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Baccio Bandinelli scultore e maestro
La mostra presenterà tutte le sue opere di scultura e di pittura il cui trasferimento sia possibile, i disegni e le stampe di sua invenzione, bronzetti, medaglie e un raro modello in cera proveniente da Montpellier
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Baccio Bandinelli, “artista di fama eterna”: è questo il giudizio conclusivo della Vita dedicatagli da
Vasari, che la mostra – dal 9 aprile al 13 luglio 2014 - intende quasi provocatoriamente confermare
per restituire infine al Bandinelli la sua posizione di merito nel panorama della scultura italiana della
Maniera e per ristabilire la verità su un artista condannato all’ostracismo dalla critica negli ultimi due
secoli, fino ad oggi. La biografia del Bandinelli - dopo quelle di Michelangelo, del Vasari stesso e di
Raffaello - è la più estesa fra le Vite vasariane: è uno scritto tormentato, considerando l’odio tra i due
artisti, ma in cui Vasari è infine costretto ad ammettere la grandezza di Baccio, “terribile di lingua e
d’ingegno”.
Alla fine del Cinquecento, l’ammirazione per l’artista è esplicita nelle Bellezze della città di Firenze del
Bocchi (1591) e cresce poi per tutta l’età barocca, raggiungendo il suo apice durante il Neoclassicismo,
fra il XVIII e il XIX secolo. Comincia appunto nell’Ottocento il declino della sua fortuna, a partire
dal Burckhardt, per arrivare fino a noi, attraverso i giudizi negativi e talvolta addirittura sprezzanti del
Berenson, del Pope-Hennessy e di molti altri studiosi.
In epoca barocca e per tutto il Neoclassicismo, invece, Bandinelli era considerato con Michelangelo il
massimo scultore della sua epoca ed è innegabile che nella scultura fiorentina del Cinquecento, assieme
a Jacopo Sansovino e al Cellini, egli sia la figura di maggior rilievo. I suoi committenti principali furono
dapprima i due papi di casa Medici - Leone X e Clemente VII - e poi il duca Cosimo I: nessun dubbio
è possibile sul livello che allora si richiedeva ad un artista per ambire a simili incarichi, che videro
Bandinelli primeggiare su tutti i concorrenti (spesso di gran nome) e assicurarsi, a Firenze e non solo,
le imprese artistiche più impegnative e più rappresentative della prima metà del secolo, mantenendo un
indiscusso credito e prestigio.
La mostra presenterà tutte le sue opere di scultura e di pittura il cui trasferimento sia possibile, i disegni
e le stampe di sua invenzione, bronzetti, medaglie e un raro modello in cera proveniente da Montpellier.
Accanto ai capolavori come il Bacco di Palazzo Pitti, le opere presenti al Bargello, o i rilievi marmorei
del coro del Duomo, saranno esposti i busti-ritratto di Cosimo I e il magnifico Mercurio giovanile del
Louvre; in pittura, la Leda e il cigno (da Parigi), unico dipinto del Bandinelli sicuramente autografo e mai
presentato in una mostra, e il celebre Ritratto di Baccio Bandinelli dell’Isabella Stewart Gardner Museum
di Boston. Saranno esposti inoltre i rilievi (in marmo, stucco e bronzo, provenienti da vari musei esteri)
che gli sono riferiti con certezza, o che direttamente derivano da suoi originali, a confronto con studi
grafici preparatori.
Considerando la ricchezza del materiale, la mostra si estenderà anche in una parte della Sala di
Michelangelo, oltre alle due sale solitamente adibite alle mostre temporanee del Bargello. I grandi
monumenti pubblici, profani e sacri, necessariamente assenti dalla mostra, saranno ampiamente
illustrati e commentati in un’apposita sezione del catalogo, al pari delle opere esposte, e saranno
documentati in mostra attraverso un video, realizzato per l’occasione. Si prevede un’ampia campagna
fotografica ex-novo di molte delle opere del Bandinelli. I saggi introduttivi del catalogo - affidati a
specialisti e studiosi, italiani e stranieri - illustreranno tutti i principali aspetti della sua personalità
artistica ed approfondiranno anche il suo ruolo essenziale di fondatore di un’accademia, capace di
promuovere lo status sociale dell’artista, con notevole anticipo rispetto al Vasari e a Federico Zuccari.
Per la prima volta, una mostra monografica verrà dedicata a questo “universale artefice” - per
riprendere un’altra citazione del Vasari - che fu il “Maestro” di un’intera generazione di artisti e che,
insieme a Michelangelo, Raffaello, Vasari e Cellini, ci ha lasciato tra i più estesi carteggi di artefici del
Cinquecento.
Ufficio Stampa: Camilla Speranza – Tel. 333 5315190
e-mail: camilla.speranzaufficiostampa@gmail.com
Vasari, che la mostra – dal 9 aprile al 13 luglio 2014 - intende quasi provocatoriamente confermare
per restituire infine al Bandinelli la sua posizione di merito nel panorama della scultura italiana della
Maniera e per ristabilire la verità su un artista condannato all’ostracismo dalla critica negli ultimi due
secoli, fino ad oggi. La biografia del Bandinelli - dopo quelle di Michelangelo, del Vasari stesso e di
Raffaello - è la più estesa fra le Vite vasariane: è uno scritto tormentato, considerando l’odio tra i due
artisti, ma in cui Vasari è infine costretto ad ammettere la grandezza di Baccio, “terribile di lingua e
d’ingegno”.
Alla fine del Cinquecento, l’ammirazione per l’artista è esplicita nelle Bellezze della città di Firenze del
Bocchi (1591) e cresce poi per tutta l’età barocca, raggiungendo il suo apice durante il Neoclassicismo,
fra il XVIII e il XIX secolo. Comincia appunto nell’Ottocento il declino della sua fortuna, a partire
dal Burckhardt, per arrivare fino a noi, attraverso i giudizi negativi e talvolta addirittura sprezzanti del
Berenson, del Pope-Hennessy e di molti altri studiosi.
In epoca barocca e per tutto il Neoclassicismo, invece, Bandinelli era considerato con Michelangelo il
massimo scultore della sua epoca ed è innegabile che nella scultura fiorentina del Cinquecento, assieme
a Jacopo Sansovino e al Cellini, egli sia la figura di maggior rilievo. I suoi committenti principali furono
dapprima i due papi di casa Medici - Leone X e Clemente VII - e poi il duca Cosimo I: nessun dubbio
è possibile sul livello che allora si richiedeva ad un artista per ambire a simili incarichi, che videro
Bandinelli primeggiare su tutti i concorrenti (spesso di gran nome) e assicurarsi, a Firenze e non solo,
le imprese artistiche più impegnative e più rappresentative della prima metà del secolo, mantenendo un
indiscusso credito e prestigio.
La mostra presenterà tutte le sue opere di scultura e di pittura il cui trasferimento sia possibile, i disegni
e le stampe di sua invenzione, bronzetti, medaglie e un raro modello in cera proveniente da Montpellier.
Accanto ai capolavori come il Bacco di Palazzo Pitti, le opere presenti al Bargello, o i rilievi marmorei
del coro del Duomo, saranno esposti i busti-ritratto di Cosimo I e il magnifico Mercurio giovanile del
Louvre; in pittura, la Leda e il cigno (da Parigi), unico dipinto del Bandinelli sicuramente autografo e mai
presentato in una mostra, e il celebre Ritratto di Baccio Bandinelli dell’Isabella Stewart Gardner Museum
di Boston. Saranno esposti inoltre i rilievi (in marmo, stucco e bronzo, provenienti da vari musei esteri)
che gli sono riferiti con certezza, o che direttamente derivano da suoi originali, a confronto con studi
grafici preparatori.
Considerando la ricchezza del materiale, la mostra si estenderà anche in una parte della Sala di
Michelangelo, oltre alle due sale solitamente adibite alle mostre temporanee del Bargello. I grandi
monumenti pubblici, profani e sacri, necessariamente assenti dalla mostra, saranno ampiamente
illustrati e commentati in un’apposita sezione del catalogo, al pari delle opere esposte, e saranno
documentati in mostra attraverso un video, realizzato per l’occasione. Si prevede un’ampia campagna
fotografica ex-novo di molte delle opere del Bandinelli. I saggi introduttivi del catalogo - affidati a
specialisti e studiosi, italiani e stranieri - illustreranno tutti i principali aspetti della sua personalità
artistica ed approfondiranno anche il suo ruolo essenziale di fondatore di un’accademia, capace di
promuovere lo status sociale dell’artista, con notevole anticipo rispetto al Vasari e a Federico Zuccari.
Per la prima volta, una mostra monografica verrà dedicata a questo “universale artefice” - per
riprendere un’altra citazione del Vasari - che fu il “Maestro” di un’intera generazione di artisti e che,
insieme a Michelangelo, Raffaello, Vasari e Cellini, ci ha lasciato tra i più estesi carteggi di artefici del
Cinquecento.
Ufficio Stampa: Camilla Speranza – Tel. 333 5315190
e-mail: camilla.speranzaufficiostampa@gmail.com
08
aprile 2014
Baccio Bandinelli scultore e maestro
Dall'otto aprile al 13 luglio 2014
arte antica
Location
MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO
Firenze, Via Del Proconsolo, 4, (Firenze)
Firenze, Via Del Proconsolo, 4, (Firenze)
Vernissage
8 Aprile 2014, h 17.30 su invito
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA
Autore