Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Bambineddi di cira
sculture sacre in cera d’api che raffigurano il Bambin Gesù
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si è inaugurata lo scorso sabato nei locali del Museo Civico in via D’Aguirre, nel centro storico, una originale mostra (voluta dal sindaco Biagio Mastrantoni e realizzata in collaborazione con la Fidapa) che per la prima volta raccoglie un nutrito repertorio di «bambineddi», ovvero sculture sacre realizzate con cera d’api che raffigurano il Bambin Gesù. Si tratta di veri e proprio oggetti d’arte, di pregiata fattura, la maggior parte dei quali databili tra l’inizio del ‘700 e la fine dell’800, realizzati da artigiani salemitani. I pezzi in esposizione provengono tutti da collezioni private. La mostra resterà aperta fino all’otto gennaio del 2006 ed è visitabile, gratuitamente, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 9,20 alle 13 e dalle 17 alle 20. Una sezione della mostra è dedicata ai presepi in miniatura realizzati anche questi da artigiani locali.
«E’ la prima volta – dice il sindaco Biagio Mastrantoni – che queste sculture, molte delle quali davvero uniche, vengono esposte in una mostra. Dietro ogni pezzo non c’è solo un sentimento di devozione, ma la storia del nostro artigianato locale»
«L’allestimento della mostra di Bambinelli e presepi – dice Mirella Angelo - appare chiaramente volto alla promozione della coscienza dell’identità collettiva: l’attenzione al presepe e alla iconografia del Bambino Gesù (tra l’altro peculiare del territorio nelle forma della ceroplastica) rivela infatti un atteggiamento di interesse e di rispetto per lo specifico culturale, in consapevole controtendenza alla dilagante e vincente massificazione a cui esigenze di ordine esclusivamente economico hanno ridotto anche il Natale»
Sulla tradizione dei «bambineddi di cira» la professoressa Enza Gandolfo Bellomo, studiosa di storia e tradizioni locali, ha scritto una introduzione che ne spiega le origini e anche i significati:
«Sin dall’antichità la morbida e duttile cera d’api, facilmente disponibile, veniva lavorata e modellata con le mani, mescolata con biacca per renderla più chiara e poterla colorare, adoperata per creare statuette di dei e maschere per i defunti. La tradizione cristiana usava la cera per ricoprire il volto di un santo o modellare sculture sacre. Nel Medioevo e nelle epoche successive all’interno dei conventi e monasteri la laboriosità di suore e frati dava vita con pazienza certosina a statuette di presepe, angioletti e Bambinelli, come ex voto o oggetto di arredo ricercato.
C’erano una volta le botteghe dei cirari e dei bambiniddari dove si potevano acquistare splendidi esemplari; il Bambineddu, realizzato su un anima di sughero, stoffa e cartapesta, legno sostenuto da fili di ferro, era rivestito di pregiati abitini in seta, ricamati in oro. Raffigurato ora dormiente, ora seduto con le braccia aperte e col rosso cuore in mano, stava in mezzo a ghirlande di fiori variopinti in carta, in seta dipinta, o realizzati con la stessa cera o in pasta d’amido: elementi floreali come linguaggio simbolico del paradiso naturale e di una vita senza fine. Una teca o una campana di vetro, detta scaffarata, era la sua collocazione (e lo proteggeva dalla polvere).
Non mancava mai sull’antico comò delle dimore patrizie la campana con il Bambineddu. Ma anche sul cantarano delle case modeste c’era quasi sempre un Bambineddu di cira. A Salemi una delle poche famiglie depositaria dell’arte della ceroplastica si chiamava Cialona e sino angli anni ’60 era possibile commissionare un Bambineddu per metterlo a sorteggio, secondo il voto. Lo si poteva acquistare anche nelle mercerie delle signorine Milana, che avevano mani d’oro e realizzavano opere d’arte con perizia e raffinatezza inimitabili» (Enza Gandolfo Bellomo)
Una sezione della mostra è dedicata ai presepi in miniatura provenienti da collezioni private. Le due curatrici, Mirella Angelo e Letizia Favuzza spiegano: «Fare il presepe, ogni anno, non è soltanto un rito domestico e familiare. Come scrive Vincenzo Consolo «è provare a fare la nuda creazione di un ritaglio del Mondo». Piccoli e peculiari lavori, minute ed elaborate composizioni con materiale assai diverso che esaltano la dignità dell’artigianato artistico. Raccontano di gente comune, scultori improvvisati, fantasia creativa e abilità manuale dell’uomo di fede che vuole tradurre in espressione concreta un bisogno devozionale…
«E’ la prima volta – dice il sindaco Biagio Mastrantoni – che queste sculture, molte delle quali davvero uniche, vengono esposte in una mostra. Dietro ogni pezzo non c’è solo un sentimento di devozione, ma la storia del nostro artigianato locale»
«L’allestimento della mostra di Bambinelli e presepi – dice Mirella Angelo - appare chiaramente volto alla promozione della coscienza dell’identità collettiva: l’attenzione al presepe e alla iconografia del Bambino Gesù (tra l’altro peculiare del territorio nelle forma della ceroplastica) rivela infatti un atteggiamento di interesse e di rispetto per lo specifico culturale, in consapevole controtendenza alla dilagante e vincente massificazione a cui esigenze di ordine esclusivamente economico hanno ridotto anche il Natale»
Sulla tradizione dei «bambineddi di cira» la professoressa Enza Gandolfo Bellomo, studiosa di storia e tradizioni locali, ha scritto una introduzione che ne spiega le origini e anche i significati:
«Sin dall’antichità la morbida e duttile cera d’api, facilmente disponibile, veniva lavorata e modellata con le mani, mescolata con biacca per renderla più chiara e poterla colorare, adoperata per creare statuette di dei e maschere per i defunti. La tradizione cristiana usava la cera per ricoprire il volto di un santo o modellare sculture sacre. Nel Medioevo e nelle epoche successive all’interno dei conventi e monasteri la laboriosità di suore e frati dava vita con pazienza certosina a statuette di presepe, angioletti e Bambinelli, come ex voto o oggetto di arredo ricercato.
C’erano una volta le botteghe dei cirari e dei bambiniddari dove si potevano acquistare splendidi esemplari; il Bambineddu, realizzato su un anima di sughero, stoffa e cartapesta, legno sostenuto da fili di ferro, era rivestito di pregiati abitini in seta, ricamati in oro. Raffigurato ora dormiente, ora seduto con le braccia aperte e col rosso cuore in mano, stava in mezzo a ghirlande di fiori variopinti in carta, in seta dipinta, o realizzati con la stessa cera o in pasta d’amido: elementi floreali come linguaggio simbolico del paradiso naturale e di una vita senza fine. Una teca o una campana di vetro, detta scaffarata, era la sua collocazione (e lo proteggeva dalla polvere).
Non mancava mai sull’antico comò delle dimore patrizie la campana con il Bambineddu. Ma anche sul cantarano delle case modeste c’era quasi sempre un Bambineddu di cira. A Salemi una delle poche famiglie depositaria dell’arte della ceroplastica si chiamava Cialona e sino angli anni ’60 era possibile commissionare un Bambineddu per metterlo a sorteggio, secondo il voto. Lo si poteva acquistare anche nelle mercerie delle signorine Milana, che avevano mani d’oro e realizzavano opere d’arte con perizia e raffinatezza inimitabili» (Enza Gandolfo Bellomo)
Una sezione della mostra è dedicata ai presepi in miniatura provenienti da collezioni private. Le due curatrici, Mirella Angelo e Letizia Favuzza spiegano: «Fare il presepe, ogni anno, non è soltanto un rito domestico e familiare. Come scrive Vincenzo Consolo «è provare a fare la nuda creazione di un ritaglio del Mondo». Piccoli e peculiari lavori, minute ed elaborate composizioni con materiale assai diverso che esaltano la dignità dell’artigianato artistico. Raccontano di gente comune, scultori improvvisati, fantasia creativa e abilità manuale dell’uomo di fede che vuole tradurre in espressione concreta un bisogno devozionale…
17
dicembre 2005
Bambineddi di cira
Dal 17 dicembre 2005 all'otto gennaio 2006
arti decorative e industriali
Location
MUSEO CIVICO
Salemi, Via Francesco D'Aguirre, (Trapani)
Salemi, Via Francesco D'Aguirre, (Trapani)
Orario di apertura
i giorni, escluso il lunedì, dalle 9,20 alle 13 e dalle 17 alle 20