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Attori/spettatori
mostra di video arte italiana
Comunicato stampa
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Chi osserva e chi è osservato? Chi sono i performer e chi è il pubblico? In un’epoca di videosorveglianza globale, in una dimensione di reality show che prolunga la finzione nell’esistenza e l’esistenza nella finzione, è davvero difficile delimitare con nettezza i confini che separano lo spazio della scena e quello della platea. Attori/spettatori è una selezione di video sperimentali italiani - curata da Bruno Di Marino - realizzati da artisti e videomaker di diversa formazione, che riflette sul “paradosso dell’attore”.
Il programma, della durata di circa 75 minuti - cui si aggiunge il corto Di tre colori e d’una dimensione di Raffaele Curi, realizzato da Stefano Pistolini e Massimo Salvucci, con Dominique Sanda, Olivia Magnani, Olimpia Carlisi e Vincenzo Cantatore - sarà presentato in anteprima assoluta su grande schermo all’interno della sezione Extra della Festa del cinema di Roma il 21 ottobre. Il giorno dopo, il 22 ottobre, i 15 video saranno invece visibili alla Fondazione Alda Fendi sotto forma installativa, trasmessi su altrettanti monitor, nell’ambito di un allestimento ideato da Raffaele Curi. Il 25 ottobre il programma sarà replicato, sempre su grande schermo, al Brancaleone, con l’intervento degli autori che presenteranno i lavori al pubblico.
Protagoniste di molti video sono donne: artiste che lavorano con il (proprio) corpo: Sara Basta (Non guardarmi) e Daniela Perego (Attraverso) e Mariana Ferratto (Senza titolo), che mettono al centro del loro immaginario lo sguardo. Le prime due sono autrici di video molto semplici, basate sul piano-sequenza, lavori in qualche modo speculari, sulla paura/desiderio di essere guardati (o ignorati) dagli altri; la terza invece costruisce un discorso tra passato e presente sul rapporto di identificazione tra madre e figlia. Come un pendant, a questi video si contrappongono altri tre lavori interpretati da attrici di cinema e teatro, che danno corpo ad ossessioni, parole e visioni maschili, oltrepassando la logica narrativa e muovendosi nell’ambito di un happening de-localizzato, in linea con il concetto di recitazione, tema al centro della Festa del cinema di Roma: da Sonia Bergamasco, che in Altrove con il suo nome, realizzato da Silvia Di Domenico e Giulio Latini, diventa un paesaggio naturale su cui tracciare e fondere la scrittura poetica e quella musicale, a Mita Medici e Lucilla Landi che ridanno voce, tra video e teatro, al Sutra del Kama di Vatsyayana (Sutra Squeeze, realizzato da Andrea Marfori) a Piera Degli Esposti, retina pietrificata che assorbe idealmente tutte le visioni psicomotorie del cinema, da Keaton a Bergman (4 B Movie di Antonello Matarazzo), ma anche donna che recita e si confessa in Lettera d’amore a Robert Mitchum di Francesco Vaccaro.
Gli altri lavori ruotano invece su un’idea più ampia dell’espressività e della vitalità corporea, strumento di comunicazione in codice (una messa di Mozart tradotta nel linguaggio dei sordomuti: Kyrie di Leonardo Carrano e Alessandro Pierattini), metafora di una ritualità sospesa tra antico e moderno (il Giappone hi-tech si sovrappone al fidanzamento della figlia dell’imperatore in Edo no hana di Manuele Bossolasco; i corpi-replicanti di Omologenetic - realizzato da Luca Attilii - ricercano ancora un atto erotico interrompendo il loro balletto meccanico; i corpi “d’archivio” di Io/la religione del mio termpo (un video di Maria Arena) mimano i tic della società borghese). La perversa fascinazione che si crea tra il performer e la sua audience (il pontefice in Searching dei Globalgroove; la folla-gregge di The Last Man on the Earth di Fabio Massimo Iaquone), conduce al totale svuotamento della parola, della scena, del senso: Artaud e Magritte davanti a un mare tanto vero da sembrare finto, preannunciando una catastrofe che è imminente (Niente di Guendalina Salini).
Attori/spettatori si presenta insomma come un catalogo dei molti possibili modi di scrivere il e con il corpo, il quale - come scrive Jean-Luc Nancy - «eccede il linguaggio di un niente, di un niente di niente, è una parola come un’altra, assolutamente al suo posto (al suo posto perfino in molti posti possibili), che fa soltanto una sporgenza piccolissima, un’escrescenza minuscola che, però, non si riassorbe mai».
- Globalgroove, Searching, 2007, 1’, colore
- Leonardo Carrano, Alessandro Pierattini, Kyrie, 2007, 2’50”, colore
- Manuele Bossolasco, Edo no hana, 2007, 9’, colore
- Luca Attilii, Omologenetic, 2007, 4’, colore
- Daniela Perego, Attraverso (II), 2007, 4’, colore
- Mariana Ferratto, Senza titolo, 2007, 3’, colore
- Sara Basta, Non guardarmi, 2007, 6’, colore
- Maria Arena, Io/la religione del mio tempo, 2007, 4’15”, b/n e colore
- Guendalina Salini, Niente, 2007, 3’40”, colore
- Fabio Massimo Iaquone, The Last Man on the Earth, 2007, 7’, colore
- Francesco Vaccaro, Lettera d’amore a Robert Mitchum, 2007, 5’, colore
- Silvia Di Domenico, Giulio Latini, Altrove con il suo nome, 2007, 12’40”, colore
- Andrea Marfori, Sutra Squeeze, 2007, 5’, colore
- Antonello Matarazzo, 4 B Movie, 2007, 5’, colore
Il programma, della durata di circa 75 minuti - cui si aggiunge il corto Di tre colori e d’una dimensione di Raffaele Curi, realizzato da Stefano Pistolini e Massimo Salvucci, con Dominique Sanda, Olivia Magnani, Olimpia Carlisi e Vincenzo Cantatore - sarà presentato in anteprima assoluta su grande schermo all’interno della sezione Extra della Festa del cinema di Roma il 21 ottobre. Il giorno dopo, il 22 ottobre, i 15 video saranno invece visibili alla Fondazione Alda Fendi sotto forma installativa, trasmessi su altrettanti monitor, nell’ambito di un allestimento ideato da Raffaele Curi. Il 25 ottobre il programma sarà replicato, sempre su grande schermo, al Brancaleone, con l’intervento degli autori che presenteranno i lavori al pubblico.
Protagoniste di molti video sono donne: artiste che lavorano con il (proprio) corpo: Sara Basta (Non guardarmi) e Daniela Perego (Attraverso) e Mariana Ferratto (Senza titolo), che mettono al centro del loro immaginario lo sguardo. Le prime due sono autrici di video molto semplici, basate sul piano-sequenza, lavori in qualche modo speculari, sulla paura/desiderio di essere guardati (o ignorati) dagli altri; la terza invece costruisce un discorso tra passato e presente sul rapporto di identificazione tra madre e figlia. Come un pendant, a questi video si contrappongono altri tre lavori interpretati da attrici di cinema e teatro, che danno corpo ad ossessioni, parole e visioni maschili, oltrepassando la logica narrativa e muovendosi nell’ambito di un happening de-localizzato, in linea con il concetto di recitazione, tema al centro della Festa del cinema di Roma: da Sonia Bergamasco, che in Altrove con il suo nome, realizzato da Silvia Di Domenico e Giulio Latini, diventa un paesaggio naturale su cui tracciare e fondere la scrittura poetica e quella musicale, a Mita Medici e Lucilla Landi che ridanno voce, tra video e teatro, al Sutra del Kama di Vatsyayana (Sutra Squeeze, realizzato da Andrea Marfori) a Piera Degli Esposti, retina pietrificata che assorbe idealmente tutte le visioni psicomotorie del cinema, da Keaton a Bergman (4 B Movie di Antonello Matarazzo), ma anche donna che recita e si confessa in Lettera d’amore a Robert Mitchum di Francesco Vaccaro.
Gli altri lavori ruotano invece su un’idea più ampia dell’espressività e della vitalità corporea, strumento di comunicazione in codice (una messa di Mozart tradotta nel linguaggio dei sordomuti: Kyrie di Leonardo Carrano e Alessandro Pierattini), metafora di una ritualità sospesa tra antico e moderno (il Giappone hi-tech si sovrappone al fidanzamento della figlia dell’imperatore in Edo no hana di Manuele Bossolasco; i corpi-replicanti di Omologenetic - realizzato da Luca Attilii - ricercano ancora un atto erotico interrompendo il loro balletto meccanico; i corpi “d’archivio” di Io/la religione del mio termpo (un video di Maria Arena) mimano i tic della società borghese). La perversa fascinazione che si crea tra il performer e la sua audience (il pontefice in Searching dei Globalgroove; la folla-gregge di The Last Man on the Earth di Fabio Massimo Iaquone), conduce al totale svuotamento della parola, della scena, del senso: Artaud e Magritte davanti a un mare tanto vero da sembrare finto, preannunciando una catastrofe che è imminente (Niente di Guendalina Salini).
Attori/spettatori si presenta insomma come un catalogo dei molti possibili modi di scrivere il e con il corpo, il quale - come scrive Jean-Luc Nancy - «eccede il linguaggio di un niente, di un niente di niente, è una parola come un’altra, assolutamente al suo posto (al suo posto perfino in molti posti possibili), che fa soltanto una sporgenza piccolissima, un’escrescenza minuscola che, però, non si riassorbe mai».
- Globalgroove, Searching, 2007, 1’, colore
- Leonardo Carrano, Alessandro Pierattini, Kyrie, 2007, 2’50”, colore
- Manuele Bossolasco, Edo no hana, 2007, 9’, colore
- Luca Attilii, Omologenetic, 2007, 4’, colore
- Daniela Perego, Attraverso (II), 2007, 4’, colore
- Mariana Ferratto, Senza titolo, 2007, 3’, colore
- Sara Basta, Non guardarmi, 2007, 6’, colore
- Maria Arena, Io/la religione del mio tempo, 2007, 4’15”, b/n e colore
- Guendalina Salini, Niente, 2007, 3’40”, colore
- Fabio Massimo Iaquone, The Last Man on the Earth, 2007, 7’, colore
- Francesco Vaccaro, Lettera d’amore a Robert Mitchum, 2007, 5’, colore
- Silvia Di Domenico, Giulio Latini, Altrove con il suo nome, 2007, 12’40”, colore
- Andrea Marfori, Sutra Squeeze, 2007, 5’, colore
- Antonello Matarazzo, 4 B Movie, 2007, 5’, colore
22
ottobre 2007
Attori/spettatori
Dal 22 al 25 ottobre 2007
arti decorative e industriali
Location
FONDAZIONE ALDA FENDI
Roma, Foro Traiano, 1, (Roma)
Roma, Foro Traiano, 1, (Roma)
Orario di apertura
21 ottobre
Festa del cinema di Roma - Auditorium (Sala Teatro Studio) - ore 22.30
22 ottobre
Fondazione Alda Fendi - Galleria Foro Traiano 1 - ore 21.30
25 ottobre
Brancaleone - via Levanna 11 - ore 20.00
Vernissage
22 Ottobre 2007, ore 21.30
Autore
Curatore