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Bartolomeo Cavarozzi a Genova
Tre Sacre Famiglie, dipinte dall’artista viterbese Bartolomeo Cavarozzi intorno al
1620, sono esposte a confronto per la prima volta a Genova, città in cui furono conservate
per secoli, prima di disperdersi ed essere divise tra musei e collezioni private
Comunicato stampa
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Il prestito del Ritratto di Gio. Carlo Doria di Rubens alla mostra L’ultimo
Caravaggio, eredi e nuovi maestri (Milano, Gallerie d’Italia, Palazzo Scala, 30 novembre
2017 - 8 aprile 2018), dà la possibilità di colmare l’assenza del capolavoro con la presente
esposizione, nata grazie alla collaborazione con Intesa San Paolo, organizzatore della mostra
milanese.
Proprio un inventario della collezione di Gio. Carlo Doria, steso tra 1617 e il 1621,
contiene la prima menzione della presenza a Genova di un dipinto di Bartolomeo Cavarozzi.
Si trattava di una tela raffigurante il Lamento di Aminta, dipinto più che mai vicino all’opera
di Caravaggio, costante riferimento stilistico nella carriera del pittore.
Tre Sacre Famiglie, dipinte dall’artista viterbese Bartolomeo Cavarozzi intorno al
1620, sono esposte a confronto per la prima volta a Genova, città in cui furono conservate
per secoli, prima di disperdersi ed essere divise tra musei e collezioni private.
Questi straordinari brani pittorici, testimonianze somme dell’abilità di un artista
capace di elaborare autonomamente il linguaggio di Caravaggio, furono realizzati in anni in
cui strettissimi erano i rapporti tra Cavarozzi e Genova.
L’esposizione è corredata da un catalogo a cura di Gianluca Zanelli (Sagep editore),
introdotto da un saggio di Marieke von Bernstorff in cui sono illustrate le circostanze del
viaggio di Bartolomeo Cavarozzi verso la Spagna, percorso che comprese una breve tappa
genovese. Daniele Sanguineti presenta in un suo contributo il quadro dei rapporti tra
Bartolomeo e Genova, chiarendo sia gli estremi cronologici del suo soggiorno, sia i riflessi
della sua opera sugli artisti locali. Gianluca Zanelli ricostruisce la consistenza e le vicende
legate alla dispersione della quadreria di Costantino Balbi junior, in parte ereditata dagli
antichi proprietari del palazzo di Pellicceria e in cui era presente una delle Sacre Famiglie di
Cavarozzi. Concludono il catalogo un’appendice documentaria di Gabriele Langosco, le
schede dei dipinti esposti, redatte nell’occasione da Gabriele Langosco, Matteo Moretti e
Daniele Sanguineti, e una breve biografia del pittore a cura di Gabriella Aramini.
Bartolomeo Cavarozzi
Chi era?
Nato a Viterbo nel 1587, Bartolomeo Cavarozzi intraprese giovanissimo la sua carriera di
pittore, trasferendosi a Roma prima di compiere vent’anni. In questa città entrò in un primo
momento a contatto con Cristoforo Roncalli, artista di successo ancora legato alla Maniera
di tardo Cinquecento. Accolto nel circolo della famiglia Crescenzi, aristocratici promotori
delle arti, Bartolomeo strinse un rapporto di amicizia con Giovan Battista Crescenzi, nobile
e pittore. Con questi nel 1617, anno in cui raggiunse la sua maturità artistica nel segno del
caravaggismo, partì alla volta della Spagna. Tornato a Roma alcuni anni più tardi, il suo
linguaggio sfociò verso nuovi esiti, a cavallo tra classicismo e seduzioni fiamminghe. Morto
a Roma nel 1625, venne sepolto in Santa Maria del Popolo, chiesa per cui Caravaggio, non
molti anni prima, aveva dipinto le sue prime opere pubbliche.
Cavarozzi e Genova
Perché a Genova?
Genova è la città in cui Bartolomeo Cavarozzi soggiorna, “per un mese o due”, nel corso del
suo viaggio per la Spagna. Il pittore viterbese si trovava al seguito del cardinale Don
Antonio Zapata y Mendoza, che partito da Roma, si servì per tornare in patria delle navi di
Carlo Doria. I pericoli del viaggio, le scorrerie dei turchi e forse avverse condizioni
climatiche, imposero la sosta a Genova. Qui Bartolomeo conobbe i mecenati locali, e
tessette le reti di un rapporto che ha permesso a molti dei suoi dipinti di essere conservati
per secoli nelle quadrerie della città. Le opere in mostra, nessuna delle quali è rimasta a
Genova, facevano parte di queste collezioni. L’esposizione ne permette un momentaneo
ritorno in città, un effimero risarcimento a Genova di alcuni dei suoi capolavori perduti.
Cavarozzi e la Sacra Famiglia
Perché tre Sacre Famiglie?
Il temperamento di Bartolomeo Cavarozzi, la sua cura nella stesura della materia pittorica e
una certa affezione per alcuni soggetti, spinsero l’artista a concentrare la sua produzione su
di un numero limitato di temi. Individuata una composizione, il pittore ne elaborava una
prima versione, per poi replicarla in altri dipinti con sottili variazioni di pose, gesti e
ambientazioni.
È il caso delle tre Sacre Famiglie qui esposte, di provenienza genovese e prodotte negli
stessi anni. Il primo dipinto proviene probabilmente da una collezione Spinola; la tela oggi
alla Pinacoteca dell’Accademia Albertina era parte – nel secolo XVIII – della quadreria di
Costantino Balbi senior; la Sacra Famiglia con San Giovannino è ricordata per secoli nel
palazzo Spinola di Strada Nuova. Sono opere di altissima qualità formale, dove gli sguardi
dei protagonisti, che convergono negli occhi dello spettatore, sono capaci di suscitare forti
coinvolgimenti emotivi.
Caravaggio, eredi e nuovi maestri (Milano, Gallerie d’Italia, Palazzo Scala, 30 novembre
2017 - 8 aprile 2018), dà la possibilità di colmare l’assenza del capolavoro con la presente
esposizione, nata grazie alla collaborazione con Intesa San Paolo, organizzatore della mostra
milanese.
Proprio un inventario della collezione di Gio. Carlo Doria, steso tra 1617 e il 1621,
contiene la prima menzione della presenza a Genova di un dipinto di Bartolomeo Cavarozzi.
Si trattava di una tela raffigurante il Lamento di Aminta, dipinto più che mai vicino all’opera
di Caravaggio, costante riferimento stilistico nella carriera del pittore.
Tre Sacre Famiglie, dipinte dall’artista viterbese Bartolomeo Cavarozzi intorno al
1620, sono esposte a confronto per la prima volta a Genova, città in cui furono conservate
per secoli, prima di disperdersi ed essere divise tra musei e collezioni private.
Questi straordinari brani pittorici, testimonianze somme dell’abilità di un artista
capace di elaborare autonomamente il linguaggio di Caravaggio, furono realizzati in anni in
cui strettissimi erano i rapporti tra Cavarozzi e Genova.
L’esposizione è corredata da un catalogo a cura di Gianluca Zanelli (Sagep editore),
introdotto da un saggio di Marieke von Bernstorff in cui sono illustrate le circostanze del
viaggio di Bartolomeo Cavarozzi verso la Spagna, percorso che comprese una breve tappa
genovese. Daniele Sanguineti presenta in un suo contributo il quadro dei rapporti tra
Bartolomeo e Genova, chiarendo sia gli estremi cronologici del suo soggiorno, sia i riflessi
della sua opera sugli artisti locali. Gianluca Zanelli ricostruisce la consistenza e le vicende
legate alla dispersione della quadreria di Costantino Balbi junior, in parte ereditata dagli
antichi proprietari del palazzo di Pellicceria e in cui era presente una delle Sacre Famiglie di
Cavarozzi. Concludono il catalogo un’appendice documentaria di Gabriele Langosco, le
schede dei dipinti esposti, redatte nell’occasione da Gabriele Langosco, Matteo Moretti e
Daniele Sanguineti, e una breve biografia del pittore a cura di Gabriella Aramini.
Bartolomeo Cavarozzi
Chi era?
Nato a Viterbo nel 1587, Bartolomeo Cavarozzi intraprese giovanissimo la sua carriera di
pittore, trasferendosi a Roma prima di compiere vent’anni. In questa città entrò in un primo
momento a contatto con Cristoforo Roncalli, artista di successo ancora legato alla Maniera
di tardo Cinquecento. Accolto nel circolo della famiglia Crescenzi, aristocratici promotori
delle arti, Bartolomeo strinse un rapporto di amicizia con Giovan Battista Crescenzi, nobile
e pittore. Con questi nel 1617, anno in cui raggiunse la sua maturità artistica nel segno del
caravaggismo, partì alla volta della Spagna. Tornato a Roma alcuni anni più tardi, il suo
linguaggio sfociò verso nuovi esiti, a cavallo tra classicismo e seduzioni fiamminghe. Morto
a Roma nel 1625, venne sepolto in Santa Maria del Popolo, chiesa per cui Caravaggio, non
molti anni prima, aveva dipinto le sue prime opere pubbliche.
Cavarozzi e Genova
Perché a Genova?
Genova è la città in cui Bartolomeo Cavarozzi soggiorna, “per un mese o due”, nel corso del
suo viaggio per la Spagna. Il pittore viterbese si trovava al seguito del cardinale Don
Antonio Zapata y Mendoza, che partito da Roma, si servì per tornare in patria delle navi di
Carlo Doria. I pericoli del viaggio, le scorrerie dei turchi e forse avverse condizioni
climatiche, imposero la sosta a Genova. Qui Bartolomeo conobbe i mecenati locali, e
tessette le reti di un rapporto che ha permesso a molti dei suoi dipinti di essere conservati
per secoli nelle quadrerie della città. Le opere in mostra, nessuna delle quali è rimasta a
Genova, facevano parte di queste collezioni. L’esposizione ne permette un momentaneo
ritorno in città, un effimero risarcimento a Genova di alcuni dei suoi capolavori perduti.
Cavarozzi e la Sacra Famiglia
Perché tre Sacre Famiglie?
Il temperamento di Bartolomeo Cavarozzi, la sua cura nella stesura della materia pittorica e
una certa affezione per alcuni soggetti, spinsero l’artista a concentrare la sua produzione su
di un numero limitato di temi. Individuata una composizione, il pittore ne elaborava una
prima versione, per poi replicarla in altri dipinti con sottili variazioni di pose, gesti e
ambientazioni.
È il caso delle tre Sacre Famiglie qui esposte, di provenienza genovese e prodotte negli
stessi anni. Il primo dipinto proviene probabilmente da una collezione Spinola; la tela oggi
alla Pinacoteca dell’Accademia Albertina era parte – nel secolo XVIII – della quadreria di
Costantino Balbi senior; la Sacra Famiglia con San Giovannino è ricordata per secoli nel
palazzo Spinola di Strada Nuova. Sono opere di altissima qualità formale, dove gli sguardi
dei protagonisti, che convergono negli occhi dello spettatore, sono capaci di suscitare forti
coinvolgimenti emotivi.
05
dicembre 2017
Bartolomeo Cavarozzi a Genova
Dal 05 dicembre 2017 all'otto aprile 2018
arte antica
Location
GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA
Genova, Piazza Di Pellicceria, 1, (Genova)
Genova, Piazza Di Pellicceria, 1, (Genova)
Orario di apertura
martedì-venerdì 8.30-19.30 | domenica e festivi 13.30-19.30
Vernissage
5 Dicembre 2017, h 17
Autore
Curatore