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Baran – Progetti bruciati
L’architettura italiana versa in un stato generale di crisi: la politica si inserisce prepotentemente nella filiera; la meritocrazia è scarsamente premiata; la progettualità non è abbastanza tenuta in considerazione dal sistema. Con il nuovo ciclo di opere dal titolo Progetti bruciati Baran esprime questo disagio personale e professionale mediante la mise en abyme dei suoi progetti su carta. La denuncia parte dalla vicenda autobiografica e diventa urgenza di condivisione: ne esce una versione anticonformista e coraggiosa, partendo dalla profonda e sofferta riflessione sullo stato di salute dell’architettura contemporanea italiana
Comunicato stampa
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L’architettura italiana versa in un stato generale di crisi: la politica si inserisce prepotentemente nella
filiera; la meritocrazia è scarsamente premiata; la progettualità non è abbastanza tenuta in considera-
zione dal sistema. Con il nuovo ciclo di opere dal titolo Progetti bruciati Baran esprime questo disagio
personale e professionale mediante la mise en abyme dei suoi progetti su carta. La denuncia parte dalla
vicenda autobiografica e diventa urgenza di condivisione: ne esce una versione anticonformista e corag-
giosa, partendo dalla profonda e sofferta riflessione sullo stato di salute dell’architettura contemporanea
italiana.
I Progetti bruciati ricordano i lacerti di tanti affreschi salvati da Baran durante la sua attività di
architetto nei vari restauri di edifici storici; sono i cruciali e preziosi frammenti della cultura italiana
sui quali affondare le radici per una rinascita collettiva. Taluni hanno le sembianze di antiche mappe
geografiche o di isole emerse, in cui i bordi consumati assomigliano a lembi di terra che si affacciano sul
mare. L’intero percorso espositivo all’interno del Septem Maria Museum può essere paragonato alla
mappatura di un cambiamento radicale e praticabile, che prende vita dalle macerie culturali e storiche
della nostra civiltà per sopravvivere alla mediocrità generalizzata.
La ricerca di Baran parte dal principio secondo cui il progetto è l’espressione di un articolato concetto,
frutto di un’analisi profonda della storia, dei luoghi e del paesaggio, interpretati mediante forme e ma-
teriali. Da qui l’artista preleva i propri progetti e li rende vitali attraverso i principi fondatori dell’ar-
chitettura vitruviana: l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua. In pratica, l’elaborato progettuale è ossidato
all’aria, strisciato a terra, bruciato dal fuoco e spento dall’acqua. Il risultato finale è costituito dai bran-
delli di un progetto deturpato dall’azione dell’artista e dai fenomeni naturali primari per i quali era sta-
to pensato. Dall’interpolazione materiale il progetto bruciato passa al vaglio della tela bianca, simbolo
del vuoto generato dalla società contemporanea, in cui i progetti sono relegati ai margini, confinati nel
non luogo dell’oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con
l’universo. In questo procedimento creativo, Baran si confronta con la transitorietà del suo tempo e i
Progetti bruciati ne riflettono la fugacità fisica e concettuale: la carta invecchia per effetto della luce e
dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.
Per la mostra personale presso il Septem Maria Museum l’artista creerà un’installazione site specific in
dialogo con gli spazi dell’ex idrovora.
Nota biografica
Baran nasce a Venezia nel 1964. nel 1992 si laurea in Architettura presso la Facoltà IUAV di Venezia. Il
ventennio dedicato alla professione lo conduce a maturare un’architettura artigianale fatta di dettagli,
matericità ed equilibrio; progetta nuove architetture tra ville, alberghi, teatri, residence, impianti spor-
tivi. Si occupa anche di restauro monumentale, approfondendo tematiche storiche e archeologiche. Nel
2011 si ritira nella campagna ferrarese e decide di cambiare rotta: rendere pubblica la sua espressione
intellettuale e culturale, la sua arte, personale ed intimista, che era rimasta latente dietro il mestiere
palladiano. Dopo lunghe ricerche ed elaborazioni nel campo della pittura e della scultura concettuale,
Baran riflette sulla sua professione di architetto e decide di parlarne con “Progetti Bruciati” e “Progetti
scavati ai margini del mondo”. Nel 2013 le sue opere iniziano ad essere esposte presso importanti fiere e
gallerie con buoni riscontri di critica e pubblico, in particolare a Roma, Padova, Vienna e Budapest. Nel
2014 espone con successo a Londra.
Septem Maria Museum
Località Capitello 11, Adria - Rovigo
Tel: 0426 943035
www.baranart.it
MR Comunicazione
Info: 349 2595271; melaniaruggini@gmail.com
filiera; la meritocrazia è scarsamente premiata; la progettualità non è abbastanza tenuta in considera-
zione dal sistema. Con il nuovo ciclo di opere dal titolo Progetti bruciati Baran esprime questo disagio
personale e professionale mediante la mise en abyme dei suoi progetti su carta. La denuncia parte dalla
vicenda autobiografica e diventa urgenza di condivisione: ne esce una versione anticonformista e corag-
giosa, partendo dalla profonda e sofferta riflessione sullo stato di salute dell’architettura contemporanea
italiana.
I Progetti bruciati ricordano i lacerti di tanti affreschi salvati da Baran durante la sua attività di
architetto nei vari restauri di edifici storici; sono i cruciali e preziosi frammenti della cultura italiana
sui quali affondare le radici per una rinascita collettiva. Taluni hanno le sembianze di antiche mappe
geografiche o di isole emerse, in cui i bordi consumati assomigliano a lembi di terra che si affacciano sul
mare. L’intero percorso espositivo all’interno del Septem Maria Museum può essere paragonato alla
mappatura di un cambiamento radicale e praticabile, che prende vita dalle macerie culturali e storiche
della nostra civiltà per sopravvivere alla mediocrità generalizzata.
La ricerca di Baran parte dal principio secondo cui il progetto è l’espressione di un articolato concetto,
frutto di un’analisi profonda della storia, dei luoghi e del paesaggio, interpretati mediante forme e ma-
teriali. Da qui l’artista preleva i propri progetti e li rende vitali attraverso i principi fondatori dell’ar-
chitettura vitruviana: l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua. In pratica, l’elaborato progettuale è ossidato
all’aria, strisciato a terra, bruciato dal fuoco e spento dall’acqua. Il risultato finale è costituito dai bran-
delli di un progetto deturpato dall’azione dell’artista e dai fenomeni naturali primari per i quali era sta-
to pensato. Dall’interpolazione materiale il progetto bruciato passa al vaglio della tela bianca, simbolo
del vuoto generato dalla società contemporanea, in cui i progetti sono relegati ai margini, confinati nel
non luogo dell’oblio per impedire alla creatività di spingersi più in alto, di osare, di giocare a dadi con
l’universo. In questo procedimento creativo, Baran si confronta con la transitorietà del suo tempo e i
Progetti bruciati ne riflettono la fugacità fisica e concettuale: la carta invecchia per effetto della luce e
dell’aria, parimenti ad un’architettura esposta alle intemperie e al deperimento dei materiali.
Per la mostra personale presso il Septem Maria Museum l’artista creerà un’installazione site specific in
dialogo con gli spazi dell’ex idrovora.
Nota biografica
Baran nasce a Venezia nel 1964. nel 1992 si laurea in Architettura presso la Facoltà IUAV di Venezia. Il
ventennio dedicato alla professione lo conduce a maturare un’architettura artigianale fatta di dettagli,
matericità ed equilibrio; progetta nuove architetture tra ville, alberghi, teatri, residence, impianti spor-
tivi. Si occupa anche di restauro monumentale, approfondendo tematiche storiche e archeologiche. Nel
2011 si ritira nella campagna ferrarese e decide di cambiare rotta: rendere pubblica la sua espressione
intellettuale e culturale, la sua arte, personale ed intimista, che era rimasta latente dietro il mestiere
palladiano. Dopo lunghe ricerche ed elaborazioni nel campo della pittura e della scultura concettuale,
Baran riflette sulla sua professione di architetto e decide di parlarne con “Progetti Bruciati” e “Progetti
scavati ai margini del mondo”. Nel 2013 le sue opere iniziano ad essere esposte presso importanti fiere e
gallerie con buoni riscontri di critica e pubblico, in particolare a Roma, Padova, Vienna e Budapest. Nel
2014 espone con successo a Londra.
Septem Maria Museum
Località Capitello 11, Adria - Rovigo
Tel: 0426 943035
www.baranart.it
MR Comunicazione
Info: 349 2595271; melaniaruggini@gmail.com
20
dicembre 2014
Baran – Progetti bruciati
Dal 20 dicembre 2014 al 17 febbraio 2015
arte contemporanea
Location
SEPTEM MARIA MUSEUM
Adria, Località Capitello, 11, (Rovigo)
Adria, Località Capitello, 11, (Rovigo)
Vernissage
20 Novembre 2014, ore 18.30
Autore
Curatore