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Bassa Marea
“Bassa marea”, mostra personale di Marta Sesana (1981), raccoglie una serie recente di lavori dell’artista ispirati all’ambiente marino.
La mostra sarà accompagnata da un testo di Deborah Maggiolo (1994)
Comunicato stampa
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Cosa significa dare forma a una visione? Bassa marea, esposizione personale di Marta Sesana (Merate, 1981), è un inno alla libertà creativa e alla potenza comunicativa del colore, materia prima tramite cui l’artista plasma mondi al confine fra dimensione immaginifica e realtà fenomenica. Lavorando sulla figurazione in modo inedito, fra resa oggettiva e creatività visionaria, le opere di Sesana hanno il potenziale di tratteggiare storie di un mondo alternativo. La narrazione costruita intorno all’universo oceanico si fa pretesto per auspicare una diversa disposizione verso l’ecosistema che abitiamo e che ci abita.
Prendendo corpo in una serie di partiture visive, come brani di un racconto, le opere in mostra invitano a soffermarsi e scrutare. Aprendosi come scorci su un ambiente altro, racchiudono i dettagli di un paesaggio marino immaginario, popolato da sirene, subacquei, pinguini e da una vasta gamma di pesci variopinti. Nella loro frammentarietà costitutiva, queste prospettive parziali richiamano le fasi del processo percettivo stesso, sollecitato da un’interazione di soggetti, oggetti e dimensioni sensoriali e spazio-temporali molteplici. Risultanti di una stimolazione ottica aleatoria o di una riattivazione mnemonica soggettiva, le visioni di Sesana, desiderose di essere tradotte in materia pittorica, fanno appello alla necessità di essere liberate. L’immagine iniziale, indispensabile a ispirare la successiva progettualità dell’artista, è così sempre trasfigurata in un diverso grado di realtà. Il lavoro di Sesana è generativo di micro e macro cosmi in un ininterrotto dialogo con il colore: protagonista di scenari abitati da differenti creature – insieme umane e non umane – ne qualifica l’intensità atmosferica, e, caricandosi di tonalità fredde e di cromie squillanti, a tratti stridenti, sottolinea la presenza di un contenuto dichiaratamente estraneo a un’ordinaria esperienza delle cose. Convenzioni di senso e abitudini percettive sono tradite in favore di una libera sperimentazione creativa. In un gioco di calibrati chiaroscuri e in un attento studio della profondità prospettica, Sesana plasma figure dalla forte valenza plastica, conferendovi una tridimensionalità di carattere quasi scultoreo grazie alla densità del colore, che si fa pasta modellabile. Soggetti spiccatamente connotati e a tratti antropomorfi, assemblaggi di elementi umani, animali e fantastici, danno origine alla personale mitologia dell’artista, stagliandosi sullo sfondo della scena come i personaggi di una storia pronta a essere narrata.
I dipinti in mostra ripropongono l’esperienza di osservazione ravvicinata, vissuta in prima persona da Sesana, nella visita ad acquari e giardini zoologici. Nati da un desiderio di infinito e da una necessità di spaziare, i lavori rielaborano il sogno di un più diretto contatto con l’ambiente acquatico, vagheggiando sulla possibilità di esplorazione sottomarina. Il fenomeno della bassa marea crea le circostanze favorevoli affinché l’incontro si verifichi, consentendo di interagire con le popolazioni abissali in condizioni inconsuete di visibilità. Laddove qualcosa emerge, rendendosi manifesto alla visione, diviene plausibile anche un atteggiamento di interesse e premura: Bassa marea riporta a galla entità di cui si era sbiadito il ricordo, facendole riaffiorare, presenze vivide, alla coscienza. L’acqua, origine di tutte le forme biotiche conosciute, rigenera il legame con l’infinito e l’infinitesimale, rinnovando la consapevolezza umana di appartenere a un’ecologia più grande e complessa di parentele. L’oceano diventa lo spazio, al tempo stesso familiare e recondito, in cui innestare la speculazione fantastica di un altrove e di un altrimenti possibili.
Ricalcando la ciclicità del flusso e riflusso oceanico, che è lo stesso eterno ritorno dello spirito vivente che anima il mondo, la marea culla l’esistenza cosmica in un continuo gioco di equilibri e asimmetrie, di acquisizioni e perdite, di tentativi e disfatte. Nelle dinamiche di questa stessa sfida confluisce altresì il processo artistico: situandosi al confine fra intenzionalità e aleatorietà, alla ricerca di un’armonia cromatica e compositiva, insegue un equilibrio che, per quanto fugace e precario, possa fissare visioni fulminee capaci di aprire a ipotesi ulteriori.
Painting is a way not just of seeing but also of making our world […] is a way of understanding the world.
Tony Godfrey, “Painting today”, Phaidon, 2009 (p.7)
Deborah Maggiolo
Prendendo corpo in una serie di partiture visive, come brani di un racconto, le opere in mostra invitano a soffermarsi e scrutare. Aprendosi come scorci su un ambiente altro, racchiudono i dettagli di un paesaggio marino immaginario, popolato da sirene, subacquei, pinguini e da una vasta gamma di pesci variopinti. Nella loro frammentarietà costitutiva, queste prospettive parziali richiamano le fasi del processo percettivo stesso, sollecitato da un’interazione di soggetti, oggetti e dimensioni sensoriali e spazio-temporali molteplici. Risultanti di una stimolazione ottica aleatoria o di una riattivazione mnemonica soggettiva, le visioni di Sesana, desiderose di essere tradotte in materia pittorica, fanno appello alla necessità di essere liberate. L’immagine iniziale, indispensabile a ispirare la successiva progettualità dell’artista, è così sempre trasfigurata in un diverso grado di realtà. Il lavoro di Sesana è generativo di micro e macro cosmi in un ininterrotto dialogo con il colore: protagonista di scenari abitati da differenti creature – insieme umane e non umane – ne qualifica l’intensità atmosferica, e, caricandosi di tonalità fredde e di cromie squillanti, a tratti stridenti, sottolinea la presenza di un contenuto dichiaratamente estraneo a un’ordinaria esperienza delle cose. Convenzioni di senso e abitudini percettive sono tradite in favore di una libera sperimentazione creativa. In un gioco di calibrati chiaroscuri e in un attento studio della profondità prospettica, Sesana plasma figure dalla forte valenza plastica, conferendovi una tridimensionalità di carattere quasi scultoreo grazie alla densità del colore, che si fa pasta modellabile. Soggetti spiccatamente connotati e a tratti antropomorfi, assemblaggi di elementi umani, animali e fantastici, danno origine alla personale mitologia dell’artista, stagliandosi sullo sfondo della scena come i personaggi di una storia pronta a essere narrata.
I dipinti in mostra ripropongono l’esperienza di osservazione ravvicinata, vissuta in prima persona da Sesana, nella visita ad acquari e giardini zoologici. Nati da un desiderio di infinito e da una necessità di spaziare, i lavori rielaborano il sogno di un più diretto contatto con l’ambiente acquatico, vagheggiando sulla possibilità di esplorazione sottomarina. Il fenomeno della bassa marea crea le circostanze favorevoli affinché l’incontro si verifichi, consentendo di interagire con le popolazioni abissali in condizioni inconsuete di visibilità. Laddove qualcosa emerge, rendendosi manifesto alla visione, diviene plausibile anche un atteggiamento di interesse e premura: Bassa marea riporta a galla entità di cui si era sbiadito il ricordo, facendole riaffiorare, presenze vivide, alla coscienza. L’acqua, origine di tutte le forme biotiche conosciute, rigenera il legame con l’infinito e l’infinitesimale, rinnovando la consapevolezza umana di appartenere a un’ecologia più grande e complessa di parentele. L’oceano diventa lo spazio, al tempo stesso familiare e recondito, in cui innestare la speculazione fantastica di un altrove e di un altrimenti possibili.
Ricalcando la ciclicità del flusso e riflusso oceanico, che è lo stesso eterno ritorno dello spirito vivente che anima il mondo, la marea culla l’esistenza cosmica in un continuo gioco di equilibri e asimmetrie, di acquisizioni e perdite, di tentativi e disfatte. Nelle dinamiche di questa stessa sfida confluisce altresì il processo artistico: situandosi al confine fra intenzionalità e aleatorietà, alla ricerca di un’armonia cromatica e compositiva, insegue un equilibrio che, per quanto fugace e precario, possa fissare visioni fulminee capaci di aprire a ipotesi ulteriori.
Painting is a way not just of seeing but also of making our world […] is a way of understanding the world.
Tony Godfrey, “Painting today”, Phaidon, 2009 (p.7)
Deborah Maggiolo
25
ottobre 2021
Bassa Marea
Dal 25 ottobre al 21 novembre 2021
arte contemporanea
Location
DIMORA ARTICA
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì, Martedì, Venerdì, Sabato, Domenica h 16.00 – 20.00
Vernissage
25 Ottobre 2021, Opening 25 Ottobre h. 18.00 – 21.30
Autore
Autore testo critico