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Attilio Scimone – Multiverso
Attilio Scimone dialoga con la luce e le sue opere rivelano quegli aspetti inattesi della natura, delle cose, delle persone. Visioni di scenari possibili che esistono realmente nelle loro singole parti, ma che spesso non vengono accolte dallo sguardo di un mondo perso nella quotidiana corsa di un presente frenetico
Comunicato stampa
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La mostra “multiverso” dell’artista Attilio Scimone allo SPAZIOVITALEin di Catania è l’esempio più intimo che lega due aspetti complementari che concorrono a definire la “forma dell’arte”: sperimentazione ed azione.
Nel testo di Antonio Vitale che accompagna questa mostra leggiamo una precisa tendenza tracciata da Attilio Scimone, ovvero: “Tale volontà si traduce in “multiverso” che diventa con queste opere manifesto di un modo non a senso unico di vedere le cose: un personale inno al pensiero libero. […]
La sua opera pre-vede, ma cerca anche l’imprevisto, i cortocircuiti semantici tra immagine, oggetto e scrittura. Ed è a proposito di “scrittura” che la determinazione ideativa di Scimone sprofonda con tutta se stessa nel lirismo di una rivisitata neo “poesia-visiva”, con opere dal timbro asciutto ed epigrafico, dove l’alfabeto segnico concepito è, a volte, il risultato espressivo di una natura ordinata, altre, l’approdo randomico e distratto di un avvicinamento che accomuna oggetti diversi per natura e destino. Il risultato diventa, in pieno spirito di “scrittura visuale”, una voce che non informa ma che allude, un racconto che dichiara un’intenzione fino ai limiti dell’accadimento. […]
Scimone si appropria di categorie estetiche e ne dà un’interpretazione originale, quasi sempre non ortodossa attraverso della “segnature” sottili, graffiature singole o multiple, assiepate di buio o accecate di luce. Il segno come il graffio diventa elemento minimo legato al valore del singolo sentimento, all’idea di quella “bellezza” che come dice Goethe è “ferita”. Questa sua inconfondibile impronta polarizzata all’esaltazione della fuggevolezza del segno, che nel confondimento dei contorni non annulla l’opaca “corporeità” delle cose, lo pone come figura significativa della fotografia contemporanea.”
Attilio Scimone dialoga con la luce e le sue opere rivelano quegli aspetti inattesi della natura, delle cose, delle persone. Visioni di scenari possibili che esistono realmente nelle loro singole parti, ma che spesso non vengono accolte dallo sguardo di un mondo perso nella quotidiana corsa di un presente frenetico.
Dalla fine degli anni ‘70 inizia una ricerca sui materiali che gli consentono di sperimentare trattamenti particolari con prodotti chimici, realizzando delle immagini nelle quali la profondità dei neri e i tagli della luce si fondono in un rapporto sempre più preciso e controllato. In particolare, comincia un’esplorazione all’interno della stessa emulsione fotografica, per cui i neri profondi delle immagini sono asportati dal supporto cartaceo. E’ il tempo de “l’incisione fotografica”.
Jean Claude Lemagny scrive parlando delle sue opere: “[…] Tutti i pezzi della materia tendono a migrare lentamente gli uni verso gli altri. La loro vocazione profonda è di agglomerarsi. Il fotografo può sceglierli nel momento in cui essi si solidificano in un bassorilievo continuo; può anche sceglierli quando nuotano, dispersi, come schegge nella luce…”.
INFO MOSTRA
ATTILIO SCIMONE
“multiverso”
a cura di Antonio Vitale
inaugurazione - sabato 28 febbraio, ore 18
A.C. “SPAZIOVITALEin” – via Milano 20, Catania
coordinamento di Giuseppe Vitale
mostra visitabile fino a martedì 17 marzo 2015
martedì>sabato –16.30>20.00
domenica – 10.30>12.30
per info e prenotazioni visita mostra
(t) +39 095 371010 / (c) +39 340 1500159
info@spaziovitalein.it
www.spaziovitalein.it
www.attilioscimone.com
ingresso libero
catalogo in galleria
Nel testo di Antonio Vitale che accompagna questa mostra leggiamo una precisa tendenza tracciata da Attilio Scimone, ovvero: “Tale volontà si traduce in “multiverso” che diventa con queste opere manifesto di un modo non a senso unico di vedere le cose: un personale inno al pensiero libero. […]
La sua opera pre-vede, ma cerca anche l’imprevisto, i cortocircuiti semantici tra immagine, oggetto e scrittura. Ed è a proposito di “scrittura” che la determinazione ideativa di Scimone sprofonda con tutta se stessa nel lirismo di una rivisitata neo “poesia-visiva”, con opere dal timbro asciutto ed epigrafico, dove l’alfabeto segnico concepito è, a volte, il risultato espressivo di una natura ordinata, altre, l’approdo randomico e distratto di un avvicinamento che accomuna oggetti diversi per natura e destino. Il risultato diventa, in pieno spirito di “scrittura visuale”, una voce che non informa ma che allude, un racconto che dichiara un’intenzione fino ai limiti dell’accadimento. […]
Scimone si appropria di categorie estetiche e ne dà un’interpretazione originale, quasi sempre non ortodossa attraverso della “segnature” sottili, graffiature singole o multiple, assiepate di buio o accecate di luce. Il segno come il graffio diventa elemento minimo legato al valore del singolo sentimento, all’idea di quella “bellezza” che come dice Goethe è “ferita”. Questa sua inconfondibile impronta polarizzata all’esaltazione della fuggevolezza del segno, che nel confondimento dei contorni non annulla l’opaca “corporeità” delle cose, lo pone come figura significativa della fotografia contemporanea.”
Attilio Scimone dialoga con la luce e le sue opere rivelano quegli aspetti inattesi della natura, delle cose, delle persone. Visioni di scenari possibili che esistono realmente nelle loro singole parti, ma che spesso non vengono accolte dallo sguardo di un mondo perso nella quotidiana corsa di un presente frenetico.
Dalla fine degli anni ‘70 inizia una ricerca sui materiali che gli consentono di sperimentare trattamenti particolari con prodotti chimici, realizzando delle immagini nelle quali la profondità dei neri e i tagli della luce si fondono in un rapporto sempre più preciso e controllato. In particolare, comincia un’esplorazione all’interno della stessa emulsione fotografica, per cui i neri profondi delle immagini sono asportati dal supporto cartaceo. E’ il tempo de “l’incisione fotografica”.
Jean Claude Lemagny scrive parlando delle sue opere: “[…] Tutti i pezzi della materia tendono a migrare lentamente gli uni verso gli altri. La loro vocazione profonda è di agglomerarsi. Il fotografo può sceglierli nel momento in cui essi si solidificano in un bassorilievo continuo; può anche sceglierli quando nuotano, dispersi, come schegge nella luce…”.
INFO MOSTRA
ATTILIO SCIMONE
“multiverso”
a cura di Antonio Vitale
inaugurazione - sabato 28 febbraio, ore 18
A.C. “SPAZIOVITALEin” – via Milano 20, Catania
coordinamento di Giuseppe Vitale
mostra visitabile fino a martedì 17 marzo 2015
martedì>sabato –16.30>20.00
domenica – 10.30>12.30
per info e prenotazioni visita mostra
(t) +39 095 371010 / (c) +39 340 1500159
info@spaziovitalein.it
www.spaziovitalein.it
www.attilioscimone.com
ingresso libero
catalogo in galleria
28
febbraio 2015
Attilio Scimone – Multiverso
Dal 28 febbraio al 17 marzo 2015
fotografia
Location
SPAZIOVITALE
Catania, Via Milano, 20, (Catania)
Catania, Via Milano, 20, (Catania)
Orario di apertura
martedì>sabato –16.30>20.00, domenica – 10.30>12.30
Vernissage
28 Febbraio 2015, ore 18
Autore
Curatore