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Barraque Dull Odde (-Romantic-)
Gli artisti di “Barraque Dull Odde (-Romantic-)”, non formalmente vicini, sono accomunabili per la capacità di fondere in sintesi un’estrema raffinatezza estetica con il suo opposto, con la “natura” più grezza.
Comunicato stampa
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Tra il 1961 e il 1967 nasce un grande oggetto/scaffale, Barraque Dull Odde , un lavoro, per cosÏ dire, alchemico. I ripiani sono pieni di cose raccolte da Joseph Beuys, l’autore dell’opera. Torce elettriche tascabili, batterie, recipienti di vetro per le conserve, pezze di feltro, bulloni, utensili, fili metallici, ogni sorta di vasi, bottiglie, pietre, vecchie mollette per la biancheria: un tipico arsenale di arte beuysiana. “Barraque” vuol dire scaffale, “Dull” assurdo e “Odde” significa solitudine.
E’ da questo lavoro che nasce e si sviluppa il concetto della mostra. Non tanto dalla composizione fisica dell’opera in sÈ, anche se Ë interessante una simile “catalogazione”, ma dall’atmosfera che evoca e dal significato che si puÚ ricavare dalle tre parole messe assieme in maniera cosÏ “sciamanica e misteriosa”.
Gli artisti di “Barraque Dull Odde (-Romantic-)”, non formalmente vicini, sono accomunabili per la capacit‡ di fondere in sintesi un’estrema raffinatezza estetica con il suo opposto, con la “natura” pi_ grezza. Lo straniamento esorcizzante di ciÚ che ci Ë “noto”, la riunione associativa di ciÚ che Ë distante fanno si che nascano dei lavori che recano in sÈ, invece della sola bella apparenza, l’affascinante aura di un pensiero ulteriore, di una nuova realt‡. La mostra, che dovrebbe articolarsi dinamicamente all’interno dello spazio della galleria, passando da momenti pi_ spettacolari a momenti pi_ intimi e silenziosi, intende agire su tre punti concettuali precisi: l’architettura mentale quale laboratorio compositivo ed archivio intellettuale, l’occhio quale vettore assimilativo e relazionale, la struttura culturale quale fondamenta sulle quali reggere il progetto e l’azione. Con ciÚ si cerca di esaltare la tensione per il riappropiarsi di un’idea dell’arte che fa della relazione, del presupposto sociale -romanticamente impegnato- un possibile leit motiv dell’agire contemporaneo.
Con “Barraque Dull Odde (-Romantic-)” si vuole inoltre sviluppare un ragionamento profondo su alcune cose che sono particolarmente importanti: l’osservazione sociale, l’indagine e la scoperta “dei perchÈ”, la comprensione delle motivazioni raggiunte, gli elementi di traduzione della profondit‡ dell’opera.
Gigiotto del Vecchio Ë critico d’arte e curatore free lance. Ha collaborato dal 1998 al 2001 con Flash Art e con Tema Celeste dal 2001 al 2003. Attualmente Ë contributing editor di Boiler Magazine. Ha curato e partcipato con interventi monografici, numerose mostre in Italia e all’estero. Hallucinating Love Faundation da Maze a Torino e da Asprey Jacques a Londra. Momentum, Biennale dei Paesi Scandinavi in Norvegia. Annika Larsson al Museo d’Arte Contemporanea di Salamanca ed allo Studio Massimo De Carlo di Milano, Supersonic & Alien da sales a Roma, Dara Friedman al Kunstmuseum di Thun in Svizzera, Gabriele Di Matteo “Naked Humanity” all’Australian Center for Contemporary Art di Melbourne, Play all’Openspace di Milano. Ha curato, con Lorenzo Benedetti e Cecilia Casorati, il palinsesto di Radio Arte Mobile in occasione dell’ultima edizione della Biennale di Venezia nella sezione Utopia Station, curata da Hans Hulrich Obrist, Molly Nesbit e Rirkrit Tiravanija. Attualmente fa parte della commissione per l’Italian Studio Program al PS1/Moma di New York. E’ parte, con Marcello Simeone e Mariangela Levita, dell’Associazione culturale “Supportico Lopez” di Napoli. Vive e lavora a Napoli.
Nader Arhiman, vive e lavora a Berlino. Per quanto riguarda la critica internazionale, del suo lavoro si sono occupati, tra gli altri, critici come Daniel Birnbaum e Joerg Heiser. Birnbaum ha detto di lui:"Nader Ahriman dipinge la filosofia". La tradizione metafisica, la ricerca futuristica, l‚ideale romantico ed al contempo razionale, l‚analisi della struttura filosofica, fanno di Nader un pittore affascinante ed allo stesso tempo ricco di complessit‡. Ha esposto, tra l‚altro, al Walker Art Center di Minneapolis, alla Kunstvrein di Friburgo, alla Kunsthalle di S. Gallen. Nel 1994 ha rappresentato la Germania risiedendo, in quanto vincitore dello studio program, al PS1.
Didier Courbot, francese, di Parigi, lavora con la fotografia e l‚installazione. Il suo Ë un lavoro romantico, attento, in cui piccoli gesti poetici rappresentano la possibilit‡ di impegnarsi per uno scatto sociale, in avanti, teso al rispetto ed alla tolleranza. Vive e lavora a Parigi.
Kerstin Kartscher lavora con il disegno. Realizza anche delle installazioni. La dimensione lisergica della Kartscher ci trasporta immediatamente in un mondo in cui il sogno, la visione, divengono gli strumenti per raccontare il proprio e l‚altrui mondo. E‚ apparentemente nascosta ma invece forte la riflessione sociale ed il tentativo di proporre livelli ulteriori attraverso la scomposizione e la dilatazione della realt‡. Come ha scritto Dominic Heichler in un recente saggio sull‚artista pubblicato su Frieze (n_ 72, Gen Feb 2003) "Kerstin Kartscher Ë affascinata dall‚idea di trasportare lo spettatore in affascinanti mondi paralleli d immaginari".
Anselm Reyle, lavora sfruttando molteplici possibilit‡ tecniche, dalla scultura (ready mades), alla pittura, all‚installazione, al wall painting. Forte Ë la componente Beuysiana nl modo di concepire l‚installazione. La catalogazione di oggetti, il lavorare su strutture preesistenti modificandole attraverso piccoli interventi carichi di intensit‡ simbolica. Per Anselm Reyle Ë inoltre fondamentale il rapporto con le avanguardie storiche del novecento.
Lorenzo Scotto di Luzio, napoletano, si esprime indistintamente con ogni mezzo, dalla scultura all‚installazione, al video alla pittura. L‚artista Ë quasi sempre il protagonista delle sue opere. Si traveste, si ritrae in pose strane o recita la parte di qualcun altro. Il tutto Ë realizzato sfruttando ed esaltando atmosfere apparentemente divertenti, ma in sostanza dense di malinconica poesia. Lorenzo Scotto ricorda uno dei clown tristi e surreali che tante volte abbiamo visto nei film di Federico Fellini. Vive e lavora a Napoli.
Marcello Simeone Ë nato a Napoli nel 1973. Lavora utilizzando con estrema naturalezza differenti tecniche e mezzi, dall'installazione, alla pittura, al video, alla fotografia. "Se non fossi nato a Napoli probabilmente la mia percezione e la mia vita sarebbero state profondamente differenti". Il collegamento inseparabile tra arte e vita, tra poesia e tensione quotidiana, rappresentano il filo rosso che attraversa tutto il lavoro dell'artista napoletano. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta ha fatto parte, con Roberto Biccari e Danilo Vigorito, dei Three imaginary boys, un gruppo techno fondamentale per avere contribuito a delineare l'ormai importante scena della musica elettronica e della club life partenopea. E la base di tutto il suo lavoro Ë raccontare la propria esperienza, partendo da uno sguardo diverso, notturno, insonne, che illumina il dettaglio e ci riflette circondato dal silenzio. Il lavoro di Marcello Simeone lo si potrebbe inserire al centro tra l'attenzione ossessiva per il particolare di Won Kar Wai ed il sentimentalismo coinvolgente ed impegnato di Bas Jan Ader. Ha esposto in gallerie private ed istituzioni di tutto il mondo.
Doron Solomons lavora principalmente con il video. Il suo Ë un lavoro che indaga la struttura sociale e la condizione di chi vive in un territorio difficile come quello israelopalestinese. Ma il suo non Ë un linguaggio diretto ed esplicito, anzi, Ë ricco di metafore e carico di sottile ed amara ironia. Ha partecipato all‚ultima edizione della Biennale di Venezia, nella sezione Clandestini, curata da Francesco Bonami. Vive e lavora a Tel Aviv. La Biennale di Venezia Ë stata la sua unica esposizione in Italia.
Per Katia Strunz momenti topici della cultura del novecento sono quelli legati alle avanguardie storiche, alla prima astrazione oggettuale, al primo modernismo. Tale bagaglio culturale viene riportato all‚interno dei suoi lavori fondendosi con una capacit‡ poetica carica di riferimenti. Una sensibilit‡ femminile, estremamente delicata, perde di dolcezza attraverso l‚utilizzo di materiali duri quali il legno ed il ferro, a forme spigolose, veloci, nere. Romantica nel suo essere razionale. Realizza anche fotografie, collage, piccole sculture. Ha esposto in pi_ e differenti spazi pubblici in tutto il mondo.
E’ da questo lavoro che nasce e si sviluppa il concetto della mostra. Non tanto dalla composizione fisica dell’opera in sÈ, anche se Ë interessante una simile “catalogazione”, ma dall’atmosfera che evoca e dal significato che si puÚ ricavare dalle tre parole messe assieme in maniera cosÏ “sciamanica e misteriosa”.
Gli artisti di “Barraque Dull Odde (-Romantic-)”, non formalmente vicini, sono accomunabili per la capacit‡ di fondere in sintesi un’estrema raffinatezza estetica con il suo opposto, con la “natura” pi_ grezza. Lo straniamento esorcizzante di ciÚ che ci Ë “noto”, la riunione associativa di ciÚ che Ë distante fanno si che nascano dei lavori che recano in sÈ, invece della sola bella apparenza, l’affascinante aura di un pensiero ulteriore, di una nuova realt‡. La mostra, che dovrebbe articolarsi dinamicamente all’interno dello spazio della galleria, passando da momenti pi_ spettacolari a momenti pi_ intimi e silenziosi, intende agire su tre punti concettuali precisi: l’architettura mentale quale laboratorio compositivo ed archivio intellettuale, l’occhio quale vettore assimilativo e relazionale, la struttura culturale quale fondamenta sulle quali reggere il progetto e l’azione. Con ciÚ si cerca di esaltare la tensione per il riappropiarsi di un’idea dell’arte che fa della relazione, del presupposto sociale -romanticamente impegnato- un possibile leit motiv dell’agire contemporaneo.
Con “Barraque Dull Odde (-Romantic-)” si vuole inoltre sviluppare un ragionamento profondo su alcune cose che sono particolarmente importanti: l’osservazione sociale, l’indagine e la scoperta “dei perchÈ”, la comprensione delle motivazioni raggiunte, gli elementi di traduzione della profondit‡ dell’opera.
Gigiotto del Vecchio Ë critico d’arte e curatore free lance. Ha collaborato dal 1998 al 2001 con Flash Art e con Tema Celeste dal 2001 al 2003. Attualmente Ë contributing editor di Boiler Magazine. Ha curato e partcipato con interventi monografici, numerose mostre in Italia e all’estero. Hallucinating Love Faundation da Maze a Torino e da Asprey Jacques a Londra. Momentum, Biennale dei Paesi Scandinavi in Norvegia. Annika Larsson al Museo d’Arte Contemporanea di Salamanca ed allo Studio Massimo De Carlo di Milano, Supersonic & Alien da sales a Roma, Dara Friedman al Kunstmuseum di Thun in Svizzera, Gabriele Di Matteo “Naked Humanity” all’Australian Center for Contemporary Art di Melbourne, Play all’Openspace di Milano. Ha curato, con Lorenzo Benedetti e Cecilia Casorati, il palinsesto di Radio Arte Mobile in occasione dell’ultima edizione della Biennale di Venezia nella sezione Utopia Station, curata da Hans Hulrich Obrist, Molly Nesbit e Rirkrit Tiravanija. Attualmente fa parte della commissione per l’Italian Studio Program al PS1/Moma di New York. E’ parte, con Marcello Simeone e Mariangela Levita, dell’Associazione culturale “Supportico Lopez” di Napoli. Vive e lavora a Napoli.
Nader Arhiman, vive e lavora a Berlino. Per quanto riguarda la critica internazionale, del suo lavoro si sono occupati, tra gli altri, critici come Daniel Birnbaum e Joerg Heiser. Birnbaum ha detto di lui:"Nader Ahriman dipinge la filosofia". La tradizione metafisica, la ricerca futuristica, l‚ideale romantico ed al contempo razionale, l‚analisi della struttura filosofica, fanno di Nader un pittore affascinante ed allo stesso tempo ricco di complessit‡. Ha esposto, tra l‚altro, al Walker Art Center di Minneapolis, alla Kunstvrein di Friburgo, alla Kunsthalle di S. Gallen. Nel 1994 ha rappresentato la Germania risiedendo, in quanto vincitore dello studio program, al PS1.
Didier Courbot, francese, di Parigi, lavora con la fotografia e l‚installazione. Il suo Ë un lavoro romantico, attento, in cui piccoli gesti poetici rappresentano la possibilit‡ di impegnarsi per uno scatto sociale, in avanti, teso al rispetto ed alla tolleranza. Vive e lavora a Parigi.
Kerstin Kartscher lavora con il disegno. Realizza anche delle installazioni. La dimensione lisergica della Kartscher ci trasporta immediatamente in un mondo in cui il sogno, la visione, divengono gli strumenti per raccontare il proprio e l‚altrui mondo. E‚ apparentemente nascosta ma invece forte la riflessione sociale ed il tentativo di proporre livelli ulteriori attraverso la scomposizione e la dilatazione della realt‡. Come ha scritto Dominic Heichler in un recente saggio sull‚artista pubblicato su Frieze (n_ 72, Gen Feb 2003) "Kerstin Kartscher Ë affascinata dall‚idea di trasportare lo spettatore in affascinanti mondi paralleli d immaginari".
Anselm Reyle, lavora sfruttando molteplici possibilit‡ tecniche, dalla scultura (ready mades), alla pittura, all‚installazione, al wall painting. Forte Ë la componente Beuysiana nl modo di concepire l‚installazione. La catalogazione di oggetti, il lavorare su strutture preesistenti modificandole attraverso piccoli interventi carichi di intensit‡ simbolica. Per Anselm Reyle Ë inoltre fondamentale il rapporto con le avanguardie storiche del novecento.
Lorenzo Scotto di Luzio, napoletano, si esprime indistintamente con ogni mezzo, dalla scultura all‚installazione, al video alla pittura. L‚artista Ë quasi sempre il protagonista delle sue opere. Si traveste, si ritrae in pose strane o recita la parte di qualcun altro. Il tutto Ë realizzato sfruttando ed esaltando atmosfere apparentemente divertenti, ma in sostanza dense di malinconica poesia. Lorenzo Scotto ricorda uno dei clown tristi e surreali che tante volte abbiamo visto nei film di Federico Fellini. Vive e lavora a Napoli.
Marcello Simeone Ë nato a Napoli nel 1973. Lavora utilizzando con estrema naturalezza differenti tecniche e mezzi, dall'installazione, alla pittura, al video, alla fotografia. "Se non fossi nato a Napoli probabilmente la mia percezione e la mia vita sarebbero state profondamente differenti". Il collegamento inseparabile tra arte e vita, tra poesia e tensione quotidiana, rappresentano il filo rosso che attraversa tutto il lavoro dell'artista napoletano. Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta ha fatto parte, con Roberto Biccari e Danilo Vigorito, dei Three imaginary boys, un gruppo techno fondamentale per avere contribuito a delineare l'ormai importante scena della musica elettronica e della club life partenopea. E la base di tutto il suo lavoro Ë raccontare la propria esperienza, partendo da uno sguardo diverso, notturno, insonne, che illumina il dettaglio e ci riflette circondato dal silenzio. Il lavoro di Marcello Simeone lo si potrebbe inserire al centro tra l'attenzione ossessiva per il particolare di Won Kar Wai ed il sentimentalismo coinvolgente ed impegnato di Bas Jan Ader. Ha esposto in gallerie private ed istituzioni di tutto il mondo.
Doron Solomons lavora principalmente con il video. Il suo Ë un lavoro che indaga la struttura sociale e la condizione di chi vive in un territorio difficile come quello israelopalestinese. Ma il suo non Ë un linguaggio diretto ed esplicito, anzi, Ë ricco di metafore e carico di sottile ed amara ironia. Ha partecipato all‚ultima edizione della Biennale di Venezia, nella sezione Clandestini, curata da Francesco Bonami. Vive e lavora a Tel Aviv. La Biennale di Venezia Ë stata la sua unica esposizione in Italia.
Per Katia Strunz momenti topici della cultura del novecento sono quelli legati alle avanguardie storiche, alla prima astrazione oggettuale, al primo modernismo. Tale bagaglio culturale viene riportato all‚interno dei suoi lavori fondendosi con una capacit‡ poetica carica di riferimenti. Una sensibilit‡ femminile, estremamente delicata, perde di dolcezza attraverso l‚utilizzo di materiali duri quali il legno ed il ferro, a forme spigolose, veloci, nere. Romantica nel suo essere razionale. Realizza anche fotografie, collage, piccole sculture. Ha esposto in pi_ e differenti spazi pubblici in tutto il mondo.
01
febbraio 2004
Barraque Dull Odde (-Romantic-)
Dal primo febbraio al 03 aprile 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14.00/19.00 e su appuntamento
Vernissage
1 Febbraio 2004, Dalle ore 12.00 alle ore 16.00
Autore
Curatore