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Aurelio Nordera – Sculture
L’intenzione di questa mostra antologica sta nell’offrire al pubblico la sintesi della complessa esplorazione di Nordera entro le suggestioni della figura
Comunicato stampa
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L'intenzione di questa mostra antologica sta nell'offrire al pubblico la sintesi della complessa esplorazione di Nordera entro le suggestioni della figura, dall'iniziale adesione alle misure plastiche del corpo allo svelamento della sua molteplice identità, dal nucleo della genesi formale fino alla dissoluzione della materia nelle risonanze misteriose della luce. Nordera dedica gran parte della sua ricerca a immergere il valore simbolico della figura in un tempo senza dimensioni, misurato sulle proporzioni mutevoli tra il pieno e il vuoto, tra la presenza del corpo e il suo respiro.…. la figura assume massima visibilità nel sottrarre l'immagine corporale a se stessa, fino a farla galleggiare nel vuoto come pura icona di luce.
La forma assoluta a cui Nordera tende sta racchiusa nella definizione della linea che fissa l'immagine entro il proprio fluire, che stacca l'immagine del corpo dalle contaminazioni circostanti fino a creare un nucleo generativo della forma che è metafora della genesi creativa.
...il movimento è misurato dall'equilibrio delle masse che si rinnova in modo diverso da ogni punto di vista, con la sensazione che lo sguardo non possa mai allontanarsi dalla superficie levigata, a contatto con il mistero delle ombre sfiorate da una luce morbida e diffusa.
Il fatto è che Nordera sente il valore della figura come testimonianza di una necessità interiore, come strumento di possibilità plastiche che, per quanto possano articolarsi in vari modi e posizioni, mostrano solo una parte di sé, vogliono farsi allusive fino ad evocare la totalità anche attraverso un solo aspetto del visibile.
L'artista desidera sorvegliare ogni movimento della forma, seguire le fasi del suo sviluppo, ma soprattutto ama immaginarla sospesa tra l'atto di rivelarsi e di mantenere il segreto del proprio farsi immagine. Egli inoltre considera il lavoro come un lento approssimarsi alla forma, un prolungato calcolo delle proporzioni che consente di trasgredire i canoni, di forzare l'equilibrio delle linee, di intraprendere un cammino verso nuove dimensioni simboliche del corpo.
E il corpo è - prima di tutto - la materia stessa, la quantità di lavoro che essa richiede, la qualità del suo peso immaginativo, la leggerezza del sogno poetico che si impadronisce della realtà plastica delle forme.
.... la lavorazione del marmo è una lenta e sottile conquista di vuoti che si addentrano nella materia e di pieni che somigliano a misteriosi palpiti che premono l'aria verso l'esterno, per risucchiarla di nuovo all'interno del proprio nucleo. L'immagine è generata dal respiro equilibrato del marmo che avvolge ogni soluzione formale, la superficie levigata non è mai gelida e asettica ma costantemente pervasa da una sensualità che fa pensare alle vibrazioni dell'epidermide, agli spasimi inavvertiti della carne.
Se in un primo momento lo sguardo è ansioso di riconoscere la forma, di seguire l'evento dell'apparizione, a mano a mano che l'immagine va definendosi esso si lascia condurre verso uno stato di stupore: sguardo spaesato, imbevuto di luce illusoria, meravigliato dal suo stesso guardare, felicemente smarrito in un'oasi mentale di purezza.
Claudio Cerritelli
La forma assoluta a cui Nordera tende sta racchiusa nella definizione della linea che fissa l'immagine entro il proprio fluire, che stacca l'immagine del corpo dalle contaminazioni circostanti fino a creare un nucleo generativo della forma che è metafora della genesi creativa.
...il movimento è misurato dall'equilibrio delle masse che si rinnova in modo diverso da ogni punto di vista, con la sensazione che lo sguardo non possa mai allontanarsi dalla superficie levigata, a contatto con il mistero delle ombre sfiorate da una luce morbida e diffusa.
Il fatto è che Nordera sente il valore della figura come testimonianza di una necessità interiore, come strumento di possibilità plastiche che, per quanto possano articolarsi in vari modi e posizioni, mostrano solo una parte di sé, vogliono farsi allusive fino ad evocare la totalità anche attraverso un solo aspetto del visibile.
L'artista desidera sorvegliare ogni movimento della forma, seguire le fasi del suo sviluppo, ma soprattutto ama immaginarla sospesa tra l'atto di rivelarsi e di mantenere il segreto del proprio farsi immagine. Egli inoltre considera il lavoro come un lento approssimarsi alla forma, un prolungato calcolo delle proporzioni che consente di trasgredire i canoni, di forzare l'equilibrio delle linee, di intraprendere un cammino verso nuove dimensioni simboliche del corpo.
E il corpo è - prima di tutto - la materia stessa, la quantità di lavoro che essa richiede, la qualità del suo peso immaginativo, la leggerezza del sogno poetico che si impadronisce della realtà plastica delle forme.
.... la lavorazione del marmo è una lenta e sottile conquista di vuoti che si addentrano nella materia e di pieni che somigliano a misteriosi palpiti che premono l'aria verso l'esterno, per risucchiarla di nuovo all'interno del proprio nucleo. L'immagine è generata dal respiro equilibrato del marmo che avvolge ogni soluzione formale, la superficie levigata non è mai gelida e asettica ma costantemente pervasa da una sensualità che fa pensare alle vibrazioni dell'epidermide, agli spasimi inavvertiti della carne.
Se in un primo momento lo sguardo è ansioso di riconoscere la forma, di seguire l'evento dell'apparizione, a mano a mano che l'immagine va definendosi esso si lascia condurre verso uno stato di stupore: sguardo spaesato, imbevuto di luce illusoria, meravigliato dal suo stesso guardare, felicemente smarrito in un'oasi mentale di purezza.
Claudio Cerritelli
11
dicembre 2004
Aurelio Nordera – Sculture
Dall'undici dicembre 2004 al 16 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
CASA DEL MANTEGNA
Mantova, Via Giovanni Acerbi, 47, (Mantova)
Mantova, Via Giovanni Acerbi, 47, (Mantova)
Vernissage
11 Dicembre 2004, ore 17.30
Autore