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Barbara Pecorari – Bludamare
Le mie sardine oscillano dolcemente fra la materia della vita, in un silenzioso e ipnotico movimento.
Un mosaico infinito e immortale che potrebbe avere origine da tempi lontani, ma sempre attuale e moderno.
Le mie sardine sono semplicemente un canto alla prosperità e alla tenacia.
Comunicato stampa
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A lei, basta un banco di sardine. Le guarda, le sogna, ci perde un mare di tempo. A lei basterebbe sentirsi una di loro, sempre in viaggio, nell’acqua, sempre in gruppo verso la salvezza. Invece no, destino ha voluto che Barbara Pecorari nascesse artista, con il cuore rivolto all’altrove da raccontare. Vede la luce in una terra di rock, al tempo del rock. Non fosse vero, sarebbe bello inventarlo. In un pulmino, conseguenza dell’amore di due genitori hippy. Cresce tra colori e profumi di fieno e stalla, vede un dipinto di Ligabue, due galli, tanto basta per capire che sarà la sua strada. E ne fa parecchia, con tele e pennelli per mettere a fuoco il suo stile espressivo.
Ma l’arte visiva in quel di Reggio Emilia ha le ore contate, Barbara guarda nuovi panorami per sentirsi soddisfatta, il suo bisogno di fisicità le impone altre tecniche.
Materiali con colore acrilico e pigmenti metallici, per aprire nuove avventure, rigorosamente lavorate a mano. «Le radici del cielo». «Il viaggio». «Fotogrammi di mare». Poi l’innamoramento feroce e il giuramento di passione totalizzante, senza tradimento. Da lì, devota, dipinge sardine. E ne parla come di cristiani: «Vedendole da vicino, le sardine, sono rimasta incantata dai loro movimenti. In sincro perfetto, andamento quasi ipnotico. Una fluidità che cerco di restituire sulla tela. Uso la materia e la metto a incastro come fosse un mosaico dalle possibilità infinite. Vorrei che la gente provasse la mia stessa emozione guardando i loro occhietti che ti osservano, gli stessi che confondono i grandi predatori».
Un mantra che ritorna sulla tela, un auspicio, «Vorrei che anche i miei quadri viaggiassero per il mondo». E lo fanno perché, guardandole queste sardine di Pecorari, hanno un fondo di energia vitale. Oltre la tecnica raffinata e sofferta, sprigionano proprio quell’afflato vitale che l’artista ci ha messo dentro. Migliaia in un inseguimento che stordisce e che soddisfa, un atto creativo di libertà, un’idea che appaga. Il colore è avvolgente, i blu metallici, l’uso dell’argento, cristalli e sfere di vetro, l’iridescenza per le squame. Acrilico e materico su una superficie non piana, ondulazione propedeutica all’emozione.
L’emozione è una costante nell’arte di Pecorari. Per la natura e i suoi luoghi era nelle cose, per la moda, è stata una provocazione perfettamente riuscita. Dall’aquilone strappato dei cartoni pubblicitari(?) alla scultura fetish come le scarpe al filo spinato. Per loro che pare arrivino dal Golgota, è stato scelto un nome, Fashion Victim. Appunto, una provocazione. Arrivata proprio quando la moda si è risolta ad affidarsi all’arte per uscire da una quotidianità segnata. Infatti dice Pecorari, «Siamo felici di ispirare. In un momento di creatività ripetitiva l’arte può fare la differenza. Loro, stili passati. Noi, il nuovo». Un’iperbole riuscita e che si espande. Lei è una che crea la sua immagine e che pensa in grande, anche se per fare questo deve passare per vestiti e scarpe. Il teatro potrebbe inglobare le diverse anime di Barbara Pecorari. Ma non subito, quando le sue sardine avranno trovato il loro mare.
Michela Tamburrino
Ma l’arte visiva in quel di Reggio Emilia ha le ore contate, Barbara guarda nuovi panorami per sentirsi soddisfatta, il suo bisogno di fisicità le impone altre tecniche.
Materiali con colore acrilico e pigmenti metallici, per aprire nuove avventure, rigorosamente lavorate a mano. «Le radici del cielo». «Il viaggio». «Fotogrammi di mare». Poi l’innamoramento feroce e il giuramento di passione totalizzante, senza tradimento. Da lì, devota, dipinge sardine. E ne parla come di cristiani: «Vedendole da vicino, le sardine, sono rimasta incantata dai loro movimenti. In sincro perfetto, andamento quasi ipnotico. Una fluidità che cerco di restituire sulla tela. Uso la materia e la metto a incastro come fosse un mosaico dalle possibilità infinite. Vorrei che la gente provasse la mia stessa emozione guardando i loro occhietti che ti osservano, gli stessi che confondono i grandi predatori».
Un mantra che ritorna sulla tela, un auspicio, «Vorrei che anche i miei quadri viaggiassero per il mondo». E lo fanno perché, guardandole queste sardine di Pecorari, hanno un fondo di energia vitale. Oltre la tecnica raffinata e sofferta, sprigionano proprio quell’afflato vitale che l’artista ci ha messo dentro. Migliaia in un inseguimento che stordisce e che soddisfa, un atto creativo di libertà, un’idea che appaga. Il colore è avvolgente, i blu metallici, l’uso dell’argento, cristalli e sfere di vetro, l’iridescenza per le squame. Acrilico e materico su una superficie non piana, ondulazione propedeutica all’emozione.
L’emozione è una costante nell’arte di Pecorari. Per la natura e i suoi luoghi era nelle cose, per la moda, è stata una provocazione perfettamente riuscita. Dall’aquilone strappato dei cartoni pubblicitari(?) alla scultura fetish come le scarpe al filo spinato. Per loro che pare arrivino dal Golgota, è stato scelto un nome, Fashion Victim. Appunto, una provocazione. Arrivata proprio quando la moda si è risolta ad affidarsi all’arte per uscire da una quotidianità segnata. Infatti dice Pecorari, «Siamo felici di ispirare. In un momento di creatività ripetitiva l’arte può fare la differenza. Loro, stili passati. Noi, il nuovo». Un’iperbole riuscita e che si espande. Lei è una che crea la sua immagine e che pensa in grande, anche se per fare questo deve passare per vestiti e scarpe. Il teatro potrebbe inglobare le diverse anime di Barbara Pecorari. Ma non subito, quando le sue sardine avranno trovato il loro mare.
Michela Tamburrino
11
maggio 2013
Barbara Pecorari – Bludamare
Dall'undici al 30 maggio 2013
arte contemporanea
Location
IMMAGINECOLORE.COM
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Orario di apertura
tutti i pomeriggi dal martedì al sabato
Vernissage
11 Maggio 2013, ore 18.00
Autore
Curatore