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Beatrice Bruni – Play to dream. Capitolo uno
Questo progetto, su cui sto riflettendo da un po’, è il primo passo di un lungo lavoro di editing delle mie fotografie americane che auspico mi porti nel tempo a costruire un lavoro ampio e consapevole, ritornando, fotografando, studiando e scegliendo. Bisogna giocare per sognare.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 14 gennaio alle ore 17.00, presso Lo Spazio di via dell'ospizio, verrà inaugurata la mostra fotografica Play to dream. Capitolo uno di Beatrice Bruni.
“L'America non è né un sogno, né una realtà, è una iperrealtà. Ed è una iperrealtà perché è una utopia vissuta fin dall'inizio come realizzata. Qui, tutto è reale, pragmatico, e tutto lascia perplessi.” Questo scriveva Jean Baudrillard in una delle sue più riuscite e famose definizioni.
L’America è quel luogo. Dal 2009 ho visitato alcune volte gli Stati Uniti. Da fotografa professionista, il mio occhio non è più ormai strettamente quello della turista. Oltre a ciò, fin dalla prima volta a New York, un altro fatto, piuttosto inconsueto, è intervenuto a dare un segno ed un senso alle mie immagini. Saranno state le letture di una vita, saranno stati i film che ho amato e la musica che ho ascoltato, l’America era sempre lì, a contribuire alla formazione dei miei pensieri, delle mie idee, con tutto il bene e tutto il male possibile. E la fotografia americana, fonte di ispirazione, di inesauribile bellezza, di profonda riflessione. E’ dunque accaduto, in quel primo viaggio americano, che mi sono sentita a casa, come se fossi sempre vissuta lì, ho provato una inebriante sensazione magica di contiguità e attrazione. Ho scorto strade che avevo già visto, pur non avendole mai realmente viste, ho ascoltato suoni e sentito odori familiari, ho incontrato sconosciuti vaganti che conoscevo. Tutto era piuttosto assurdo e artificiale e comunemente ridondante, ma per me molto rassicurante. Ho ben presto inteso che era nata una lunga storia d’amore. Penso spesso a dove vanno a dormire le anatre d’inverno a Central Park quando il lago è ghiacciato, penso ai poeti e ai dattilografi, penso all’irreale, all’inesauribile vivacità di un’illusione, alla follia, all’assurdo, al vecchio e a quel suo oceano, ai balenanti riflessi, alla verticalità dei grattacieli, con i loro tagli definitivi di luci e ombre, a New York, che è tutti i luoghi e nessuno al tempo stesso. Questo progetto, su cui sto riflettendo da un po’, è il primo passo di un lungo lavoro di editing delle mie fotografie americane che auspico mi porti nel tempo a costruire un lavoro ampio e consapevole, ritornando, fotografando, studiando e scegliendo. Bisogna giocare per sognare. “Vagando senza meta, tutti i luoghi diventavano uguali e non contava più dove ci si trovava. Nelle camminate più riuscite riusciva a non sentirsi in nessun luogo. E alla fine era solo questo che chiedeva alle cose: di non essere in nessun luogo. New York era il nessun luogo che si era costruito attorno, ed era sicuro di non volerlo lasciare mai più.” (Città di vetro, Trilogia di New York, Paul Auster).
Beatrice Bruni è fotografa professionista e docente. Si è diplomata in Fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze nel 2013, dove insegna Fotografia Creativa con Dispositivi Mobili per il secondo anno del Corso Triennale. Ha frequentato workshop con importanti fotografi internazionali. Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia e all’estero, tra le quali “Terreferme Emilia 2012. Il patrimonio culturale dopo il sisma”, La Triennale di Milano, 2014; “White Cube 33”, Galleria 33, Arezzo, 2015; “#carodiario”, Palazzo Rossi Cassigoli, Contemporary
Arts Weekend, Palazzi d’Arte, Pistoia, 2017. Tiene corsi di fotografia di base e avanzati, corsi di camera oscura e di linguaggio visivo, per privati, associazioni, cooperative sociali e scuole (anche per stranieri). Lavora dal 2013 come assistente per e-Pitti. Gestisce il blog di Fondazione Studio Marangoni e la pagina Facebook di m-mag, magazine on line dedicato alla fotografia
contemporanea. E’ tra i soci fondatori di Fragment, associazione fotografica attiva sul territorio pistoiese. Collabora con Photolux Festival Lucca. Si occupa principalmente di mobile photography, di toy cameras e fotografia istantanea. Persegue una ricerca fotografica personale, che si esplica attualmente in progetti a lungo termine. Oltre a svolgere la sua personale ricerca fotografica, collabora con enti pubblici e privati nell’organizzazione di esposizioni ed attività culturali.
“L'America non è né un sogno, né una realtà, è una iperrealtà. Ed è una iperrealtà perché è una utopia vissuta fin dall'inizio come realizzata. Qui, tutto è reale, pragmatico, e tutto lascia perplessi.” Questo scriveva Jean Baudrillard in una delle sue più riuscite e famose definizioni.
L’America è quel luogo. Dal 2009 ho visitato alcune volte gli Stati Uniti. Da fotografa professionista, il mio occhio non è più ormai strettamente quello della turista. Oltre a ciò, fin dalla prima volta a New York, un altro fatto, piuttosto inconsueto, è intervenuto a dare un segno ed un senso alle mie immagini. Saranno state le letture di una vita, saranno stati i film che ho amato e la musica che ho ascoltato, l’America era sempre lì, a contribuire alla formazione dei miei pensieri, delle mie idee, con tutto il bene e tutto il male possibile. E la fotografia americana, fonte di ispirazione, di inesauribile bellezza, di profonda riflessione. E’ dunque accaduto, in quel primo viaggio americano, che mi sono sentita a casa, come se fossi sempre vissuta lì, ho provato una inebriante sensazione magica di contiguità e attrazione. Ho scorto strade che avevo già visto, pur non avendole mai realmente viste, ho ascoltato suoni e sentito odori familiari, ho incontrato sconosciuti vaganti che conoscevo. Tutto era piuttosto assurdo e artificiale e comunemente ridondante, ma per me molto rassicurante. Ho ben presto inteso che era nata una lunga storia d’amore. Penso spesso a dove vanno a dormire le anatre d’inverno a Central Park quando il lago è ghiacciato, penso ai poeti e ai dattilografi, penso all’irreale, all’inesauribile vivacità di un’illusione, alla follia, all’assurdo, al vecchio e a quel suo oceano, ai balenanti riflessi, alla verticalità dei grattacieli, con i loro tagli definitivi di luci e ombre, a New York, che è tutti i luoghi e nessuno al tempo stesso. Questo progetto, su cui sto riflettendo da un po’, è il primo passo di un lungo lavoro di editing delle mie fotografie americane che auspico mi porti nel tempo a costruire un lavoro ampio e consapevole, ritornando, fotografando, studiando e scegliendo. Bisogna giocare per sognare. “Vagando senza meta, tutti i luoghi diventavano uguali e non contava più dove ci si trovava. Nelle camminate più riuscite riusciva a non sentirsi in nessun luogo. E alla fine era solo questo che chiedeva alle cose: di non essere in nessun luogo. New York era il nessun luogo che si era costruito attorno, ed era sicuro di non volerlo lasciare mai più.” (Città di vetro, Trilogia di New York, Paul Auster).
Beatrice Bruni è fotografa professionista e docente. Si è diplomata in Fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze nel 2013, dove insegna Fotografia Creativa con Dispositivi Mobili per il secondo anno del Corso Triennale. Ha frequentato workshop con importanti fotografi internazionali. Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia e all’estero, tra le quali “Terreferme Emilia 2012. Il patrimonio culturale dopo il sisma”, La Triennale di Milano, 2014; “White Cube 33”, Galleria 33, Arezzo, 2015; “#carodiario”, Palazzo Rossi Cassigoli, Contemporary
Arts Weekend, Palazzi d’Arte, Pistoia, 2017. Tiene corsi di fotografia di base e avanzati, corsi di camera oscura e di linguaggio visivo, per privati, associazioni, cooperative sociali e scuole (anche per stranieri). Lavora dal 2013 come assistente per e-Pitti. Gestisce il blog di Fondazione Studio Marangoni e la pagina Facebook di m-mag, magazine on line dedicato alla fotografia
contemporanea. E’ tra i soci fondatori di Fragment, associazione fotografica attiva sul territorio pistoiese. Collabora con Photolux Festival Lucca. Si occupa principalmente di mobile photography, di toy cameras e fotografia istantanea. Persegue una ricerca fotografica personale, che si esplica attualmente in progetti a lungo termine. Oltre a svolgere la sua personale ricerca fotografica, collabora con enti pubblici e privati nell’organizzazione di esposizioni ed attività culturali.
14
gennaio 2018
Beatrice Bruni – Play to dream. Capitolo uno
Dal 14 gennaio al 10 febbraio 2018
fotografia
Location
LO SPAZIO DI VIA DELL’OSPIZIO
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Pistoia, Via Dell'ospizio, 26, (Pistoia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 9.30-13 e 16-20
chiuso il lunedì mattina
Vernissage
14 Gennaio 2018, ore 17.00
Autore