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[AUTO nomie}
[AUTO-nomie} si inserisce all’interno della rassegna STRIPE- FESTIVAL, in programma a Fermo il 4-5-6 settembre 2015, con un progetto espositivo trasversale, nel quale opere d’arte e d’architettura ricercano nell’autonomia espressiva la matrice comune dell’arte.
Comunicato stampa
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[AUTO-nomie} si inserisce all’interno della rassegna STRIPE- FESTIVAL, in programma a Fermo il 4-5-6 settembre 2015, con un progetto espositivo trasversale, nel quale opere d’arte e d’architettura ricercano nell’autonomia espressiva la matrice comune dell’arte.
Con indizi sempre più chiari l’immaginario etico ed estetico della contemporaneità coinvolge esperienze antitetiche ed equivalenti,conferendo alla realtà le sembianze di un campo neutro, sul quale il lavoro dell’artista agisce al di fuori del pregiudizio definito dall’aspettativa culturale. L’analisi di questo scenario evidenzia come il principio di “autonomia” stia progressivamente sostituendo la retorica normativa, affermando le potenzialità dell’autos – nomos, della legge indipendente, quale strumento che da un lato sostanzia la struttura impalpabile del pensiero contemporaneo e dall’altro si muove per superare la labilità teorica e strumentale data dall’assenza di gerarchie. Sul modello dell’autos – nomos,[AUTO-nomie} propone una raccolta di testimonianze esemplari, libere dalla subordinazione rispetto a un teorema predeterminato. In questa prospettiva, l’iniziativa indaga le potenzialità informative scaturite dall’incontro di ricerche individuali e non propriamente convergenti, che mostrano e dimostrano il raggiungimento di una pienezza espressiva autosufficiente e capace di divenire essa stessa statuto critico. Coerentemente con questo programma d’indagine,l’opera degli artisti e degli architetti coinvolti nel progetto si confronta con una serie di spazi individuati fra le stratificazioni storiche di Fermo, dove l’architettura offre ambiti formalmente delimitati, tuttavia sufficientemente ampi per accogliere l’autonomia delle singole visioni artistiche. Ospitate all’interno delle Grandi e delle Piccole Cisterne Romane, dell’Oratorio della chiesa di san Domenico, del cortile di Palazzo Azzolino, del chiostro dei Carmelitani, dell’ex chiesa di san Martino (attualmente centro congressi), le opere di 11 artisti e 10 architetti definiscono relazioni calibrate con il contesto ed inattese nel loro confronto reciproco. Il ricorso al “presidio” di ambiti architettonici e urbani, consente all’esposizione di rilegare spazi e tempi della città di Fermo, e, soprattutto, di misurare il grado di assolutezza dell’opera d’arte in funzione della sua capacità di significare se stessa e di risignificare ciclicamente il circostante. È attraverso questo processo che [AUTO-nomie} ricerca l’individualità dell’opera d’arte, e in essa un nuovo presupposto critico. Un nuovo territorio che per definirsi compiutamente richiede l’osservazione attenta e silenziosa dei percorsi suggeriti dalle pratiche artistiche e architettoniche contemporanee.
Le tre sezioni espositive – Re(l)Azioni (arte) - NOMOS –(architettura) - Disordine scientifico – (sezione dedicata a ll’artista Daniele Cudini), attraverso le quali prende forma la struttura di [AUTO-nomie} sono state organizzate con il sostegno della Città di Fermo e dell’Ordine degli Architetti,Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori di Fermo, e con il patrocinio di EXPO 2015, Regione Marche, Provincia di Fermo,“Sapienza” Università di Roma, Università Politecnica delle Marche, Libera Accademia di Belle Arti di Brescia.
Re(l)Azioni– Piccole Cisterne Romane, Oratorio di San Domenico, Chiesa di SanMartino, Cortile di Palazzo Azzolino, Chiostro dei Carmelitani,Grandi Cisterne Romane - curatore Tommaso Zijno – Riprendendo il concetto di autonomie espressive, la mostra Re(l)Azioni, punta a costruire un cortocircuito, scaturito dall’incontro di ricerche artistiche individuali e divergenti, con gli spazi ospitanti,caratterizzati da una forte connotazione storico-artistica. Vengonocosì a crearsi delle reazioni che travalicano il principio di“autonomia”, per divenire un unico insieme autosufficiente e significante. Le opere di Francesco Amorosino, Alessandro Calizza,Danilo Cannone, Cristiano Carotti, Marco Ercoli, Cristiana Fasano,Michele Guidarini, Bruno Melappioni, Marco Milia, Marco Piantoni definiscono così una serie di relazioni calibrate con il contesto ed inattese nel loro confronto reciproco. Il tutto, diviso in 5 diverse Re(l)Azioni, ognuna legata ad un differente luogo, in cui gli artisti operano sovrapposizioni formali e semantiche tali da definirle univocamente.
NOMOS- Grandi Cisterne Romane, Oratorio di San Domenico - curatore LucaPorqueddu – All’interno della cultura contemporanea,caratterizzata dall’apparente assenza di principi normativi e determinanti, NOMOS riflette sul rapporto tra progetto e fondamento architettonico, attribuendo a questa relazione potenzialità significative e ri-significative dei luoghi. Interpretato come ordine preconcetto da imporre alla realtà, o come legge derivante dall’osservazione dei fenomeni esterni, il nomos alimenta la volontà di immanenza e la possibilità di trasformazione; stabilisce principi di stasi e moti legati all’alterazione. Riflettono accuratamente attorno alla natura e alla validità di talideclinazioni i lavori di Francesco Cianfarani, Filippo De Dominici,Massimo Dicecca, Bruna Dominici, KURMAK (Laura Fabriani, SanteSimone, Alessandro Zappaterreni), Giorgos Papa evangeliu, Margherita Pascucci, Luca Porqueddu, Gabriele Trövè, ULTRA Architettura(Emanuela Ortolani, Michela Romano, David Vecchi), i quali individuano una basilare natura programmatica dell’architettura,capace di potenziare e deformare la logica seriale e ripetitiva delle Grandi Cisterne Romane. Liberamente inserite nello spazio delimitato dalla cellula modulare di 6 x 9m, alla base della struttura spaziale e statica delle Cisterne, l’opera di ogni architetto costituisce unprincipio architettonico autonomo, sia nel modo in cui instaura relazioni con l’ambiente ospitante, sia nelle modalità che sceglie per interagire con l’individualità delle altre opere esposte. La riflessione sul NOMOS prosegue all’interno dell’Oratorio di San Domenico, dove gli stessi architetti utilizzano il disegno, strumento progettuale per eccellenza, per stabilire un dialogo a distanza tra prefigurazione e costruzione.
Disordine scientifico – ex chiesa di San Martino – Danile Cudini -Nell'opera di Daniele Cudini viene mostrato all’osservatore, inmaniera gioiosa, un viaggio nell’universo quasi infinito e spesso anche insopportabile dell’intensità e dell’eccentricità dell’essere e agire umano. Con una sorprendente sensibilità e con amore per il dettaglio oscuro e stravagante l’artista delinea la grande varietà delle passioni della vita, passioni che sono soggette a deragliamenti e confusione, il pathos che lotta per mantenere il controllo, solitudini che racchiudono un mondo intero, viaggi che aspettano di essere intrapresi, benché nessuno ne conosca la destinazione, ma la cui tensione e le cui incertezze sono già entrate nei personaggi delle opere. L'installazione "Disordine Scientifico" rappresenta l'incrocio di temporalità differenti:partendo dal ritratto della madre eseguito a 16 anni, l'artista si immerge nel passato per poi attraversare i vari periodi della sua produzione fino alle opere più recenti, mettendo in scena registri linguistici eterogenei che sono speculari alle mutazioni sociali ed esistenziali.
date e orari – venerdì 4 ore 16.00 - 23.00 _ sabato 5 ore 11.00 –13.00 e 16.00 - 23.00_ domenica 6 ore 11.00 – 13.00 e 16.00 - 23.00
ingresso gratuito.
Con indizi sempre più chiari l’immaginario etico ed estetico della contemporaneità coinvolge esperienze antitetiche ed equivalenti,conferendo alla realtà le sembianze di un campo neutro, sul quale il lavoro dell’artista agisce al di fuori del pregiudizio definito dall’aspettativa culturale. L’analisi di questo scenario evidenzia come il principio di “autonomia” stia progressivamente sostituendo la retorica normativa, affermando le potenzialità dell’autos – nomos, della legge indipendente, quale strumento che da un lato sostanzia la struttura impalpabile del pensiero contemporaneo e dall’altro si muove per superare la labilità teorica e strumentale data dall’assenza di gerarchie. Sul modello dell’autos – nomos,[AUTO-nomie} propone una raccolta di testimonianze esemplari, libere dalla subordinazione rispetto a un teorema predeterminato. In questa prospettiva, l’iniziativa indaga le potenzialità informative scaturite dall’incontro di ricerche individuali e non propriamente convergenti, che mostrano e dimostrano il raggiungimento di una pienezza espressiva autosufficiente e capace di divenire essa stessa statuto critico. Coerentemente con questo programma d’indagine,l’opera degli artisti e degli architetti coinvolti nel progetto si confronta con una serie di spazi individuati fra le stratificazioni storiche di Fermo, dove l’architettura offre ambiti formalmente delimitati, tuttavia sufficientemente ampi per accogliere l’autonomia delle singole visioni artistiche. Ospitate all’interno delle Grandi e delle Piccole Cisterne Romane, dell’Oratorio della chiesa di san Domenico, del cortile di Palazzo Azzolino, del chiostro dei Carmelitani, dell’ex chiesa di san Martino (attualmente centro congressi), le opere di 11 artisti e 10 architetti definiscono relazioni calibrate con il contesto ed inattese nel loro confronto reciproco. Il ricorso al “presidio” di ambiti architettonici e urbani, consente all’esposizione di rilegare spazi e tempi della città di Fermo, e, soprattutto, di misurare il grado di assolutezza dell’opera d’arte in funzione della sua capacità di significare se stessa e di risignificare ciclicamente il circostante. È attraverso questo processo che [AUTO-nomie} ricerca l’individualità dell’opera d’arte, e in essa un nuovo presupposto critico. Un nuovo territorio che per definirsi compiutamente richiede l’osservazione attenta e silenziosa dei percorsi suggeriti dalle pratiche artistiche e architettoniche contemporanee.
Le tre sezioni espositive – Re(l)Azioni (arte) - NOMOS –(architettura) - Disordine scientifico – (sezione dedicata a ll’artista Daniele Cudini), attraverso le quali prende forma la struttura di [AUTO-nomie} sono state organizzate con il sostegno della Città di Fermo e dell’Ordine degli Architetti,Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori di Fermo, e con il patrocinio di EXPO 2015, Regione Marche, Provincia di Fermo,“Sapienza” Università di Roma, Università Politecnica delle Marche, Libera Accademia di Belle Arti di Brescia.
Re(l)Azioni– Piccole Cisterne Romane, Oratorio di San Domenico, Chiesa di SanMartino, Cortile di Palazzo Azzolino, Chiostro dei Carmelitani,Grandi Cisterne Romane - curatore Tommaso Zijno – Riprendendo il concetto di autonomie espressive, la mostra Re(l)Azioni, punta a costruire un cortocircuito, scaturito dall’incontro di ricerche artistiche individuali e divergenti, con gli spazi ospitanti,caratterizzati da una forte connotazione storico-artistica. Vengonocosì a crearsi delle reazioni che travalicano il principio di“autonomia”, per divenire un unico insieme autosufficiente e significante. Le opere di Francesco Amorosino, Alessandro Calizza,Danilo Cannone, Cristiano Carotti, Marco Ercoli, Cristiana Fasano,Michele Guidarini, Bruno Melappioni, Marco Milia, Marco Piantoni definiscono così una serie di relazioni calibrate con il contesto ed inattese nel loro confronto reciproco. Il tutto, diviso in 5 diverse Re(l)Azioni, ognuna legata ad un differente luogo, in cui gli artisti operano sovrapposizioni formali e semantiche tali da definirle univocamente.
NOMOS- Grandi Cisterne Romane, Oratorio di San Domenico - curatore LucaPorqueddu – All’interno della cultura contemporanea,caratterizzata dall’apparente assenza di principi normativi e determinanti, NOMOS riflette sul rapporto tra progetto e fondamento architettonico, attribuendo a questa relazione potenzialità significative e ri-significative dei luoghi. Interpretato come ordine preconcetto da imporre alla realtà, o come legge derivante dall’osservazione dei fenomeni esterni, il nomos alimenta la volontà di immanenza e la possibilità di trasformazione; stabilisce principi di stasi e moti legati all’alterazione. Riflettono accuratamente attorno alla natura e alla validità di talideclinazioni i lavori di Francesco Cianfarani, Filippo De Dominici,Massimo Dicecca, Bruna Dominici, KURMAK (Laura Fabriani, SanteSimone, Alessandro Zappaterreni), Giorgos Papa evangeliu, Margherita Pascucci, Luca Porqueddu, Gabriele Trövè, ULTRA Architettura(Emanuela Ortolani, Michela Romano, David Vecchi), i quali individuano una basilare natura programmatica dell’architettura,capace di potenziare e deformare la logica seriale e ripetitiva delle Grandi Cisterne Romane. Liberamente inserite nello spazio delimitato dalla cellula modulare di 6 x 9m, alla base della struttura spaziale e statica delle Cisterne, l’opera di ogni architetto costituisce unprincipio architettonico autonomo, sia nel modo in cui instaura relazioni con l’ambiente ospitante, sia nelle modalità che sceglie per interagire con l’individualità delle altre opere esposte. La riflessione sul NOMOS prosegue all’interno dell’Oratorio di San Domenico, dove gli stessi architetti utilizzano il disegno, strumento progettuale per eccellenza, per stabilire un dialogo a distanza tra prefigurazione e costruzione.
Disordine scientifico – ex chiesa di San Martino – Danile Cudini -Nell'opera di Daniele Cudini viene mostrato all’osservatore, inmaniera gioiosa, un viaggio nell’universo quasi infinito e spesso anche insopportabile dell’intensità e dell’eccentricità dell’essere e agire umano. Con una sorprendente sensibilità e con amore per il dettaglio oscuro e stravagante l’artista delinea la grande varietà delle passioni della vita, passioni che sono soggette a deragliamenti e confusione, il pathos che lotta per mantenere il controllo, solitudini che racchiudono un mondo intero, viaggi che aspettano di essere intrapresi, benché nessuno ne conosca la destinazione, ma la cui tensione e le cui incertezze sono già entrate nei personaggi delle opere. L'installazione "Disordine Scientifico" rappresenta l'incrocio di temporalità differenti:partendo dal ritratto della madre eseguito a 16 anni, l'artista si immerge nel passato per poi attraversare i vari periodi della sua produzione fino alle opere più recenti, mettendo in scena registri linguistici eterogenei che sono speculari alle mutazioni sociali ed esistenziali.
date e orari – venerdì 4 ore 16.00 - 23.00 _ sabato 5 ore 11.00 –13.00 e 16.00 - 23.00_ domenica 6 ore 11.00 – 13.00 e 16.00 - 23.00
ingresso gratuito.
04
settembre 2015
[AUTO nomie}
Dal 04 al 06 settembre 2015
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Fermo
Fermo, (Fermo)
Fermo, (Fermo)
Orario di apertura
venerdì 4 ore 16.00 - 23.00 _ sabato 5 ore 11.00 –13.00 e 16.00 - 23.00_ domenica 6 ore 11.00 – 13.00 e 16.00 - 23.00
Vernissage
4 Settembre 2015, ore 16