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Barbara Paganin – Dall’orto alla soffitta
L’antologica ripercorre l’iter artistico dell’orafa veneziana
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'Assessorato alla Cultura, giovedì 15 ottobre alle ore 18.30 presso l'Oratorio San Rocco in via Santa Lucia, presenta la mostra di gioielleria contemporanea di ricerca Barbara Paganin. Dall'orto alla soffitta, curata da Mirella Cisotto Nalon.
"È con vivo piacere" dice l’Assessore alla Cultura Matteo Cavatton "che, presso l’Oratorio di san Rocco, sede oramai deputata alle mostre di oreficeria e della piccola scultura, proponiamo al pubblico il percorso creativo di questa artista che, pur avendo assorbito pienamente la lezione della Scuola di Padova, fin dall’inizio, ha trovato una modalità espressiva autonoma e originale".
Una mostra antologica quindi in cui viene esposta una selezione di oltre 120 opere - di cui alcune inedite - che percorrono l'iter artistico dell'orafa veneziana, dalle prime creazioni degli anni '80 sino alle più recenti eseguite nel corso di quest'anno.
Barbara Paganin, da oltre 25 anni, espone in Europa (Londra, Vienna, Monaco, Goteborg, Parigi, Anversa...) e negli Stati Uniti (New York, Chicago, Miami...); nota a livello internazionale ha vinto diversi premi nazionali e internazionali.
I suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti di musei tra cui: V&A di Londra, Musée des Art Décoratif di Parigi, Metropolitan Museum of Art di New York, Museum of Fine Arts di Boston, Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro a Venezia, Musée des Beaux Art di Montréal, LACMA di Los Angeles.
L’artista eredita dalla Scuola orafa padovana, all’interno della quale viene inserita dalla critica, un intenso strutturalismo che la stessa volge poi in un’originale forma di figurazione naturalistica. Con le sue opere crea un mondo vegetale ed animale nonché paesaggistico dove il sapere geometrico si alterna a elaborazioni naturalistiche ed informali, dove il colore troverà il suo spazio e dove il racconto diverrà principale filo conduttore.
"Da sempre i vegetali mi affascinano così come l’unicità dell’essere umano. Siamo tutti simili, ma nessuno è uguale all’altro" afferma la Paganin. "In particolare mi affascinano i cavolfiori nella loro varietà: cavolo rosso, cavolo verza, cavolo rapa, broccoli, cavolfiori, il cavolo romano…"Ma perché proprio il cavolo? "In forma di foglia, i rilievi e le venature rimandano immediatamente al nostro sistema venoso e linfatico… In forma di fiore, c’è un diretto riferimento all’albero. Del calco mi interessa l’impronta, l’impronta che identifica, segno quindi unico e identificabile".
Le sue opere nascono dall’esperienza sui metalli preziosi, ma la sua espressività si evolve nel tempo e la porta a mettersi continuamente alla prova con materiali e tecniche diverse. Utilizza oro, argento, brillanti, tormaline, zaffiri, spinelli, inseriti sempre con grande discrezione a cui poi si aggiungeranno vetro, porcellane, ceramiche, frammenti di reperti antichi recuperati scavando nel proprio orto o vecchie foto, minuscoli animali, frammenti di giochi e oggetti del passato riscoperti in una polverosa soffitta.
Numerosissime sono le sue opere dedicate alla Natura, alle Foglie, agli Insetti e alla biologia marina, che la Paganin interpreta con un tripudio di vetri, pietre e colore.
Per accompagnare meglio il visitatore all’interno del mondo dell’artista, i gioielli in mostra sono suddivisi tematicamente e rappresentano i diversi periodi e fasi creative dell’Artista; ricordiamo la serie Insetti Fantastici, Frammenti di Mare, Isole Hanish, Foglia Primordiale, fino all'attuale Memoria Aperta.
Nel più recente periodo spille, pendenti e collane, costruite con l'inserimento di elementi quali miniature di ritratti ottocenteschi, di animaletti come conigli, ippopotami, uccelli, topolini o giraffe o ancora fiori, suppellettili, scarpe minuscole, vestitini ricostruiti nei più minuti dettagli, creano composizioni che divengono pagine di un libro tutto da leggere e da scoprire.
Una personalissima rivisitazione del passato visto sia in chiave personale che collettiva.
Opere e immagini – che rimandano a situazioni reali o di pura fantasia - che conducono il visitatore nel mondo dell’artista, ad apprezzarne sensibilità e pensiero, a condividerne la poesia.
Ogni opera racconta capitolo dopo capitolo una storia legata al vissuto di Barbara Paganin, ma che ciascuno può immaginare diversa, adattandola alla propria memoria, alle proprie esperienze, facendo riaffiorare così dal mare dei ricordi immagini, flash, percorsi di vita che all’unisono confluiscono in un unico centro ovvero nell'opera stessa.
"È con vivo piacere" dice l’Assessore alla Cultura Matteo Cavatton "che, presso l’Oratorio di san Rocco, sede oramai deputata alle mostre di oreficeria e della piccola scultura, proponiamo al pubblico il percorso creativo di questa artista che, pur avendo assorbito pienamente la lezione della Scuola di Padova, fin dall’inizio, ha trovato una modalità espressiva autonoma e originale".
Una mostra antologica quindi in cui viene esposta una selezione di oltre 120 opere - di cui alcune inedite - che percorrono l'iter artistico dell'orafa veneziana, dalle prime creazioni degli anni '80 sino alle più recenti eseguite nel corso di quest'anno.
Barbara Paganin, da oltre 25 anni, espone in Europa (Londra, Vienna, Monaco, Goteborg, Parigi, Anversa...) e negli Stati Uniti (New York, Chicago, Miami...); nota a livello internazionale ha vinto diversi premi nazionali e internazionali.
I suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti di musei tra cui: V&A di Londra, Musée des Art Décoratif di Parigi, Metropolitan Museum of Art di New York, Museum of Fine Arts di Boston, Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro a Venezia, Musée des Beaux Art di Montréal, LACMA di Los Angeles.
L’artista eredita dalla Scuola orafa padovana, all’interno della quale viene inserita dalla critica, un intenso strutturalismo che la stessa volge poi in un’originale forma di figurazione naturalistica. Con le sue opere crea un mondo vegetale ed animale nonché paesaggistico dove il sapere geometrico si alterna a elaborazioni naturalistiche ed informali, dove il colore troverà il suo spazio e dove il racconto diverrà principale filo conduttore.
"Da sempre i vegetali mi affascinano così come l’unicità dell’essere umano. Siamo tutti simili, ma nessuno è uguale all’altro" afferma la Paganin. "In particolare mi affascinano i cavolfiori nella loro varietà: cavolo rosso, cavolo verza, cavolo rapa, broccoli, cavolfiori, il cavolo romano…"Ma perché proprio il cavolo? "In forma di foglia, i rilievi e le venature rimandano immediatamente al nostro sistema venoso e linfatico… In forma di fiore, c’è un diretto riferimento all’albero. Del calco mi interessa l’impronta, l’impronta che identifica, segno quindi unico e identificabile".
Le sue opere nascono dall’esperienza sui metalli preziosi, ma la sua espressività si evolve nel tempo e la porta a mettersi continuamente alla prova con materiali e tecniche diverse. Utilizza oro, argento, brillanti, tormaline, zaffiri, spinelli, inseriti sempre con grande discrezione a cui poi si aggiungeranno vetro, porcellane, ceramiche, frammenti di reperti antichi recuperati scavando nel proprio orto o vecchie foto, minuscoli animali, frammenti di giochi e oggetti del passato riscoperti in una polverosa soffitta.
Numerosissime sono le sue opere dedicate alla Natura, alle Foglie, agli Insetti e alla biologia marina, che la Paganin interpreta con un tripudio di vetri, pietre e colore.
Per accompagnare meglio il visitatore all’interno del mondo dell’artista, i gioielli in mostra sono suddivisi tematicamente e rappresentano i diversi periodi e fasi creative dell’Artista; ricordiamo la serie Insetti Fantastici, Frammenti di Mare, Isole Hanish, Foglia Primordiale, fino all'attuale Memoria Aperta.
Nel più recente periodo spille, pendenti e collane, costruite con l'inserimento di elementi quali miniature di ritratti ottocenteschi, di animaletti come conigli, ippopotami, uccelli, topolini o giraffe o ancora fiori, suppellettili, scarpe minuscole, vestitini ricostruiti nei più minuti dettagli, creano composizioni che divengono pagine di un libro tutto da leggere e da scoprire.
Una personalissima rivisitazione del passato visto sia in chiave personale che collettiva.
Opere e immagini – che rimandano a situazioni reali o di pura fantasia - che conducono il visitatore nel mondo dell’artista, ad apprezzarne sensibilità e pensiero, a condividerne la poesia.
Ogni opera racconta capitolo dopo capitolo una storia legata al vissuto di Barbara Paganin, ma che ciascuno può immaginare diversa, adattandola alla propria memoria, alle proprie esperienze, facendo riaffiorare così dal mare dei ricordi immagini, flash, percorsi di vita che all’unisono confluiscono in un unico centro ovvero nell'opera stessa.
15
ottobre 2015
Barbara Paganin – Dall’orto alla soffitta
Dal 15 ottobre al 22 novembre 2015
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
ORATORIO DI SAN ROCCO
Padova, Via Santa Lucia, (Padova)
Padova, Via Santa Lucia, (Padova)
Orario di apertura
9.30 – 12.30, 15.30 – 19.00 (lunedì chiuso)
Vernissage
15 Ottobre 2015, ore 18.30
Autore
Curatore