Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Barbara Vistarini – Simmetrico inverso
Foto, video e fermi immagine concepiti in un racconto interrotto di continuo. Nell’occasione presentazione del catalogo Bye Bye Barbie
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mostra personale di Barbara Vistarini e presentazione del catalogo “Bye Bye Barbie”, Magalini Editrice 2, con testi di Rolando Bellini, Piero Cavellini e Lillo Marciano.
Come bloccata fuori dal tempo e tuttavia ben dentro l’attualità, la mostra di Vistarini è modulata all’interno di un impianto dialettico regolato da leggi narrative anomale: foto, video e fermi immagine concepiti in un racconto interrotto di continuo. Una storia che non si lascia raccontare interamente se non quando l’artista vuol mostrare l’incepparsi del meccanismo. E lo fa in modo nuovo, disincantato, raccogliendo frammenti di un mondo perduto e creando mutanti. Un corpo-abito, ibrido di magrittiana memoria e pezzi di una metamorfosi, raccolti in scatole di grandi dimensioni (reliquiari) e ricomposte grottescamente secondo uno schema simmetrico inverso.
Scotch giallo delimita le installazioni, linea di frontiera invalicabile fra sé e l’altro da sé: una bambola barbie. All’interno di questo gioco di rimandi il libro: allora l’artista si racconta attraverso un discorso fluido ma non meno drammatico e ricco di possibilità, percorso da motivi che ritornano. La presentazione della mostra e il design del libro diventano in tal modo due letture possibili del lavoro dell’artista che indaga i movimenti in cui avviene “l’osmosi tra umano e non umano”, tra natura e storia, in memoria di una bellezza che sembra perduta per sempre.
Nata a Roma nel 1964, Barbara Vistarini, ventitreenne, approda a Brescia dove, alla luce di nuove esperienze formative, rielabora gli studi classici svolti a Roma all’Università La Sapienza.
A Brescia consegue il diploma in Fashion Design prima e la laurea all’Accademia di Belle Arti poi, specializzandosi in arti visive con master in montaggio video, tappe di un percorso che ha radici lontane.
La sua passione per l’arte risale all’infanzia frequentando l’atelier estivo en plen air della zia pittrice e ascoltando lo zio Toti, regista, scrittore e pioniere della videoarte, durante le loro ‘passeggiate letterarie’.
Il suo background culturale, decisamente eclettico e lontano dagli stereotipi, la porta a viaggiare lavorando per gli stilisti più famosi quali Ferrè, Versace, Fendi, Coveri, Biagiotti, Missoni, Moschino, Trussardi, Lagerfeld, Lancetti, Balestra.
Grazie a questa parentesi nel mondo della moda, Barbara si avvicina alla fotografia.
Lavora per importanti studi fotografici negli anni ‘80 e ‘90, acquistando sul set esperienza e sensibilità ma viaggiando controcorrente rispetto a quel mondo dai ritmi convulsi, “in cui tutto è fatalmente fagocitato, stagione dopo stagione”.
Espone dal 2002, utilizzando il mezzo fotografico e video, in mostre collettive in Italia e all’estero, tra cui si ricordano “I segni e la memoria” al circolo culturale B.Brecht di Milano, “Strategie del corpo” alla Galleria Tamatete di Roma, ”Omaggio a J.Beuys” al Museo di Ascona in Svizzera, “Blog on Rimbaud” al Castello di Rivara, “Omaggio a H.Szeemann” al Tempio della Natura di Bolognano.
“Bye bye Barbie” sarà presente in ottobre al Doulon Museum of Modern Art di Shangai.
A New York le opere sono rappresentate da Danette Koke Fine Art, 55 Bethune Street.
Come bloccata fuori dal tempo e tuttavia ben dentro l’attualità, la mostra di Vistarini è modulata all’interno di un impianto dialettico regolato da leggi narrative anomale: foto, video e fermi immagine concepiti in un racconto interrotto di continuo. Una storia che non si lascia raccontare interamente se non quando l’artista vuol mostrare l’incepparsi del meccanismo. E lo fa in modo nuovo, disincantato, raccogliendo frammenti di un mondo perduto e creando mutanti. Un corpo-abito, ibrido di magrittiana memoria e pezzi di una metamorfosi, raccolti in scatole di grandi dimensioni (reliquiari) e ricomposte grottescamente secondo uno schema simmetrico inverso.
Scotch giallo delimita le installazioni, linea di frontiera invalicabile fra sé e l’altro da sé: una bambola barbie. All’interno di questo gioco di rimandi il libro: allora l’artista si racconta attraverso un discorso fluido ma non meno drammatico e ricco di possibilità, percorso da motivi che ritornano. La presentazione della mostra e il design del libro diventano in tal modo due letture possibili del lavoro dell’artista che indaga i movimenti in cui avviene “l’osmosi tra umano e non umano”, tra natura e storia, in memoria di una bellezza che sembra perduta per sempre.
Nata a Roma nel 1964, Barbara Vistarini, ventitreenne, approda a Brescia dove, alla luce di nuove esperienze formative, rielabora gli studi classici svolti a Roma all’Università La Sapienza.
A Brescia consegue il diploma in Fashion Design prima e la laurea all’Accademia di Belle Arti poi, specializzandosi in arti visive con master in montaggio video, tappe di un percorso che ha radici lontane.
La sua passione per l’arte risale all’infanzia frequentando l’atelier estivo en plen air della zia pittrice e ascoltando lo zio Toti, regista, scrittore e pioniere della videoarte, durante le loro ‘passeggiate letterarie’.
Il suo background culturale, decisamente eclettico e lontano dagli stereotipi, la porta a viaggiare lavorando per gli stilisti più famosi quali Ferrè, Versace, Fendi, Coveri, Biagiotti, Missoni, Moschino, Trussardi, Lagerfeld, Lancetti, Balestra.
Grazie a questa parentesi nel mondo della moda, Barbara si avvicina alla fotografia.
Lavora per importanti studi fotografici negli anni ‘80 e ‘90, acquistando sul set esperienza e sensibilità ma viaggiando controcorrente rispetto a quel mondo dai ritmi convulsi, “in cui tutto è fatalmente fagocitato, stagione dopo stagione”.
Espone dal 2002, utilizzando il mezzo fotografico e video, in mostre collettive in Italia e all’estero, tra cui si ricordano “I segni e la memoria” al circolo culturale B.Brecht di Milano, “Strategie del corpo” alla Galleria Tamatete di Roma, ”Omaggio a J.Beuys” al Museo di Ascona in Svizzera, “Blog on Rimbaud” al Castello di Rivara, “Omaggio a H.Szeemann” al Tempio della Natura di Bolognano.
“Bye bye Barbie” sarà presente in ottobre al Doulon Museum of Modern Art di Shangai.
A New York le opere sono rappresentate da Danette Koke Fine Art, 55 Bethune Street.
11
aprile 2008
Barbara Vistarini – Simmetrico inverso
Dall'undici al 30 aprile 2008
fotografia
Location
SHOW ROOM NUOVI STRUMENTI
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 2, (Brescia)
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 2, (Brescia)
Orario di apertura
Dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
Vernissage
11 Aprile 2008, dalle 18 alle 21
Autore