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BB5000 – Hyperrruin
Prima mostra personale del Collettivo BB5000, formato da: Arcangelo e Francesco Costanzo, Filippo De Marchi, Giada Carnevale, Giovanni Riggio. Una primavera neopop, all’insegna del disfacimento tardocapitalistico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 9 dicembre 2015, la galleria davide gallo ha il piacere di presentare “Hyperrruin”, la prima mostra personale di BB5000, gruppo che raccoglie l’esperienza di 5 studenti dell’Accademia di Brera, Giada Carnevale, Arcangelo e Francesco Saverio Costanzo, Filippo De Marchi, Giovanni Riggio.
BB si propone come una possibile abbreviazione di Bora Bora, isola del pacifico, simbolo di lusso, evasione e oblio, oppure Brigitte Bardot, mito di spregiudicatezza e libertà. Sono proprio questi i temi del collettivo BB5000: azzardo, tensione, contaminazione cyber e mediatica, mitologia del collettivo.
BB5000 significa innanzitutto guardare gli aspetti più “accelerrati” del tardo capitalismo occidentale.
L’estetica diventa un rinnovamento pop che non è più trionfo del capitalismo, ma sua macerazione interna. La realtà è percepita dall’occhio umano attraverso il punto di vista del cybernauta, non è più come personaggio di un cult fantascientifico, ma uomo quotidiano, sempre più dipendente dalle interazioni online, vittima e carnefice di un ego modellato sui sistemi di comunicazione di massa.
Non si può parlare di denuncia, nella ricerca estetica di BB5000, probabilmente la loro non è più la generazione delle denunce, ma sicuramente di ferma consapevolezza della crisi che attraversa le nostre società. L’immagine pop, di massa, un’estetica da copertina tra ironia e malinconia, non celebra alcuna nuova primavera sociale, politica o ideologica, ma è oblio, evasione. La spensieratezza non è “ludus”, ma fuga.
Se questi sono i punti salienti, concettualmente parlando, della ricerca di BB5000, formalmente il collettivo pone un’estrema attenzione sulla scelta e l’uso dei materiali. Il materiale è ordinario, massificato, eppure, nell’immensa scelta, i preferiti da BB5000 non sono mai banali. Glitter, plastica, vetro, stickers non ambiscono a diventare veicolo di celebrazione del sociale, ma sono documento del tempo che li ha prodotti. Esistono di per sé, non perché significano qualcosa. Il materiale, per BB5000, non va mai tradito, ma sempre amato, nella sua intrinseca capacità di saper raccontare se stesso, così come l’arte, oltre la denuncia, torna ad essere denuncia come puro atto di riflessione e consapevolezza.
BB si propone come una possibile abbreviazione di Bora Bora, isola del pacifico, simbolo di lusso, evasione e oblio, oppure Brigitte Bardot, mito di spregiudicatezza e libertà. Sono proprio questi i temi del collettivo BB5000: azzardo, tensione, contaminazione cyber e mediatica, mitologia del collettivo.
BB5000 significa innanzitutto guardare gli aspetti più “accelerrati” del tardo capitalismo occidentale.
L’estetica diventa un rinnovamento pop che non è più trionfo del capitalismo, ma sua macerazione interna. La realtà è percepita dall’occhio umano attraverso il punto di vista del cybernauta, non è più come personaggio di un cult fantascientifico, ma uomo quotidiano, sempre più dipendente dalle interazioni online, vittima e carnefice di un ego modellato sui sistemi di comunicazione di massa.
Non si può parlare di denuncia, nella ricerca estetica di BB5000, probabilmente la loro non è più la generazione delle denunce, ma sicuramente di ferma consapevolezza della crisi che attraversa le nostre società. L’immagine pop, di massa, un’estetica da copertina tra ironia e malinconia, non celebra alcuna nuova primavera sociale, politica o ideologica, ma è oblio, evasione. La spensieratezza non è “ludus”, ma fuga.
Se questi sono i punti salienti, concettualmente parlando, della ricerca di BB5000, formalmente il collettivo pone un’estrema attenzione sulla scelta e l’uso dei materiali. Il materiale è ordinario, massificato, eppure, nell’immensa scelta, i preferiti da BB5000 non sono mai banali. Glitter, plastica, vetro, stickers non ambiscono a diventare veicolo di celebrazione del sociale, ma sono documento del tempo che li ha prodotti. Esistono di per sé, non perché significano qualcosa. Il materiale, per BB5000, non va mai tradito, ma sempre amato, nella sua intrinseca capacità di saper raccontare se stesso, così come l’arte, oltre la denuncia, torna ad essere denuncia come puro atto di riflessione e consapevolezza.
09
dicembre 2015
BB5000 – Hyperrruin
Dal 09 dicembre 2015 al 06 febbraio 2016
arte contemporanea
Location
DAVIDE GALLO
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15,30 - 19. Sabato su appuntamento
Vernissage
9 Dicembre 2015, ore 18-20,30
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