L’artista presenta un’installazione nata da un’accurata indagine che unisce la storia e le emozioni suggerite dal luogo a un’indagine psicologica dalle colorazioni strettamente soggettive e introspettive, una poetica di trascorsi familiari tutta al femminile.

Il genius loci si traduce ne “La stanza della virtù” in volontà espressiva che guida lo spettatore attraverso un linguaggio emotivo lungo un percorso “altro”, solo apparentemente sconosciuto. Non si tratta, infatti, di un evento straordinario o unico ma di un accadimento ciclico, che si ripete: la coazione a essere donna. Un’evocazione quindi di un omicidio dell’essere, che si consuma all’interno delle pareti domestiche nel normale divenire del quotidiano, da madre a figlia, così come impone un ordine sociale disumano da sempre.