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Aviv Wolfson – Unconfort Zone
L’artista israeliana si affaccia al panorama romano, con la sua prima personale italiana, proponendo un viaggio disagevole, un’immersione totale, un invito a immaginarsi in un ambiente subacqueo, dove maschera e boccaglio saranno benvenuti per varcare la soglia.
Comunicato stampa
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Giovedì 1 dicembre 2022 alle ore 18.00 inaugura, negli spazi di Micro Arti Visive di Paola Valori a Roma, il progetto UNCONFORT ZONE di Aviv Wolfson, promosso da ArtPlatform, a cura di Dafne Crocella.
Dovranno sentirsi scomodi gli ospiti della Micro Arti Visive quando varcheranno la soglia della Galleria 2 per immergersi nella personale di Aviv Wolfson, Unconfort Zone. L’artista israeliana si affaccia al panorama romano, con la sua prima personale italiana, proponendo un viaggio disagevole. Si tratterà di un’immersione totale, un invito a immaginarsi in un ambiente subacqueo, dove maschera e boccaglio saranno benvenuti per varcare la soglia. Le opere dell’artista israeliana si offriranno così al pubblico attraverso uno sguardo appannato, una luce soffusa, a rappresentare l’ambiente sottomarino. Nei lavori di Aviv tele ricche di colori mescolano nei soggetti volti e sagome di foglie, linee curve che accompagnano i contorni smussando gli angoli come l’acqua sa fare. Si crea così una corrispondenza tra ambientazioni umane, quali caffè e salotti affollati, e ambienti naturali abbondanti di foglie, erbe e alghe. Due mondi che si confondono nelle linee a ricordarci che stiamo condividendo lo stesso pianeta. Una rappresentazione che è un invito a scambiarci i ruoli e a immaginarci abitanti del mare.
La Galleria 2 della Micro si trasformerà offrendo ai visitatori un’immersione in un fondale marino in parte inquinato, in parte ancora vergine. Per creare l’ambientazione Aviv ha aperto una “Call 4 Masks” ossia un invito a offrire le mascherine usate per creare l’allestimento. La mostra prende quindi la forma di una installazione partecipativa in cui il pubblico è invitato a contribuire al processo di creazione interrogandosi sul significato del “salvare la vita” che è stato attribuito alle mascherine e che oggi si sta trasformando in una minaccia per diverse forme di vita non umane. Allora il tacco 12 che resterà impigliato nell’elastico di una mascherina abbandonata a terra ci porterà a vivere la sensazione fisica di un’invadenza non voluta e la busta di plastica su cui ci troveremo a camminare renderà la galleria una spiazzante immersione in un mondo invaso dai rifiuti di altre specie: una Unconfort Zone.
Durante il vernissage avrà luogo anche l’evento performativo Oceanwaste di Elisa Bongiovanni; mentre lunedì 5 dicembre alle ore 18.30 si terrà un evento di Slow Art condotto da Dafne Crocella.
Aviv Wolfson è nata in Israele ed ha studiato arte in Italia e Cina, sviluppando negli anni una tecnica personale nata dall’incontro tra stili diversi. Ha lavorato in progetti artistici e sociali in Brasile, India, Cina, Francia e Israele, con la consapevolezza del messaggio che l’arte può portare anche a livello sociale, sempre con una visione olistica di interconnessione tra esseri umani, altre specie e ambiente. Ha pubblicato libri d’infanzia e libri d’artista in Cina, India e Israele. Ha esposto a Parigi e Tel Aviv. La sua ricerca artistica è legata ad uno sguardo verso l’ambiente, al rispetto degli animali e di ogni forma di vita. La via vegana che segue da diversi anni si riflette in uno sguardo artistico che coniuga gli ambienti animali e umani mostrando un continuum tra abitanti dello stesso pianeta.
Elisa Bongiovanni è attrice, performer e trampoliera romana diplomata al Centro Internazionale La Cometa di Roma. Parallelamente all’attività teatrale insegna recitazione e promuove l’attività teatrale nelle periferie con una particolare attenzione ai territori e alle loro storie, convinta che “il teatro possa fare la rivoluzione”.
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea dal 2008. Ha lavorato nella conduzione dell’Artist Presentation Space di ARTROM Network fino al 2014 quando ha aperto Artplatform, piattaforma d’incontro tra creativi indipendenti. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento di Slow Art International Day con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie tra cui il MAXXI, la GNAM, il MURo, il MNAO. Dal 2013 collabora con lo Spazio Comel di Latina nell’ambito del Premio Comel. Dal 2019 cura il Collettivo degli Artisti di Montemario con una particolare attenzione al territorio tramite eventi site specific legati in particolare alle Giornate Basagliane e agli spazi del Santa Maria della Pietà. Dal 2020 scrive per Sapereambiente curando la rubrica di street art Conversando con la Città.
Dovranno sentirsi scomodi gli ospiti della Micro Arti Visive quando varcheranno la soglia della Galleria 2 per immergersi nella personale di Aviv Wolfson, Unconfort Zone. L’artista israeliana si affaccia al panorama romano, con la sua prima personale italiana, proponendo un viaggio disagevole. Si tratterà di un’immersione totale, un invito a immaginarsi in un ambiente subacqueo, dove maschera e boccaglio saranno benvenuti per varcare la soglia. Le opere dell’artista israeliana si offriranno così al pubblico attraverso uno sguardo appannato, una luce soffusa, a rappresentare l’ambiente sottomarino. Nei lavori di Aviv tele ricche di colori mescolano nei soggetti volti e sagome di foglie, linee curve che accompagnano i contorni smussando gli angoli come l’acqua sa fare. Si crea così una corrispondenza tra ambientazioni umane, quali caffè e salotti affollati, e ambienti naturali abbondanti di foglie, erbe e alghe. Due mondi che si confondono nelle linee a ricordarci che stiamo condividendo lo stesso pianeta. Una rappresentazione che è un invito a scambiarci i ruoli e a immaginarci abitanti del mare.
La Galleria 2 della Micro si trasformerà offrendo ai visitatori un’immersione in un fondale marino in parte inquinato, in parte ancora vergine. Per creare l’ambientazione Aviv ha aperto una “Call 4 Masks” ossia un invito a offrire le mascherine usate per creare l’allestimento. La mostra prende quindi la forma di una installazione partecipativa in cui il pubblico è invitato a contribuire al processo di creazione interrogandosi sul significato del “salvare la vita” che è stato attribuito alle mascherine e che oggi si sta trasformando in una minaccia per diverse forme di vita non umane. Allora il tacco 12 che resterà impigliato nell’elastico di una mascherina abbandonata a terra ci porterà a vivere la sensazione fisica di un’invadenza non voluta e la busta di plastica su cui ci troveremo a camminare renderà la galleria una spiazzante immersione in un mondo invaso dai rifiuti di altre specie: una Unconfort Zone.
Durante il vernissage avrà luogo anche l’evento performativo Oceanwaste di Elisa Bongiovanni; mentre lunedì 5 dicembre alle ore 18.30 si terrà un evento di Slow Art condotto da Dafne Crocella.
Aviv Wolfson è nata in Israele ed ha studiato arte in Italia e Cina, sviluppando negli anni una tecnica personale nata dall’incontro tra stili diversi. Ha lavorato in progetti artistici e sociali in Brasile, India, Cina, Francia e Israele, con la consapevolezza del messaggio che l’arte può portare anche a livello sociale, sempre con una visione olistica di interconnessione tra esseri umani, altre specie e ambiente. Ha pubblicato libri d’infanzia e libri d’artista in Cina, India e Israele. Ha esposto a Parigi e Tel Aviv. La sua ricerca artistica è legata ad uno sguardo verso l’ambiente, al rispetto degli animali e di ogni forma di vita. La via vegana che segue da diversi anni si riflette in uno sguardo artistico che coniuga gli ambienti animali e umani mostrando un continuum tra abitanti dello stesso pianeta.
Elisa Bongiovanni è attrice, performer e trampoliera romana diplomata al Centro Internazionale La Cometa di Roma. Parallelamente all’attività teatrale insegna recitazione e promuove l’attività teatrale nelle periferie con una particolare attenzione ai territori e alle loro storie, convinta che “il teatro possa fare la rivoluzione”.
Dafne Crocella è antropologa e curatrice di mostre d’arte contemporanea dal 2008. Ha lavorato nella conduzione dell’Artist Presentation Space di ARTROM Network fino al 2014 quando ha aperto Artplatform, piattaforma d’incontro tra creativi indipendenti. Dal 2010 è rappresentante italiana del Movimento di Slow Art International Day con cui ha guidato percorsi di mindfulness in musei e gallerie tra cui il MAXXI, la GNAM, il MURo, il MNAO. Dal 2013 collabora con lo Spazio Comel di Latina nell’ambito del Premio Comel. Dal 2019 cura il Collettivo degli Artisti di Montemario con una particolare attenzione al territorio tramite eventi site specific legati in particolare alle Giornate Basagliane e agli spazi del Santa Maria della Pietà. Dal 2020 scrive per Sapereambiente curando la rubrica di street art Conversando con la Città.
01
dicembre 2022
Aviv Wolfson – Unconfort Zone
Dal primo al 07 dicembre 2022
arte contemporanea
arti performative
arti performative
Location
MICRO ARTI VISIVE
Roma, Viale Giuseppe Mazzini, 1, (Roma)
Roma, Viale Giuseppe Mazzini, 1, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 15.30 -19.30 - domenica chiuso
Vernissage
1 Dicembre 2022, 18:00
Sito web
Ufficio stampa
Melasecca PressOffice
Autore
Curatore
Autore testo critico