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Beirut Nocturne
Presentazione del libro con l’autore Giulio Rimondi e con Claudio Marra
Proiezione dei video d’artista e performance sonora
Comunicato stampa
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Parlare, raccontare Beirut non è semplice senza cadere in luoghi comuni. Quello che mi piace delle foto di Giulio è sicuramente quella statica vitalità che ne traspare
Renato Miracco, critico
Una Beirut notturna, senza puttane, senza neon rutilanti, senza festa, neanche finta, neanche recitata, abitata da uomini e donne soli. Il nero che dilaga diventa piuttosto un silenzio
Ferdinando Scianna, fotografo
Venerdì 17 dicembre 2010, a partire dalle ore 19.30, presso la sede del centro di fotografia Spazio Labo’, via Frassinago 43/2c a Bologna, si svolgerà la presentazione del libro Beirut Nocturne (Ed. Charta, 2010), esordio editoriale del giovane fotografo bolognese Giulio Rimondi, vincitore di Iceberg 2009 - il premio dedicato ai giovani artisti promosso dall’Area Cultura del Comune di Bologna -, che sarà presente all’incontro insieme a Claudio Marra, docente di storia della fotografia. In quest’occasione, accanto ad una performance sonora in bilico fra tradizione classica araba e registrazioni noise della notte libanese (Mirco Mungari e Faysal Bibi), verranno proiettati video d’artista realizzati da Giulio Rimondi in collaborazione con Memoria Films di Beirut. L’evento è gratuito ed aperto al pubblico. Promosso in collaborazione con l'Area Cultura del Comune di Bologna e con il patrocinio gratuito del Quartiere Saragozza.
Beirut Nocturne è un notturno libanese, una Beirut al nero in 43 scatti.
Nella stazione deserta, alle 4 del mattino, una famiglia aspetta un bus per la Turchia. Un guardiano notturno accende un’altra sigaretta. Una mendicante araba siede davanti alla moschea. Le immagini di Beirut Nocturne sono immerse in un nero dilagante, accompagnate solamente dai versi dell'anziano poeta libanese Christian Ghazi, che con i suoi testi ha incorniciato il lavoro del fotografo.
Atmosfere intime, solitudini e il ricordo tormentoso della guerra, nessuna traccia della Beirut famosa del divertimento, della ricchezza e del sesso, ma una città notturna e silenziosa in cui emergono, illuminate per un attimo, persone e scene di vita marginali.
Il libro, realizzato tra l’autunno 2009 e la primavera 2010, nasce dalla collaborazione e dall’amicizia tra il giovane reporter e l’anziano poeta libanese, che con quest’opera hanno cercato di instaurare un legame unico tra immagine e testo, creando una nuova forma di “didascalia poetica” in cui i versi si mescolano alla grana densa delle fotografie, tutte realizzate in bianco e nero, scandendo i temi e le sezioni del libro.
Il progetto Beirut Nocturne, con introduzione a cura di Renato Miracco e presentazione di Ferdinando Scianna, è pubblicato in volume da Charta e sara’ distribuito internazionalmente a partire da gennaio 2011.
Gli scatti che compongono il libro Beirut Nocturne daranno inoltre vita ad una serie di mostre in gallerie d’arte e spazi pubblici tra Milano, Parigi, New York, Washington e Beirut.
La prima esposizione, prevista per marzo 2011 presso la Gallerie Lucie Weill & Seligmann di Parigi, mentre l’ultima prevista per settembre 2011 negli spazi della celebre Leica Gallery di Broadway a New York. Nel progetto è coinvolto anche l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut che curera’ la presentazione del libro nella capitale libanese, mentre la mostra è prevista per luglio 2011 presso il rinomato Espace Kettaneh Kunigk di Beirut, in collaborazione con Galerie Tanit di Monaco di Baviera.
Giulio Rimondi, nato a Bologna nel 1984, segue studi classici fino alla Laurea in lettere. Da quel momento si dedica al viaggio, l’andare per passione e per curiosità; trascorre lunghi periodi in Sud America vivendo a stretto contatto con le realtà locali più disagiate ed ignorate. Lavora con i contadini senza terra in Brasile e Messico e ne assorbe la lingua e la cultura. Parte poi per L’Africa, dove trascorre alcuni mesi vivendo con i Touareg in Mali. Negli ultimi anni si dedica all’area mediterranea in particolare di lingua araba. Parallelamente inizia il suo percorso artistico e si intensifica il rapporto con la fotografia. Fin dagli esordi mescola fotografia artistica e reportage socialmente impegnati, con particolare attenzione alla dimensione umana del soggetto. Collabora con testate internazionali quali “The New York Times”, “Le Monde” e “D Repubblica”. Espone in mostre personali in Italia ed all’estero, in gallerie d’arte e musei.
Attualmente e’ rappresentato dalla “Gallerie Lucie Weill & Seligmann” di Parigi e collabora con “mc2 Gallery” di Milano. Le sue fotografie fanno parte della “Collezione di Fotografia Italiana Contemporanea” della C.R.MO.
Giulio Rimondi vive a Beirut dal 2007 dove lavora come freelance coprendo l’area mediorientale. Per maggiori informazioni www.giuliorimondi.com
Christian Ghazi, poeta, musicologo, iconoclasta e pioniere del cinema documentario nel mondo arabo, è nato ad Antiochia nel 1934 da madre francese e padre libanese. Dopo gli studi in Libano trascorre un periodo in Unione Sovietica, all’Istituto di Cinematografia di Mosca dove, affascinato dal lavoro di Sergei Eisenstein e Tziga Vertow, decide di creare un linguaggio del tutto nuovo per raccontare le contraddizioni del suo paese. Gira così decine di documentari, raccontando le guerre libanesi viste dai campi in cui si accalcano i profughi arrivati dalla Palestina ma anche gli eccessi della dolcevita beirutina. Mettere a nudo le contraddizioni di una società complessa come quella libanese gli vale presto la “scomunica” dai circuiti ufficiali e, dopo un editto presidenziale del 1968, la decisione finale del Governo: tutte le sue pellicole vengono bruciate, senza che venga risparmiato un solo negativo. Christian continua tuttavia a filmare anche quando, nel 1975, esplode la più lunga e cruenta delle guerre civili libanesi; nel frattempo lavora ad un poema pubblicato negli anni novanta con il titolo Carnets de Paix. Ma ancora una volta la violenza degli eventi in Libano colpisce Christian in ciò che gli è più caro: le sue creazioni. La sua casa viene data alle fiamme dai miliziani di Amal, distruggendo un’intera vita di ricordi. Soltanto una pellicola si salva, “Hundred faces for a single day”: è tutto quel che resta di una vita di genio. Per Christian Ghazi, la perdita è incommensurabile. Amareggiato, decide di restare comunque a Beirut, dove passa le giornate osservando dai tavoli di qualche bar la sua città feroce e fantastica, un caffè dopo l’altro, una sigaretta dopo l’altra.
Claudio Marra insegna Storia della fotografia al DAMS dell’Università di Bologna. Tra i suoi libri: La fotografia. Illusione o rivelazione? (il Mulino, Bologna 1981); Scene da camera (Essegi, Ravenna 1990); Pensare la fotografia (Zanichelli, Bologna 1992) e Il battito della fotografia (Clueb, Bologna 2000); Forse in una fotografia (Clueb, Bologna 2002); Fotografia come arte, in Aa.Vv., Arte contemporanea (Electa, Milano 2003) e Collezionando fotografie, che cosa collezioniamo?, in Aa.Vv., Storia d’Italia:1945-2000 (Annali 20, Einaudi, Torino 2004). Per la Bruno Mondadori ha pubblicato: Fotografia e pittura nel Novecento (1999); Le idee della fotografia (2001 e 2005); Nelle ombre di un sogno. Storia e idee della fotografia di moda (2004) e L’immagine infedele. La falsa rivoluzione della fotografia digitale (2006).
Spazio Labo’ - Centro di Fotografia è un’associazione culturale nata a a Bologna a gennaio 2010 con l’obiettivo di diffondere la cultura della fotografia in tutte le sue accezioni ed usi e di farsi al contempo centro di ideazione e produzione fotografica: una realtà indipendente e aperta alla condivisione della passione per la fotografia a trecentosessanta gradi. L’intento primario di Spazio Labo’ è quello di diffondere il messaggio culturale della fotografia a Bologna e di essere un punto di riferimento per l’arte fotografica in città e non solo. La sede di Spazio Labo’, in centro cittadino, è al contempo una galleria fotografica, sede di esposizioni di giovani autori emergenti e di fotografi rinomati a livello internazionale; un centro di formazione e una scuola per tutti i livelli; un laboratorio progettuale continuo e aperto alla creatività individuale e di gruppo; un luogo di eventi dedicati alla fotografia, da presentazioni di libri a incontri con gli autori, seminari, lectures e dibattiti; una piazza di incontro e interscambio tra professionisti e appassionati di ogni nazionalità. Spazio Labo’ ospita inoltre una libreria specializzata aperta quotidianamente dove è possibile trovare libri e riviste nazionali e internazionali. Insomma, Spazio Labo’ è un luogo nel cuore di Bologna con al centro la fotografia e il suo mondo.
Renato Miracco, critico
Una Beirut notturna, senza puttane, senza neon rutilanti, senza festa, neanche finta, neanche recitata, abitata da uomini e donne soli. Il nero che dilaga diventa piuttosto un silenzio
Ferdinando Scianna, fotografo
Venerdì 17 dicembre 2010, a partire dalle ore 19.30, presso la sede del centro di fotografia Spazio Labo’, via Frassinago 43/2c a Bologna, si svolgerà la presentazione del libro Beirut Nocturne (Ed. Charta, 2010), esordio editoriale del giovane fotografo bolognese Giulio Rimondi, vincitore di Iceberg 2009 - il premio dedicato ai giovani artisti promosso dall’Area Cultura del Comune di Bologna -, che sarà presente all’incontro insieme a Claudio Marra, docente di storia della fotografia. In quest’occasione, accanto ad una performance sonora in bilico fra tradizione classica araba e registrazioni noise della notte libanese (Mirco Mungari e Faysal Bibi), verranno proiettati video d’artista realizzati da Giulio Rimondi in collaborazione con Memoria Films di Beirut. L’evento è gratuito ed aperto al pubblico. Promosso in collaborazione con l'Area Cultura del Comune di Bologna e con il patrocinio gratuito del Quartiere Saragozza.
Beirut Nocturne è un notturno libanese, una Beirut al nero in 43 scatti.
Nella stazione deserta, alle 4 del mattino, una famiglia aspetta un bus per la Turchia. Un guardiano notturno accende un’altra sigaretta. Una mendicante araba siede davanti alla moschea. Le immagini di Beirut Nocturne sono immerse in un nero dilagante, accompagnate solamente dai versi dell'anziano poeta libanese Christian Ghazi, che con i suoi testi ha incorniciato il lavoro del fotografo.
Atmosfere intime, solitudini e il ricordo tormentoso della guerra, nessuna traccia della Beirut famosa del divertimento, della ricchezza e del sesso, ma una città notturna e silenziosa in cui emergono, illuminate per un attimo, persone e scene di vita marginali.
Il libro, realizzato tra l’autunno 2009 e la primavera 2010, nasce dalla collaborazione e dall’amicizia tra il giovane reporter e l’anziano poeta libanese, che con quest’opera hanno cercato di instaurare un legame unico tra immagine e testo, creando una nuova forma di “didascalia poetica” in cui i versi si mescolano alla grana densa delle fotografie, tutte realizzate in bianco e nero, scandendo i temi e le sezioni del libro.
Il progetto Beirut Nocturne, con introduzione a cura di Renato Miracco e presentazione di Ferdinando Scianna, è pubblicato in volume da Charta e sara’ distribuito internazionalmente a partire da gennaio 2011.
Gli scatti che compongono il libro Beirut Nocturne daranno inoltre vita ad una serie di mostre in gallerie d’arte e spazi pubblici tra Milano, Parigi, New York, Washington e Beirut.
La prima esposizione, prevista per marzo 2011 presso la Gallerie Lucie Weill & Seligmann di Parigi, mentre l’ultima prevista per settembre 2011 negli spazi della celebre Leica Gallery di Broadway a New York. Nel progetto è coinvolto anche l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut che curera’ la presentazione del libro nella capitale libanese, mentre la mostra è prevista per luglio 2011 presso il rinomato Espace Kettaneh Kunigk di Beirut, in collaborazione con Galerie Tanit di Monaco di Baviera.
Giulio Rimondi, nato a Bologna nel 1984, segue studi classici fino alla Laurea in lettere. Da quel momento si dedica al viaggio, l’andare per passione e per curiosità; trascorre lunghi periodi in Sud America vivendo a stretto contatto con le realtà locali più disagiate ed ignorate. Lavora con i contadini senza terra in Brasile e Messico e ne assorbe la lingua e la cultura. Parte poi per L’Africa, dove trascorre alcuni mesi vivendo con i Touareg in Mali. Negli ultimi anni si dedica all’area mediterranea in particolare di lingua araba. Parallelamente inizia il suo percorso artistico e si intensifica il rapporto con la fotografia. Fin dagli esordi mescola fotografia artistica e reportage socialmente impegnati, con particolare attenzione alla dimensione umana del soggetto. Collabora con testate internazionali quali “The New York Times”, “Le Monde” e “D Repubblica”. Espone in mostre personali in Italia ed all’estero, in gallerie d’arte e musei.
Attualmente e’ rappresentato dalla “Gallerie Lucie Weill & Seligmann” di Parigi e collabora con “mc2 Gallery” di Milano. Le sue fotografie fanno parte della “Collezione di Fotografia Italiana Contemporanea” della C.R.MO.
Giulio Rimondi vive a Beirut dal 2007 dove lavora come freelance coprendo l’area mediorientale. Per maggiori informazioni www.giuliorimondi.com
Christian Ghazi, poeta, musicologo, iconoclasta e pioniere del cinema documentario nel mondo arabo, è nato ad Antiochia nel 1934 da madre francese e padre libanese. Dopo gli studi in Libano trascorre un periodo in Unione Sovietica, all’Istituto di Cinematografia di Mosca dove, affascinato dal lavoro di Sergei Eisenstein e Tziga Vertow, decide di creare un linguaggio del tutto nuovo per raccontare le contraddizioni del suo paese. Gira così decine di documentari, raccontando le guerre libanesi viste dai campi in cui si accalcano i profughi arrivati dalla Palestina ma anche gli eccessi della dolcevita beirutina. Mettere a nudo le contraddizioni di una società complessa come quella libanese gli vale presto la “scomunica” dai circuiti ufficiali e, dopo un editto presidenziale del 1968, la decisione finale del Governo: tutte le sue pellicole vengono bruciate, senza che venga risparmiato un solo negativo. Christian continua tuttavia a filmare anche quando, nel 1975, esplode la più lunga e cruenta delle guerre civili libanesi; nel frattempo lavora ad un poema pubblicato negli anni novanta con il titolo Carnets de Paix. Ma ancora una volta la violenza degli eventi in Libano colpisce Christian in ciò che gli è più caro: le sue creazioni. La sua casa viene data alle fiamme dai miliziani di Amal, distruggendo un’intera vita di ricordi. Soltanto una pellicola si salva, “Hundred faces for a single day”: è tutto quel che resta di una vita di genio. Per Christian Ghazi, la perdita è incommensurabile. Amareggiato, decide di restare comunque a Beirut, dove passa le giornate osservando dai tavoli di qualche bar la sua città feroce e fantastica, un caffè dopo l’altro, una sigaretta dopo l’altra.
Claudio Marra insegna Storia della fotografia al DAMS dell’Università di Bologna. Tra i suoi libri: La fotografia. Illusione o rivelazione? (il Mulino, Bologna 1981); Scene da camera (Essegi, Ravenna 1990); Pensare la fotografia (Zanichelli, Bologna 1992) e Il battito della fotografia (Clueb, Bologna 2000); Forse in una fotografia (Clueb, Bologna 2002); Fotografia come arte, in Aa.Vv., Arte contemporanea (Electa, Milano 2003) e Collezionando fotografie, che cosa collezioniamo?, in Aa.Vv., Storia d’Italia:1945-2000 (Annali 20, Einaudi, Torino 2004). Per la Bruno Mondadori ha pubblicato: Fotografia e pittura nel Novecento (1999); Le idee della fotografia (2001 e 2005); Nelle ombre di un sogno. Storia e idee della fotografia di moda (2004) e L’immagine infedele. La falsa rivoluzione della fotografia digitale (2006).
Spazio Labo’ - Centro di Fotografia è un’associazione culturale nata a a Bologna a gennaio 2010 con l’obiettivo di diffondere la cultura della fotografia in tutte le sue accezioni ed usi e di farsi al contempo centro di ideazione e produzione fotografica: una realtà indipendente e aperta alla condivisione della passione per la fotografia a trecentosessanta gradi. L’intento primario di Spazio Labo’ è quello di diffondere il messaggio culturale della fotografia a Bologna e di essere un punto di riferimento per l’arte fotografica in città e non solo. La sede di Spazio Labo’, in centro cittadino, è al contempo una galleria fotografica, sede di esposizioni di giovani autori emergenti e di fotografi rinomati a livello internazionale; un centro di formazione e una scuola per tutti i livelli; un laboratorio progettuale continuo e aperto alla creatività individuale e di gruppo; un luogo di eventi dedicati alla fotografia, da presentazioni di libri a incontri con gli autori, seminari, lectures e dibattiti; una piazza di incontro e interscambio tra professionisti e appassionati di ogni nazionalità. Spazio Labo’ ospita inoltre una libreria specializzata aperta quotidianamente dove è possibile trovare libri e riviste nazionali e internazionali. Insomma, Spazio Labo’ è un luogo nel cuore di Bologna con al centro la fotografia e il suo mondo.
17
dicembre 2010
Beirut Nocturne
17 dicembre 2010
fotografia
Location
SPAZIO LABO’
Bologna, Strada Maggiore, 29, (Bologna)
Bologna, Strada Maggiore, 29, (Bologna)
Orario di apertura
ore 19.30
Vernissage
17 Dicembre 2010, ore 19.30
Editore
CHARTA
Autore
Curatore