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Beltrán | Fujiwara | Mitjà – Provenances
Prendendo spunto dalla manifestazione del Maggio dei Monumenti 2009, le tre personali all’interno di “Provenances” riflettono sulla gestione del patrimonio culturale e la musealizzazione della storia, come pure sulla sintesi, la trasmissione e la fedeltà del valore culturale dei beni artistici.
Comunicato stampa
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Provenances si compone di tre personali appositamente concepite. Il progetto coincide di proposito con il Maggio dei Monumenti 2009, un mese di manifestazioni durante il quale sono resi accessibili al pubblico diversi palazzi storici e siti privati della città di Napoli. Provenienza è la parola che definisce la fonte e l’origine per il certificato che prova l’appartenenza e l’autenticità per le opere d’arte, le antichità ed i fossili, ad esempio. Allo stesso modo ciascuno dei progetti degli artisti riflette sulla gestione del patrimonio culturale e la musealizzazione della storia, come pure sulla sintesi, la trasmissione e la fedeltà del valore culturale dei beni artistici. Gli artisti condividono un interesse estetico e pragmatico per il principio dell’archivio personale ovvero della wunderkammer pre-museale: la categorizzazione e la veridicità di oggetti, immagini e parole è sempre provvisoria. Come Didier Maleuvre espone nel suo libro Museum Memories (1999), il passato rimane, abbastanza naturalmente, nel passato: la raccolta di arte e manufatti come un incontro rituale deve, e può solo, produrre un’immagine della storia.
Erick Beltrán presenta quattro lavori, ognuno dei quali è focalizzato intorno alla reliquia intesa come manufatto composto da una particolare sostanza naturale. Facendo seguito alla Serie Calculum (2008) cui si ricollega – “un saggio sulla concentrazione, la densità e la creazione del valore” come lui stesso l’ha descritta – ogni oggetto è accompagnato da un testo-diagramma, ottenendo nell’insieme una densa proliferazione di richiami, narrazioni, contesti e interconnessioni. Le loro eccedenze semantiche includono, tra le altre cose, il sale prelevato dall’opera Spiral Jetty di Robert Smithson (artista esponente della Land Art), la figura mitologica di Lilith, Pompei, la sacerdotessa nota come Sibilla Cumana che dà il nome all’Antro nei pressi di Napoli, la moglie di Lot, la geologia del Vesuvio ed i quattro elementi della classicità greca: fuoco, acqua, aria e terra. Come di recente ha descritto Lars Bang Larsen in Artforum (Aprile 2009), “Le narrazioni condensate di Beltrán sono dirette verso una storia sociale benjaminiana che mostra come parole e cose siano connesse in immagini allo stesso tempo giocose e politiche – cioè soggette ad incompletezza storica”.
In Floating Lines (2009) Jordi Mitjà riflette sulle pratiche di reperimento di informazioni, la falsificazione e l’accumulazione. Nella sua installazione apparentemente spoglia, composizioni di collages fotografici sono nascoste ad una prima immediata visione da una tenda di stringhe che, proteggendole dalla luce, rende indispensabile il gesto del visitatore per scoprirle. L’immaginario rivelato da questi collages fotografici oscurati è stato in parte reperito attraverso i risultati di Google Image Search in risposta a particolari parole chiave, in parte estrapolato da riviste vintage, fotoromanzi o fumetti. Analizzando sia fonti digitali che analogiche, l’artista combina questo materiale attraverso un’indicizzazione editoriale secondo i cosiddetti ‘algoritmi Mitjà’. Emergono, in questo modo, tematiche quali la perdita di possesso nell’arte, l’obsolescenza tecnologica, la documentazione allegata all’opera, l’accumulazione, la mitologia contemporanea o il mimetismo. I lavori risultanti comprendono, come l’artista descrive, un “cabinet volutamente eclettico di curiosità che contiene gioielli e mostri di ogni genere”: restauro di mobili trompe l’oeil, L.H.O.O.Q. (1919) di Marcel Duchamp, le pubblicità Polaroid, i geroglifici di Nazca, la pornografia e così via. Mitjà presenta anche una pila di poster da portar via che adattano le ‘Frasi sull’Arte Concettuale’ (1969) di Sol LeWitt a comporre una sorta di editto di strategie artistiche ‘vampiriche’.
Comprendendo formati che includono conferenze-performance, racconti pubblicati e collezioni di articoli e manufatti, i progettti di Simon Fujiwara prendono forma in una zona di confine accuratamente costruita tra etologia, erotismo, architettura e genealogia. The Museum of Incest (Il Museo dell’Incesto) (2009) è un progetto composito che dissotterra un mito implicito nelle origini umane ed un’esplicita archeologia sessuale. Fujiwara ha eletto la zona ricca di fossili di Olduvai Gorge nel nord della Tanzania (un sito spesso riportato come ‘La Culla del Genere Umano’) a sede per la proposta di un museo dedicato al meno promettente degli argomenti: le pratiche incestuose. La sua installazione è la scenografia per Il Museo dell’Incesto. Un Tour guidato (The Museum of Incest. A Guided Tour), una conferenza tenuta dall’artista durante la serata d’inaugurazione dell’esposizione. Lo spazio si moltiplica in un’improvvisata aula scolastica, un centro informazioni o un archivio disfunzionale e include una nuova edizione della guida al museo (pubblicata da Archive Books), un video dimostrativo, fotografie dello spazio, diverse piantine, ritagli di giornale ed il modellino della sua struttura trisferica. Il malizioso museo di Fujiwara è un’attrazione per visitatori intenzionalmente fasulli dove la sessualità e l’identità umane sono rese magnificamente ambigue.
- Latitudes
Erick Beltrán (1974 Città del Messico, Messico. Vive a Barcellona, Spagna) le recenti mostre personali includono: Galería Joan Prats, Barcellona (2008–9); Malmö Konsthall, Svezia (2008) e Centro Cultural Matucana 100, Santiago del Cile, Cile (2008). Inoltre nel 2008 ha preso parte alla collettiva all’interno della 28ma Biennale di San Paolo, Brasile, nonché la 7ma SITE Santa, New Mexico, United States e 'Société Anonyme', Kadist Art Foundation, Parigi, Francia.
Jordi Mitjà (1970 Figueres, Spagna. Vive a Lladó, Girona, Spagna) ha recentemente esposto in 'From excess' presso Bòlit, Girona (2008–9) e 'Concèntric. poble petit, infern gegant' presso Espai Zero1, Olot (2006–7). Tra le sue recenti collettive vi sono: 'Hacia/Desde México DF', Instituto Cervantes, Stoccolma e Parigi (2008–9); 'Processos oberts', Sala Muncunill, Terrassa (2007) e 'Información contra información', CGAC, Santiago de Compostela (2007). Mitjà è uno dei direttori di Editorial Crani (www.crani.org), una casa editrice specializzata in libri d’artista.
Simon Fujiwara (1982, Londra, UK. Vive tra Berlino e Londra) è stato recentemente selezionato per la residenza presso il MAK Center for Art & Architecture, Schindler House, Los Angeles (2008–9) e ha partecipato all’esposizione 'Office of Real Time Activity', a cura degli studenti del MA Curating Contemporary Art, Royal College of Art, Londra (2009). I progetti in programma per il 2009 includono: 'The Collectors', Padiglione Danimarca e Paesi Nordici, 53ma Biennale di Venezia, e 'The Museum of Incest', Frieze Art Fair (Frame solo presentations), Londra, con la Galerie Neue Alte Brücke, Francoforte.
Latitudes è un ufficio curatoriale con sede a Barcellona, fondato nell’aprile 2005 da Max Andrews e Mariana Cánepa Luna.
Provenances è stato gentilmente sostenuto dall’ Institut Ramon Llull
Erick Beltrán presenta quattro lavori, ognuno dei quali è focalizzato intorno alla reliquia intesa come manufatto composto da una particolare sostanza naturale. Facendo seguito alla Serie Calculum (2008) cui si ricollega – “un saggio sulla concentrazione, la densità e la creazione del valore” come lui stesso l’ha descritta – ogni oggetto è accompagnato da un testo-diagramma, ottenendo nell’insieme una densa proliferazione di richiami, narrazioni, contesti e interconnessioni. Le loro eccedenze semantiche includono, tra le altre cose, il sale prelevato dall’opera Spiral Jetty di Robert Smithson (artista esponente della Land Art), la figura mitologica di Lilith, Pompei, la sacerdotessa nota come Sibilla Cumana che dà il nome all’Antro nei pressi di Napoli, la moglie di Lot, la geologia del Vesuvio ed i quattro elementi della classicità greca: fuoco, acqua, aria e terra. Come di recente ha descritto Lars Bang Larsen in Artforum (Aprile 2009), “Le narrazioni condensate di Beltrán sono dirette verso una storia sociale benjaminiana che mostra come parole e cose siano connesse in immagini allo stesso tempo giocose e politiche – cioè soggette ad incompletezza storica”.
In Floating Lines (2009) Jordi Mitjà riflette sulle pratiche di reperimento di informazioni, la falsificazione e l’accumulazione. Nella sua installazione apparentemente spoglia, composizioni di collages fotografici sono nascoste ad una prima immediata visione da una tenda di stringhe che, proteggendole dalla luce, rende indispensabile il gesto del visitatore per scoprirle. L’immaginario rivelato da questi collages fotografici oscurati è stato in parte reperito attraverso i risultati di Google Image Search in risposta a particolari parole chiave, in parte estrapolato da riviste vintage, fotoromanzi o fumetti. Analizzando sia fonti digitali che analogiche, l’artista combina questo materiale attraverso un’indicizzazione editoriale secondo i cosiddetti ‘algoritmi Mitjà’. Emergono, in questo modo, tematiche quali la perdita di possesso nell’arte, l’obsolescenza tecnologica, la documentazione allegata all’opera, l’accumulazione, la mitologia contemporanea o il mimetismo. I lavori risultanti comprendono, come l’artista descrive, un “cabinet volutamente eclettico di curiosità che contiene gioielli e mostri di ogni genere”: restauro di mobili trompe l’oeil, L.H.O.O.Q. (1919) di Marcel Duchamp, le pubblicità Polaroid, i geroglifici di Nazca, la pornografia e così via. Mitjà presenta anche una pila di poster da portar via che adattano le ‘Frasi sull’Arte Concettuale’ (1969) di Sol LeWitt a comporre una sorta di editto di strategie artistiche ‘vampiriche’.
Comprendendo formati che includono conferenze-performance, racconti pubblicati e collezioni di articoli e manufatti, i progettti di Simon Fujiwara prendono forma in una zona di confine accuratamente costruita tra etologia, erotismo, architettura e genealogia. The Museum of Incest (Il Museo dell’Incesto) (2009) è un progetto composito che dissotterra un mito implicito nelle origini umane ed un’esplicita archeologia sessuale. Fujiwara ha eletto la zona ricca di fossili di Olduvai Gorge nel nord della Tanzania (un sito spesso riportato come ‘La Culla del Genere Umano’) a sede per la proposta di un museo dedicato al meno promettente degli argomenti: le pratiche incestuose. La sua installazione è la scenografia per Il Museo dell’Incesto. Un Tour guidato (The Museum of Incest. A Guided Tour), una conferenza tenuta dall’artista durante la serata d’inaugurazione dell’esposizione. Lo spazio si moltiplica in un’improvvisata aula scolastica, un centro informazioni o un archivio disfunzionale e include una nuova edizione della guida al museo (pubblicata da Archive Books), un video dimostrativo, fotografie dello spazio, diverse piantine, ritagli di giornale ed il modellino della sua struttura trisferica. Il malizioso museo di Fujiwara è un’attrazione per visitatori intenzionalmente fasulli dove la sessualità e l’identità umane sono rese magnificamente ambigue.
- Latitudes
Erick Beltrán (1974 Città del Messico, Messico. Vive a Barcellona, Spagna) le recenti mostre personali includono: Galería Joan Prats, Barcellona (2008–9); Malmö Konsthall, Svezia (2008) e Centro Cultural Matucana 100, Santiago del Cile, Cile (2008). Inoltre nel 2008 ha preso parte alla collettiva all’interno della 28ma Biennale di San Paolo, Brasile, nonché la 7ma SITE Santa, New Mexico, United States e 'Société Anonyme', Kadist Art Foundation, Parigi, Francia.
Jordi Mitjà (1970 Figueres, Spagna. Vive a Lladó, Girona, Spagna) ha recentemente esposto in 'From excess' presso Bòlit, Girona (2008–9) e 'Concèntric. poble petit, infern gegant' presso Espai Zero1, Olot (2006–7). Tra le sue recenti collettive vi sono: 'Hacia/Desde México DF', Instituto Cervantes, Stoccolma e Parigi (2008–9); 'Processos oberts', Sala Muncunill, Terrassa (2007) e 'Información contra información', CGAC, Santiago de Compostela (2007). Mitjà è uno dei direttori di Editorial Crani (www.crani.org), una casa editrice specializzata in libri d’artista.
Simon Fujiwara (1982, Londra, UK. Vive tra Berlino e Londra) è stato recentemente selezionato per la residenza presso il MAK Center for Art & Architecture, Schindler House, Los Angeles (2008–9) e ha partecipato all’esposizione 'Office of Real Time Activity', a cura degli studenti del MA Curating Contemporary Art, Royal College of Art, Londra (2009). I progetti in programma per il 2009 includono: 'The Collectors', Padiglione Danimarca e Paesi Nordici, 53ma Biennale di Venezia, e 'The Museum of Incest', Frieze Art Fair (Frame solo presentations), Londra, con la Galerie Neue Alte Brücke, Francoforte.
Latitudes è un ufficio curatoriale con sede a Barcellona, fondato nell’aprile 2005 da Max Andrews e Mariana Cánepa Luna.
Provenances è stato gentilmente sostenuto dall’ Institut Ramon Llull
14
maggio 2009
Beltrán | Fujiwara | Mitjà – Provenances
Dal 14 maggio al 14 settembre 2009
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-20
mattina su appuntamento
Vernissage
14 Maggio 2009, ore 20.00
Autore
Curatore