Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Benedetto Di Francesco
Le sue tele da sempre raccontano un ‘sud’ del mondo in cui la passione, la tensione emozionale, la commozione convivono con spaesamenti visionari, silhouette grottesche, santi plebei e angeli partoriti da vaneggiamenti popolari.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fin dai suoi esordi, l'opera pittorica di Benedetto Di Francesco vive un'originalità espressiva ben riconoscibile e d'innegabile, e coraggiosa, controtendenza.
Le sue tele da sempre raccontano un 'sud' del mondo in cui la passione, la tensione emozionale, la commozione convivono con spaesamenti visionari, silhouette grottesche, santi plebei e angeli partoriti da vaneggiamenti popolari.
I personaggi rappresentati, incastonati, sospesi, tra neofigurazione e lividezza, sono delle vere e proprie maschere dell'Opera dei Pupi e danno vita a una sorta di metanarrazione di grande impatto scenografico.
E' teatro, ciò che Di Francesco rappresenta. Teatro di esistenze spesso allo sbaraglio, allo sbando, oppure di anime incarnate nella loro solitudine o profili d'interpreti della Commedia dell'Arte, i quali, tramite l'ironia di un gesto o di una posa, scherniscono quella società di cui sono le risultanze imprescindibili e tragiche.
Ciò che a prima vista parrebbe invenzione, arabesco, 'evasione' fabulatoria e surreale, diviene, invece, imperitura condanna temporale. Una condanna, di reazione, che si perpetua oltre le scansioni epocali e oltre i vortici della storia. Una lunga litania, un lungo canto dell'uomo e delle sue fragili sembianze. Del resto sonorità testimoniate con innegabile forza e ricercata costruzione .
In effetti la pittura di Benedetto Di Francesco, oltremodo calda e vissuta, ama indugiare sul particolare, sulla pennellata d'esperienza, sulle sedimentazioni delle stesure, delle campiture, delle velature.
I quadri di questo giovane, ma già riconosciuto artista, racchiudono una matrice tecnico-formale innegabilmente figlia della nostra tradizione italica, mediterranea, latina. Anche per questo il lavoro di Benedetto Di Francesco acquista importanza. Un'importanza, da molti definita 'barocca', naturalmente nell'accezione positiva del termine, che sacralizza l'opera e ancora la eleva. In effetti, nel mondo della globalizzazione, dell'omologazione, della centrifugazione, ogni riconoscibilità è fondamentale per sancire un'appartenenza, per ribadirla, per sostenere un'identità , che poi diviene tabernacolo esclusivo della memoria e del sapere.
Le sue tele da sempre raccontano un 'sud' del mondo in cui la passione, la tensione emozionale, la commozione convivono con spaesamenti visionari, silhouette grottesche, santi plebei e angeli partoriti da vaneggiamenti popolari.
I personaggi rappresentati, incastonati, sospesi, tra neofigurazione e lividezza, sono delle vere e proprie maschere dell'Opera dei Pupi e danno vita a una sorta di metanarrazione di grande impatto scenografico.
E' teatro, ciò che Di Francesco rappresenta. Teatro di esistenze spesso allo sbaraglio, allo sbando, oppure di anime incarnate nella loro solitudine o profili d'interpreti della Commedia dell'Arte, i quali, tramite l'ironia di un gesto o di una posa, scherniscono quella società di cui sono le risultanze imprescindibili e tragiche.
Ciò che a prima vista parrebbe invenzione, arabesco, 'evasione' fabulatoria e surreale, diviene, invece, imperitura condanna temporale. Una condanna, di reazione, che si perpetua oltre le scansioni epocali e oltre i vortici della storia. Una lunga litania, un lungo canto dell'uomo e delle sue fragili sembianze. Del resto sonorità testimoniate con innegabile forza e ricercata costruzione .
In effetti la pittura di Benedetto Di Francesco, oltremodo calda e vissuta, ama indugiare sul particolare, sulla pennellata d'esperienza, sulle sedimentazioni delle stesure, delle campiture, delle velature.
I quadri di questo giovane, ma già riconosciuto artista, racchiudono una matrice tecnico-formale innegabilmente figlia della nostra tradizione italica, mediterranea, latina. Anche per questo il lavoro di Benedetto Di Francesco acquista importanza. Un'importanza, da molti definita 'barocca', naturalmente nell'accezione positiva del termine, che sacralizza l'opera e ancora la eleva. In effetti, nel mondo della globalizzazione, dell'omologazione, della centrifugazione, ogni riconoscibilità è fondamentale per sancire un'appartenenza, per ribadirla, per sostenere un'identità , che poi diviene tabernacolo esclusivo della memoria e del sapere.
25
ottobre 2003
Benedetto Di Francesco
Dal 25 ottobre al 06 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA [vecchia sede]
Latina, Via San Carlo Da Sezze, 18, (Latina)
Latina, Via San Carlo Da Sezze, 18, (Latina)
Orario di apertura
10,00/13,00 - 16,00/19,30
Vernissage
25 Ottobre 2003, ore 17.00