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Avanguardia Russa. Aleksandr Rodcenko. Fotografia
Nel Settembre del 1921 Rodčenko mette in mostra tre tele monocromatiche, Puro Colore Rosso, Puro Colore Blu e Puro Colore Giallo, affermando ” È tutto finito. Colori di base: Ogni piano è piano e non c’è rappresentazione”. Con questa operazione egli considera esaurita la sua ricerca e abbandona temporaneamente la pittura per dedicarsi a nuove forme di arte che siano strumenti di progresso sociale: il collage, il fotomontaggio, soprattutto la fotografia. È a questo specifico aspetto della produzione artistica di Rodčenko, tra i padri del Costruttivismo, che è dedicata la mostra
Comunicato stampa
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Nel Settembre del 1921 Rodčenko mette in mostra tre tele monocromatiche, Puro
Colore Rosso, Puro Colore Blu e Puro Colore Giallo, affermando " È tutto finito. Colori
di base: Ogni piano è piano e non c'è rappresentazione". Con questa operazione egli
considera esaurita la sua ricerca e abbandona temporaneamente la pittura per
dedicarsi a nuove forme di arte che siano strumenti di progresso sociale: il collage, il
fotomontaggio, soprattutto la fotografia.
È a questo specifico aspetto della produzione artistica di Rodčenko, tra i padri del
Costruttivismo, che è dedicata la mostra Avanguardia Russa. Aleksandr Rodčenko.
Fotografia, curata da Ol’ga Sviblova, che si terrà a Villa Manin a Passariano (UD) dal 7
marzo al 28 giugno 2015, in contemporanea con l’ esposizione Avanguardia Russa.
Capolavori dalla collezione Costakis per dar vita – insieme- a un affresco unico e
irripetibile dell’arte sperimentale russa degli inizi del Novecento.
Nell’ambito delle multiformi sperimentazioni delle avanguardie, precedenti e
successive alla Rivoluzione d’ottobre - che nel 1917 spazza via la dinastia dei
Romanov, portando Lenin e il partito Bolscevico al potere - l’esperienza artistica di
Rodčenko costituisce un momento di straordinario fervore e innovazione. Egli è
anzi uno dei principali generatori di questa stagione creativa e intellettuale di cui
rispecchia perfettamente lo spirito e l'aura mitica. Pittore, scultore, tipografo,
designer di mobili, scenografo, architetto d'interni e fotografo Aleksandr Michajlovich
Rodčenko (1891-1956) sperimenta in tutti questi campi nuove forme e nuovi
mezzi di "comunicazione", ma è soprattutto nella fotografia che attua una vera e
propria rivoluzione.
Il Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum), che
insieme ai familiari e ai maggiori specialisti di questo settore ha promosso negli ultimi
anni una lunga e meticolosa campagna di studi, presta in questa importante
occasione 100 lavori di Rodčenko rappresentativi dei soggetti più amati
dall’artista ma anche delle tecniche, delle invenzioni e delle continue
sperimentazioni da lui seguite: a partire dalle copertine della rivista LEF (fronte di
sinistra della Arti) alle pubblicità (comprese quelle per il cinema); dai fotomontaggi - evocativa la sua Auto-caricatura del 1922 e i tanti, bellissimi lavori realizzati con la
Stepanova sua compagna e sodale – alle foto delle nuove architetture, fino ai ritratti
tra cui, famossissimo, quello della madre del 1924, il Ritratto di Lilia Brik per il poster
“Knigi” dello stesso anno, Il Pioniere con tromba del 1930.
Un percorso che ci porta a scoprire la “libertà creativa, il talento per l’effetto estetico
di forte impatto, la sensibilita per le tendenze artistiche contemporanee e l’audacia
nel guardare al futuro” di Rodčenko.
I primi anni Venti, in Russia, furono un periodo di transizione, in cui sperimentazione
artistica e sociale coincisero. Rodčenko cominciò ad avvicinarsi alla fotografia per
produrre materiali utili ai suoi fotomontaggi, che utilizzava per manifesti e Illustrazioni
di libri.
In un paese, la Russia, in cui vi era un alto tasso di analfabetismo, il fotomontaggio -
già usato alla fine della Grande Guerra come strumento di denuncia dai dada berlinesi
(George Grosz e altri) e dal Bauhaus (László Moholy-Nagy e altri) coi quali Rodčenko
aveva stretti rapporti - si rivelò un innovativo ed efficace mezzo di comunicazione,
inserendosi nella poetica costruttivista, nemica di uno stile individuale ed esclusivo.
A partire dal 1924 l’artista concentrò invece la sua principale attenzione proprio sul
mezzo fotografico col risultato di produrre un vigoroso cambiamento nel concetto
stesso di fotografia.
In possesso di una camera Leica, Rodčenko cominciò a riprendere l’ordinario e il
quotidiano dandogli una nuova interpretazione, grazie a tagli obliqui e a punti di vista
inconsueti. Scriveva nel 1928: «Se si desidera insegnare all'occhio umano a vedere in
una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da
prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate”.
Da mero strumento di registrazione della realtà, la fotografia divenne un mezzo per la
rappresentazione dinamica di costruzioni intellettuali.
Egli era convinto del potenziale innovativo di questo strumento: "Inaudite possibilità si
sono aperte. Immagini su differenti livelli, quella raffinatezza che il fotomontaggio ha
raggiunto ... Transizioni che vanno dall'immagine intera alla linea più sottile. Contraddizioni nella prospettiva. Contrasti nella luce. Contrasti nelle forme. Vedute
impossibili da realizzare con il disegno e la pittura. Scorci che deformano gli oggetti in
maniera esagerata, una ruvida manipolazione della materia. Completamente nuovo, momenti mai visti prima nei movimenti umani, animali o meccanici ..."
Rodčenko trasformò così la fotografia documentaria in arte.
Le sue innovazioni influirono enormemente sulle generazioni successive.
Certamente egli introdusse i principi dell'ideologia costruttivista nella fotografia
sviluppando metodiche e strumenti per la sua applicazione.
Il "Metodo Rodčenko", che comprendeva il ricorso a composizioni diagonali, sfocati
progressivi, inversioni orientative, si trasformò col tempo in un repertorio di "figure
retoriche" a disposizione di quegli artisti che, attraverso l'adesione al linguaggio
costruttivista, credevano nella possibilità di una trasformazione migliorativa del
mondo e della civiltà. Ma questo era inevitabile, considerata la sua convinzione circa il
ruolo dell’arte e degli artisti nella costruzione di un nuovo stile di vita per il popolo
russo.
Nel 1928, con l'affermarsi di una nuova burocrazia culturale imposta da Stalin che
discreditava il pensiero liberale, l'arte di Rodčenko venne accusata di formalismo
borghese e dal 1932 si dedicò prevalentemente al reportage (parate sulla Piazza
Rossa e servizi commissionati da giornali statali). Rodčenko, comunista convinto, era
vittima dello stesso sistema che aveva contribuito a costruire e appoggiato.
Negli anni '30 ritorna alla pittura, nel 1942 cessa di fotografare, continuando ad
organizzare mostre fotografiche per il governo. Muore a Mosca nel 1956.
La mostra è promossa dall’Azienda Speciale Villa Manin e dalla Regione Friuli Venezia
Giulia in collaborazione con la Fondazione CRUP.
Colore Rosso, Puro Colore Blu e Puro Colore Giallo, affermando " È tutto finito. Colori
di base: Ogni piano è piano e non c'è rappresentazione". Con questa operazione egli
considera esaurita la sua ricerca e abbandona temporaneamente la pittura per
dedicarsi a nuove forme di arte che siano strumenti di progresso sociale: il collage, il
fotomontaggio, soprattutto la fotografia.
È a questo specifico aspetto della produzione artistica di Rodčenko, tra i padri del
Costruttivismo, che è dedicata la mostra Avanguardia Russa. Aleksandr Rodčenko.
Fotografia, curata da Ol’ga Sviblova, che si terrà a Villa Manin a Passariano (UD) dal 7
marzo al 28 giugno 2015, in contemporanea con l’ esposizione Avanguardia Russa.
Capolavori dalla collezione Costakis per dar vita – insieme- a un affresco unico e
irripetibile dell’arte sperimentale russa degli inizi del Novecento.
Nell’ambito delle multiformi sperimentazioni delle avanguardie, precedenti e
successive alla Rivoluzione d’ottobre - che nel 1917 spazza via la dinastia dei
Romanov, portando Lenin e il partito Bolscevico al potere - l’esperienza artistica di
Rodčenko costituisce un momento di straordinario fervore e innovazione. Egli è
anzi uno dei principali generatori di questa stagione creativa e intellettuale di cui
rispecchia perfettamente lo spirito e l'aura mitica. Pittore, scultore, tipografo,
designer di mobili, scenografo, architetto d'interni e fotografo Aleksandr Michajlovich
Rodčenko (1891-1956) sperimenta in tutti questi campi nuove forme e nuovi
mezzi di "comunicazione", ma è soprattutto nella fotografia che attua una vera e
propria rivoluzione.
Il Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum), che
insieme ai familiari e ai maggiori specialisti di questo settore ha promosso negli ultimi
anni una lunga e meticolosa campagna di studi, presta in questa importante
occasione 100 lavori di Rodčenko rappresentativi dei soggetti più amati
dall’artista ma anche delle tecniche, delle invenzioni e delle continue
sperimentazioni da lui seguite: a partire dalle copertine della rivista LEF (fronte di
sinistra della Arti) alle pubblicità (comprese quelle per il cinema); dai fotomontaggi - evocativa la sua Auto-caricatura del 1922 e i tanti, bellissimi lavori realizzati con la
Stepanova sua compagna e sodale – alle foto delle nuove architetture, fino ai ritratti
tra cui, famossissimo, quello della madre del 1924, il Ritratto di Lilia Brik per il poster
“Knigi” dello stesso anno, Il Pioniere con tromba del 1930.
Un percorso che ci porta a scoprire la “libertà creativa, il talento per l’effetto estetico
di forte impatto, la sensibilita per le tendenze artistiche contemporanee e l’audacia
nel guardare al futuro” di Rodčenko.
I primi anni Venti, in Russia, furono un periodo di transizione, in cui sperimentazione
artistica e sociale coincisero. Rodčenko cominciò ad avvicinarsi alla fotografia per
produrre materiali utili ai suoi fotomontaggi, che utilizzava per manifesti e Illustrazioni
di libri.
In un paese, la Russia, in cui vi era un alto tasso di analfabetismo, il fotomontaggio -
già usato alla fine della Grande Guerra come strumento di denuncia dai dada berlinesi
(George Grosz e altri) e dal Bauhaus (László Moholy-Nagy e altri) coi quali Rodčenko
aveva stretti rapporti - si rivelò un innovativo ed efficace mezzo di comunicazione,
inserendosi nella poetica costruttivista, nemica di uno stile individuale ed esclusivo.
A partire dal 1924 l’artista concentrò invece la sua principale attenzione proprio sul
mezzo fotografico col risultato di produrre un vigoroso cambiamento nel concetto
stesso di fotografia.
In possesso di una camera Leica, Rodčenko cominciò a riprendere l’ordinario e il
quotidiano dandogli una nuova interpretazione, grazie a tagli obliqui e a punti di vista
inconsueti. Scriveva nel 1928: «Se si desidera insegnare all'occhio umano a vedere in
una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da
prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate”.
Da mero strumento di registrazione della realtà, la fotografia divenne un mezzo per la
rappresentazione dinamica di costruzioni intellettuali.
Egli era convinto del potenziale innovativo di questo strumento: "Inaudite possibilità si
sono aperte. Immagini su differenti livelli, quella raffinatezza che il fotomontaggio ha
raggiunto ... Transizioni che vanno dall'immagine intera alla linea più sottile. Contraddizioni nella prospettiva. Contrasti nella luce. Contrasti nelle forme. Vedute
impossibili da realizzare con il disegno e la pittura. Scorci che deformano gli oggetti in
maniera esagerata, una ruvida manipolazione della materia. Completamente nuovo, momenti mai visti prima nei movimenti umani, animali o meccanici ..."
Rodčenko trasformò così la fotografia documentaria in arte.
Le sue innovazioni influirono enormemente sulle generazioni successive.
Certamente egli introdusse i principi dell'ideologia costruttivista nella fotografia
sviluppando metodiche e strumenti per la sua applicazione.
Il "Metodo Rodčenko", che comprendeva il ricorso a composizioni diagonali, sfocati
progressivi, inversioni orientative, si trasformò col tempo in un repertorio di "figure
retoriche" a disposizione di quegli artisti che, attraverso l'adesione al linguaggio
costruttivista, credevano nella possibilità di una trasformazione migliorativa del
mondo e della civiltà. Ma questo era inevitabile, considerata la sua convinzione circa il
ruolo dell’arte e degli artisti nella costruzione di un nuovo stile di vita per il popolo
russo.
Nel 1928, con l'affermarsi di una nuova burocrazia culturale imposta da Stalin che
discreditava il pensiero liberale, l'arte di Rodčenko venne accusata di formalismo
borghese e dal 1932 si dedicò prevalentemente al reportage (parate sulla Piazza
Rossa e servizi commissionati da giornali statali). Rodčenko, comunista convinto, era
vittima dello stesso sistema che aveva contribuito a costruire e appoggiato.
Negli anni '30 ritorna alla pittura, nel 1942 cessa di fotografare, continuando ad
organizzare mostre fotografiche per il governo. Muore a Mosca nel 1956.
La mostra è promossa dall’Azienda Speciale Villa Manin e dalla Regione Friuli Venezia
Giulia in collaborazione con la Fondazione CRUP.
06
marzo 2015
Avanguardia Russa. Aleksandr Rodcenko. Fotografia
Dal 06 marzo al 28 giugno 2015
fotografia
Location
VILLA MANIN DI PASSARIANO
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Biglietti
intero € 10,00, ridotto € 8,00, ridotto gruppi € 5,00. Servizio di audioguida (italiano, inglese) compreso nel biglietto. Biglietti acquistabili fino a 45 minuti prima
della chiusura del la mostra
Orario di apertura
dal martedì a domenica: 10-19, chiuso lunedì apertura straordinaria lunedì di Pasquetta
Vernissage
6 Marzo 2015, su invito dalle 11 alle 14.00
Ufficio stampa
VILLAGGIO GLOBALE
Autore
Curatore