Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Beatriz Millar – [pUR nUR]
Partendo da una presa di coscienza di se stessa, del suo corpo e delle sue emozioni, la Millar gioca a spostare rapidamente lo sguardo a diversi livelli di “ingrandimento
o allontanamento”, mettendo a fuoco ora la centralità del singolo, ora il suo essere parte di un complesso intreccio in cui ogni decisione e ogni azione provocano dirette conseguenze
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CAMeC
Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia
Beatriz Millar
[pUR nUR]
preview venerdì 1 giugno ore 17.00
inaugurazione venerdì 1 giugno ore 18.00
Beatriz Millar – cenni biografici
Nata nel 1967 a Einsiedeln in Svizzera.
Vive e lavora a Toscolano sul Lago di Garda.
Beatriz Millar si confronta nella sua opera con il tema della dualità tra forma e sostanza, tra verità e
artificiosa realtà del quotidiano. Evidenziando una quotidianità illusoria fatta di allarmanti
superficialità, l’artista denuncia con la sua arte il profondo sbilanciamento del nostro mondo.
L’uomo “sensuale” di quest’ultimo secolo ha concesso al più illusorio dei sensi - la vista- la
conduzione della propria vita. Lo spirito dell’artista si ribella alla società occidentale basata
sull’apparenza. L’utilizzo di effimeri espedienti nella sfida contro il tempo, l’esaltazione del senso
materialistico della vita e il suo consumo vengono analizzati nel suo lavoro evidenziandone,
ironicamente, la precarietà e vanità.
Il fil rouge che, in una disanima accorta e ironica, accompagna le sue opere emerge in “MAKE UP
THE TREE” (2005) dove l’artista osserva e ammira la natura e in essa trova la sua maestra e
ispiratrice. L’albero che seguendo la naturale evoluzione muta e si trasforma di stagione in stagione
mantiene un centro, un’anima interiore viva e autentica, Millar, giullare alla corte dell’arte, gioca e
provoca interpretandolo secondo la sua poetica.
L’ha fatto soprattutto con la scultura - istallazione “CLOWN CLONE AND THE PIANO
TATTOO” (2007). L’installazione, realizzata attraverso la scultura e l’accompagnamento di un
pianoforte, mira a rappresentare un Io fisico clonato – come afferma l’artista – un alter ego che la
rappresenti mentalmente e fisicamente.
L’opera ironizza sulla fuga dalla noia di un’esistenza chiusa su se stessa, spinta dall’eterna ricerca
di una perfezione irraggiungibile che a sua volta diventa foriera di un narcisismo ed di un ego
smisurato. Questa disperata lotta per il raggiungimento della sfera di un sé ideale e della perfezione
può solo condurre alla deformazione ed alla decadenza interiore ed esteriore dell’Io clonato, a meno
che non riesca a ritrovare la salvezza nel risveglio verso un mondo di diversità.
Dal corpo sonoro del pianoforte, tatuato da cicatrici tribali ed arcaiche, escono delle melodie
malinconiche composte e cantate dalla musicista svizzera Helena Stocker che ha saputo, attraverso
la sua sensibilità musicale, trasformare ed interpretare i testi poetici di Beatriz Millar.
In altri lavori, quali “pheNOMENon of mOMENts” (2007), grandi edifici pulsanti sentono l’afflato
del mondo, superfici e pareti concave o convesse percepiscono lo scorrere del tempo con un vissuto
quasi surreale.
È in “KISSES” (2006) che si evidenzia la necessità di abbandonare l’apparenza e usare altri
strumenti per percepire l’umano: un flusso energetico rispecchiato e misurato in un’immagine
termografica. In essa si legge lo scioglimento dell’ego nello spazio, l’individuo integrato in un
ordine superiore, senza limiti né frontiere finalmente in un tutt’uno che scorre e mai si ferma.
“MORNINGDIARIES” (2004) è il diligente e preciso diario fotografico del mattino, che Beatriz
Millar tiene da oltre 15 anni; ancora una volta la natura nei suoi quotidiani e molteplici
cambiamenti ritratta sul lago di Garda. Giorno dopo giorno il minuzioso e preciso diario coglie
l’Anima mundi. Le immagini sono state rielaborate, umanizzate con l’impronta di una bocca e
corredate da un pensiero, come moderne cartoline giganti che l’artista invia all’umanità.
“CRYSTAL VIEW” (2008): l’Occhio come mandala con decorazioni geometriche (RGB:red,
green, blue di Photoshop), incisioni su plexiglass. Nella performance “HAMARTANEIN” (2008),
dal greco “mancare il segno”, vengono presentanti sedici dischi coloratissimi come bersagli da
colpire, dove il pubblico veniva invitato a colpire un centro prescelto.
“BEATRIZIFAL’S TAROT” (2000) sono 22 tavole in legno che raffigurano i 22 Arkana maggiori
dei tarocchi, che Beatriz Millar ha utilizzati nella sua “Tête-à-tête Performance” ad Artfirst 2010 raccontando e “vedendo” storie nel suo “Bianco-Nero-Rosso” Habitat.
2 giugno > 26 agosto 2012
Il Comune della Spezia e l’Istituzione per i Servizi Culturali presentano al
CAMeC [pUR nUR], la prima retrospettiva dell’artista svizzera Beatriz Millar
(Einsiedeln, 1967).
A poco più di un anno di distanza dalla grande personale al Duolun Museum
of Contemporary Art di Shanghai, Beatriz Millar sviluppa un percorso in cui la
sua ultima serie di lavori, dal titolo Salve Regina Souvenir, si confronta con le
opere realizzate a partire dagli anni '90.
Il suo è un lavoro concettuale che prende forma attraverso pittura, scultura,
fotografia, video e performance, in cui l’artista si interroga sia sugli aspetti
mondani del contemporaneo che su quelli più spirituali. Partendo da una
presa di coscienza di se stessa, del suo corpo e delle sue emozioni, la Millar
gioca a spostare rapidamente lo sguardo a diversi livelli di “ingrandimento
o allontanamento”, mettendo a fuoco ora la centralità del singolo, ora il
suo essere parte di un complesso intreccio in cui ogni decisione e ogni
azione provocano dirette conseguenze. Ciascuna opera funziona quindi da
testimonianza e rivelazione del proprio ruolo in un preciso momento, in
relazione ad istanze, terrene e non, apparentemente distanti.
La fitta simbologia che popola i suoi lavori è proprio il punto di contatto fra
questi elementi distanti, valori di una grande equazione che l’artista si diverte
a cercare di risolvere.
[pUR nUR], il titolo della mostra presentata al CAMeC, è un gioco di parole
attorno ai concetti di luce/materia, puro/povero. Esso sintetizza la poetica
dell’artista, in cui le suggestioni simboliche e le sperimentazioni materiche
entrano in dialogo tessendo un poetico filo d'unione fra filosofie, storie e
racconti. In particolare, la mostra è un percorso fra quelle tematiche che nei
trascorsi vent’anni di produzione artistica hanno maggiormente influenzato e
modellato la sua ricerca sul femminile, da sempre punto centrale di interesse
nella sua poetica. La donna di Beatriz è una figura paragonabile a quella della
Grande Madre – divinità primordiale in grado di infondere la vita e di toglierla
– che prende forma nelle madri, nelle prostitute, maghe, gitane e sacerdotesse
delle opere in mostra. Infatti [pUR nUR] dedica un’intera sala al progetto più
recente Salve Regina Souvenir in cui - attraverso una ricerca testuale e
visiva - l’artista effettua un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca delle origini
del concetto occidentale di donna, ritrovandosi inevitabilmente ad affrontare la
propria storia personale e culturale. Nata in una famiglia di panettieri, la Millar
ritrova nel preparare il pane, e nell’offrirlo in dono come alimento, il potere
femminile della creazione, interrogandosi attraverso questo semplice gesto
sui ruoli che le donne hanno perso o acquisito nelle società contemporanee,
mettendo inoltre in discussione il confine fra lavoro intellettuale e manuale, fra
arte e artigianato.
Invece la serie di lavori fotografici dal titolo Dedications è il risultato di un
intenso lavoro di produzione di figure femminili in pane, fotografate prima
e dopo la loro cottura in forno, donate dall’artista alle persone a lei vicine
negli aspetti più semplici del quotidiano, innescando una serie di piccoli riti
che evocano momenti di unione apparentemente effimeri, avvenuti proprio
attraverso l’offerta e la consumazione dell’alimento. I lavori fotografici sono
accompagnati da piccole sculture in pane che sembrano ricordare Veneri
preistoriche o artefatti precolombiani, inseriti in nicchie di plexiglas che
sanciscono la sacralità di questi fittizi oggetti di culto.
Infine il lavoro video Lux, Mater riporta l’osservatore al punto di partenza
della mostra riflettendo in modo poetico e ironico sui processi di creazione e
trasformazione degli elementi.
CREDITS
Beatriz Millar. [pUR nUR]
Mostra prodotta e promossa da
Comune della Spezia
Sindaco, Massimo Federici
Assessore alla Cultura, Diego Del Prato
Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia
Presidente, Cinzia Aloisini
Direttore, Marzia Ratti
in collaborazione con
FaMa Gallery – Verona
Titolo: Beatriz Millar. [pUR nUR]
A cura di: Matteo Pollini
Sede: CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea, Piazza Battisti, 1 – La Spezia
Preview: venerdì 1 giugno ore 17.00
Inaugurazione: venerdì 1 giugno ore 18.00
Durata: 2 giugno – 26 agosto 2012
Catalogo: Silvana Editoriale
Testi critici in catalogo di: Gabriella Belli, Matteo Pollini, Laura Rangoni, Erica
Shiozaki
Conservatori: Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati
INFORMAZIONI e CONTATTI
Orari:
Invernale: da martedì a sabato 10-13 / 16-19
Estivo (dal 21 giugno al 31 agosto): 11-14 / 16-19
Domenica e festivi 11-19
Lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni: tel. + 39 0187 734593 / fax + 39 0187 256773
camec@comune.sp.it
Sito: http://camec.spezianet.it - www.laspeziacultura.it
Ufficio stampa:
Comune della Spezia: Luca Della Torre, Federica Stellini, Luca Bondielli
+39 0187 727328; ufficiostampa@comune.sp.it
Istituzione per i Servizi Culturali: Cinzia Compalati – tel. +39 339 3494536
comunicazione@laspeziacultura.it
Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia
Beatriz Millar
[pUR nUR]
preview venerdì 1 giugno ore 17.00
inaugurazione venerdì 1 giugno ore 18.00
Beatriz Millar – cenni biografici
Nata nel 1967 a Einsiedeln in Svizzera.
Vive e lavora a Toscolano sul Lago di Garda.
Beatriz Millar si confronta nella sua opera con il tema della dualità tra forma e sostanza, tra verità e
artificiosa realtà del quotidiano. Evidenziando una quotidianità illusoria fatta di allarmanti
superficialità, l’artista denuncia con la sua arte il profondo sbilanciamento del nostro mondo.
L’uomo “sensuale” di quest’ultimo secolo ha concesso al più illusorio dei sensi - la vista- la
conduzione della propria vita. Lo spirito dell’artista si ribella alla società occidentale basata
sull’apparenza. L’utilizzo di effimeri espedienti nella sfida contro il tempo, l’esaltazione del senso
materialistico della vita e il suo consumo vengono analizzati nel suo lavoro evidenziandone,
ironicamente, la precarietà e vanità.
Il fil rouge che, in una disanima accorta e ironica, accompagna le sue opere emerge in “MAKE UP
THE TREE” (2005) dove l’artista osserva e ammira la natura e in essa trova la sua maestra e
ispiratrice. L’albero che seguendo la naturale evoluzione muta e si trasforma di stagione in stagione
mantiene un centro, un’anima interiore viva e autentica, Millar, giullare alla corte dell’arte, gioca e
provoca interpretandolo secondo la sua poetica.
L’ha fatto soprattutto con la scultura - istallazione “CLOWN CLONE AND THE PIANO
TATTOO” (2007). L’installazione, realizzata attraverso la scultura e l’accompagnamento di un
pianoforte, mira a rappresentare un Io fisico clonato – come afferma l’artista – un alter ego che la
rappresenti mentalmente e fisicamente.
L’opera ironizza sulla fuga dalla noia di un’esistenza chiusa su se stessa, spinta dall’eterna ricerca
di una perfezione irraggiungibile che a sua volta diventa foriera di un narcisismo ed di un ego
smisurato. Questa disperata lotta per il raggiungimento della sfera di un sé ideale e della perfezione
può solo condurre alla deformazione ed alla decadenza interiore ed esteriore dell’Io clonato, a meno
che non riesca a ritrovare la salvezza nel risveglio verso un mondo di diversità.
Dal corpo sonoro del pianoforte, tatuato da cicatrici tribali ed arcaiche, escono delle melodie
malinconiche composte e cantate dalla musicista svizzera Helena Stocker che ha saputo, attraverso
la sua sensibilità musicale, trasformare ed interpretare i testi poetici di Beatriz Millar.
In altri lavori, quali “pheNOMENon of mOMENts” (2007), grandi edifici pulsanti sentono l’afflato
del mondo, superfici e pareti concave o convesse percepiscono lo scorrere del tempo con un vissuto
quasi surreale.
È in “KISSES” (2006) che si evidenzia la necessità di abbandonare l’apparenza e usare altri
strumenti per percepire l’umano: un flusso energetico rispecchiato e misurato in un’immagine
termografica. In essa si legge lo scioglimento dell’ego nello spazio, l’individuo integrato in un
ordine superiore, senza limiti né frontiere finalmente in un tutt’uno che scorre e mai si ferma.
“MORNINGDIARIES” (2004) è il diligente e preciso diario fotografico del mattino, che Beatriz
Millar tiene da oltre 15 anni; ancora una volta la natura nei suoi quotidiani e molteplici
cambiamenti ritratta sul lago di Garda. Giorno dopo giorno il minuzioso e preciso diario coglie
l’Anima mundi. Le immagini sono state rielaborate, umanizzate con l’impronta di una bocca e
corredate da un pensiero, come moderne cartoline giganti che l’artista invia all’umanità.
“CRYSTAL VIEW” (2008): l’Occhio come mandala con decorazioni geometriche (RGB:red,
green, blue di Photoshop), incisioni su plexiglass. Nella performance “HAMARTANEIN” (2008),
dal greco “mancare il segno”, vengono presentanti sedici dischi coloratissimi come bersagli da
colpire, dove il pubblico veniva invitato a colpire un centro prescelto.
“BEATRIZIFAL’S TAROT” (2000) sono 22 tavole in legno che raffigurano i 22 Arkana maggiori
dei tarocchi, che Beatriz Millar ha utilizzati nella sua “Tête-à-tête Performance” ad Artfirst 2010 raccontando e “vedendo” storie nel suo “Bianco-Nero-Rosso” Habitat.
2 giugno > 26 agosto 2012
Il Comune della Spezia e l’Istituzione per i Servizi Culturali presentano al
CAMeC [pUR nUR], la prima retrospettiva dell’artista svizzera Beatriz Millar
(Einsiedeln, 1967).
A poco più di un anno di distanza dalla grande personale al Duolun Museum
of Contemporary Art di Shanghai, Beatriz Millar sviluppa un percorso in cui la
sua ultima serie di lavori, dal titolo Salve Regina Souvenir, si confronta con le
opere realizzate a partire dagli anni '90.
Il suo è un lavoro concettuale che prende forma attraverso pittura, scultura,
fotografia, video e performance, in cui l’artista si interroga sia sugli aspetti
mondani del contemporaneo che su quelli più spirituali. Partendo da una
presa di coscienza di se stessa, del suo corpo e delle sue emozioni, la Millar
gioca a spostare rapidamente lo sguardo a diversi livelli di “ingrandimento
o allontanamento”, mettendo a fuoco ora la centralità del singolo, ora il
suo essere parte di un complesso intreccio in cui ogni decisione e ogni
azione provocano dirette conseguenze. Ciascuna opera funziona quindi da
testimonianza e rivelazione del proprio ruolo in un preciso momento, in
relazione ad istanze, terrene e non, apparentemente distanti.
La fitta simbologia che popola i suoi lavori è proprio il punto di contatto fra
questi elementi distanti, valori di una grande equazione che l’artista si diverte
a cercare di risolvere.
[pUR nUR], il titolo della mostra presentata al CAMeC, è un gioco di parole
attorno ai concetti di luce/materia, puro/povero. Esso sintetizza la poetica
dell’artista, in cui le suggestioni simboliche e le sperimentazioni materiche
entrano in dialogo tessendo un poetico filo d'unione fra filosofie, storie e
racconti. In particolare, la mostra è un percorso fra quelle tematiche che nei
trascorsi vent’anni di produzione artistica hanno maggiormente influenzato e
modellato la sua ricerca sul femminile, da sempre punto centrale di interesse
nella sua poetica. La donna di Beatriz è una figura paragonabile a quella della
Grande Madre – divinità primordiale in grado di infondere la vita e di toglierla
– che prende forma nelle madri, nelle prostitute, maghe, gitane e sacerdotesse
delle opere in mostra. Infatti [pUR nUR] dedica un’intera sala al progetto più
recente Salve Regina Souvenir in cui - attraverso una ricerca testuale e
visiva - l’artista effettua un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca delle origini
del concetto occidentale di donna, ritrovandosi inevitabilmente ad affrontare la
propria storia personale e culturale. Nata in una famiglia di panettieri, la Millar
ritrova nel preparare il pane, e nell’offrirlo in dono come alimento, il potere
femminile della creazione, interrogandosi attraverso questo semplice gesto
sui ruoli che le donne hanno perso o acquisito nelle società contemporanee,
mettendo inoltre in discussione il confine fra lavoro intellettuale e manuale, fra
arte e artigianato.
Invece la serie di lavori fotografici dal titolo Dedications è il risultato di un
intenso lavoro di produzione di figure femminili in pane, fotografate prima
e dopo la loro cottura in forno, donate dall’artista alle persone a lei vicine
negli aspetti più semplici del quotidiano, innescando una serie di piccoli riti
che evocano momenti di unione apparentemente effimeri, avvenuti proprio
attraverso l’offerta e la consumazione dell’alimento. I lavori fotografici sono
accompagnati da piccole sculture in pane che sembrano ricordare Veneri
preistoriche o artefatti precolombiani, inseriti in nicchie di plexiglas che
sanciscono la sacralità di questi fittizi oggetti di culto.
Infine il lavoro video Lux, Mater riporta l’osservatore al punto di partenza
della mostra riflettendo in modo poetico e ironico sui processi di creazione e
trasformazione degli elementi.
CREDITS
Beatriz Millar. [pUR nUR]
Mostra prodotta e promossa da
Comune della Spezia
Sindaco, Massimo Federici
Assessore alla Cultura, Diego Del Prato
Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia
Presidente, Cinzia Aloisini
Direttore, Marzia Ratti
in collaborazione con
FaMa Gallery – Verona
Titolo: Beatriz Millar. [pUR nUR]
A cura di: Matteo Pollini
Sede: CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea, Piazza Battisti, 1 – La Spezia
Preview: venerdì 1 giugno ore 17.00
Inaugurazione: venerdì 1 giugno ore 18.00
Durata: 2 giugno – 26 agosto 2012
Catalogo: Silvana Editoriale
Testi critici in catalogo di: Gabriella Belli, Matteo Pollini, Laura Rangoni, Erica
Shiozaki
Conservatori: Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati
INFORMAZIONI e CONTATTI
Orari:
Invernale: da martedì a sabato 10-13 / 16-19
Estivo (dal 21 giugno al 31 agosto): 11-14 / 16-19
Domenica e festivi 11-19
Lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni: tel. + 39 0187 734593 / fax + 39 0187 256773
camec@comune.sp.it
Sito: http://camec.spezianet.it - www.laspeziacultura.it
Ufficio stampa:
Comune della Spezia: Luca Della Torre, Federica Stellini, Luca Bondielli
+39 0187 727328; ufficiostampa@comune.sp.it
Istituzione per i Servizi Culturali: Cinzia Compalati – tel. +39 339 3494536
comunicazione@laspeziacultura.it
01
giugno 2012
Beatriz Millar – [pUR nUR]
Dal primo giugno al 26 agosto 2012
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CAMEC – CENTRO ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
La Spezia, Piazza Cesare Battisti, 1, (La Spezia)
La Spezia, Piazza Cesare Battisti, 1, (La Spezia)
Orario di apertura
Invernale: da martedì a sabato 10-13 / 16-19. Estivo (dal 21 giugno al 31 agosto): 11-14 / 16-19. Domenica e festivi 11-19. Lunedì chiuso
Vernissage
1 Giugno 2012, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore