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Bé
Un esperimento espositivo frutto dell’interazione tra due figure chiave del sistema dell’arte contemporanea che ha permesso di costruire insieme un percorso espositivo coerente.
Comunicato stampa
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Il 18 giugno 2010 alle 17.30 presso il Magazzino del Sale 3 dell’Accademia di Belle Arti di Venezia inaugurerà Bé: esperimento espositivo frutto della collaborazione tra il Dipartimento delle Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti e l’offerta formativa di Xac – Centro Sperimentale per le Arti e la Comunicazione, scuola di nuova generazione ideata per dare continuità alle attività didattiche della Galleria A+A.
Bé - simbolo della scala di Baumé, che nel misurare la densità di una soluzione acquosa ne determina la percentuale di sale – è stato un campo di prova che ha condotto i giovani curatori a “misurare” il talento dei futuri artisti, studenti dell’accademia.
Un esperimento espositivo frutto dell’interazione tra due figure chiave del sistema dell’arte contemporanea che ha permesso di costruire insieme un percorso espositivo coerente.
In mostra opere pittoriche, scultoree, video e grafiche a testimonianza della pluralità di indagini dei percorsi formativi di questa Istituzione. Ricerche sul medium, eterogenee, che tendono a dare risalto sia alla costruzione del soggetto che al suo sfaldamento. Le tematiche e i materiali che le compongono inducono lo spettatore ad addentrarsi SOTTO LA PELLE dell’opera stessa, e seguire le tracce, i frammenti, gli echi e i timori si cui questi lavori sono l’espressione concreta.
Un’indagine microscopica che Valentina Corradi applica alle sue tele, impregnate di un’iconografia che va al di là della materia e che rinuncia a qualsiasi funzione documentaria. Lavori che riempiono il nostro sguardo della bellezza dell’epifania delle forme, che si lasciano difficilmente afferrare intellettualmente, sfuggendo alla piena comprensione del segno come nel caso dell’installazione di Nereo Marulli, una maglia intrecciata con un filo invisibile, un fantasma percepibile grazie a semplici giochi di luce che risaltano una rete capillare di umori, sensazioni e memorie personali.
I lavori di Alessandra Biondi sono invece un’indagine sul dolore, sulle contratture e sui blocchi che attivano le emozioni e il ricordo delle parti inconsce che trascendono il nostro Io. Una vivisezione di stati d’animo che ritroviamo anche nelle sculture di Alessandra Varolo che, per mezzo di un gioco di mimiche, un ripetersi di emozioni facciali, descrive varie fasi della vita di una persona. Stadi mentali che riflettono il proprio essere in ogni attimo che noi percepiamo una determinata sensazione. Scomposizioni e riassemblamenti palesati, poi, dagli eclettici collage di Francesca Rossi.
Indagini su sensazioni e comportamenti umani portati poi all’estremo nei video di Robert Franke che ci pongono di fronte alle patologie che caratterizzano le ossessioni umane.
Una pluralità degli usi, delle definizioni e delle interpretazioni suggeriti da un’indagine su interiorità, autopercezione e consapevolezza di sé rafforzate da una serie di lavori che si interrogano sul quadro dei comportamenti in senso etico e sociale.
E’ il caso dei lavori di scomposizione testuale attuati da Sara Bertossi ed Evita Pizzale - che scompongono e rielaborano tracce de “Il vuoto di potere in Italia” di Pasolini al fine di proporre un’indagine archeologica della nostra cultura – e di Manuela Toselli che rielabora i verbali di eventi di cronaca nera - che hanno tristemente accompagnato gli input massmediatici italiani degli ultimi anni - in un eclettico linguaggio che da una nuova voce a vittime e carnefici. Scomposizione messa ulteriormente in luce dai giochi di “glitch art” di Simon Perathoner che nel perseguire una ricerca sull’estetica dell’errore e del non ordinario, crea una serie di cortocircuiti fotografici tesi a svelare l’artificiosità della fotografia, svestendo soggetti e mezzo del loro consueto significato.
La memoria le tracce e le tradizioni familiari sono poi raccontate dalle immagini dai lineamenti ambigui, misteriosi ed esteticamente affascinanti protagoniste dei lavori grafici di Andrea Giorgi, Riccardo Giacomini e Giulio Federico.
Una lettura della propria storia ed origini è infine presente nella dimensione espressiva fatta di frammenti alterati da tratti e colori protagonisti delle tele di Chiara Sorgato, Valerio Nicolai Nebojša Despotović, lavori in cui un impianto scenografico improbabile proietta la fruizione su piani percettivi differenti.
Bé - simbolo della scala di Baumé, che nel misurare la densità di una soluzione acquosa ne determina la percentuale di sale – è stato un campo di prova che ha condotto i giovani curatori a “misurare” il talento dei futuri artisti, studenti dell’accademia.
Un esperimento espositivo frutto dell’interazione tra due figure chiave del sistema dell’arte contemporanea che ha permesso di costruire insieme un percorso espositivo coerente.
In mostra opere pittoriche, scultoree, video e grafiche a testimonianza della pluralità di indagini dei percorsi formativi di questa Istituzione. Ricerche sul medium, eterogenee, che tendono a dare risalto sia alla costruzione del soggetto che al suo sfaldamento. Le tematiche e i materiali che le compongono inducono lo spettatore ad addentrarsi SOTTO LA PELLE dell’opera stessa, e seguire le tracce, i frammenti, gli echi e i timori si cui questi lavori sono l’espressione concreta.
Un’indagine microscopica che Valentina Corradi applica alle sue tele, impregnate di un’iconografia che va al di là della materia e che rinuncia a qualsiasi funzione documentaria. Lavori che riempiono il nostro sguardo della bellezza dell’epifania delle forme, che si lasciano difficilmente afferrare intellettualmente, sfuggendo alla piena comprensione del segno come nel caso dell’installazione di Nereo Marulli, una maglia intrecciata con un filo invisibile, un fantasma percepibile grazie a semplici giochi di luce che risaltano una rete capillare di umori, sensazioni e memorie personali.
I lavori di Alessandra Biondi sono invece un’indagine sul dolore, sulle contratture e sui blocchi che attivano le emozioni e il ricordo delle parti inconsce che trascendono il nostro Io. Una vivisezione di stati d’animo che ritroviamo anche nelle sculture di Alessandra Varolo che, per mezzo di un gioco di mimiche, un ripetersi di emozioni facciali, descrive varie fasi della vita di una persona. Stadi mentali che riflettono il proprio essere in ogni attimo che noi percepiamo una determinata sensazione. Scomposizioni e riassemblamenti palesati, poi, dagli eclettici collage di Francesca Rossi.
Indagini su sensazioni e comportamenti umani portati poi all’estremo nei video di Robert Franke che ci pongono di fronte alle patologie che caratterizzano le ossessioni umane.
Una pluralità degli usi, delle definizioni e delle interpretazioni suggeriti da un’indagine su interiorità, autopercezione e consapevolezza di sé rafforzate da una serie di lavori che si interrogano sul quadro dei comportamenti in senso etico e sociale.
E’ il caso dei lavori di scomposizione testuale attuati da Sara Bertossi ed Evita Pizzale - che scompongono e rielaborano tracce de “Il vuoto di potere in Italia” di Pasolini al fine di proporre un’indagine archeologica della nostra cultura – e di Manuela Toselli che rielabora i verbali di eventi di cronaca nera - che hanno tristemente accompagnato gli input massmediatici italiani degli ultimi anni - in un eclettico linguaggio che da una nuova voce a vittime e carnefici. Scomposizione messa ulteriormente in luce dai giochi di “glitch art” di Simon Perathoner che nel perseguire una ricerca sull’estetica dell’errore e del non ordinario, crea una serie di cortocircuiti fotografici tesi a svelare l’artificiosità della fotografia, svestendo soggetti e mezzo del loro consueto significato.
La memoria le tracce e le tradizioni familiari sono poi raccontate dalle immagini dai lineamenti ambigui, misteriosi ed esteticamente affascinanti protagoniste dei lavori grafici di Andrea Giorgi, Riccardo Giacomini e Giulio Federico.
Una lettura della propria storia ed origini è infine presente nella dimensione espressiva fatta di frammenti alterati da tratti e colori protagonisti delle tele di Chiara Sorgato, Valerio Nicolai Nebojša Despotović, lavori in cui un impianto scenografico improbabile proietta la fruizione su piani percettivi differenti.
18
giugno 2010
Bé
Dal 18 giugno al 02 luglio 2010
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Venezia, Dorsoduro, 423, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 423, (Venezia)
Orario di apertura
ore 10.00-17.00, chiuso domenica e lunedì
Vernissage
18 Giugno 2010, alle 17.30 presso il Magazzino del Sale 3 dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
Autore
Curatore