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Bastiaan Arler – In Shadowplay
La pratica artistica di Bastiaan, attenta al campionamento di più componenti
espressive, tende a cortocircuitare le relazioni fra soggetti e oggetti, fra
rappresentazione e presenza, fra concetti e loro dimostrazioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Bastiaan Arler, non senza un distacco lievemente ironico dalle situazioni
che progetta e costruisce, si rivolge a quei circuiti sensori che, con tutte
le varietà dei tempi e dei luoghi, fanno pensare all'individuo integrale.
Un po' più Oriente che Occidente 'dei cinque sensi', dunque, ma per far breve
una storia lunga, quel che qui conta è quel linguaggio nel linguaggio, per
dirla con le parole di W.B.Key, che è "...la base dell'efficiacia dei media moderni...".
Convengo che non sia questa l'unica ragione dell'uso plurimo di più
modalità di comunicazione di Bastiaan, ne è però una componente
utile sia per il suo modello progettuale, sia per il suo continuo
bilanciarsi fra concetti dalla coesistenza più o meno complessa.
Ordine e caos, per esempio, natura e artificio nel loro divenire dinamico,
il classico confronto tra informazione ed entropia, ma anche una
dimostrazione di progettualità che va oltre il gioco di veri e talvolta
stereotipati opposti.
La scelta del medium, e la parte di percorso artistico che Bastiaan compie
in un tempo dato, se è vero che spiegano la sua definizione pertinente di
impostazione sobrio-minimalista, dall'altra rivelano una 'intuizione' della
realtà, per dirla alla Bergson.
La pratica artistica di Bastiaan, attenta al campionamento di più componenti
espressive, tende a cortocircuitare le relazioni fra soggetti e oggetti, fra
rappresentazione e presenza, fra concetti e loro dimostrazioni. Esiste un
retroterra filosofico illustre in merito, da Huizinga, nel secolo scorso, agli odierni
Gumbrecht e Runia.
L'immagine, per citare nuovamente Key, è correlabile
alla seduzione subliminale. Come conciliare, infine, la realizzazione delle varie
sequenze progettuali, la loro esigenza, quasi sempre, di fisicità, con un flusso
di impulsi in continua variazione? E' uno dei dilemmi sottili che affronta e pone Bastiaan.
- Franco Torriani
Negli anni settanta inizia una ricerca sui rapporti fra arti, scienze e nuove tecnologie,
partecipando a eventi e produzioni di rilievo collaborando, da allora, a diverse pubblicazioni.
La sua pratica, indirizzata specie fra anni ottanta e novanta alle relazioni tra espressioni artistiche e nuovi media,
converge oggi sul rapporto fra arti, scienze della vita e tecnologie relative.
Bastiaan Arler (1972, Paesi Bassi / Italia)
Nato nei Paesi Bassi cresce tra Giappone, Svezia, ed Italia che ha eletto casa. Studia Disegno Industriale all’Istituto Europeo di Design e al Futurarium di Milano. Nel periodo che segue lavora come Concept Designer per numerosi studi di design prima di aprire il proprio studio, Britefuture, nel 1999. I suoi prodotti di design sono stati distribuiti a Milano, Berlino, Tokyo e dalla MoMA di New York. Conclusa la sua esperienza come designer nel 2003, si dedica esclusivamente all'arte.
Arler lavora prevalentemente con arti visive e performance. Il suo lavoro è incentrato attorno ai meccanismi e sistemi che compongono la nostra esistenza. Esplora l'uomo contemporaneo come elemento naturale immerso in un contesto artificiale. I suoi interessi lo hanno portato a studiare tematiche eterogenee come loop comportamentali, infrastrutture, processi logici, reti relazionali e le mappe di essi. Il suo approccio sia intuitivo sia sistemico all'arte gli permette di esplorare una moltitudine di media alla ricerca di mondi micro e macroscopici e loro correlazione. Vive e lavora a Torino.
Ha esposto allo Studi Aperti festival ad Ameno (NO) nel 2009, al Vanabbe Museum di Eindhoven in occasione del simposio Be[com]ing Dutch nel 2007, Natura Naturans 12 a Trieste (2007), O, Youth and Beauty (2006) all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino, presso O’Artoteca di Milano con My Name is Gilgamesh (2005), ad Amsterdam, Lussemburgo e Parigi con i progetto nomade Songliner (2004), al Diesel StyleLab con la performance Metroscope (2003), ed alla Biennale Internationale Design di St. Etienne (2002).
Adelinquere arte contemporanea è un progetto culturale, libero e spensierato,
che dal centro storico di Torino, dove ha sede la galleria d’arte contemporanea,
produce piccoli movimenti sismici. Intanto quello con la scala d’impatto più forte:
gli artisti che espongono con Adelinquere
utilizzano lo spazio gratuitamente e gestiscono loro privatamente le trattative di vendita delle opere.
Dunque l’associazione non ricava nulla dal venduto,
si spoglia di questo imbarazzo, sceglie la passione dell’arte e rifiuta quella dell’euro.
Per l’arte contemporanea, e l’espressione giovane, è decisamente una rottura alle convenzioni.
Adelinquere è poi un workshop collettivo che sperimenta e ricerca mezzi,
spazi, modi nuovi di comunicare e diffondere arte...
da una roulotte rossa itinerante che diventa galleria di artisti emergenti
fino alle contaminazioni più estreme con la musica e con il video.
- Raffaella Guidobono
che progetta e costruisce, si rivolge a quei circuiti sensori che, con tutte
le varietà dei tempi e dei luoghi, fanno pensare all'individuo integrale.
Un po' più Oriente che Occidente 'dei cinque sensi', dunque, ma per far breve
una storia lunga, quel che qui conta è quel linguaggio nel linguaggio, per
dirla con le parole di W.B.Key, che è "...la base dell'efficiacia dei media moderni...".
Convengo che non sia questa l'unica ragione dell'uso plurimo di più
modalità di comunicazione di Bastiaan, ne è però una componente
utile sia per il suo modello progettuale, sia per il suo continuo
bilanciarsi fra concetti dalla coesistenza più o meno complessa.
Ordine e caos, per esempio, natura e artificio nel loro divenire dinamico,
il classico confronto tra informazione ed entropia, ma anche una
dimostrazione di progettualità che va oltre il gioco di veri e talvolta
stereotipati opposti.
La scelta del medium, e la parte di percorso artistico che Bastiaan compie
in un tempo dato, se è vero che spiegano la sua definizione pertinente di
impostazione sobrio-minimalista, dall'altra rivelano una 'intuizione' della
realtà, per dirla alla Bergson.
La pratica artistica di Bastiaan, attenta al campionamento di più componenti
espressive, tende a cortocircuitare le relazioni fra soggetti e oggetti, fra
rappresentazione e presenza, fra concetti e loro dimostrazioni. Esiste un
retroterra filosofico illustre in merito, da Huizinga, nel secolo scorso, agli odierni
Gumbrecht e Runia.
L'immagine, per citare nuovamente Key, è correlabile
alla seduzione subliminale. Come conciliare, infine, la realizzazione delle varie
sequenze progettuali, la loro esigenza, quasi sempre, di fisicità, con un flusso
di impulsi in continua variazione? E' uno dei dilemmi sottili che affronta e pone Bastiaan.
- Franco Torriani
Negli anni settanta inizia una ricerca sui rapporti fra arti, scienze e nuove tecnologie,
partecipando a eventi e produzioni di rilievo collaborando, da allora, a diverse pubblicazioni.
La sua pratica, indirizzata specie fra anni ottanta e novanta alle relazioni tra espressioni artistiche e nuovi media,
converge oggi sul rapporto fra arti, scienze della vita e tecnologie relative.
Bastiaan Arler (1972, Paesi Bassi / Italia)
Nato nei Paesi Bassi cresce tra Giappone, Svezia, ed Italia che ha eletto casa. Studia Disegno Industriale all’Istituto Europeo di Design e al Futurarium di Milano. Nel periodo che segue lavora come Concept Designer per numerosi studi di design prima di aprire il proprio studio, Britefuture, nel 1999. I suoi prodotti di design sono stati distribuiti a Milano, Berlino, Tokyo e dalla MoMA di New York. Conclusa la sua esperienza come designer nel 2003, si dedica esclusivamente all'arte.
Arler lavora prevalentemente con arti visive e performance. Il suo lavoro è incentrato attorno ai meccanismi e sistemi che compongono la nostra esistenza. Esplora l'uomo contemporaneo come elemento naturale immerso in un contesto artificiale. I suoi interessi lo hanno portato a studiare tematiche eterogenee come loop comportamentali, infrastrutture, processi logici, reti relazionali e le mappe di essi. Il suo approccio sia intuitivo sia sistemico all'arte gli permette di esplorare una moltitudine di media alla ricerca di mondi micro e macroscopici e loro correlazione. Vive e lavora a Torino.
Ha esposto allo Studi Aperti festival ad Ameno (NO) nel 2009, al Vanabbe Museum di Eindhoven in occasione del simposio Be[com]ing Dutch nel 2007, Natura Naturans 12 a Trieste (2007), O, Youth and Beauty (2006) all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino, presso O’Artoteca di Milano con My Name is Gilgamesh (2005), ad Amsterdam, Lussemburgo e Parigi con i progetto nomade Songliner (2004), al Diesel StyleLab con la performance Metroscope (2003), ed alla Biennale Internationale Design di St. Etienne (2002).
Adelinquere arte contemporanea è un progetto culturale, libero e spensierato,
che dal centro storico di Torino, dove ha sede la galleria d’arte contemporanea,
produce piccoli movimenti sismici. Intanto quello con la scala d’impatto più forte:
gli artisti che espongono con Adelinquere
utilizzano lo spazio gratuitamente e gestiscono loro privatamente le trattative di vendita delle opere.
Dunque l’associazione non ricava nulla dal venduto,
si spoglia di questo imbarazzo, sceglie la passione dell’arte e rifiuta quella dell’euro.
Per l’arte contemporanea, e l’espressione giovane, è decisamente una rottura alle convenzioni.
Adelinquere è poi un workshop collettivo che sperimenta e ricerca mezzi,
spazi, modi nuovi di comunicare e diffondere arte...
da una roulotte rossa itinerante che diventa galleria di artisti emergenti
fino alle contaminazioni più estreme con la musica e con il video.
- Raffaella Guidobono
06
novembre 2009
Bastiaan Arler – In Shadowplay
Dal 06 novembre al 06 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
ADELINQUERE ARTE CONTEMPORANEA
Torino, Corso San Maurizio, 71, (Torino)
Torino, Corso San Maurizio, 71, (Torino)
Vernissage
6 Novembre 2009, ore 18
Sito web
www.515.it
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