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Aurelio Andrighetto – Ducciorossoduchamp
Un fotomontaggio inedito di Medardo Rosso accostato alla Maestà di Duccio di Buoninsegna e la Porta di Marcel Duchamp come testimone dell’incontro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Con la lettura incrociata delle tre opere, l'autore di DuccioRossoDuchamp tratteggia una singolare teoria del vedere attraverso le immagini.
In occasione della presentazione del libro, organizzata come evento espositivo su due tavoli (uno muto e l'altro parlante), sarà esposto per la prima volta il fotomontaggio di Medardo Rosso, costruito giustapponendo alcune vedute fotografiche della sua mostra al Salon del 1904.
Poche sculture e poi solo fotografie modificate in fase di stampa, spesso tagliate. Nel caso di Medardo Rosso (Torino 1858 - Milano 1928, unico scultore italiano che sviluppa una ricerca d'avanguardia nel contesto della cultura visiva europea di fine secolo) si tratta di cedere alla fotografia il compito della forma definitiva con una radicalità che in scultura non ha precedenti. Anche Auguste Rodin usava la fotografia ma per trasferire le modifiche e i tagli apportati in fase di stampa alla scultura, che restava in ogni caso l'opera definitiva.
Di questo completamento fotografico dell'opera si troverà poi traccia nell'arte performativa, processuale e concettuale degli anni Sessanta.
Allo scambio fra scultura e fotografia segue un secondo scambio fra fotografia e tipografia.
Disponendosi accanto alla scrittura attraverso un secondo scambio tipografico, la scultura finisce nei libri. Il primo è quello di William Henry Fox Talbot pubblicato nel 1844. Libri e cataloghi sono spesso il punto d'arrivo dell'opera, anche elettronica. Le conseguenze di questi scambi sulla cultura visiva sono a dir poco impressionanti. Un esempio clamoroso, segnalato da Paola Mola, è quello dello scultore Adolfo Wildt.
Il libro diventa così uno strumento per costruire uno sguardo la cui efficacia talvolta supera l'evento espositivo.
DuccioRossoDuchamp è, infatti, uno strumento col quale costruire uno sguardo.
In occasione della presentazione del libro, organizzata come evento espositivo su due tavoli (uno muto e l'altro parlante), sarà esposto per la prima volta il fotomontaggio di Medardo Rosso, costruito giustapponendo alcune vedute fotografiche della sua mostra al Salon del 1904.
Poche sculture e poi solo fotografie modificate in fase di stampa, spesso tagliate. Nel caso di Medardo Rosso (Torino 1858 - Milano 1928, unico scultore italiano che sviluppa una ricerca d'avanguardia nel contesto della cultura visiva europea di fine secolo) si tratta di cedere alla fotografia il compito della forma definitiva con una radicalità che in scultura non ha precedenti. Anche Auguste Rodin usava la fotografia ma per trasferire le modifiche e i tagli apportati in fase di stampa alla scultura, che restava in ogni caso l'opera definitiva.
Di questo completamento fotografico dell'opera si troverà poi traccia nell'arte performativa, processuale e concettuale degli anni Sessanta.
Allo scambio fra scultura e fotografia segue un secondo scambio fra fotografia e tipografia.
Disponendosi accanto alla scrittura attraverso un secondo scambio tipografico, la scultura finisce nei libri. Il primo è quello di William Henry Fox Talbot pubblicato nel 1844. Libri e cataloghi sono spesso il punto d'arrivo dell'opera, anche elettronica. Le conseguenze di questi scambi sulla cultura visiva sono a dir poco impressionanti. Un esempio clamoroso, segnalato da Paola Mola, è quello dello scultore Adolfo Wildt.
Il libro diventa così uno strumento per costruire uno sguardo la cui efficacia talvolta supera l'evento espositivo.
DuccioRossoDuchamp è, infatti, uno strumento col quale costruire uno sguardo.
06
novembre 2003
Aurelio Andrighetto – Ducciorossoduchamp
Dal 06 novembre al 06 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
E/STATIC > BLANK
Torino, Via Parma, 31, (Torino)
Torino, Via Parma, 31, (Torino)
Orario di apertura
mer/sab 16.30-19, oppure su appuntamento, telefonando anche al 339.6976119
Vernissage
6 Novembre 2003, ore 18:30