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Attuali rimandi novecenteschi
L’ attuale mostra da’ spazio interamente alla pittura: pittura “a tutto tondo”.
Il secolo che si conclude rappresenta un’epoca fertile per le arti visive e per il contesto artistico in generale.
E’ un periodo che rivoluziona la percezione del tempo in arte accelerando in misura esponenziale il
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L' attuale mostra da' spazio interamente alla pittura: pittura "a tutto tondo".
Il secolo che si conclude rappresenta un’epoca fertile per le arti visive e per il contesto artistico in generale.
E’ un periodo che rivoluziona la percezione del tempo in arte accelerando in misura esponenziale il ricambio delle sperimentazioni e mettendo a dura prova il senso di durata, modificato rispetto a quello che, sempre quasi uguale, accompagnava i cambiamenti epocali precedenti.
La nuova rapidità' con cui si esauriscono i vari passaggi della ricerca disorienta non poco perchè il periodo massimo di sviluppo e decadenza delle correnti nel Novecento diventa il decennio: le innovazioni declinanti imparano a convivere e a giocare sottotraccia con le risorse creative emergenti. Tanta ricchezza ideativa stratifica la storia delle arti visive del secolo scorso rendendone impossibile un'analisi lineare, pena distorcere o perdere qualcosa. E' permesso pertanto parlare di un retaggio novecentesco complesso e articolato che dapprima inventa e sradica e, nella seconda parte del secolo, ricuce e rinnova il suo rapporto con la tradizione.
I lasciti al nuovo millennio sono disparati ne' si potrebbe concepire gran parte dell' arte contemporanea senza fare i conti con l'irrequieto e caleidoscopico secolo che ci precede.
Oggi i mutamenti repentini e l' evoluzione delle ricerche diventano ancora più compositi e i processi in corso smaterializzano, fluidificano e consumano con velocità sempre maggiore le esperienze visive. L' attualità' e' fermento, abbondanza di stimoli, storia e, nel contempo, appronta rischi che vanno affrontati.
Gli artisti in mostra ci ricordano da dove veniamo ma i rimandi novecenteschi che ci lasciano intravvedere vivono di grande libertà' rielaborativa e ci riconfermano l'irripetibilità dell' opera d'arte.
Elio Agelli rivisita la cosiddetta "pittura di genere", considerata pittura minore per molto tempo e riabilitata in Età Moderna, poi ripresa e aggiornata da svariate figurazioni del secondo Novecento. Il pittore ha una pennellata vivace e disinvolta con cui reinterpreta un colorismo naturalistico e mediterraneo all'interno di un impaginato compositivo dove coniuga controllo e dinamicità'.
Appaiono giochi di strada, momenti del quotidiano , paesaggi inquieti, in una sorta di contrasto tra una natura non ancora addomesticata e una vita paesana serena e in movimento.
Non ci sono motivi idealizzati ma un traduzione in chiave moderna di un impianto veristico e di un registro
espressivo di schietta freschezza e di intensa vitalità. Si respira, anche se inconsciamente, l’aria della tradizione aggiornata della scuola di Posillipo e la pittura napoletana del Novecento, erede del grande paesaggismo, di cui Crisconio fu protagonista di talento.
Elio Agelli si profila come un creativo emergente che sta intraprendendo il suo personale percorso fra le tracce
tracce di un importante patrimonio storico.
Giovanni Greco è un artista appassionato e “curioso”, poeta della sua pittura, complessa e visionaria,
Arresta la contemplazione dello spettatore spiazzandolo, facendolo scivolare sul suo terreno interrogante: chi guarda rimane avvolto-coinvolto in un rapporto arazionale e partecipe di un linguaggio espressivo che porta altrove, aldilà' dell'apparenza.
Metafisica e surrealismo occhieggiano sul supporto classico, affiorano i titoli enigmatici alla Magritte, le strutture architettoniche dechirichiane, le bizzarrie di Savinio, eppure le chiavi di lettura slittano oltre le cose del quadro in cui si miscela quotidiano, passato, sogno.
Infatti al centro dell'attenzione non c'e' l'accento oggettuale metafisico - surreale.
La rappresentazione della realtà', l'interazione tra i fenomeni, diventano schermi illusori: ciononostante, essendo noi stessi parte di questa stessa natura fenomenica, possiamo "sentire" le risposte essenziali, eluse dallo sguardo esterno. Lontano da ogni idealismo come pure dall'opposta soluzione positivistica, Giovanni Greco informa l'impianto estetico del suo dipingere e del conoscere attraverso le dissacrazioni di Nietzsche e l'approccio shopenaueriano.
La poetica e' un viaggio esistenziale ma non solitario, simbolico e fantastico, tra i problemi, misteriosi e velati, che attanagliano la vita dell' uomo.
Tecnicamente presenta lavori di solida impalcatura, ineccepibili per raffinatezza esecutiva sia per l’aspetto grafico che per quello cromatico che vi si accorda. I cieli appaiono cupi; la pacata e ricca tavolozza è attraversata da inaspettati fasci di luce lievemente colorati; volumi e profondità esaltano la figurazione all' interno di un'atmosfera sospesa.
Daniela Panebianco dipinge tele dai colori rutilanti con una gamma turbinosa di luci e di contrasti; ossia crea un arcobaleno dinamico che si snoda nello spazio senza alto ne" basso, dentro un universo segnico costruito da curve, spirali, vortici, tratti, intersezioni, fantasie grafiche, sommerse e riemergenti, ridefinite e tumultuose allo stesso tempo.
I rimandi futuristi sono evidenti nella sua pittura dominata dal dinamismo e dal movimento, entrambi questi caratteri vengono scansionati ed enfatizzati tramite uno scenario "cosmico" in cui l'informale si fa largo fra surreali atmosfere arabescate o più geometrizzanti.
Lo slancio futurista si sposta dalla modernità' urbana ai nuovi campi interstellari legando echi di spazialismo e
del primo espressionismo astratto con diverse inserzioni figurali, in ispecie forme sferiche di altri mondi.
Dove compare la figurazione la ricerca apre nuovi terreni espressivi che si integrano originando un organico universo pittorico. Si tratta di' un linguaggio che diventa il filo conduttore capace di portarci, quasi inavvertitamente, dal macro al microcosmo, al nostro spazio interiore. Da questo punto di vista, "Vento solare", " Nuvole", "Il momento dopo" rappresentano nuove ed interessanti aperture sperimentali.
I quadri di Giorgia Sarti sfilano, intriganti, discreti, Non sono certo opere urlate, ma non sono nemmeno lavori che possono passare inosservati: appaiono composizioni che vivono di intenso equilibrio e che danno trasparenza ad una regola di vita sobria ed eticamente condivisibile.
La pittrice indica la sua strada che incrocia il cuore del pensiero filosofico dell'antica Cina, cioè il libro del Tao "La via" (La natura ) di Lao Tse (VI a.C. ).
Le problematiche attuali si rapportano con l'antica saggezza cinese e acquistano visibilità' artistica attraverso un'iconologia singolare dove una "palla erbosa" surreale, su uno sfondo neutro, e' abitata stranamente da animali e vegetazione rappresentati con realismo.
I colori sono levigati, soffici, comunicano una plastica leggerezza sopra la base di un disegno sapiente e curato nei dettagli.
Cicogne, coccinelle, lumache, farfalle,margherite, tulipani, diventano messaggeri pacifici, creature liriche di un messaggio che si presta ad allentare la corsa sfrenata del nostro contemporaneo.
Vivere con semplicità, lasciarsi andare, non forzare gli eventi, ritornare a stupirsi. Lungo la "Via" creativa di Giorgia Sarti il passato di antiche civiltà torna utile all'oggi e il presente ritorna ad essere un dono, al di fuori di ogni luogo comune.
Giacomo Tinacci in questa mostra lascia appena intravvedere qualche scorcio dei suoi paesaggi per concentrare la nostra attenzione sui volti di donna che hanno in sé qualche accenno delle suggestioni familiari e delicate delle colline toscane. D'altronde egli vive in una terra prescelta dall'arte, non soltanto per quanto concerne la pittura divenuta classica, a partire dal primo Rinascimento, ma anche per la continuità' di una grande tradizione pittorica che si rinnova e persiste.
Nel Novecento non si può non ricordare la qualità delle opere di Annigoni, in particolare la morbidezza di molte figure femminili ne' si riesce a mettere sotto silenzio il suo testardo e un po' datato bisogno di fare bottega che ha creato degli abili pittori come Pistolesi, Ciccone,etc. Il rinnovamento ha segnato il territorio anche attraverso vie più "contemporanee" ma di sicuro le influenze che permeano la valida pittura di figura e paesaggio passano anche da maestri come Annigoni,
I visi di Giacomo Tinacci sono intensi, immersi in una dimensione tutta loro e con lo sguardo trasognato, perduto in qualche ricordo, o pensieroso, oppure ancora volutamente sfuggente, ma in ogni caso lontano da qualsiasi sentimentalismo.
Occorre osservare la proporzione rigorosa del costrutto, la disinvoltura nel tratto, l 'essenzialità nella linea, le cromie assolutamente decise e calibrate che apportano vigore e aura alle opere. Nei disegni il gesto scattante e i tratti sicuri si posano come sottili veli volumetrici mentre il contorno scuro incornicia ed evidenzia le forme.
La donna di oggi e' sulla punta del suo pennello, agile e silenziosa.
Il secolo che si conclude rappresenta un’epoca fertile per le arti visive e per il contesto artistico in generale.
E’ un periodo che rivoluziona la percezione del tempo in arte accelerando in misura esponenziale il ricambio delle sperimentazioni e mettendo a dura prova il senso di durata, modificato rispetto a quello che, sempre quasi uguale, accompagnava i cambiamenti epocali precedenti.
La nuova rapidità' con cui si esauriscono i vari passaggi della ricerca disorienta non poco perchè il periodo massimo di sviluppo e decadenza delle correnti nel Novecento diventa il decennio: le innovazioni declinanti imparano a convivere e a giocare sottotraccia con le risorse creative emergenti. Tanta ricchezza ideativa stratifica la storia delle arti visive del secolo scorso rendendone impossibile un'analisi lineare, pena distorcere o perdere qualcosa. E' permesso pertanto parlare di un retaggio novecentesco complesso e articolato che dapprima inventa e sradica e, nella seconda parte del secolo, ricuce e rinnova il suo rapporto con la tradizione.
I lasciti al nuovo millennio sono disparati ne' si potrebbe concepire gran parte dell' arte contemporanea senza fare i conti con l'irrequieto e caleidoscopico secolo che ci precede.
Oggi i mutamenti repentini e l' evoluzione delle ricerche diventano ancora più compositi e i processi in corso smaterializzano, fluidificano e consumano con velocità sempre maggiore le esperienze visive. L' attualità' e' fermento, abbondanza di stimoli, storia e, nel contempo, appronta rischi che vanno affrontati.
Gli artisti in mostra ci ricordano da dove veniamo ma i rimandi novecenteschi che ci lasciano intravvedere vivono di grande libertà' rielaborativa e ci riconfermano l'irripetibilità dell' opera d'arte.
Elio Agelli rivisita la cosiddetta "pittura di genere", considerata pittura minore per molto tempo e riabilitata in Età Moderna, poi ripresa e aggiornata da svariate figurazioni del secondo Novecento. Il pittore ha una pennellata vivace e disinvolta con cui reinterpreta un colorismo naturalistico e mediterraneo all'interno di un impaginato compositivo dove coniuga controllo e dinamicità'.
Appaiono giochi di strada, momenti del quotidiano , paesaggi inquieti, in una sorta di contrasto tra una natura non ancora addomesticata e una vita paesana serena e in movimento.
Non ci sono motivi idealizzati ma un traduzione in chiave moderna di un impianto veristico e di un registro
espressivo di schietta freschezza e di intensa vitalità. Si respira, anche se inconsciamente, l’aria della tradizione aggiornata della scuola di Posillipo e la pittura napoletana del Novecento, erede del grande paesaggismo, di cui Crisconio fu protagonista di talento.
Elio Agelli si profila come un creativo emergente che sta intraprendendo il suo personale percorso fra le tracce
tracce di un importante patrimonio storico.
Giovanni Greco è un artista appassionato e “curioso”, poeta della sua pittura, complessa e visionaria,
Arresta la contemplazione dello spettatore spiazzandolo, facendolo scivolare sul suo terreno interrogante: chi guarda rimane avvolto-coinvolto in un rapporto arazionale e partecipe di un linguaggio espressivo che porta altrove, aldilà' dell'apparenza.
Metafisica e surrealismo occhieggiano sul supporto classico, affiorano i titoli enigmatici alla Magritte, le strutture architettoniche dechirichiane, le bizzarrie di Savinio, eppure le chiavi di lettura slittano oltre le cose del quadro in cui si miscela quotidiano, passato, sogno.
Infatti al centro dell'attenzione non c'e' l'accento oggettuale metafisico - surreale.
La rappresentazione della realtà', l'interazione tra i fenomeni, diventano schermi illusori: ciononostante, essendo noi stessi parte di questa stessa natura fenomenica, possiamo "sentire" le risposte essenziali, eluse dallo sguardo esterno. Lontano da ogni idealismo come pure dall'opposta soluzione positivistica, Giovanni Greco informa l'impianto estetico del suo dipingere e del conoscere attraverso le dissacrazioni di Nietzsche e l'approccio shopenaueriano.
La poetica e' un viaggio esistenziale ma non solitario, simbolico e fantastico, tra i problemi, misteriosi e velati, che attanagliano la vita dell' uomo.
Tecnicamente presenta lavori di solida impalcatura, ineccepibili per raffinatezza esecutiva sia per l’aspetto grafico che per quello cromatico che vi si accorda. I cieli appaiono cupi; la pacata e ricca tavolozza è attraversata da inaspettati fasci di luce lievemente colorati; volumi e profondità esaltano la figurazione all' interno di un'atmosfera sospesa.
Daniela Panebianco dipinge tele dai colori rutilanti con una gamma turbinosa di luci e di contrasti; ossia crea un arcobaleno dinamico che si snoda nello spazio senza alto ne" basso, dentro un universo segnico costruito da curve, spirali, vortici, tratti, intersezioni, fantasie grafiche, sommerse e riemergenti, ridefinite e tumultuose allo stesso tempo.
I rimandi futuristi sono evidenti nella sua pittura dominata dal dinamismo e dal movimento, entrambi questi caratteri vengono scansionati ed enfatizzati tramite uno scenario "cosmico" in cui l'informale si fa largo fra surreali atmosfere arabescate o più geometrizzanti.
Lo slancio futurista si sposta dalla modernità' urbana ai nuovi campi interstellari legando echi di spazialismo e
del primo espressionismo astratto con diverse inserzioni figurali, in ispecie forme sferiche di altri mondi.
Dove compare la figurazione la ricerca apre nuovi terreni espressivi che si integrano originando un organico universo pittorico. Si tratta di' un linguaggio che diventa il filo conduttore capace di portarci, quasi inavvertitamente, dal macro al microcosmo, al nostro spazio interiore. Da questo punto di vista, "Vento solare", " Nuvole", "Il momento dopo" rappresentano nuove ed interessanti aperture sperimentali.
I quadri di Giorgia Sarti sfilano, intriganti, discreti, Non sono certo opere urlate, ma non sono nemmeno lavori che possono passare inosservati: appaiono composizioni che vivono di intenso equilibrio e che danno trasparenza ad una regola di vita sobria ed eticamente condivisibile.
La pittrice indica la sua strada che incrocia il cuore del pensiero filosofico dell'antica Cina, cioè il libro del Tao "La via" (La natura ) di Lao Tse (VI a.C. ).
Le problematiche attuali si rapportano con l'antica saggezza cinese e acquistano visibilità' artistica attraverso un'iconologia singolare dove una "palla erbosa" surreale, su uno sfondo neutro, e' abitata stranamente da animali e vegetazione rappresentati con realismo.
I colori sono levigati, soffici, comunicano una plastica leggerezza sopra la base di un disegno sapiente e curato nei dettagli.
Cicogne, coccinelle, lumache, farfalle,margherite, tulipani, diventano messaggeri pacifici, creature liriche di un messaggio che si presta ad allentare la corsa sfrenata del nostro contemporaneo.
Vivere con semplicità, lasciarsi andare, non forzare gli eventi, ritornare a stupirsi. Lungo la "Via" creativa di Giorgia Sarti il passato di antiche civiltà torna utile all'oggi e il presente ritorna ad essere un dono, al di fuori di ogni luogo comune.
Giacomo Tinacci in questa mostra lascia appena intravvedere qualche scorcio dei suoi paesaggi per concentrare la nostra attenzione sui volti di donna che hanno in sé qualche accenno delle suggestioni familiari e delicate delle colline toscane. D'altronde egli vive in una terra prescelta dall'arte, non soltanto per quanto concerne la pittura divenuta classica, a partire dal primo Rinascimento, ma anche per la continuità' di una grande tradizione pittorica che si rinnova e persiste.
Nel Novecento non si può non ricordare la qualità delle opere di Annigoni, in particolare la morbidezza di molte figure femminili ne' si riesce a mettere sotto silenzio il suo testardo e un po' datato bisogno di fare bottega che ha creato degli abili pittori come Pistolesi, Ciccone,etc. Il rinnovamento ha segnato il territorio anche attraverso vie più "contemporanee" ma di sicuro le influenze che permeano la valida pittura di figura e paesaggio passano anche da maestri come Annigoni,
I visi di Giacomo Tinacci sono intensi, immersi in una dimensione tutta loro e con lo sguardo trasognato, perduto in qualche ricordo, o pensieroso, oppure ancora volutamente sfuggente, ma in ogni caso lontano da qualsiasi sentimentalismo.
Occorre osservare la proporzione rigorosa del costrutto, la disinvoltura nel tratto, l 'essenzialità nella linea, le cromie assolutamente decise e calibrate che apportano vigore e aura alle opere. Nei disegni il gesto scattante e i tratti sicuri si posano come sottili veli volumetrici mentre il contorno scuro incornicia ed evidenzia le forme.
La donna di oggi e' sulla punta del suo pennello, agile e silenziosa.
30
aprile 2011
Attuali rimandi novecenteschi
Dal 30 aprile al 14 maggio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIELE
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16 - 19.30
Vernissage
30 Aprile 2011, ore 18.00
Autore