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Avveduti | Biratoni | Peroli – A3
Tre autori distinti eppure affini come evidenzia questa mostra interamente dedicata al collage. Il collage dal canto suo è una tecnica espressiva con una sua storia, nobile e autonoma, e come ogni tecnica contiene e rappresenta una metafora: chiamarsi fuori o defilarsi, senza nulla di grandioso
Comunicato stampa
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Una mostra A3. Tre autori distinti eppure affini, per più d'un motivo. Da quello generazionale, di chi ha diversi anni di esperienza e di pratica nell'arte, alla costante motivazione, fino al linguaggio e al supporto adottati, ognuno di loro si presenta qui con una chiara ed evidente personalità, autenticità e intensità nell'esprimersi formalmente.
Tre artisti che, come credo, meritano un approfondimento - specie col senno di poi - perché dagli anni Novanta in avanti troppi fuochi di paglia hanno inutilmente offuscato la scena artistica, italiana e non solo. Figure che mi hanno colpito nel tempo per qualità, radicalità e anche umiltà nel perseguire la propria vocazione, che a modo loro hanno tenuto, senza mai demordere o abbandonare l'unica sfida di ogni vero artista, quella con l'opera.
Il collage dal canto suo è una tecnica espressiva con una sua storia, nobile e autonoma, e come ogni tecnica contiene e rappresenta una metafora: chiamarsi fuori o defilarsi - magari in un appartamento - senza pensare a nulla di grandioso o inscalfibile; ridare senso all'esistente, partendo dal tavolo di casa, mentre si sfoglia un vecchio libro o un giornale qualsiasi e chissà in quali orari, tra sé e sé, intimamente, semplicemente e quindi totalmente, nel silenzio domestico di una modalità disarmante.
Tagliare e ritagliare per poi incollare altrove, cercando di aderire a qualcosa di ignoto in cui ritrovarsi per sentirsi "dentro", finalmente. Tagliarsi fuori per ritagliarsi uno spazio - oltre a un momento di riflessione e di osservazione attiva - in cui immergersi e immaginare concretamente una dimensione a cui corrispondere, trovando un senso possibile a un atto necessario quanto vitale, essendo artisti.
Al di là dei clamori e delle soddisfazioni pubbliche, il collage è per sua natura un linguaggio visivo privato, in cui potersi esprimere liberamente, a cui si dedica - per chissà quali motivi - chi è stato appunto "privato" di qualcosa. Matisse ad esempio si dedicò al collage costretto a letto, nell'impossibilità di dipingere. La carta poi occupa poco spazio, può essere fragile ma non ingombra, talvolta canta, e non complica troppo la vita, fin troppo piena e complicata già di suo.
L'incontro individuale con Sergia Avveduti, Cesare Biratoni e Stefano Peroli, con la loro singolare bravura intendo, è avvenuto da parte mia in tempi diversi e in occasioni del tutto fortuite, ma ha saputo lasciare una traccia indelebile: così è nata questa mostra. A3, infatti, è la prima mostra che curo - a parte alcune mie ovviamente - e l'occasione per un incontro sia umano che artistico, tra forme espressive diverse a parità di linguaggio e tra autori distanti eppure vicini, accostabili tra loro e a me. Artisti che mi hanno toccato nel vivo, ognuno a suo modo, che ho visto letteralmente stagliarsi nel panorama circostante e che qui ho voluto unire a mia volta come in un collage, in una varietà di forme singolari e insieme complementari.
Sergia Avveduti e il suo mondo parcellizzato, tagliente ed elegante, misurato e limpido. A lei la scelta del paesaggio in cui inserire il tutto. Scoperto, osservato e selezionato con estrema cura, il mondo di Sergia nasce da immagini tratte da libri in disuso per diventare liberamente altro, dando così forma a nuova apertura.
Cesare Biratoni e le sue figure assenti, tagliate e tirate via scrupolosamente dalla scena - che spesso è l'unica a rimanere - invisibili e annientate eppure percepibili nella loro assenza, su cui poi tracce leggere di pittura ne ritentano la corporeità, evidenziandone la mancanza, vero soggetto del suo operare.
Stefano Peroli, in maniera più rabbiosa ma rigorosamente su carta millimetrata, alle sue figure - piegate in due come ferite, contorte o colte in momenti imbarazzanti - ridà corpo e presenza, spesso mettendoci pure la faccia, oltre alla testa, sempre tagliata a chissà chi da chissà dove. Figure comparse per guardarci dritto negli occhi, pur nel contesto svuotato e sciupato che le circonda. Così queste di Stefano vanno a colmare indirettamente il vuoto lasciato da Cesare e, senza averlo programmato, animano a loro volta lo spazio mentale aperto da Sergia. In questa maniera "A3" diviene anche un mio collage. Che a loro dedico. Marco Neri
Tre artisti che, come credo, meritano un approfondimento - specie col senno di poi - perché dagli anni Novanta in avanti troppi fuochi di paglia hanno inutilmente offuscato la scena artistica, italiana e non solo. Figure che mi hanno colpito nel tempo per qualità, radicalità e anche umiltà nel perseguire la propria vocazione, che a modo loro hanno tenuto, senza mai demordere o abbandonare l'unica sfida di ogni vero artista, quella con l'opera.
Il collage dal canto suo è una tecnica espressiva con una sua storia, nobile e autonoma, e come ogni tecnica contiene e rappresenta una metafora: chiamarsi fuori o defilarsi - magari in un appartamento - senza pensare a nulla di grandioso o inscalfibile; ridare senso all'esistente, partendo dal tavolo di casa, mentre si sfoglia un vecchio libro o un giornale qualsiasi e chissà in quali orari, tra sé e sé, intimamente, semplicemente e quindi totalmente, nel silenzio domestico di una modalità disarmante.
Tagliare e ritagliare per poi incollare altrove, cercando di aderire a qualcosa di ignoto in cui ritrovarsi per sentirsi "dentro", finalmente. Tagliarsi fuori per ritagliarsi uno spazio - oltre a un momento di riflessione e di osservazione attiva - in cui immergersi e immaginare concretamente una dimensione a cui corrispondere, trovando un senso possibile a un atto necessario quanto vitale, essendo artisti.
Al di là dei clamori e delle soddisfazioni pubbliche, il collage è per sua natura un linguaggio visivo privato, in cui potersi esprimere liberamente, a cui si dedica - per chissà quali motivi - chi è stato appunto "privato" di qualcosa. Matisse ad esempio si dedicò al collage costretto a letto, nell'impossibilità di dipingere. La carta poi occupa poco spazio, può essere fragile ma non ingombra, talvolta canta, e non complica troppo la vita, fin troppo piena e complicata già di suo.
L'incontro individuale con Sergia Avveduti, Cesare Biratoni e Stefano Peroli, con la loro singolare bravura intendo, è avvenuto da parte mia in tempi diversi e in occasioni del tutto fortuite, ma ha saputo lasciare una traccia indelebile: così è nata questa mostra. A3, infatti, è la prima mostra che curo - a parte alcune mie ovviamente - e l'occasione per un incontro sia umano che artistico, tra forme espressive diverse a parità di linguaggio e tra autori distanti eppure vicini, accostabili tra loro e a me. Artisti che mi hanno toccato nel vivo, ognuno a suo modo, che ho visto letteralmente stagliarsi nel panorama circostante e che qui ho voluto unire a mia volta come in un collage, in una varietà di forme singolari e insieme complementari.
Sergia Avveduti e il suo mondo parcellizzato, tagliente ed elegante, misurato e limpido. A lei la scelta del paesaggio in cui inserire il tutto. Scoperto, osservato e selezionato con estrema cura, il mondo di Sergia nasce da immagini tratte da libri in disuso per diventare liberamente altro, dando così forma a nuova apertura.
Cesare Biratoni e le sue figure assenti, tagliate e tirate via scrupolosamente dalla scena - che spesso è l'unica a rimanere - invisibili e annientate eppure percepibili nella loro assenza, su cui poi tracce leggere di pittura ne ritentano la corporeità, evidenziandone la mancanza, vero soggetto del suo operare.
Stefano Peroli, in maniera più rabbiosa ma rigorosamente su carta millimetrata, alle sue figure - piegate in due come ferite, contorte o colte in momenti imbarazzanti - ridà corpo e presenza, spesso mettendoci pure la faccia, oltre alla testa, sempre tagliata a chissà chi da chissà dove. Figure comparse per guardarci dritto negli occhi, pur nel contesto svuotato e sciupato che le circonda. Così queste di Stefano vanno a colmare indirettamente il vuoto lasciato da Cesare e, senza averlo programmato, animano a loro volta lo spazio mentale aperto da Sergia. In questa maniera "A3" diviene anche un mio collage. Che a loro dedico. Marco Neri
10
marzo 2018
Avveduti | Biratoni | Peroli – A3
Dal 10 al 20 marzo 2018
arte contemporanea
Location
ART FORUM
Bologna, Via Dei Bersaglieri, 5e, (Bologna)
Bologna, Via Dei Bersaglieri, 5e, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-12,30 e 15,30-19
Vernissage
10 Marzo 2018, ore 18,30
Autore
Curatore