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Balàzs Berzsenyi – Inevitabile rivoluzione
L’installazione di Berzsenyi, scultore ungherese, è un lavoro complesso, dai significati simbolici stratificati, un momento in cui la magnificenza decorativa orientale e il rigorismo strutturale d’occidente entrano in contatto dando vita a una esperienza estetica di grande suggestione visionaria.
Comunicato stampa
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Quello di Berzsenyi, scultore ungherese, è un lavoro complesso, dai significati simbolici stratificati, un momento in cui la magnificenza decorativa orientale e il rigorismo strutturale d'occidente entrano in contatto dando vita a una esperienza visiva ed estetica di grande suggestione visionaria.
Con una installazione di oltre 20 elementi, Berzsenyi ci racconta una storia, anzi, come direbbe lui stesso una favola, perché le favole hanno parametri temporali sfuggenti nel loro “qui e sempre” e, solitamente, un lieto fine. Una favola che prende forma da un mestiere antichissimo e cristallino, capace di trattare ogni superficie con la perizia dell'orafo e la forza modellante del fabbro; un mestiere che spicca per il possesso di ogni strumento modellante, per la sapienza con la quale conserva e applica ogni segreto, maturato alla luce di una esperienza pluriennale. E la favola che Berzsenyi mette in scena è una allegoria del potere, e, come tale, la rappresentazione di una storia senza date e senza tempo perché, in fondo, è la storia di ogni luogo e di ogni società, fatta di dominatori e sudditi. Dietro un carro allegorico, vuotamente magnificente, un’umanità apparentemente indistinta, se non per le vesti che indossa, incede verso un futuro neanche troppo ignoto.
In questa messa in scena teatrale e solenne, che risplende per la ricchezza dei materiali e dei giochi luministici, lo scultore plasma una metafora di tutti i tempi, presentando un’umanità in viaggio che si riveste di ricchezze futili e perde i suoi riferimenti interiori, accresce beni e materia e smarrisce sostanza spirituale. Un cammino lento ma inesorabile sottolineato da una musica onirica, che invita a riflettere e, prima che sia troppo tardi, a fermarsi.
Musica originale: Andrea Massone/Filming: Marzio Mirabella/ Light designer: Davide Riccardi
Con una installazione di oltre 20 elementi, Berzsenyi ci racconta una storia, anzi, come direbbe lui stesso una favola, perché le favole hanno parametri temporali sfuggenti nel loro “qui e sempre” e, solitamente, un lieto fine. Una favola che prende forma da un mestiere antichissimo e cristallino, capace di trattare ogni superficie con la perizia dell'orafo e la forza modellante del fabbro; un mestiere che spicca per il possesso di ogni strumento modellante, per la sapienza con la quale conserva e applica ogni segreto, maturato alla luce di una esperienza pluriennale. E la favola che Berzsenyi mette in scena è una allegoria del potere, e, come tale, la rappresentazione di una storia senza date e senza tempo perché, in fondo, è la storia di ogni luogo e di ogni società, fatta di dominatori e sudditi. Dietro un carro allegorico, vuotamente magnificente, un’umanità apparentemente indistinta, se non per le vesti che indossa, incede verso un futuro neanche troppo ignoto.
In questa messa in scena teatrale e solenne, che risplende per la ricchezza dei materiali e dei giochi luministici, lo scultore plasma una metafora di tutti i tempi, presentando un’umanità in viaggio che si riveste di ricchezze futili e perde i suoi riferimenti interiori, accresce beni e materia e smarrisce sostanza spirituale. Un cammino lento ma inesorabile sottolineato da una musica onirica, che invita a riflettere e, prima che sia troppo tardi, a fermarsi.
Musica originale: Andrea Massone/Filming: Marzio Mirabella/ Light designer: Davide Riccardi
03
maggio 2019
Balàzs Berzsenyi – Inevitabile rivoluzione
Dal 03 al 17 maggio 2019
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00, altri orari su appuntamento.
Vernissage
3 Maggio 2019, ore 18,00
Autore
Curatore