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Beatrice Mastrodonato – Nostos
La mostra esplora i viaggi da cui l’anima torna diversa.
Comunicato stampa
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“Ogni buon artista dipinge ciò che è…" cit. Jackson Pollock
Il tema del viaggio è un archetipo universale. E’ la Metafora per eccellenza della vita, fonte inesauribile di esperienze, anche letterarie, che spaziano nelle varie epoche.
Odisseo incarna l'esempio più conosciuto del prototipo del viaggiatore; di colui che, non solo attraversa un’infinità di pericoli e tentazioni, volendo fondamentalmente tornare a casa; ma è caratterizzato anche dalla sete di conoscenza e da un certo senso di sfida continua che lo anima incessantemente. Il mio Viaggio prende spunto dal suo mito ed inizia con “AMNIOS”, stampa calcografica a tecnica mista, in cui l’essere umano è già di per sé un viaggio, sin da quando si compie nella Cavea o Conca materna, embrionale, fluttuante nel liquido primordiale, sospeso, ma anche pronto a catapultarsi nel Tutto che dovrà avvenire. Prosegue, poi, attraverso un mare in movimento, su esili imbarcazioni, ma resilienti, (“LA CULLA DELL’AMNIOS”, “TEMPESTE”), che incontrano procelle vorticose ed aggroviglianti, nei Blu profondi, dove la Luce finisce, il Rosso scompare ed arriva il Buio che diventa Illuminazione dell’Anima, di un mondo intimo, nudo. Mondo che può essere compreso solo mediante l’esperienza catartica, l’incontro con l’imprevisto, le Sirene omeriche (“SIRENE”), incarnazione accattivante dei sogni, delle tentazioni sul cammino esistenziale. Qui ritornano i Gialli, i Rossi, l’Azzurro impalpabile del mirabile miraggio, dell’inganno dal dolce viso e corpo di sirena; così il viaggio diventa insidia, caduta, allontanamento dalla Realtà. Tuttavia, dopo naufragi e sconfitte, può risorgere, attraverso la lotta per la sopravvivenza. Il Rumore Interiore che salva l’uomo, Odisseo, è l’uso appropriato delle proprie capacità intellettive, la presa di coscienza di volersi riscattare e rimettersi, ogni volta, in viaggio, con l’idea del Nòstos, ossia il Ritorno. E, nell’ultima tela presentata, “ITACA, L’APPRODO FINALE”, c’è il Ritorno agognato alla propria identità. I colori si sfumano in vapori acquei rarefatti, l’isola, però, non è lontana, inarrivabile, ma è lì che attende il prodigo navigante che rimpatria con un’anima diversa. Itaca non è la Fine, è soltanto il punto di partenza, adesso patria rassicurante di ristoro.
La vita riprende e risale in superficie…
Il tema del viaggio è un archetipo universale. E’ la Metafora per eccellenza della vita, fonte inesauribile di esperienze, anche letterarie, che spaziano nelle varie epoche.
Odisseo incarna l'esempio più conosciuto del prototipo del viaggiatore; di colui che, non solo attraversa un’infinità di pericoli e tentazioni, volendo fondamentalmente tornare a casa; ma è caratterizzato anche dalla sete di conoscenza e da un certo senso di sfida continua che lo anima incessantemente. Il mio Viaggio prende spunto dal suo mito ed inizia con “AMNIOS”, stampa calcografica a tecnica mista, in cui l’essere umano è già di per sé un viaggio, sin da quando si compie nella Cavea o Conca materna, embrionale, fluttuante nel liquido primordiale, sospeso, ma anche pronto a catapultarsi nel Tutto che dovrà avvenire. Prosegue, poi, attraverso un mare in movimento, su esili imbarcazioni, ma resilienti, (“LA CULLA DELL’AMNIOS”, “TEMPESTE”), che incontrano procelle vorticose ed aggroviglianti, nei Blu profondi, dove la Luce finisce, il Rosso scompare ed arriva il Buio che diventa Illuminazione dell’Anima, di un mondo intimo, nudo. Mondo che può essere compreso solo mediante l’esperienza catartica, l’incontro con l’imprevisto, le Sirene omeriche (“SIRENE”), incarnazione accattivante dei sogni, delle tentazioni sul cammino esistenziale. Qui ritornano i Gialli, i Rossi, l’Azzurro impalpabile del mirabile miraggio, dell’inganno dal dolce viso e corpo di sirena; così il viaggio diventa insidia, caduta, allontanamento dalla Realtà. Tuttavia, dopo naufragi e sconfitte, può risorgere, attraverso la lotta per la sopravvivenza. Il Rumore Interiore che salva l’uomo, Odisseo, è l’uso appropriato delle proprie capacità intellettive, la presa di coscienza di volersi riscattare e rimettersi, ogni volta, in viaggio, con l’idea del Nòstos, ossia il Ritorno. E, nell’ultima tela presentata, “ITACA, L’APPRODO FINALE”, c’è il Ritorno agognato alla propria identità. I colori si sfumano in vapori acquei rarefatti, l’isola, però, non è lontana, inarrivabile, ma è lì che attende il prodigo navigante che rimpatria con un’anima diversa. Itaca non è la Fine, è soltanto il punto di partenza, adesso patria rassicurante di ristoro.
La vita riprende e risale in superficie…
18
novembre 2016
Beatrice Mastrodonato – Nostos
Dal 18 al 25 novembre 2016
arte contemporanea
Location
MEDINA ROMA
Roma, Via Angelo Poliziano, 32/36, (Roma)
Roma, Via Angelo Poliziano, 32/36, (Roma)
Orario di apertura
Da lun a Sab 10-19
Vernissage
18 Novembre 2016, 18.30
Autore