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Back to Front
Back to Front è una mostra che presenta al pubblico i risultati scaturiti dai sopralluoghi compiuti nelle Accademie d’arte, negli studi d’artisti studenti internazionali, e da un ciclo di lezioni svolte da Gaia Pasi presso l’Accademia di belle arti di Carrara, città nella quale la curatrice collabora attivamente con lo Studio GUM, aperto nel gennaio 2009 ed operativo nella produzione di mostre underground, alle quali hanno già preso parte, più di 100 giovani artisti internazionali.
Comunicato stampa
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Via Brunetti n. 49, è lieta di ospitare da martedì 30 giugno ore 19:00 - BACK TO FRONT, una mostra di artisti emergenti, a cura di Gaia Pasi in collaborazione con il gruppo Facebook Collezionisti di Arte Contemporanea - ideato e promosso dal collezionista romano Antonio Martino – che conta ormai quasi 1000 iscritti.
Back to Front è una mostra che presenta al pubblico i risultati scaturiti dai sopralluoghi compiuti nelle Accademie d’arte, negli studi d’artisti studenti internazionali, e da un ciclo di lezioni svolte da Gaia Pasi presso l’Accademia di belle arti di Carrara, città nella quale la curatrice collabora attivamente con lo Studio GUM, aperto nel gennaio 2009 ed operativo nella produzione di mostre underground, alle quali hanno già preso parte, più di 100 giovani artisti internazionali.
Back to Front riunisce i lavori di - François Chaillou, Francesco di Tillio, Sandro del Pistoia, Andrea Fabbro, James Harris, Helena Hladinovà, Julio Urrego, Adrian Martinez, Marco Pedri, Alberto Scodro, Namsal Siedlecki, - selezionati per il livello di ricerca, la qualità della sperimentazione e dei contenuti, al di fuori d’ogni genere di speculazione economica e mercantile, come dimostra a chiare note, la moneta vomitante (2009) di Namsal Siedlecki (1986).
Back to Front, diventa il pretesto per portare allo scoperto e all’attenzione di un pubblico preparato - una serie di situazioni e personalità artistiche neonate, tanto attive e in mobilità sul nostro territorio, quanto attente ed aggiornate sui fatti dell’arte contemporanea internazionale. In quest’ottica i lavori prescelti, fissano un preambolo e tracciano uno dei possibili percorsi di quella che sarà l’arte del futuro, offrendo di conseguenza uno spaccato, sugli andamenti in corso.
Alle radici della mostra è insita la profonda sincerità con la quale questi studenti aprono gli studi, presentano i loro book, dimostrano il loro amore per l’arte, la loro esigenza di confronto, di voler capire, misurarsi, crescere.
I lavori seguono le vie di un neoconcettuale minimale e puro aperto alle singole suggestioni ed inevitabilmente ai “primi amori” di questi giovani artisti che si dimostrano comunque aggiornati sugli enunciati delle più mature ed autorevoli personalità artistiche internazionali viventi.
Perciò Back to Front/Dietro a Fronte altro non è che la zona, o meglio, la posizione nella quale si trovano oggi questi giovani: Dietro ai contesti ufficiali, discosti dai grandi musei internazionali, ignari delle trousse mercantili, privi di una galleria che rappresenti il loro lavoro. Questi artisti con la loro purezza disarmante e le loro sane ingenuità girano per il mondo dell’arte si documentano, studiano e stanno aspettando con le loro ambizioni, idee, sogni e progetti dietro alle quinte, in prossimità del Fronte, di entrare in scena e dimostrare le loro capacità. Il Fronte è quello delle arti quindi se anche la distanza tra il retroscena e la scena può sembrar breve, questo non significa che il percorso sia agevole e non debba destare le dovute precauzioni.
Da questa riflessione nasce per esempio la video istallazione Anima/Pensiero/Corpo (2009) di Julio Urrego (1979) nella quale luce, suono e materia si fondono per renderci tangibile il pensiero dell'uomo e con esso la sua anima che ci parla attraverso gli occhi. Dell’ anima ci parla anche Andrea Fabbro (1981) con l’opera finito confino (2009), nella quale il riflesso della fiamma di una candela specchiato su una particolare scultura proietta sul muro, un flebile fascio di luce, tremolante come un fantasma, questo alone luminoso si sposta lentamente sulla parete illuminando alcune parti di una scritta ivi realizzata dall’artista. Anche Helena Hladinovà (1983) utilizza la cera per realizzare il suo mondo d’oggetti impermanenti: impermanenza-sgabello (2009) si dilata e si dissolve contemporaneamente sotto i nostri occhi, destinato a sparire, consumato dalla fiamma di un fuoco tracotante e ingordo che non lascia tracce se non le briciole del suo ardente pasto. Sul piano degli oggetti d’uso traditi per la loro inutilizzabilità si pone anche Caduceo (2009) il lavoro di Alberto Scodro (1984) è composto da un trapano attaccato al soffitto e la rispettiva punta piantata su una roccia di “porfido”, (tipica delle pavimentazioni veneziane) posto sul pavimento; gli elementi disgiunti girano in contemporanea. François Chillaux (1988) presenta Compression (2008) una piccola scultura composta da ossa animali sottoposte ad un processo chimico complicato, che le rende elastiche e malleabili al punto da trasformarle in forme geometriche e nette che perdono ogni caratteristica e riconoscibilità del “materiale” originale. Marco Pedri (1981) presenta Infanzia di Super Mario (2009) una scultura che ci ripropone la storica texture di Super Mario Bros, il videogioco più famoso degli anni ottanta, realizzata con l’intaglio di prestigiosi marmi policromi assemblati, forniti dalla ditta Zanaglia group s.r.l. di Marina di Carrara che ne ha resa possibile la realizzazione. Francesco di Tillio (1983) nell’opera fotografica MOM (2009), trasforma il pianeta luna nel pianeta terra unificando i tratti caratteristici dell’una e dell’altra sfera celeste. Anche Sandro del Pistoia (1976) è presente con alcuni degli scatti fotografici della serie Dimensione Funzionale (2007) realizzati come documento della performance efettuata dall’artista impegnato nel trasporto di un enorme sacco di plastica gonfiato dal vento, per le strade e sulle spiagge toscane. James Harris (1982) dispone sul pavimento le sue ultime gocce (2009): nere come il petrolio queste chiazze realizzate in marmo del Belgio sono lucidate al punto da diventare specchianti e riflettere sulla loro superficie gli oggetti e lo spazio circostante. Adrian Martinez (1984) propone un’istallazione composta da una trentina di piccoli disegni effettuati su fogli di compensato leggero e divisi in strisce tematiche di tre quattro pezzi ciascuna messi in sequenza come fumetti muti.
Back to Front è una mostra che presenta al pubblico i risultati scaturiti dai sopralluoghi compiuti nelle Accademie d’arte, negli studi d’artisti studenti internazionali, e da un ciclo di lezioni svolte da Gaia Pasi presso l’Accademia di belle arti di Carrara, città nella quale la curatrice collabora attivamente con lo Studio GUM, aperto nel gennaio 2009 ed operativo nella produzione di mostre underground, alle quali hanno già preso parte, più di 100 giovani artisti internazionali.
Back to Front riunisce i lavori di - François Chaillou, Francesco di Tillio, Sandro del Pistoia, Andrea Fabbro, James Harris, Helena Hladinovà, Julio Urrego, Adrian Martinez, Marco Pedri, Alberto Scodro, Namsal Siedlecki, - selezionati per il livello di ricerca, la qualità della sperimentazione e dei contenuti, al di fuori d’ogni genere di speculazione economica e mercantile, come dimostra a chiare note, la moneta vomitante (2009) di Namsal Siedlecki (1986).
Back to Front, diventa il pretesto per portare allo scoperto e all’attenzione di un pubblico preparato - una serie di situazioni e personalità artistiche neonate, tanto attive e in mobilità sul nostro territorio, quanto attente ed aggiornate sui fatti dell’arte contemporanea internazionale. In quest’ottica i lavori prescelti, fissano un preambolo e tracciano uno dei possibili percorsi di quella che sarà l’arte del futuro, offrendo di conseguenza uno spaccato, sugli andamenti in corso.
Alle radici della mostra è insita la profonda sincerità con la quale questi studenti aprono gli studi, presentano i loro book, dimostrano il loro amore per l’arte, la loro esigenza di confronto, di voler capire, misurarsi, crescere.
I lavori seguono le vie di un neoconcettuale minimale e puro aperto alle singole suggestioni ed inevitabilmente ai “primi amori” di questi giovani artisti che si dimostrano comunque aggiornati sugli enunciati delle più mature ed autorevoli personalità artistiche internazionali viventi.
Perciò Back to Front/Dietro a Fronte altro non è che la zona, o meglio, la posizione nella quale si trovano oggi questi giovani: Dietro ai contesti ufficiali, discosti dai grandi musei internazionali, ignari delle trousse mercantili, privi di una galleria che rappresenti il loro lavoro. Questi artisti con la loro purezza disarmante e le loro sane ingenuità girano per il mondo dell’arte si documentano, studiano e stanno aspettando con le loro ambizioni, idee, sogni e progetti dietro alle quinte, in prossimità del Fronte, di entrare in scena e dimostrare le loro capacità. Il Fronte è quello delle arti quindi se anche la distanza tra il retroscena e la scena può sembrar breve, questo non significa che il percorso sia agevole e non debba destare le dovute precauzioni.
Da questa riflessione nasce per esempio la video istallazione Anima/Pensiero/Corpo (2009) di Julio Urrego (1979) nella quale luce, suono e materia si fondono per renderci tangibile il pensiero dell'uomo e con esso la sua anima che ci parla attraverso gli occhi. Dell’ anima ci parla anche Andrea Fabbro (1981) con l’opera finito confino (2009), nella quale il riflesso della fiamma di una candela specchiato su una particolare scultura proietta sul muro, un flebile fascio di luce, tremolante come un fantasma, questo alone luminoso si sposta lentamente sulla parete illuminando alcune parti di una scritta ivi realizzata dall’artista. Anche Helena Hladinovà (1983) utilizza la cera per realizzare il suo mondo d’oggetti impermanenti: impermanenza-sgabello (2009) si dilata e si dissolve contemporaneamente sotto i nostri occhi, destinato a sparire, consumato dalla fiamma di un fuoco tracotante e ingordo che non lascia tracce se non le briciole del suo ardente pasto. Sul piano degli oggetti d’uso traditi per la loro inutilizzabilità si pone anche Caduceo (2009) il lavoro di Alberto Scodro (1984) è composto da un trapano attaccato al soffitto e la rispettiva punta piantata su una roccia di “porfido”, (tipica delle pavimentazioni veneziane) posto sul pavimento; gli elementi disgiunti girano in contemporanea. François Chillaux (1988) presenta Compression (2008) una piccola scultura composta da ossa animali sottoposte ad un processo chimico complicato, che le rende elastiche e malleabili al punto da trasformarle in forme geometriche e nette che perdono ogni caratteristica e riconoscibilità del “materiale” originale. Marco Pedri (1981) presenta Infanzia di Super Mario (2009) una scultura che ci ripropone la storica texture di Super Mario Bros, il videogioco più famoso degli anni ottanta, realizzata con l’intaglio di prestigiosi marmi policromi assemblati, forniti dalla ditta Zanaglia group s.r.l. di Marina di Carrara che ne ha resa possibile la realizzazione. Francesco di Tillio (1983) nell’opera fotografica MOM (2009), trasforma il pianeta luna nel pianeta terra unificando i tratti caratteristici dell’una e dell’altra sfera celeste. Anche Sandro del Pistoia (1976) è presente con alcuni degli scatti fotografici della serie Dimensione Funzionale (2007) realizzati come documento della performance efettuata dall’artista impegnato nel trasporto di un enorme sacco di plastica gonfiato dal vento, per le strade e sulle spiagge toscane. James Harris (1982) dispone sul pavimento le sue ultime gocce (2009): nere come il petrolio queste chiazze realizzate in marmo del Belgio sono lucidate al punto da diventare specchianti e riflettere sulla loro superficie gli oggetti e lo spazio circostante. Adrian Martinez (1984) propone un’istallazione composta da una trentina di piccoli disegni effettuati su fogli di compensato leggero e divisi in strisce tematiche di tre quattro pezzi ciascuna messi in sequenza come fumetti muti.
30
giugno 2009
Back to Front
Dal 30 giugno al 14 luglio 2009
arte contemporanea
Location
SPAZIO VIA BRUNETTI 49
Roma, Via Angelo Brunetti, 49, (Roma)
Roma, Via Angelo Brunetti, 49, (Roma)
Vernissage
30 Giugno 2009, ore 19
Ufficio stampa
AGENZIA DEL CONTEMPORANEO
Autore
Curatore