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Attilio Del Comune – 1960-2000
Nel decennale della morte di Attilio Del Comune il Museo di Fotografia Contemporanea dedica al fotografo, del quale conserva l’intera opera (circa 100.000 immagini, tra stampe e negativi, che datano dalla fine degli anni Cinquanta al 2000), una mostra incentrata sul ritratto, il tema sul quale egli ha più lungamente e appassionatamente lavorato.
Comunicato stampa
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Nel decennale della morte di Attilio Del Comune il Museo di Fotografia Contemporanea dedica al fotografo, del quale conserva l’intera opera (circa 100.000 immagini, tra stampe e negativi, che datano dalla fine degli anni Cinquanta al 2000), una mostra incentrata sul ritratto, il tema sul quale egli ha più lungamente e appassionatamente lavorato.
A proposito del ritratto, così egli scrive nel 1988: “Ci sono arrivato perché era qualcosa che cercavo sempre di più passando da una fotografia a un’altra fotografia. Perché forse c’è una logica nel cercare e nel cambiare che ti induce a fermarti al punto giusto. O forse cercando ancora un’altra immagine ti puoi infine ritrovare al punto di partenza: la raffigurazione più naturale, primordiale, complessa e intrigante, semplice e difficoltosa, magica e affascinante: la raffigurazione di una persona”.
Nel suo lavoro Attilio Del Comune unisce sensibilità e rispetto verso la persona, altissima abilità tecnica nell’uso della luce, della posa, dello sfondo, impostazione semplice e classica fedele alla grande tradizione iconografica del ritratto di studio.
In mostra cinque ricerche molto importanti dell’autore: Jazz Portrait (anni '60), Ambrosiani (1985), La scena artistica milanese (1987), Famigliona (1984), Doppio ritratto (1995), in forma di proiezione.
Attilio Del Comune nasce a Mantova il 12 giugno 1928. Dopo il Liceo classico e studi di Legge all’Università degli Studi di Milano, si occupa di cinema e nel 1953 produce tre cortometraggi per la RAI. Nel 1955 si sposa con Denise Rodrigues, da cui ha due figli. Dal 1957 è attivo come ritrattista e fotografo industriale e pubblicitario, lavorando per importanti industrie italiane e straniere. Accanto all’attività professionale svolge anche personali ricerche realizzando still life, per esempio di strumenti del lavoro artigianale (la serie intitolata Ferri del mestiere) e di oggetti di antiquariato e modernariato, e composizioni astratte a partire da elementi vegetali. La mostra Sui cimiteri (Biblioteca Sormani,1964), dedicata alle epigrafi e alla statuaria cimiteriale, fa parte di queste prime ricerche.
Del Comune si dedica anche al paesaggio, per esempio quello dei luoghi a lui familiari: i dintorni della casa di campagna a Barquedo in Piemonte e la città di Milano, oltre che luoghi di vacanza e di viaggi (Venezia, Rimini, Riccione, Parigi, Mosca). Negli anni Settanta egli è anche rappresentante per l’estero dell’AFIP (Associazione Fotografi Italiani Professionisti), incarico che lo porta a viaggiare molto. Ma al centro della sua ricerca sta il ritratto. La figura umana è già molto presente nella fotografia pubblicitaria e interessa l’autore fin dall’inizio della sua attività: lo testimoniano la serie Gente, lavoro, vita degli anni Sessanta e i ritratti di alcuni grandi jazzisti in concerto dello stesso periodo (che poi comporranno la mostra Jazz portrait, esposta ad Arona nel 1998). Il tema viene però approfondito soprattutto con gli anni Ottanta, con le mostre Ambrosiani (Studio Marconi, 1985) e La scena artistica milanese (Galleria Il Diaframma,1987), dedicate a personalità del mondo economico, politico e artistico milanese. A queste si affiancano sia i ritratti per le riviste “Capital”, “Plus” e “Gente Money”, sia le fotografie dedicate alla grande comunità familiare di Villa Pizzone (la Famigliona). Il profondo interesse per il volto umano si esprime infine nella serie realizzata per la mostra Doppio ritratto (Sacro Monte di Orta, 1995), avente per oggetto le seicentesche statue in cotto policromo del Sacro Monte di Orta: ritratti di ritratti che riflettono sull’idea stessa di rappresentazione.
Gli ultimi dieci anni della sua vita sono segnati da problemi di salute, che a partire dal 1992 lo costringono a ridimensionare la sua attività. Muore a Milano il 26 marzo 2000.
A proposito del ritratto, così egli scrive nel 1988: “Ci sono arrivato perché era qualcosa che cercavo sempre di più passando da una fotografia a un’altra fotografia. Perché forse c’è una logica nel cercare e nel cambiare che ti induce a fermarti al punto giusto. O forse cercando ancora un’altra immagine ti puoi infine ritrovare al punto di partenza: la raffigurazione più naturale, primordiale, complessa e intrigante, semplice e difficoltosa, magica e affascinante: la raffigurazione di una persona”.
Nel suo lavoro Attilio Del Comune unisce sensibilità e rispetto verso la persona, altissima abilità tecnica nell’uso della luce, della posa, dello sfondo, impostazione semplice e classica fedele alla grande tradizione iconografica del ritratto di studio.
In mostra cinque ricerche molto importanti dell’autore: Jazz Portrait (anni '60), Ambrosiani (1985), La scena artistica milanese (1987), Famigliona (1984), Doppio ritratto (1995), in forma di proiezione.
Attilio Del Comune nasce a Mantova il 12 giugno 1928. Dopo il Liceo classico e studi di Legge all’Università degli Studi di Milano, si occupa di cinema e nel 1953 produce tre cortometraggi per la RAI. Nel 1955 si sposa con Denise Rodrigues, da cui ha due figli. Dal 1957 è attivo come ritrattista e fotografo industriale e pubblicitario, lavorando per importanti industrie italiane e straniere. Accanto all’attività professionale svolge anche personali ricerche realizzando still life, per esempio di strumenti del lavoro artigianale (la serie intitolata Ferri del mestiere) e di oggetti di antiquariato e modernariato, e composizioni astratte a partire da elementi vegetali. La mostra Sui cimiteri (Biblioteca Sormani,1964), dedicata alle epigrafi e alla statuaria cimiteriale, fa parte di queste prime ricerche.
Del Comune si dedica anche al paesaggio, per esempio quello dei luoghi a lui familiari: i dintorni della casa di campagna a Barquedo in Piemonte e la città di Milano, oltre che luoghi di vacanza e di viaggi (Venezia, Rimini, Riccione, Parigi, Mosca). Negli anni Settanta egli è anche rappresentante per l’estero dell’AFIP (Associazione Fotografi Italiani Professionisti), incarico che lo porta a viaggiare molto. Ma al centro della sua ricerca sta il ritratto. La figura umana è già molto presente nella fotografia pubblicitaria e interessa l’autore fin dall’inizio della sua attività: lo testimoniano la serie Gente, lavoro, vita degli anni Sessanta e i ritratti di alcuni grandi jazzisti in concerto dello stesso periodo (che poi comporranno la mostra Jazz portrait, esposta ad Arona nel 1998). Il tema viene però approfondito soprattutto con gli anni Ottanta, con le mostre Ambrosiani (Studio Marconi, 1985) e La scena artistica milanese (Galleria Il Diaframma,1987), dedicate a personalità del mondo economico, politico e artistico milanese. A queste si affiancano sia i ritratti per le riviste “Capital”, “Plus” e “Gente Money”, sia le fotografie dedicate alla grande comunità familiare di Villa Pizzone (la Famigliona). Il profondo interesse per il volto umano si esprime infine nella serie realizzata per la mostra Doppio ritratto (Sacro Monte di Orta, 1995), avente per oggetto le seicentesche statue in cotto policromo del Sacro Monte di Orta: ritratti di ritratti che riflettono sull’idea stessa di rappresentazione.
Gli ultimi dieci anni della sua vita sono segnati da problemi di salute, che a partire dal 1992 lo costringono a ridimensionare la sua attività. Muore a Milano il 26 marzo 2000.
11
dicembre 2010
Attilio Del Comune – 1960-2000
Dall'undici dicembre 2010 al 20 marzo 2011
fotografia
Location
MUFOCO – MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA – VILLA GHIRLANDA
Cinisello Balsamo, Via Giovanni Frova, 10, (Milano)
Cinisello Balsamo, Via Giovanni Frova, 10, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19. Chiuso lunedì e martedì chiuso al pubblico
dall'1 al 31 agosto 2010
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 17
Autore
Curatore