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Beatrice Fineschi
Si tratta della prima Artista pratese ad essere ospitata nei locali della Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato
Comunicato stampa
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Beatrice Fineschi, figlia di Antonio e di Ada Tirinnanzi, è la protagonista della prossima mostra organizzata da CONFARTE (Commissione Culturale di Confartigianato Imprese Prato).
Si tratta della prima Artista pratese ad essere ospitata nei locali della Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato. I suoi studi sono iniziati nella nostra città proseguendo successivamente a Los Angeles, dove ha frequentato un corso di grafica pubblicitaria. La sua prima personale risale al 1983, presso la Galleria Nazionale di Lucca, alla quale ne sono seguite molte altre in Italia e all’estero. Ha creato lo stendardo per il Palio dell’Assunta di Camaiore e gli “studi” in marmo per il monumento “11 settembre 2001” collocato a Marina di Pietrasanta. E’ possibile trovare le sue opere in numerose collezioni private (Hillary Clinton, Altero Matteoli, Candido Cannavò…etc.). Presiede la “Fondazione Antonio Fineschi, Onlus” di Prato.
Dice di lei il critico Franco Campoli:
”Quello che immediatamente colpisce nelle opere di Beatrice Fineschi è il suo approccio alle arti visive in assoluta controtendenza rispetto al linguaggio predominante dell'arte e degli artisti contemporanei. Infatti, in questi artisti, la ricerca del concettuale, del messaggio e della "comunicazione significativa" trascura sovente di porre attenzione e valorizzare quegli aspetti visivi che, nonostante tutto, continuano a costituire l'oggetto ed il requisito essenziale dell'opera pittorica. Nella Fineschi la pittura (legata proprio a quella visibilità e compiutezza nel senso in cui la intendeva anche il critico e storico dell'arte Roberto Longhi) è sempre il punto di partenza ed il punto di arrivo del suo lavoro: non diviene mai un mezzo, subalterno ed impoverito, per dire e comunicare con altri mezzi che non siano quelli propri della pittura.
Immagino che il silenzio e la solitudine (che permettono di dialogare sinceramente e senza interferenze con noi stessi) e magari la notte (in grado di recuperare quella dimensione fondativa del sogno spesso opacizzata ed evanescente durante il giorno) accompagnino l’attività creativa di Beatrice Fineschi.
Penso che queste siano le condizioni che permettono di dare visibilità e "voce pittorica" a quell’artificio artistico che consente alla realtà di divenire sogno ed al sogno di divenire realtà.
Qui, nei lavori dell'artista pratese, il segno ed il colore dialogano e si intrecciano per affermare, precisare, svelare, nascondere, alludere e anche negare per andare oltre cercando sempre nuove prospettive e verità interiori in grado di suscitare emozione. I "Fiori" sono anche e soprattutto autoritratti attraverso i quali dare colore e visibilità al proprio mondo interiore. In questi lavori vi è il piacere della composizione e dello scorcio reso in maniera veloce ed elegante, il gusto per il dettaglio palpabile e vellutato delle nature floreali…tutto questo viene reso iconograficamente con caldo tonalismo, sensualità, gestualità ampia e veloce del segno grafico dal tratto onirico e narrativo.”
E aggiunge il critico Lodovico Gierut:
“Sia le grandi tele d’oggi, sia quelle di ridotte dimensioni non meno rilevanti nel contenuto, ci donano un turbinio di colori tra i quali l’attenta ‘lettura’ conduce l’osservatore ad ammirare da un lato l’equilibrio grafico del soggetto scelto che essa, di solito, mette in essere in una maniera che potremmo definire “tra istinto e riflessione”.
Le linee, i segni, i profili in alcuni casi sono appena accennati, in altri la tela è vista come una vera e propria azione di conquista, con i pastelli che non la sfiorano, ma l’attaccano.
Il “possesso” e la consapevolezza di ciò che vuol dipingere, completa poi l’opera d’arte, e così, riprendendo il filo su molti dei quadri visti nei suoi studi a Prato ed in Versilia, sono i “Grandi fiori”, “Le siepi”, come le “Foreste del Nord” ... a dar consistenza ad una fase tra le più interessanti.
Il blu, in ogni caso, ha uno spazio considerevole nelle composizioni.
Il blu della serenità, della calma, della soddisfazione, si congiunge – soprattutto nella forma floreale – al bianco della purezza, mentre altre cromie tipo il viola (che del resto è l’unione proprio tra il blu ed il rosso), completa quei magici contenuti dell’uno e dell’altro supporto telaceo, su cui in qualche caso troviamo l’accentuazione del suo “spirito felice” tramite l’apposizione di sottilissime lamine a foglia d’oro. Spruzzi di sole accanto ai quali, come nel sentiero della fantasia, sbocciano le rose rosse della vitalità, attorniate dai verdi decisi e resistenti.”
Si tratta della prima Artista pratese ad essere ospitata nei locali della Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato. I suoi studi sono iniziati nella nostra città proseguendo successivamente a Los Angeles, dove ha frequentato un corso di grafica pubblicitaria. La sua prima personale risale al 1983, presso la Galleria Nazionale di Lucca, alla quale ne sono seguite molte altre in Italia e all’estero. Ha creato lo stendardo per il Palio dell’Assunta di Camaiore e gli “studi” in marmo per il monumento “11 settembre 2001” collocato a Marina di Pietrasanta. E’ possibile trovare le sue opere in numerose collezioni private (Hillary Clinton, Altero Matteoli, Candido Cannavò…etc.). Presiede la “Fondazione Antonio Fineschi, Onlus” di Prato.
Dice di lei il critico Franco Campoli:
”Quello che immediatamente colpisce nelle opere di Beatrice Fineschi è il suo approccio alle arti visive in assoluta controtendenza rispetto al linguaggio predominante dell'arte e degli artisti contemporanei. Infatti, in questi artisti, la ricerca del concettuale, del messaggio e della "comunicazione significativa" trascura sovente di porre attenzione e valorizzare quegli aspetti visivi che, nonostante tutto, continuano a costituire l'oggetto ed il requisito essenziale dell'opera pittorica. Nella Fineschi la pittura (legata proprio a quella visibilità e compiutezza nel senso in cui la intendeva anche il critico e storico dell'arte Roberto Longhi) è sempre il punto di partenza ed il punto di arrivo del suo lavoro: non diviene mai un mezzo, subalterno ed impoverito, per dire e comunicare con altri mezzi che non siano quelli propri della pittura.
Immagino che il silenzio e la solitudine (che permettono di dialogare sinceramente e senza interferenze con noi stessi) e magari la notte (in grado di recuperare quella dimensione fondativa del sogno spesso opacizzata ed evanescente durante il giorno) accompagnino l’attività creativa di Beatrice Fineschi.
Penso che queste siano le condizioni che permettono di dare visibilità e "voce pittorica" a quell’artificio artistico che consente alla realtà di divenire sogno ed al sogno di divenire realtà.
Qui, nei lavori dell'artista pratese, il segno ed il colore dialogano e si intrecciano per affermare, precisare, svelare, nascondere, alludere e anche negare per andare oltre cercando sempre nuove prospettive e verità interiori in grado di suscitare emozione. I "Fiori" sono anche e soprattutto autoritratti attraverso i quali dare colore e visibilità al proprio mondo interiore. In questi lavori vi è il piacere della composizione e dello scorcio reso in maniera veloce ed elegante, il gusto per il dettaglio palpabile e vellutato delle nature floreali…tutto questo viene reso iconograficamente con caldo tonalismo, sensualità, gestualità ampia e veloce del segno grafico dal tratto onirico e narrativo.”
E aggiunge il critico Lodovico Gierut:
“Sia le grandi tele d’oggi, sia quelle di ridotte dimensioni non meno rilevanti nel contenuto, ci donano un turbinio di colori tra i quali l’attenta ‘lettura’ conduce l’osservatore ad ammirare da un lato l’equilibrio grafico del soggetto scelto che essa, di solito, mette in essere in una maniera che potremmo definire “tra istinto e riflessione”.
Le linee, i segni, i profili in alcuni casi sono appena accennati, in altri la tela è vista come una vera e propria azione di conquista, con i pastelli che non la sfiorano, ma l’attaccano.
Il “possesso” e la consapevolezza di ciò che vuol dipingere, completa poi l’opera d’arte, e così, riprendendo il filo su molti dei quadri visti nei suoi studi a Prato ed in Versilia, sono i “Grandi fiori”, “Le siepi”, come le “Foreste del Nord” ... a dar consistenza ad una fase tra le più interessanti.
Il blu, in ogni caso, ha uno spazio considerevole nelle composizioni.
Il blu della serenità, della calma, della soddisfazione, si congiunge – soprattutto nella forma floreale – al bianco della purezza, mentre altre cromie tipo il viola (che del resto è l’unione proprio tra il blu ed il rosso), completa quei magici contenuti dell’uno e dell’altro supporto telaceo, su cui in qualche caso troviamo l’accentuazione del suo “spirito felice” tramite l’apposizione di sottilissime lamine a foglia d’oro. Spruzzi di sole accanto ai quali, come nel sentiero della fantasia, sbocciano le rose rosse della vitalità, attorniate dai verdi decisi e resistenti.”
26
novembre 2005
Beatrice Fineschi
Dal 26 novembre 2005 al 09 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al giovedì 8.30-13 e 14.30.18, venerdi 8.30-13 (su richiesta apertura nel pomeriggio)
Vernissage
26 Novembre 2005, ore 17.30
Autore