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Bassa Marea
Bassa Marea. Sul palco di Artificio due attrici,Evelina Nazzari e Gaia Riposati,madre e figlia,si incontrano/scontrano nella loro abitazione per distruggersi.Le quattro mura,anch’esse protagoniste,sono rese vibranti dalle suggestioni dell’atmosfera rievocativa e sfumata delle opere di Pizzi Cannella
Comunicato stampa
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BASSA MAREA
Artificio ospita in prima assoluta Bassa Marea, dramma di Roberto Russo portato in scena da Fabrizio Bancale. Sul palco, le due attrici Evelina Nazzari e Gaia Riposati, una madre ed una figlia, si incontrano/scontrano nella loro abitazione per distruggersi. Le quattro mura, anch’esse protagoniste della scena, sono rese vibranti dalle suggestioni dell’atmosfera rievocativa e sfumata delle opere di Pizzi Cannella che le ha concepite
Il disagio, la solitudine. Due donne.
Al centro della scena una clessidra che sembra scandire le ore a ritroso nel tempo. E una televisione. Come in un gioco delle parti, il mondo reale e quello televisivo si osservano, si specchiano, fino ad assomigliarsi sempre di più: volgarità, abbrutimento, sono i nuovi invincibili virus che contagiano tutti, trasformando la realtà nella più becera fiction televisiva. Senza alcun antidoto. Non resta che adeguarsi all’orrore quotidiano, o provare a rifugiarsi in un mondo altro, fatto di immaginazione, fantasia.. delirio, follia. E così, quel disagio e quella solitudine si amplificano, si ingrassano, fino a partorire mostri. Violenti, sanguinari. Comincia così un gioco al massacro che ha come unico obiettivo la propria sopravvivenza e l’altrui distruzione, come in una giungla, come in una telenovela televisiva, come su uno scranno parlamentare.
Dice l’autore “Tutto ciò che appare nella storia delle due donne e nella vicenda che raccontano è innaturalmente “basso”: basse le aspirazioni, i pensieri, i discorsi. “Basso”, bassissimo, quasi inesistente, è il rumore dell’esterno. E’ come se le due donne si trovassero in un’affollatissima strada lungo la quale, però, nessuno parla e nessuno le guarda. E, come a volte accade nella realtà e, soprattutto, nella cronaca che conosciamo tramite tv e giornali, può verificarsi che un qualsiasi accadimento minimo, che in un ambito più ampio sarebbe stato appena avvertito, in uno spazio più piccolo e soffocante, produca un’eco amplificata, insopportabile e reazioni imprevedibili.”
Dalle note di regia “La disperata esistenza delle due donne non solo annienta ogni speranza di futuro, ma di più, cancella anche ogni ricordo, relegando la memoria in un angolo nascosto: non contano i fatti che sono realmente accaduti, ma solo quelli che oggi possono essere utilizzati come strumenti di offesa, di aggressione. Oltre al bene, scompare il bello, l’arte.
All’interno di una scenografia essenziale, che utilizza sensazioni derivanti dalle riproduzioni delle opere di Pizzi Cannella, la vicenda delle due donne si articola attraverso un contatto diretto col pubblico, volontario spettatore della tragedia, ma al tempo stesso inconsapevole protagonista di quella stessa vita reale che ha emarginato le due donne, fino a condurle alla disperazione. Che è la disperazione dei nostri tempi.”
“Abbandoni, violenze.. incesti. Antichi rancori, ripicche: è un continuo rinfacciarsi, vomitarsi addosso colpe, al solo scopo di giustificare le loro esistenze emarginate. Di animali feriti. Di donne sole.”
Da venerdì 18 Marzo a domenica 3 Aprile
dal mercoledì al sabato ore 21 e la domenica ore 18
Prenotazione consigliata
Biglietto intero € 10
Biglietto ridotto € 7
Quota associativa Teatraktys Artificio per il 2011 €5
Artificio - Vicolo della Campanella, 4 - Roma
Arteteca
presenta
Evelina Nazzari e Gaia Riposati
in
BASSA MAREA
di Roberto Russo
regia
Fabrizio Bancale
scene da opere di
Pizzi Cannella
allestimento scenico
Angelo Cortese
aiuto regia Flaminia Chizzola
aiuto scenografo Bruno Do Nascimento Ferreira
ufficio stampa Cecilia Riposati
Artificio ospita in prima assoluta Bassa Marea, dramma di Roberto Russo portato in scena da Fabrizio Bancale. Sul palco, le due attrici Evelina Nazzari e Gaia Riposati, una madre ed una figlia, si incontrano/scontrano nella loro abitazione per distruggersi. Le quattro mura, anch’esse protagoniste della scena, sono rese vibranti dalle suggestioni dell’atmosfera rievocativa e sfumata delle opere di Pizzi Cannella che le ha concepite
Il disagio, la solitudine. Due donne.
Al centro della scena una clessidra che sembra scandire le ore a ritroso nel tempo. E una televisione. Come in un gioco delle parti, il mondo reale e quello televisivo si osservano, si specchiano, fino ad assomigliarsi sempre di più: volgarità, abbrutimento, sono i nuovi invincibili virus che contagiano tutti, trasformando la realtà nella più becera fiction televisiva. Senza alcun antidoto. Non resta che adeguarsi all’orrore quotidiano, o provare a rifugiarsi in un mondo altro, fatto di immaginazione, fantasia.. delirio, follia. E così, quel disagio e quella solitudine si amplificano, si ingrassano, fino a partorire mostri. Violenti, sanguinari. Comincia così un gioco al massacro che ha come unico obiettivo la propria sopravvivenza e l’altrui distruzione, come in una giungla, come in una telenovela televisiva, come su uno scranno parlamentare.
Dice l’autore “Tutto ciò che appare nella storia delle due donne e nella vicenda che raccontano è innaturalmente “basso”: basse le aspirazioni, i pensieri, i discorsi. “Basso”, bassissimo, quasi inesistente, è il rumore dell’esterno. E’ come se le due donne si trovassero in un’affollatissima strada lungo la quale, però, nessuno parla e nessuno le guarda. E, come a volte accade nella realtà e, soprattutto, nella cronaca che conosciamo tramite tv e giornali, può verificarsi che un qualsiasi accadimento minimo, che in un ambito più ampio sarebbe stato appena avvertito, in uno spazio più piccolo e soffocante, produca un’eco amplificata, insopportabile e reazioni imprevedibili.”
Dalle note di regia “La disperata esistenza delle due donne non solo annienta ogni speranza di futuro, ma di più, cancella anche ogni ricordo, relegando la memoria in un angolo nascosto: non contano i fatti che sono realmente accaduti, ma solo quelli che oggi possono essere utilizzati come strumenti di offesa, di aggressione. Oltre al bene, scompare il bello, l’arte.
All’interno di una scenografia essenziale, che utilizza sensazioni derivanti dalle riproduzioni delle opere di Pizzi Cannella, la vicenda delle due donne si articola attraverso un contatto diretto col pubblico, volontario spettatore della tragedia, ma al tempo stesso inconsapevole protagonista di quella stessa vita reale che ha emarginato le due donne, fino a condurle alla disperazione. Che è la disperazione dei nostri tempi.”
“Abbandoni, violenze.. incesti. Antichi rancori, ripicche: è un continuo rinfacciarsi, vomitarsi addosso colpe, al solo scopo di giustificare le loro esistenze emarginate. Di animali feriti. Di donne sole.”
Da venerdì 18 Marzo a domenica 3 Aprile
dal mercoledì al sabato ore 21 e la domenica ore 18
Prenotazione consigliata
Biglietto intero € 10
Biglietto ridotto € 7
Quota associativa Teatraktys Artificio per il 2011 €5
Artificio - Vicolo della Campanella, 4 - Roma
Arteteca
presenta
Evelina Nazzari e Gaia Riposati
in
BASSA MAREA
di Roberto Russo
regia
Fabrizio Bancale
scene da opere di
Pizzi Cannella
allestimento scenico
Angelo Cortese
aiuto regia Flaminia Chizzola
aiuto scenografo Bruno Do Nascimento Ferreira
ufficio stampa Cecilia Riposati
18
marzo 2011
Bassa Marea
Dal 18 marzo al 03 aprile 2011
performance - happening
Location
ARTIFICIO
Roma, Vicolo Della Campanella, 4, (Roma)
Roma, Vicolo Della Campanella, 4, (Roma)
Biglietti
intero € 10; ridotto € 7
Quota associativa Teatraktys/Artificio per il 2011 €5
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 21 / la domenica ore 18
Vernissage
18 Marzo 2011, ore 21
Autore