglianza e di continui interrogatori del governo – tutti, da notare, hanno avuto luogo in aggiunta al cordoglio per la sua partner.
Jim Fetterley è un artista di Los Angeles.
Angie Waller è un’artista di New York.
Susan Youssef
For the Least (7 min, 2007)
For the Least è un breve documentario sui cattolici americani che hanno manifestato contro il campo di detenzione della Baia di Guantanamo per portare conforto spirituale ai prigionieri e la fine alla tortura che stanno subendo.
Susan Youssef è una film maker di Brooklyn, New York.
Mary Billyou e Annelisse Fifi,
Mohamed Yousry: A Life Stands Still (20 min, 2006)
Mohamed Yousry: A Life Stands Still è un documentario su Mohamed Yousry, un cittadino americano naturalizzato, la cui vita è cambiata radicalmente dopo l’11 settembre 2001. Yousry immigrò negli Stati Uniti dall’Egitto nel 1980. Per i successivi venti anni, condusse una vita piena e felice – come marito, padre, docente e interprete. Il 13 settembre 2001, Yousry è stato avvicinato dal FBI sulla sua porta di casa nel Queens, a New York.
Ora, Yousry ha fatto ricorso alla sua sentenza di prigionia ed è in attesa di scoprire cosa gli riserverà il destino.
Mary Billyou e Annelisse Fifi sono artisti che vivono e lavorano a New York.
Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen
The Making of Utopia (60 min, 2006)
Questo film ritrae quattro comunità utopiche in Australia: Bodhi Farm, Dharmananda, Equilibrium Inc., e Moora Moora. L’Australia ha una lunga storia di comunità utopiche che risalgono al 19esimo secolo. Un grande numero di comunità si sono insediate nel periodo successivo al festival Aquarius – la versione australiana del Woodstock – tenuto nell’area rurale di Nimbin nel 1973. Alcuni partecipanti del festival si stabilirono nell’area trasformando le fantasie di condivisione della terra in realtà. Mentre la maggior parte delle comunità nate dopo Aquarius si disintegrarono, i protagonisti di The Making of Utopia sono riusciti a mantenere uno stile di vita comunitario per più di trenta anni e sono divenuti modello per esperimenti simili.
L’unica eccezione è Equilibrium Inc. – un gruppo di persone appena nello stadio di insediamento di una comunità intenzionale vicino a Sidney. Kalleinen e Kochta-Kalleinen inviarono una lettera aperta alle comunità invitandole a prendere parte ad un workshop e a scrivere un film romanzato su sé stesse. Le principali domande che gli artisti sottoposero alle comunità furono relative al continuo conflitto tra visione utopica e realtà comunitaria. Ciascuno dei quattro sceneggiatori furono filmati nell’ambiente della comunità, mentre agivano come membri della stessa.
http://www.ykon.org/kochta-kalleinen/utopia.html
Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleinen organizzano eventi, realizzano film e creano performance e lezioni. La loro collaborazione ha luogo ad Helsinki.
Petra Bauer
Rana (55 min, 2007)
Il 10 gennaio 2003, l’artista lesse un articolo nel giornale svedese Dagens Nyheter sulla ragazza musulmana tredicenne svedese che sposò ed ebbe un bambino da un ragazzo di diciotto anni del Libano. Benché l’articolo (intitolato “Uomo sposato considerato colpevole di aver fatto sesso con sua moglie”) presentasse una fotografia frammentaria di ciò che era accaduto, la descrizione dell’evento può essere vista come parte di un più ampio dibattito pubblico contemporaneo sulla cultura, l’Islam e i valori sociali generali, che è al centro dell’attenzione quasi ovunque in Svezia. Dopo aver letto l’articolo, l’artista cercò di capire quale voce e quale storia fosse rappresentata: era la voce della ragazza o era l’opinione dell’accusa, del Ministro del Welfare, dell’imam o ancora del giornalista che si rivela? Unendo interviste e creando una versione fittizia della storia, Rana tenta di tratteggiare un’immagine della situazione più complessa di quella che originalmente era presentata nell’articolo, esaminando chi potesse avere il potere di costruire una storia come questa e come e perché l’avesse fatto.
http://www.arsbalticatriennial.org/4th/artists/petra-bauer
Petra Bauer esplora come alcune storie pubbliche sono costruite, presentate e rappresentate nei mass media e nelle immagini commoventi. Vive e lavora a Stoccolma.
Lin + Lam
Unidentified Vietnam No. 18 (30 min, 2007)
Nel 1975, dopo la caduta di Saigon, la Biblioteca del Congresso acquisì una collezione di film dall’Ambasciata sud vietnamita, risalenti al periodo dagli anni ’50 agli anni ’70. Unidentified Vietnam No. 18 è il successore dei diciassette film della collezione intitolata solo “Unidentified Vietnam, #1-17”. Unidentified Vietnam No. 18 esamina la contestata relazione tra Vietnam e Stati Uniti, tra storia e propaganda, tra democrazia e costruzione della nazione. Ambientato ai giorni nostri, un archivista, uno studioso di film e un sudvietnamita in esilio discutono sugli intenti dei film di guerra.
I protagonisti scavano a fondo nei materiali dell’archivio, toccando le etichette deteriorate dei film, numerandoli tramite elenchi del catalogo e rivivendo il passato attraverso la ricostruzione dei gesti propagandistici. Immagini spettrali di una repubblica non più esistente messe in salvo sono collocate in corridoi simili a mausolei, ricordandoci cosa rimane non identificabile nel processo di recupero del passato. Attraverso queste azioni di recupero e ricordo, il film analizza come l’intervento degli Stati Uniti abbia fallito e considera i pericoli di una sua ripetizione.
http://linpluslam.com/projects.htm
Lin + Lam (Lana Lin e H. Lan Thao Lam) realizzano progetti multidisciplinari – fotografia, istallazioni, film e scrittura – che esaminano le conseguenze del passato per il momento socio-politico attuale. Lin + Lam lavorano a New York. www.linpluslam.com
Jenny Perlin
View from Elsewhere (22 min, 2002)
Migrazione, pregiudizio, intolleranza e violenza sono state viste come le inevitabili conseguenze di una cultura globale.
View from Elsewhere ci ricorda che la chiusura dei confini, le deportazioni e le restrizioni dei visti hanno tutte effetti reali, tangibili sulle vite individuali. Cucendo insieme frammenti di storie sull’immigrazione negli Stati Uniti e in Svizzera, il film presenta momenti in cui la memoria, l’immaginazione e la comunicazione ci uniscono l’un l’altro – istanti in cui il passato e il presente si incontrano.
http://www.nilrep.net/view-from-elsewhere/
Jenny Perlin è un artista di Brooklyn, New York.
John Menick
Occupation (21 min, 2006)
Occupation è un breve ritratto narrative di Malik, un venditore di cartoline senegalese senza tetto che vive a Aubervilliers, Francia. Vivendo nella sua auto, Malik segue una routine circolare in cui esplora gli spazi urbani di notte e vende le cartoline di sua produzione di giorno. Le cartoline sono il risultato dei suoi viaggi negli spazi periferici di Aubervilliers.
Evitando le rappresentazioni urbane tipiche turistiche, le cartoline di Malik si concentrano sui cavalcavia dell’autostrada, fabbriche dismesse e progetti residenziali. Il film mostra un giorno e una notte nella vita di Malik – una vita che è allo stesso tempo profondamente impigliata nella città e costantemente spinta ai suoi margini.
http://www.johnmenick.com/project/occupation
John Menick è un artista, film maker e scrittore di Brooklyn,New York.
Jim Finn
La Trinchera Luminosa del Presidente Gonzalo (60 min, 2007)
La Trinchera Luminosa del Presidente Gonzalo è la riproduzione di una giorno di vita nella prigione Canto Grande in Perù, seguendo donne guerriere del movimento Maoist Shining Path, dalle marce del mattino ai canti serali. Isolate in un’ala del carcere, le guerriere rifiutano di riconoscere che sono imprigionate. Il braccio del carcere in cui si trovano è semplicemente un altro fronte, o una “luminosa trincea di combattimento”, nella Guerra del Popolo. Il film mostra l’intenso indottrinamento e il sistema di convinzioni di questo movimento latino americano rivoltoso.
http://www.jimfinn.org/trinchera/trinchera_main.html
Jim Finn è un artista di New York, i cui film e video usano umorismo e finzione storica per esaminare le ideologie comuniste e capitaliste così come le pratiche artistiche rivoluzionarie.
24
aprile 2009
Atti democratici – Film/video / Unmasked
Dal 24 al 25 aprile 2009
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
performance - happening
serata - evento
Location
CAVALLERIZZA REALE
Torino, Via Giuseppe Verdi, 9, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Verdi, 9, (Torino)
Orario di apertura
24 aprile 2009 ore 10.00-17.00 e 25 aprile ore 18.30-21.30
Sito web
www.biennaledemocrazia.it
Autore
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