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Barbara Duran – Dimora del tempo
Avatars Gallery ha immaginato una mostra circolare e ha scelto due città che rappresentano la complessità della nostra quotidianità, ma anche la sintesi di ciò che vorremmo fosse la misura dell’esistenza: Roma – stimolante, caotica e multiculturale – e Sulmona, città di provincia a misura d’uomo che vanta una storia antica e nobile. Due città per due momenti di riflessione intorno al tempo e al ricordo, un omaggio alla forza del dolore e al coraggio della vita.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La “Dimora del tempo” non ha un luogo, ma è in più luoghi. Nel tentativo di raccontare il senso di questo ultimo ciclo di lavori di Barbara Duran, Avatars Gallery ha immaginato una mostra circolare e ha scelto due città che rappresentano la complessità della nostra quotidianità, ma anche la sintesi di ciò che vorremmo fosse la misura dell’esistenza: Roma – stimolante, caotica e multiculturale - e Sulmona, città di provincia a misura d’uomo che vanta una storia antica e nobile. Due città per due momenti di riflessione intorno al tempo e al ricordo, un omaggio alla forza del dolore e al coraggio della vita.
La mostra è costituita da una serie di lavori ad olio su tavola, tecniche miste su carta e da due opere filmiche dedicate al senso del dolore dovuto alla perdita e alla separazione.
Il grande polittico “Forma corporeitatis (à las madres) con cui si inaugura a Sulmona una delle due parti della mostra, è dedicato alle madri dei desaparecidos e al loro coraggio, a quelle donne che con i loro corpi e la loro presenza hanno occupato il vuoto dell’assenza per non far dimenticare tutti coloro che nel passato, nel nostro drammatico presente e nel futuro sono scomparsi, scompaiono e scompariranno per mano della violenza di altri, per l’oppressione e la sopraffazione di chi colpisce e annienta coloro che lottano per la libertà e la dignità del vivere. Un omaggio alla forza delle donne, all’attaccamento alla vita e allo spirito di sacrificio, alle speranze e al disincanto che da sempre hanno accompagnato l’esistenza femminile.
“Non mi lasciare”, mediometraggio a tecnica mista in super8 e digitale, da cui prende il titolo la parte della mostra esposta a Roma e successivamente a Sulmona, vuole essere per l’autrice una sequenza di “…immagini astratte, oniriche, immaginifiche di stati inconsci e profondi dell’essere: lo scorrere della vita, il succedersi dei giorni, delle stagioni, dei colori, dei luoghi”, il prisma della vita. Pennellate che raccontano e avvolgono, continui rimandi dove si svelano e subito si celano - in un avvolgersi/rincorrersi - pathos e tenerezza, eros e sofferenza, mito e natura. Emozioni evocate magistralmente da Patrizia de Rachewiltz con “A lume audace”, un’ode inedita che ha voluto dedicare a questo ultimo ciclo di lavori di Barbara Duran e che sarà letta il giorno dell’inaugurazione.
Un progetto complesso, dunque, che oltre alla mostra nel suo duplice percorso, prevede la lettura ad alta voce di una selezione di poesie e brani di autori contemporanei. La mostra, inoltre, offrirà al pubblico un’opportunità per esprimere le proprie emozioni, lasciando un post su un pannello all’interno dello spazio espositivo, un dono con le proprie riflessioni, citazioni o poesie ispirate al tema della mostra, delle quali verrà data lettura a conclusione dell’evento.
La mostra è costituita da una serie di lavori ad olio su tavola, tecniche miste su carta e da due opere filmiche dedicate al senso del dolore dovuto alla perdita e alla separazione.
Il grande polittico “Forma corporeitatis (à las madres) con cui si inaugura a Sulmona una delle due parti della mostra, è dedicato alle madri dei desaparecidos e al loro coraggio, a quelle donne che con i loro corpi e la loro presenza hanno occupato il vuoto dell’assenza per non far dimenticare tutti coloro che nel passato, nel nostro drammatico presente e nel futuro sono scomparsi, scompaiono e scompariranno per mano della violenza di altri, per l’oppressione e la sopraffazione di chi colpisce e annienta coloro che lottano per la libertà e la dignità del vivere. Un omaggio alla forza delle donne, all’attaccamento alla vita e allo spirito di sacrificio, alle speranze e al disincanto che da sempre hanno accompagnato l’esistenza femminile.
“Non mi lasciare”, mediometraggio a tecnica mista in super8 e digitale, da cui prende il titolo la parte della mostra esposta a Roma e successivamente a Sulmona, vuole essere per l’autrice una sequenza di “…immagini astratte, oniriche, immaginifiche di stati inconsci e profondi dell’essere: lo scorrere della vita, il succedersi dei giorni, delle stagioni, dei colori, dei luoghi”, il prisma della vita. Pennellate che raccontano e avvolgono, continui rimandi dove si svelano e subito si celano - in un avvolgersi/rincorrersi - pathos e tenerezza, eros e sofferenza, mito e natura. Emozioni evocate magistralmente da Patrizia de Rachewiltz con “A lume audace”, un’ode inedita che ha voluto dedicare a questo ultimo ciclo di lavori di Barbara Duran e che sarà letta il giorno dell’inaugurazione.
Un progetto complesso, dunque, che oltre alla mostra nel suo duplice percorso, prevede la lettura ad alta voce di una selezione di poesie e brani di autori contemporanei. La mostra, inoltre, offrirà al pubblico un’opportunità per esprimere le proprie emozioni, lasciando un post su un pannello all’interno dello spazio espositivo, un dono con le proprie riflessioni, citazioni o poesie ispirate al tema della mostra, delle quali verrà data lettura a conclusione dell’evento.
26
marzo 2009
Barbara Duran – Dimora del tempo
Dal 26 marzo al 09 maggio 2009
arte contemporanea
serata - evento
disegno e grafica
serata - evento
disegno e grafica
Location
STUDIO URBANA
Roma, Via Urbana, 110, (Roma)
Roma, Via Urbana, 110, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni 17,30-20.30
Vernissage
26 Marzo 2009, ore 18
Autore
Curatore