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Baretto Beltrade – I light U / Frames for underground stories
“I light U / Frames for underground stories” è un progetto di fotografia narrativa sviluppato dal collettivo fotografico Baretto Beltrade già presentato negli spazi di Artepassante inserito nel circuito di Milanophotofestival 2017 e che vedrà una nuova edizione presso le Vetrine Over Artepassante
Comunicato stampa
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La mostra presenta una selezione di 44 ritratti e storie di viaggio raccolte tra i passanti che sono transitati, durante alcuni mesi, nel corridoio sotterraneo che collega metropolitana e ferrovia, a Porta Venezia, a Milano. Questa selezione è stata operata a partire dai 126 ritratti raccolti nel blog che ha seguito l’evoluzione del progetto: http://ilightu.blogspot.it/
La finalità del progetto è di affrontare il tema della perdita e il ruolo della fotografia come suo parziale antidoto, attraverso ritratti e frammenti di narrazioni. Il luogo in cui si è svolto – un corridoio di passaggio della metropolitana – non è casuale. Anonimi, seriali, senza una precisa identità, i luoghi di transito come stazioni o autogrill sono ricchi di uno strano fascino. Ci si passa in fretta, distrattamente, ma a volte qualcosa ci colpisce: un volto, un gesto, lo sguardo di una persona che ci passa accanto. Senza volerlo immaginiamo una storia. Da dove viene, dove sta andando, cosa ha fatto, cosa farà? Per un attimo incrociamo una vita, in forma di promessa, ma è solo un attimo perché quel volto è già scomparso tra la folla.
Questa paradossale “nostalgia dello sconosciuto” è il sentimento che guida il progetto. Le persone che passavano in quel punto erano invitate a fermarsi per farsi fotografare e per raccontare brevemente il proprio viaggio: da che punto della città stai arrivando, dove vai, chi hai lasciato, e chi ti aspetta dall’altra parte? Ogni viaggio traccia una linea tra un punto di partenza e una destinazione che unisce di volta in volta persone, lavori, amori, amicizie, impegni, passioni, doveri e mille altre cose. Infiniti punti, infinite linee: un tessuto sterminato che non si può misurare o descrivere, si può solo immaginare, anzi si può riassumere per immagini, o per frammenti di racconti inconclusi. “I light U / Frames for underground stories” è uno degli infiniti riassunti possibili, allestito e messo in mostra proprio nel punto in cui ritratti e racconti sono stati illuminati per un momento. La memoria, anche quella tecnologica, è solo un riflesso dentro un riflesso. Ma questo è uno dei modi in cui la fotografia può esserci utile: non per illuderci di trattenere, ma per ricordarci che non possiamo mai farlo del tutto.
La finalità del progetto è di affrontare il tema della perdita e il ruolo della fotografia come suo parziale antidoto, attraverso ritratti e frammenti di narrazioni. Il luogo in cui si è svolto – un corridoio di passaggio della metropolitana – non è casuale. Anonimi, seriali, senza una precisa identità, i luoghi di transito come stazioni o autogrill sono ricchi di uno strano fascino. Ci si passa in fretta, distrattamente, ma a volte qualcosa ci colpisce: un volto, un gesto, lo sguardo di una persona che ci passa accanto. Senza volerlo immaginiamo una storia. Da dove viene, dove sta andando, cosa ha fatto, cosa farà? Per un attimo incrociamo una vita, in forma di promessa, ma è solo un attimo perché quel volto è già scomparso tra la folla.
Questa paradossale “nostalgia dello sconosciuto” è il sentimento che guida il progetto. Le persone che passavano in quel punto erano invitate a fermarsi per farsi fotografare e per raccontare brevemente il proprio viaggio: da che punto della città stai arrivando, dove vai, chi hai lasciato, e chi ti aspetta dall’altra parte? Ogni viaggio traccia una linea tra un punto di partenza e una destinazione che unisce di volta in volta persone, lavori, amori, amicizie, impegni, passioni, doveri e mille altre cose. Infiniti punti, infinite linee: un tessuto sterminato che non si può misurare o descrivere, si può solo immaginare, anzi si può riassumere per immagini, o per frammenti di racconti inconclusi. “I light U / Frames for underground stories” è uno degli infiniti riassunti possibili, allestito e messo in mostra proprio nel punto in cui ritratti e racconti sono stati illuminati per un momento. La memoria, anche quella tecnologica, è solo un riflesso dentro un riflesso. Ma questo è uno dei modi in cui la fotografia può esserci utile: non per illuderci di trattenere, ma per ricordarci che non possiamo mai farlo del tutto.
14
ottobre 2017
Baretto Beltrade – I light U / Frames for underground stories
Dal 14 ottobre al 26 novembre 2017
fotografia
Location
GALLERIE PASSANTE FERROVIARIO VENEZIA
Milano, Bastioni Di Porta Venezia, (Milano)
Milano, Bastioni Di Porta Venezia, (Milano)
Orario di apertura
6.00-0.00 sempre visibile
Autore
Curatore