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Ben Vautier – Ben in forma di libro
La Biblioteca Poletti dedica a Ben Vautier la dodicesima mostra della rassegna annuale In forma di libro, presentando circa 80 libri che l’artista espone per la prima volta nella sua carriera, più altri oggetti in cui è protagonista la scrittura e 3 “cataplasmi”, volumi che si librano nello spazio calando dal soffitto della biblioteca.
Comunicato stampa
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La Biblioteca Poletti dedica a Ben Vautier la dodicesima mostra della rassegna annuale In forma di libro, presentando circa 80 libri che l'artista espone per la prima volta nella sua carriera, più altri oggetti in cui è protagonista la scrittura e 3 “cataplasmi”, volumi che si librano nello spazio calando dal soffitto della biblioteca.
Ben (Beniamino Paolo Lucio) nasce a Napoli nel 1935 dove trascorre i primi cinque anni della sua vita. Nel 1939 segue la madre prima in Svizzera, poi in Turchia, in Egitto, di nuovo a Napoli, quindi in Svizzera, per stabilirsi definitivamente a Nizza nel 1949: questa esperienza fatta di continui spostamenti influenza profondamente la sua attività e spiega il carattere cosmopolita, instabile, costantemente in subbuglio del suo lavoro.
Amico di Yves Klein, di Daniel Spoerri, di Arman, di Boltanski, Le Clézio, Buren, partecipa all'attività di Fluxus con Filliou, Brecht, Maciunas, La Monte Young.
Egli porta alle estreme conseguenze la lezione del Gruppo Fluxus -l'arte doveva essere totale e andava scoperta nei gesti semplici e umili del quotidiano- e soprattutto l'eredità di Yves Klein, consacrandosi come uno dei maggiori artisti francesi contemporanei.
L'indissolubile legame tra l'esperienza quotidiana e l'attività artistica lo spinge a dichiarare, nel 1958, che l'arte deve procurare choc ed essere nuova, e nel 1960, che tutto è arte e tutto è possibile in arte.
L'arte di Ben, che si interroga costantemente e costantemente capovolge i ragionamenti, si riassume
nell'aforisma: “ho voluto dire la verità e ne ho fatto una menzogna”.
Vautier fa della provocazione il fulcro della sua ricerca proponendosi di colpire e stupire i benpensanti, toccando temi sociali come la politica, l'amore, il sesso, l'arte, la religione, la famiglia. La sua arguzia e il suo genio dissacratore non conoscono freni e inibizioni sociali e il suo messaggio è palese: l'arte non deve rimanere imbrigliata nelle pastoie della buona società ma deve librarsi al di sopra delle convenzioni e delle convenienze opportunistiche.
Le sue tele, di forte impatto emotivo e psicologico, in cui la parola è la protagonista, rendono il suo stile unico e ben identificabile: su di esse le frasi e i commenti filosofici ed estetici esplodono con violenza passionale e lucidità ironica, mettendo in discussione le nostre certezze.
La sua scrittura si deposita su tutto: luogo d'origine del suo intervento artistico, essa dà vita a una creazione infinita di libri che testimoniano l'importanza del libro e la centralità della scrittura nel suo lavoro.
Dai ready- made di Duchamp alla serialità pop dell'opera di Andy Wahrol, Ben Vautier si fa interprete ancora più raffinato e intellettuale dell'arte e della società, prendendosi gioco della serialità stessa e della commercializzazione, rimanendo un artista puro che segue la propria strada, cogliendo ogni stimolo e ogni nuovo fermento.
Numerosissime le esposizioni dal 1960 ad oggi: tra le principali quella al Museo Stedelijk di Amsterdam, al Pompidou di Parigi, al Museo d'arte contemporanea di Marsiglia. Le sue opere fanno parte di importanti raccolte pubbliche tra cui il Pompidou di Parigi, il Museo d'arte contemporanea di Marsiglia, il Museo d'arte Moderna della Ville de Paris, il Museo d'arte moderna di Praga, il Museo Stedelijk di Amsterdam, il Walker Art Center di Minneapolis.
A marzo 2010 il Museo d'arte contemporanea di Lione gli dedicherà un'importante retrospettiva con dipinti, installazioni, video che ripercorrono 50 anni di attività creativa.
Ben (Beniamino Paolo Lucio) nasce a Napoli nel 1935 dove trascorre i primi cinque anni della sua vita. Nel 1939 segue la madre prima in Svizzera, poi in Turchia, in Egitto, di nuovo a Napoli, quindi in Svizzera, per stabilirsi definitivamente a Nizza nel 1949: questa esperienza fatta di continui spostamenti influenza profondamente la sua attività e spiega il carattere cosmopolita, instabile, costantemente in subbuglio del suo lavoro.
Amico di Yves Klein, di Daniel Spoerri, di Arman, di Boltanski, Le Clézio, Buren, partecipa all'attività di Fluxus con Filliou, Brecht, Maciunas, La Monte Young.
Egli porta alle estreme conseguenze la lezione del Gruppo Fluxus -l'arte doveva essere totale e andava scoperta nei gesti semplici e umili del quotidiano- e soprattutto l'eredità di Yves Klein, consacrandosi come uno dei maggiori artisti francesi contemporanei.
L'indissolubile legame tra l'esperienza quotidiana e l'attività artistica lo spinge a dichiarare, nel 1958, che l'arte deve procurare choc ed essere nuova, e nel 1960, che tutto è arte e tutto è possibile in arte.
L'arte di Ben, che si interroga costantemente e costantemente capovolge i ragionamenti, si riassume
nell'aforisma: “ho voluto dire la verità e ne ho fatto una menzogna”.
Vautier fa della provocazione il fulcro della sua ricerca proponendosi di colpire e stupire i benpensanti, toccando temi sociali come la politica, l'amore, il sesso, l'arte, la religione, la famiglia. La sua arguzia e il suo genio dissacratore non conoscono freni e inibizioni sociali e il suo messaggio è palese: l'arte non deve rimanere imbrigliata nelle pastoie della buona società ma deve librarsi al di sopra delle convenzioni e delle convenienze opportunistiche.
Le sue tele, di forte impatto emotivo e psicologico, in cui la parola è la protagonista, rendono il suo stile unico e ben identificabile: su di esse le frasi e i commenti filosofici ed estetici esplodono con violenza passionale e lucidità ironica, mettendo in discussione le nostre certezze.
La sua scrittura si deposita su tutto: luogo d'origine del suo intervento artistico, essa dà vita a una creazione infinita di libri che testimoniano l'importanza del libro e la centralità della scrittura nel suo lavoro.
Dai ready- made di Duchamp alla serialità pop dell'opera di Andy Wahrol, Ben Vautier si fa interprete ancora più raffinato e intellettuale dell'arte e della società, prendendosi gioco della serialità stessa e della commercializzazione, rimanendo un artista puro che segue la propria strada, cogliendo ogni stimolo e ogni nuovo fermento.
Numerosissime le esposizioni dal 1960 ad oggi: tra le principali quella al Museo Stedelijk di Amsterdam, al Pompidou di Parigi, al Museo d'arte contemporanea di Marsiglia. Le sue opere fanno parte di importanti raccolte pubbliche tra cui il Pompidou di Parigi, il Museo d'arte contemporanea di Marsiglia, il Museo d'arte Moderna della Ville de Paris, il Museo d'arte moderna di Praga, il Museo Stedelijk di Amsterdam, il Walker Art Center di Minneapolis.
A marzo 2010 il Museo d'arte contemporanea di Lione gli dedicherà un'importante retrospettiva con dipinti, installazioni, video che ripercorrono 50 anni di attività creativa.
06
febbraio 2010
Ben Vautier – Ben in forma di libro
Dal 06 febbraio al 10 aprile 2010
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA CIVICA D’ARTE LUIGI POLETTI
Modena, Viale Vittorio Veneto, 5, (Modena)
Modena, Viale Vittorio Veneto, 5, (Modena)
Orario di apertura
venerdì 18 e sabato 19: 9 - 23 domenica 20: 9 – 20 lunedì: 14,30 – 19
da martedì a venerdì: 8,30 – 13 / 14,30 – 19
sabato: 8,30 – 13
Vernissage
6 Febbraio 2010, ore 17 alla presenza dell'artista
Autore