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Autoscatti
Un invito a sorprendersi sorprendendo, un guardarsi improvviso rappresentandosi e cercando di svelare il proprio mondo, le emozioni, l’anima
Comunicato stampa
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Autoscatti
Un invito a sorprendersi sorprendendo, un guardarsi improvviso rappresentandosi e cercando di svelare il proprio mondo, le emozioni, l’anima? O forse tentare un autoscatto che di sé possa offrire un’immagine compiuta, una tranche de vie che illumini tutto un vissuto? Questo è lo stimolo che Italo Medda e Gianni Atzeni, sempre attivi artisti-organizzatori dello spazio culturale G28, hanno offerto ad undici appassionati di fotografia che nella vita però hanno scelto altre strade; non solo fotografi quindi ma anche artisti e insegnanti, grafici e giornalisti accomunati dalla stessa grande passione. Ed eccoli ora a fare i reporter di se stessi, a cercarsi riflettendo sul valore di un click, di un momento che può far capire una vita.
Quasi impertinente Giorgia Atzeni mostra di sé un viso offerto in un bacio e scarpe e calze coloratissime, un riflesso dei suoi accattivanti fumetti; Paolo Ollano si riprende in controluce davanti ad orizzonti illimitati, nuvole e cielo come sfondo mentre Adelaide Lussu seleziona colori raffinatissimi, il viso in primo piano; Barbara Ardau gioca sui riflessi e manipola l’immagine solarizzandola, un’altra figura si riflette con lei; Angelo Pani usa uno speciale obiettivo creando un’immagine inquietante che riporta ad Orwell e Kafka; David Nilson usa il bianco e nero, multipli riflessi, uno sguardo aperto su molti lati; Guglielmo Massidda si nasconde eliminando l’immagine diretta di sé e proponendo enigmatiche ed allarmanti parti del suo corpo; Claudio Crapanzano si inserisce misterioso in una intrigante periferia urbana, il colore ad esaltare una vecchia 500; Attilio Della Maria lavora con estremo rigore in minimali interni, la macchina fotografica come icona e totem, riflessi che si richiamano in un gioco di citazioni semantiche; Ottavio Pinna invade lo spazio di una cabina fotografica e si fa sorprendere a dar corpo a fantasie splatter o noir, citando l’arte pop di Wahrol e Lichtenstein.
Compito non semplice eseguito con leggerezza e ironia, mostra che poteva indurre in tentazioni estetizzanti ma invece ha dato esiti professionali e sorprendenti; niente è più difficile che cercare di fermare l’istante di una vita, darne una visione precisa, ritagliare un’espressione veritiera che dia la chiave per capire, o almeno percepire, un mondo. Siamo proprio noi quelli sorpresi e fermati in un istante? E’ naturale quella espressione degli occhi? Quella rapida emozione fissata da un occhio meccanico? Solo chi si conosce bene sa svelarsi o nascondersi; appare quindi doppiamente interessante questa sfida a se stessi e questo offrirsi ad altri sguardi che indagheranno oltre l’immagine, provando a scavalcarne i limiti.
Maria Spissu Nilson
Un invito a sorprendersi sorprendendo, un guardarsi improvviso rappresentandosi e cercando di svelare il proprio mondo, le emozioni, l’anima? O forse tentare un autoscatto che di sé possa offrire un’immagine compiuta, una tranche de vie che illumini tutto un vissuto? Questo è lo stimolo che Italo Medda e Gianni Atzeni, sempre attivi artisti-organizzatori dello spazio culturale G28, hanno offerto ad undici appassionati di fotografia che nella vita però hanno scelto altre strade; non solo fotografi quindi ma anche artisti e insegnanti, grafici e giornalisti accomunati dalla stessa grande passione. Ed eccoli ora a fare i reporter di se stessi, a cercarsi riflettendo sul valore di un click, di un momento che può far capire una vita.
Quasi impertinente Giorgia Atzeni mostra di sé un viso offerto in un bacio e scarpe e calze coloratissime, un riflesso dei suoi accattivanti fumetti; Paolo Ollano si riprende in controluce davanti ad orizzonti illimitati, nuvole e cielo come sfondo mentre Adelaide Lussu seleziona colori raffinatissimi, il viso in primo piano; Barbara Ardau gioca sui riflessi e manipola l’immagine solarizzandola, un’altra figura si riflette con lei; Angelo Pani usa uno speciale obiettivo creando un’immagine inquietante che riporta ad Orwell e Kafka; David Nilson usa il bianco e nero, multipli riflessi, uno sguardo aperto su molti lati; Guglielmo Massidda si nasconde eliminando l’immagine diretta di sé e proponendo enigmatiche ed allarmanti parti del suo corpo; Claudio Crapanzano si inserisce misterioso in una intrigante periferia urbana, il colore ad esaltare una vecchia 500; Attilio Della Maria lavora con estremo rigore in minimali interni, la macchina fotografica come icona e totem, riflessi che si richiamano in un gioco di citazioni semantiche; Ottavio Pinna invade lo spazio di una cabina fotografica e si fa sorprendere a dar corpo a fantasie splatter o noir, citando l’arte pop di Wahrol e Lichtenstein.
Compito non semplice eseguito con leggerezza e ironia, mostra che poteva indurre in tentazioni estetizzanti ma invece ha dato esiti professionali e sorprendenti; niente è più difficile che cercare di fermare l’istante di una vita, darne una visione precisa, ritagliare un’espressione veritiera che dia la chiave per capire, o almeno percepire, un mondo. Siamo proprio noi quelli sorpresi e fermati in un istante? E’ naturale quella espressione degli occhi? Quella rapida emozione fissata da un occhio meccanico? Solo chi si conosce bene sa svelarsi o nascondersi; appare quindi doppiamente interessante questa sfida a se stessi e questo offrirsi ad altri sguardi che indagheranno oltre l’immagine, provando a scavalcarne i limiti.
Maria Spissu Nilson
16
febbraio 2008
Autoscatti
Dal 16 febbraio all'otto marzo 2008
fotografia
Location
SPAZIO ZOOM – SALMOIRAGHI & VIGANO’
Cagliari, Via Giuseppe Manno, 10, (Cagliari)
Cagliari, Via Giuseppe Manno, 10, (Cagliari)
Vernissage
16 Febbraio 2008, ore 18
Autore
Curatore